il forum
Non penso che sia questione di leggi della fisica, in Italia. Un progetto può essere anche molto semplice, il grosso problema è come lo si realizza. Noi abbiamo troppi palazzi, ospedali, strade e ponti costruiti con materiali scadenti per poterci permettere solo di PENSARE di fare un'opera come quella del ponte sullo stretto
antonia | 31/10/2011 ore 13:07:51
Io sarei per non sfidare le leggi della fisica, e della natura, campate ne farei due. Ma non è questione di campate (se no a forza di fissarci sulle campate rischiamo anche noi di dire cose campate in aria: la battuta a questo punto è d'obbligo). Nel mio primo post davo, non a questi politici (hanno dimostrato abbondantemente la loro inettitudine), ma ai nuovi che speriamo verranno, un dieci-dodici anni per dotare la Sicilia delle infrastrutture, autostrade, superstrade, ferrovie, necessarie per poter sfruttare al meglio il futuro ponte. Aggiungo: e per raddoppiare la ferrovia e l'autostrada da Villa San Giovanni a Napoli. Poi dovrebbe partire la costruzione del ponte, quattro o cinque anni di lavori. Purtroppo questa tempistica non è possibile farla partire da oggi. Abbiamo la zavorra di una classe politica inadeguata, clientelare e populista. Con questi quì non c'è niente da fare. Sino a quando il consenso politico sarà conquistato con voto di scambio e con galoppinaggio mafioso non ci sarà nulla da discutere. Ha ragione Federico: i soldi del ponte saranno spesi per non farlo. Oggi all'ordine del giorno non può esserci il ponte ma la rigenerazione della politica e un nuovo modo di acquisizione del consenso.
I siciliani sono maturi per questi radicali cambiamenti e per rimboccarsi le mani e smetterla di aspettarsi tutto dagli altri?
Per questo parlavo di due generazioni (da trenta a quarant'anni).
Ma ho paura di essere un inguaribile ottimista.
Antonio Carollo | 30/10/2011 ore 14:17:08
@Antonio Carollo
Non ci siamo. Il problema sta proprio nella campata unica che nel ponte di Messina dovrebbe essere di 3.300 metri, la più lunga mai progettata. Ci sarà pure un motivo per cui non esiste al mondo un simile progetto. Ammesso e non concesso che sia tecnicamente realizzabile, e molti affermano che non lo sia, probabilmente non è ritenuto economicamente valido. Da parte mia resto convinto che a Messina si spenderanno i soldi per farne tre di ponti, ma non se ne farà nessuno. Nel frattempo ci accontentiamo degli asini volanti.
federico | 30/10/2011 ore 11:42:00
Federico, le mie informazioni sono queste: ""Il ponte di Akashi-Kaikyō (Akashi-Kaikyō Ōhashi o 明石海峡大橋 in giapponese) è il ponte sospeso più lungo del mondo. È alto 282,8 metri e lungo 3911 metri. La sua campata principale è lunga ben 1.991 metri. Inaugurato il 5 aprile 1998, unisce la città di Kobe sull'isola di Honshū all'isola Awaji.""
Ma il punto non è la lunghezza ma l'utilità e la necessità del ponte di Messina.
Rosita dice: come si fa un ponte così costoso (8-9 miliardi di euro) se la viabilità su gomma e su rotaia in Sicilia è pressappoco quella del 1961?
Il discorso è giusto a metà: tre importanti autostrade sono state costruite, una quarta, la Catania-Ragusa è in via di completamento. Andrebbe collegata il resto della fascia costiera sud. La vera palla al piede sono le ferrovie. Qui le cose si complicano. Fin qui gli interessi del capitalismo sono stati rivolti al trasporto su gomma. Va invertita la tendenza. Si dice da decenni ma nessun governo s'è mai assunto quest'impegno. Una volta usciti dalla crisi l'ammodernamento della rete ferroviaria siciliana dovrebbe essere una priorità. Ma non credo che si trovi qualcuno disposto a crederci.
In conclusione le vie sono tre: 1) si fa il ponte per stimolare l'adeguamento delle altre infrastrutture e l'economia dell'Isola, 2) si fanno prima le infrastrutture e poi il ponte, 3) oppure si rimane nell'inerzia che dura da sessant'anni.
Ma una cosa è certa: se vogliamo lo sviluppo economico della Sicilia non si può non volere il ponte.
Antonio Carollo | 29/10/2011 ore 22:27:20
@Antonio Carollo
Mi spiace contraddire, ma il ponte sullo stretto di Messina con i suoi 3.300 metri sarebbe (il condizionale è d'obbligo) di gran lunga il ponte sospeso più lungo del mondo, ben al di sopra del record attuale di 1.991 metri che appartiene a quello giapponese di Akashi Kaikyo.
federico | 29/10/2011 ore 19:10:52
caro Antonio, mi domando, dato che le strade in Sicilia sono quelle che sappiamo, dopo che camion di merci e auto di turisti hanno attraversato l'avveniristico ponte (il più moderno ponte mai visto!:), velocemente e felicemente, una volta arrivati all'altro capo di esso, che cosa faranno?si incolonneranno come formiche nelle nostre borboniche strade?
rosita | 29/10/2011 ore 19:07:05
Gi esperti dicono: prima la viabilità di accesso e di scorrimento, poi il ponte. Aggiungerei: prima l'annientamento del mondo affaristico politico-mafioso, poi il ponte.
Meta impossibile? Mi fanno ridere, mi fanno: direbbe Totò, e avrebbe ragione. In teoria, se domani arrivassero i trentenni alla guida del Paese, le infrastrutture complementari si potrebbero realizzare in una decina d'anni, i rapporti politico-mafiosi annullarli in 20-30 anni, praticamente in due generazioni.
I politicanti affossatori dicono che siamo un grande Paese, addirittura la 7^ o l'8^ economia del mondo. Questi quì sì che mi fanno ridere. Vorrei chiedere: come mai allora questa grande potenza mondiale desidera e tenta di costruire da oltre sessant'anni, senza riuscirci, il ponte di Messina (il più famoso ponte del mondo che non c'è) quando altri paesi in quattro anni progettano e realizzano ponti molto più lunghi e tecnologicamente più impegnativi?
Il ponte di Messina è necessario, ma con questa gente che ci governa, a tutti i livelli, rimarrà un sogno per altri cinquant'anni.
Antonio Carollo | 29/10/2011 ore 14:23:01
Tutto sommato credo che Cassandra fosse intimamente soddisfatta. 1
Per il resto tanto per rigirare il coltello nell'acqua ricordiamo che Impregilo ( ma va!), Condotte (ma va!) e le altre di Eurolink si beccheranno i soldi della penale , qualche miliardo di euro, per non parlare di quanto è stato speso fino ad ora. Più che il Ponte dei ponti , o Ponte Silvio, quello di Messina è il Ponte delle truffe. Virtuale ma già famoso quanto il Ponte dei sospiri
fara | 29/10/2011 ore 10:38:16
chi si fosse scoraggiato sui destini del ponte sullo Stretto si tranquillizzi, eh?si farà, si farà!è prioritario!
rosita | 28/10/2011 ore 20:33:07
a Roberto il cantiere della "tav " è questo : [LINK]
non è uno scherzo
Vitalba | 28/10/2011 ore 18:47:50
Ministro dei trasporti: Roberto Alajmo. O ai lavori pubblici.
Paola | 28/10/2011 ore 12:53:30
Troppo buoni, amici miei.
Non vi ringrazio quasi mai per evitare di essere stucchevoli.
Ma ogni tanto sì.
roberto alajmo | 28/10/2011 ore 12:46:50
x articolo di Repubblica/penultimora TAV:
geniale
(col punto esclamativo)
rosita | 28/10/2011 ore 11:49:21
Se ci prendiamo il TAV rifiutato dai valsusini poi potremo anche prenderci il Ponte dei ponti, così facciamo contento Altero Matteoli
fara | 28/10/2011 ore 10:38:57
Oggi assegno un colore alla tua riflessione: dò il grigio. Ti spiego meglio, per natura personale mi piace associare un colore agli stati d'animo in funzione delle cose che arrivano al cuore, e come tenere fuori quel triangolino gentile da questo contesto? Tu adesso con la tua ultima riflessione trascrivi di poesia scannerizzandola in forma priva di partecipazione. Ai miei occhi tu non lo fai in modo glaciale, perchè per quel mio modo di di leggere le cose, a quel glaciale assegno il bello di un bianco compatto, cattura e diffonde la luce, contiene piccole tinte sfumate d'azzurro per altri pensieri riflessi. Tu qui dai di grigio, un colore che mostra distacco e se spegne la luce, vive di umore cupo e non lascia spazio. Neppure una nuvola grigia annulla i colori, essa nei giorni peggiori, trattiene sempre da qualche parte, angolini sfumati, tenui e preziosi. Scrivi di poesia grigia, ed hai ragione, se ha perduto la qualità del colore, ma qui adesso lo fai con quel distacco, apparente, che lasci risuonare del niente. Se prima dicevo che la scrittura ha una responsabilità grande nei confronti di chi legge, qui mi ripeto, tu decidi una strada in funzione di ciò che pensi, altri ne vivono gli effetti. La strada la fai affiancando letterine come singoli minuscoli frammenti spenti, ma se li apri al vivere d’istinto, con la naturalezza del fiume dolce e privo di barriere, ecco che chi legge ha attraverso te una visione degli attimi sereni di infanzie spensierate, riscopre il piacere di una magia contenuta...(e qui i puntini aprono spazio alla fantasia), la ritrova, la magia, in quel tuo saper leggere i colori segreti nascosti tra le pagine della vita, in tutte quelle forme di dono preziosamente nascoste che gli adulti dimenticano.
rosi lesto | 28/10/2011 ore 10:19:12 | @
In effetti Antonio Carollo non ha tutti i torti: scrivere Ballarò mi fa pensare che il futuro si veda nella trasmissione di Floris e non nel mercato palermitano.
A proposito di traduzioni improponibili, Antonio, nella mia zona ce ne sono due esemplari , il toponimo "agghiannuni" tradotto con un "Agli androni" (?) e "ammaraggiari" tradotto con un "Magaggiari" (?)
fara | 28/10/2011 ore 08:31:14
Non condivido e reputo arbitraria la traduzione dal siciliano all'italiano dei nomi propri di località, contrade, rioni. E' un vezzo di marca burocratica come se i nostri padreterni impiegati e dirigenti si vergognassero del loro idioma di nascita. Specialmente questi illuminati burocrati hanno in odio la vocale 'u'. Guai a trascriverla nei loro importantissimi documenti. La 'u, così diventa 'o'; anche la doppia 'd' diventa doppia 'l'. Ballarò e non l'originale Baddarò.
Al mio paese Brauni è trasformato in Bragone, San Miceli (derivato dal francese) in San Michele, vadduni in vallone (ve lo immaginate un piccolo fosso ingigantito in vallone? La traduzione si fa sempre per assonanza non per identificazione semantica), Supra 'e Chiani in Sopra i Piani (una contrada trasformata in piani di appartamento?), Suprana in Soprana.
Ci vergogniamo del nostro dialetto, o lingua, come parecchi intellettuali definiscono il nostro idioma?
PS
Queste osservazioni non vogliono essere, o apparire, come un appunto al Ballarò usato da RA, ci mancherebbe. La verità è che il distorcimento dei nomi siciliani ormai è piuttosto diffuso; per me la cosa è ingiustificabile e lesiva della dignità di una lingua (o dialetto) parlata da cinque a otto milioni di persone in Sicilia e nel mondo.
2° PS
Scusate il tono perentorio e un tantino enfatico.
Antonio Carollo | 27/10/2011 ore 15:11:18
Antonia, sarebbe stato sguaiato, volgare e apertamente offensivo se i due capi di stato e di governo avessero riso, commettendo così uno sgarbo da nota diplomatica o giù di lì. La dolce coppia Sarkozy-Merkel ha semplicemente sorriso a venti denti all'incirca (in diplomazia un numero piuttosto alto, che può sfiorare l'incidente, bisogna dire). Hanno riso tutti i giornalisti (non è meno grave). Date le clamorose anomalie caratteriali del nostro Rappresentante il comportamento dei due in qualche modo per riflesso si giustifica, considerando che esso era rivolto più al Barzellettiere simpaticone che alla figura del premier.
Antonio Carollo | 27/10/2011 ore 14:25:53
De gustibus non est disputandum. Così i nostri antenati liquidavano la questione circa la possibilità di discutere su qualsiasi questione che avesse alla base il gusto soggettivo della persona. Questo vale per l'arte in generale, per la letteratura, per la poesia, per la gastronomia e dovunque si ricerchi una qualche forma di "bellezza". Per quanto riguarda i libri basta leggere sulla rete le recensioni dei lettori, quasi sempre divisi al cinquanta per cento tra i fans sfegatati e i detrattori.
ps. un esempio su "L'Arte di annacarsi" leggo testualmente: libro noiosissimo, e sostanzialmente senza un filo logico! poco più sotto: libro stupendo!
federico | 27/10/2011 ore 11:47:39
Roberto, da "ballariota" condivido. Ma aggiungo un argomento: si convive sin quando non ci si pesta i piedi, in tutti i sensi (e d'altronde lo sfacelo strutturale del quartiere rende difficile capire chi pesta e chi è pestato). Oppure sin quando sia possibile uno sfruttamento, asimmetrico, non reciproco (gli immigrati pagano gli affitti ai borghesi palermitani che ormai abitano in via XX Settembre o a Villa Sperlinga, sono pusher per il criminale locale, ecc). Il vinavil (quella bella colla pastosa che avvolge, ma che volendo può facilmente rimuoversi come una pellicola domopak) lo offrono i sacerdoti e le loro strutture: San Saverio, Santa Chiara, i Carmelitani.
Hai ragione, Roberto, è un modello, involontario, da capire.
Don Diego | 27/10/2011 ore 10:34:58
Libertà di licenziamento e mobilità coatta poer restare in Europa: amo l'Africa.
maramaus | 27/10/2011 ore 07:15:31
Doppio pardon, ma la traduzione non é mia e gli errori permettono di verificare se leggete .....
Bien à vous
gippe | 26/10/2011 ore 16:03:32 | @
x Roberto:la poesia sì forse è come il vino, come le droghe, ma come e perchè la vuoi "tagliare"?va vissuta così come è, pura, come tutte le emozioni forti. Certo non è per tutti, come tutte le emozioni forti ha la sua zona di rischio, ti porta dove non vuoi andare e richiede audacia mentale
rosita | 26/10/2011 ore 15:25:01
Ti avrei perdonato solo se fosse stata gazzosa.
sebino | 26/10/2011 ore 15:24:12
pardon, ma féerique non è "ferino", tutt'altro , "incantato", "fatato"....
grande Baudelaire
rosita | 26/10/2011 ore 14:30:51
Vino e poesia, questo si che mi piace .....
Oggi lo spazio è splendido!
Senza morsi, senza speroni, senza briglie
Partiamo a cavallo sul vino
per un cielo ferino e divino!
Come due angeli che tortura
una implacabile calura,
Nel cristallo blu del mattino,
seguire il miraggio lontano!
Mollemente bilanciati sull’ala
di un turbine intelligente,
in un delirio parallelo,
Sorella, fianco a fianco nuotando,
fuggiremo senza riposi né tregue
verso il paradiso dei miei sogni.
Aujourd’hui l’espace est splendide!
Sans mors, sans eperons, sans bride,
Partons a cheval sur le vin
Pour un ciel feerique et divin!
Comme deux anges que torture
Une implacabile calenture,
Dans le bleu cristal du matin
Suivons le mirage lointain!
Mollement balances sur aile
Du turbillon intelligent,
Dans un delire parallele,
Ma soeur, cote a cote negeant,
Nous fuirons sans repos ni treves
Vers le paradis de mes reves!
Il vino degli amanti
Charles Baudelaire
gippe | 26/10/2011 ore 14:13:29 | @
E per quanto riguarda il vino, se io sono venuta in Sicilia è proprio per colpa sua.
antonia | 26/10/2011 ore 14:03:06
Risate Merkel-Sarko. Veramente io tutte queste risate non lo ho sentite, se non dai giornalisti. Sarko, mentre gli facevano la domanda, ha abbozzato una risatina come per dire "siamo alle solite" oppure "che ci possiamo fare" e poi ha rivolto un sorriso alla Merkel come per dirle "rispondo io o tu?", infatti poi dice "eravamo insieme". Tutte queste risate di scherno le hanno viste quelli che hanno il carbone bagnato ed ancora non si sono resi conto che le beghe, le stupidate, le dichiarazioni e susseguenti smentite, le barzellette cretine al di là delle Alpi e del Tirreno, dello Ionio e dello Stretto di Sicilia suonano in modo assolutamente stridente ed inaccettabile.
antonia | 26/10/2011 ore 14:01:16
Proprio così Roberto, la poesia , come il vino, ad alta gradazione da alla testa (punto esclamativo) ed è bene non mettersi alla guida
fara | 26/10/2011 ore 12:11:46
In effetti, le ultime riflessioni su vino e poesia finiscono per collimare.
La poesia pura, ad altissima gradazione, andrebbe sempre tagliata.
roberto alajmo | 26/10/2011 ore 11:15:58
Gippe, concordo nel modo più assoluto. Il vino buono è poesia, e se è eccellente è un romanzo memorabile.
La poesia (pura) non mi appassiona: ma questa è una mia vecchia fisima che mi accompagna dalla più tenera età. Beh, il vino, poco ma buono, e talvolta stupendo.
maramaus | 26/10/2011 ore 10:21:38
[LINK]
E per cominciare la giornata, ringraziando Fara per i suoi eclettici Amarcord che vanno
da Toto' a Quasimodo.
Buona giornata
gippe | 26/10/2011 ore 10:18:14
Si passa dalla poesia al vino ?
Mi sta bene.
E poi un buon rosso, francese o italiano, sempre poesia é !
Ma annacquarlo ... mai!! senno' diventa cattiva letteratura.
Bien à vous
gippe | 26/10/2011 ore 10:09:22 | @
Maramaus, mi sei mancato.
Ma ripeto: non so che abitudini e possibilità avete voi, ma per me un buon rosso non è da tutti i giorni.
roberto alajmo | 26/10/2011 ore 09:45:41
Onta su onta (a proposito della Liguria)
maramaus | 26/10/2011 ore 09:25:23
Un buon rosso non merita mai l'onta dell'acqua, mai.
maramaus | 26/10/2011 ore 09:24:22
Gippe,
1. ricordare un rosé d'Anjou, che conoscono pochi, piuttosto che un bordeaux che, almeno di nome, conoscono tutti è meno "comunicattivo".
2. Il "sarcasmo ridanciano della Merkel e di Sarkozy" non mi offendono personalmente però mi fanno sentire tanto Pasquale. Quel personaggio di Totò che non regiva agli schiaffi tanto " e che so' Pasquale, io? "
fara | 26/10/2011 ore 08:36:03
Ristorante con velleità di cucina "attenta alle tradizioni ma alla ricerca dell'innovazione" in un paese siciliano.
Il titolare al cliente: "Le faccio degustare una novità"
(bicchiere di vino rosso trasparente). "Strano", dice il cliente. "E' un rosso vinificato bianco!", entusiastica affermazione del titolare. "Ah! mi sembrava che fosse così", il cliente (mentiva spudoratamente, gli sembrava quasi una cafiata)
Don Diego | 26/10/2011 ore 07:41:11
questa poesia è per Fara che non ama la poesia ma sa evocare i ricordi.
-Dove vai, ragazza?
-A Ottobre del Cinquantatrè, per la vendemmia. /
C'erano altri paesi più vicini,
calici di diamanti colmi d'acque preziose,/
ma non ho sete, io, di memorie.
-Ti aspetta qualcuno laggiù?
-No, più nessuno.
Un inconfessabile cielo azzurro./
Laggiù, dietro queste parole,
appena oltre la siepe di more,
Ottobre del Cinquantatrè.
rosita | 26/10/2011 ore 00:29:48
@FARA hai quasi ragione, il nostro vino serviva negli anni 70' a tagliare il vino francese .... ma essenzialmente per tagliare certi vini del sud ... e un buon vino siciliano diventava un ottimo rosé d'Anjou (gli Angioini, guarda caso ..) e mai un Bordeaux o un Bourgogne.
E mi doleva leggere questo pomeriggio i vostri commenti su come annaquare il vino ; ero in treno da Parigi a Grenoble e proprio in quel momento attraversavo la Borgogna.
Ma mi domando fino a che punto questa polemica vinicola non sia in relazione con il sarcasmo ridanciano della Merkel e di Sarkozy ...
Ma vermante vi sentite offesi dalle loro risate ? Io no.
Con tutto il rispetto che non ho per Sarkozy.
Bien à vous
gippe | 25/10/2011 ore 22:08:39 | @
Forse nessuno di voi, siete troppo giovani, ha visto gli uomini che scalzi pestavano l'uva nel palmento. Forse nessuno di voi si è ubriacato per i fumi dell'uva in fermentazione che salivano in casa dalla cantina.
Forse nessuno di voi ha mai pensato che un vino di 18 gradi fosse un buon vino.
Ma allora il vino si vendeva ai francesi, e più era forte meglio lo potevano tagliare per farne un buon Bordeaux.
Strani tempi
fara | 25/10/2011 ore 20:52:07
"[....]Ma per noi esistere è ancora incantamento/
in cento luoghi è ancora origine/
[....]Parole vanno ancora dolci appresso l'indicibile/
e la musica, sempre nuova, dalle più vibranti pietre/
costruisce nello spazio impraticabile il suo celeste asilo"(R.M.Rilke nella traduzione di Franco Rella)
rosita | 25/10/2011 ore 19:12:04
Magari non sembra a prima vista un complimento. Ma mio nonno, che mangiava tre cannoli fatti in casa a carnevale, due sfincie, sempre fatte in casa, a San Giuseppe e duo o tre cassateddi a pasqua, il vino lo annacquava. Ma era il suo . A diciotto gradi quando andava male. Vino da taglio
fara | 25/10/2011 ore 18:37:20
@ scusa Gippe: messo così il mio post sembra accomunarti alla mia cretineria. No, scusa: ho anche il risveglio lento. La tua poesiola, nella sua assurdità, è simpatica. Adesso me ne starò zitta per un po'. Scusatemi tutti.
Gilda | 25/10/2011 ore 11:30:19
@Gippe: no, lo giuro, non ho fatto ad positum (uso il latino perchè non ho ancora capito se sia più corretto a posta o apposta). E' che ad una certa ora la cretineria che c'è in me è più disinibita. Ma tu hai postato dopo di me...
Buongiorno a tutti
Gilda | 25/10/2011 ore 10:28:31
@GILDA, secondo me lo hai fatto apposta per farti notare.
E la 'a' che si attacca ai sentimenti é come l'anima che
si innalza
tal un airone
nel cielo plumbeo
del meridione
Antispam TERRAZZA : precipito !
Bien à vous
gippe | 25/10/2011 ore 01:24:42 | @
Ho saltato anche una g: gli sfronzoli e non li sfronzoli.
E chissà quanti altri errori, a quest'ora...
Gilda | 25/10/2011 ore 01:24:29
@GIPPE: Pardon! ho usato terribilmente male una virgola e i sentimenti, già di per sè tendenti a trasbordare,si sono appiccicati alla a.
Gilda | 25/10/2011 ore 01:13:16
Pensieri spettinati (cerco parrucchiere)
Le “provocazioni”di Roberto e le reazioni degli amici mi hanno fatto riflettere sull’essenza della poesia. Oltre a ciò che dice Erri De Luca (grande), mi viene da ripensare a Wittgenstein (sempre lui, sì) che, nei salotti viennesi, dopo aver lasciato di stucco intellettuali e dolci dame, con la sua leggendaria frase “di ciò di cui non si può parlare si taccia” invitava le donzelle, qualora avessero sentito la necessità di esprimere o leggere emozioni e sentimenti,a rivolgersi ai libri di romanzieri e poeti. Dunque i poeti per W. erano quelli che riuscivano ad esprimere l’indicibile, l’ineffabile. E non credo che li sfronzoli mielosi (al di là della loro arcaicità), al giorno d’oggi, possano raggiungere tale scopo. Né che ciò dipenda dal tipo di metrica. Penso piuttosto a quell’armonia, che come dicevano Rosi e Adriana ha più a che vedere con la musica. Il bambino quando impara a parlare, passa una fase in cui imita la prosodia del discorso dei grandi. La musica, insomma, arriva prima delle parole.
Gilda | 25/10/2011 ore 01:09:30
certo Roberto, il poeta di oggi deve esprimersi con la lingua di oggi, anche se qualche volta possono esserci dei vocaboli che oggi non vengono usati ma hanno una loro forza e immediatezza(se si usasse solo la lingua comune,la koinè di moda, il linguaggio sarebbe impoverito).Sono assurde alcune trovate come le parole tronche, cuor, amor, -giuro che le ho viste in varie raccolte-e vocaboli antiquati che dovrebbero "impreziosire".:) Io mi riferivo nel mio commento a Rosi Lesto che mi era sembrato dicesse che la poesia ci parla di più se è legata all'oggi,mentre i poeti di ieri sarebbero meno significativi per noi...Più tardi farò degli esempi come chiede Marco Pellitteri.
rosita | 24/10/2011 ore 18:05:49
Fara, non mi dire che Bondi ha venduto delle copie del suo libro!
antonia | 24/10/2011 ore 17:19:01
Nelle barzellette c'era spesso anche il Palermitano. Ecco, a Palermo la furbizia sconfina nella cialtroneria.
L'Anonimo Scellerato | 24/10/2011 ore 16:53:38
ps
E compra le prose di Bruno Vespa e le poesie di Sandro Bondi?
fara | 24/10/2011 ore 16:45:30
Per quanto mi riguarda non condivido l'atteggiamento di coloro che si inalberano dicendo che ad essere irrisi sono gli italiani e l'Italia e non Berlusconi. E' proprio così : cosa si merita un popolo che per 18 anni, quasi ininterrotti, tiene al governo un'accozzaglia di incompetenti e di folkoristici imitatori di Asterix?
fara | 24/10/2011 ore 16:43:45
Secondo una logica completamente opportunistica la Lega dovrebbe adesso staccare la spina e passare all'incasso come l'unico difensore delle pensioni.
Staremo a vedere ...
Frattini si incazza ? Che scenda dal c....avallo e se la faccia a piedi.
Bien à nous
gippe | 24/10/2011 ore 15:57:43 | @
A corredo del Penultim?ora, vi segnalo un titolo del corriere.it: "L'ira di Frattini".
Della serie: anche i pidocchi hanno la tosse.
roberto alajmo | 24/10/2011 ore 15:09:23
Per lui sarebbe meglio la legge attuale
antonia | 24/10/2011 ore 12:57:46
Berlusconi dopo l'ultimatum Ue:
"Tutti in pensione a 67 anni"
E lui no?
Don Diego | 24/10/2011 ore 12:20:12
A proposito di frasi, in Svizzera, su una casa in costruzione, c'era uno striscione con questa frase: "Avant d'être un bâtiment ceci est une idée, une fantaisie, un rêve"
Mi è piaciuta tanto
antonia | 24/10/2011 ore 12:08:20
L'Arte rinnova i popoli e ne rivela la vita
Vano delle scene il diletto ove non miri a preparare l'avvenire.
Tutti i palermitani conoscono questa frase, dico tutti : i notabili la leggevano quando andavano alla prima del Massimo e 'los indignados' quando andavano alla stessa prima per lanciare le uova (ai notabili).
A parte l'aneddoto, la frase scritta sul frontone del teatro Massimo resta per me di una grande portata e, poesia , canto, pittura,prosa, calcio e uova hanno per me valore solo se permettono anche di preparare l'avvenire.
A proposito di uova, se ne abbiamo ancora sottomano prepariamoci a bersagliare i nostri governanti che secondo me adesso hanno le ore contate.
Bien à vous
gippe | 24/10/2011 ore 11:42:48 | @
Manca una virgola prima di eccome, lo so.
Esempio invece di immagine eterna:
Mi tengo a quest’albero mutilato
Abbandonato in questa dolina
Che ha il languore
Di un circo
Prima o dopo lo spettacolo
E guardo
Il passaggio quieto
Delle nuvole sulla luna
Da: "I Fiumi", Ungaretti
antonia | 24/10/2011 ore 10:54:38
Per me la poesia è immagine, è suono delle parole. Detesto, quindi il "5 Maggio". E Dante invece resta eterno. Mi ha illuminato una signora che prende da me dei corsi di conversazione di italiano. Le ho letto un brano della Divina Commedia, mi ha detto: "non ho capito quasi nulla ma il suono è meraviglioso, ipnotico". Ecco, lì non ha funzionato l'immagine ma il suono lo ha fatto eccome
antonia | 24/10/2011 ore 10:51:56
Anche amo poco la poesia.
Sarebbe interessante capire quali pensi possano essere un buon esempio e un cattivo esempio di poesia. Per rendere coerente il paragone (fra ordini di grandezza omogenei), suppongo si potrebbe scegliere fra due brani poetici di genere e formato simile, dello stesso periodo storico (distanti non più di vent'anni l'uno dall'altro).
Marco Pellitteri | 24/10/2011 ore 09:38:44 | @
Ma converrai, Rosita, che un poeta che scrive oggi ha dei doveri linguistici diversi, rispetto a Foscolo, per dire.
Buon inizio settimana a tutti, già che ci siamo.
roberto alajmo | 24/10/2011 ore 08:18:04
non credo che la poesia sia legata al tempo cronologico in cui è vissuto il poeta, credo che viva di altre coordinate che il tempo e lo spazio "normali"...penso anche che ci possa essere sensibilità d'animo che non si traduce in poesia.
rosita | 24/10/2011 ore 00:48:49
senza poesia il vivere è grigio perchè essa lega insieme con un unico filo i diversi stati d'animo degli uomini e li contiene in un unico perno. Chi lo sa fare va lasciato libero di esprimersi come gli pare. Poesia è legata al suo tempo, e d'esso esprime il flusso di coscienza. E forse sentiamo lontani i poeti del passato perchè mostrano umori di tempo diverso e lontano dal nostro. Un poeta "sente" il suo tempo e lo condensa in un soffio, Se vive in un tempo grigio può lasciare che emerga attraverso il suo scritto il colore. Ad ogni modo se scriviamo di poesia lei non c'è e quando c'è non è necessario di aggiungere altro. Alla luce di questo leggi il mio scritto precedente, che non era contestazione al tuo, ma espressione di un bisogno di risponderti in modo diverso. Viviamo l'esperienza della poesia ed essa vive quando non la teniamo imbrigliata in mille parole che ne descrivono le forme. Ma ti ringrazio perchè per quanto resti me stessa, leggendo te, mi sono ritrovata a scrivere una cosa diversa. Un sorriso......etc
rosi lesto | 23/10/2011 ore 19:58:43 | @
Mi sono ripresa, ma ho cambiato poesia.
Ecco un modo per risolvere la questione: via libera a sentimenti e intenzioni. Quando si dice trasparenza...
Parole in scatola
Se invece dei capelli sulla testa
ci spuntassero i fiori, sai che festa?
Si potrebbe capire a prima vista
chi ha il cuore buono, chi la mente trista.
Il tale ha in fronte un bel ciuffo di rose:
non può certo pensare a brutte cose.
Quest'altro, poveraccio, è d'umor nero:
gli crescono le viole del pensiero
Gianni Rodari
Gilda | 23/10/2011 ore 16:46:53
Witold Gombrowicz è stato tutta la vita un uomo e uno scrittore contro. Non credo che avesse tutte le carte in regola per dare giudizi ponderati sulla poesia, o meglio sulla letteratura in versi. Le sue teorie, e la sua narrativa, sull'immaturità dell'uomo sono apprezzabili in quanto esprimono un versante dellle trasformazioni e dei percorsi dell'uomo e della sua cultura (un filone ripreso da KafKa).
Ma sulla poesia è stato di una disarmante superficialità. Favoleggiare sulla poesia pura dà la misura della sua lontananza da un approfondito criterio di valutazione della poeticità di un testo. Se c'è poesia è ingenuo parlare di purezza o torbidezza.
Immagino che il suo giudizio sia stato alterato dalla marea di versi ingenui e sentimentali che in ogni epoca vengono prodotti dalle persone le meno qualificate ad esprimere l'essenza della propria vita e della propria percezione del mondo.
Non si può fare (sottolineo fare) poesia senza una vita da riprendere e da ricreare. E la vita non è nè pura nè torbida, è quella che è percepita dall'intelletto del facitore di parole in versi.
Antonio Carollo | 23/10/2011 ore 15:06:28
:)
roberto alajmo | 23/10/2011 ore 14:40:32
@ Roberto: hai scritto col cellulare e quelli(. :)
erano tre punti o intendevi inserire una faccina?
No, perchè ne stavo postando una anch'io (rigorosamente non mia) e mi sono bloccata
Gilda | 23/10/2011 ore 14:25:27
Non accetto provocazioni. :)
roberto alajmo | 23/10/2011 ore 13:33:45
Spegni!
Quella voce
che cammina
porta
sogno.
E tu sogno
non desti,
al rumore
(Rosi Lesto)
rosi lesto | 23/10/2011 ore 11:29:40 | @
Penultim'ora: SE sono interessate
antonia | 22/10/2011 ore 16:02:48
Grazie Fara, grazie cara
Per avermi rimesso in testa questi versi che avevo letto e studiato al liceo, ieri !!
E dire che ho sempre professato una certa avversione ai poeti e alle poesie.
Bien à toi
gippe | 22/10/2011 ore 13:59:47 | @
Beh, don diego, d'altra parte a Palermo si campa da secoli sul "fatti i fatti tuoi" oppure "io non m'immischio". Ragione n. 3 della mia fuga.
Mi pare di avervi raccontato del barbiere di mio figlio che, tornato nel paesello natìo vicino a Salerno, davanti ad un incendio scoppiato in una radura e che minacciava il paese, vedeva i suoi compaesani stare lì a guardare ed aspettare, braccia conserte. Dopo tanti anni di Germania gli sembrava una cosa dell'altro mondo. E solo due amici, a malincuore, lo hanno aiutato a prendere un tubo e a spegnere le fiamme
antonia | 22/10/2011 ore 13:52:27
Fara carissima, infatti il leitmotiv del pubblico dipendente, per lo più. è diventato: "no, non mi compete"
Don Diego | 22/10/2011 ore 12:57:21
Antonia, il ragazzino ha fatto un quadro di come "siamo" . Non io o tu singolarmente ma come popolo. Sempre in attesa che qualcun' altro ti risolva i problemi.
la parolina antispam è dura questa volta . E' Highlands! con il punto esclamativo
fara | 22/10/2011 ore 12:52:14
Ho messo
antonia | 22/10/2011 ore 12:01:32
Fara, sei un faro! davvero illuminante la storiella.
Ecco, qui ho messi il punto esclamativo. E secondo me ci sta benissimo. "Fara, sei un faro" mi sarebbe sembrata una frase detta con un'aria un po' blasé, quell'aria tipica di tanti palermitani quando pensano che mostrare tanto entusiasmo o farsi una risata di cuore non sta bene: meglio un "grazioso" buttato lì, dall'alto, giusto per farti un favore. Vabbé, vi grazio, non metto la faccina sorridente... o piangente, sarebbe più il caso. Ohhhh, ho messo anche i puntini. Squalificata?
antonia | 22/10/2011 ore 12:00:59
A proposito di poeti.
Una mia cugina che insegna alle elementari è solita per il 25 Aprile leggere e commentare in classe (ai ragazzini di quarta e di quinta) una poesia di Salvatore Quasimodo
ALLE FRONDE DEI SALICI
E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo ?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
E poi, come compito, invita i ragazzini ad illustrarla con un loro disegno originale.
Bene , uno di questi ragazzini la illustrò così:
Al centro del foglio disegnò un enorme salice con una scala a pioli appoggiata al tronco. Sulla scala una figura vestita come Dante Alighieri, con tanto di tunica e serto d'alloro in testa che appende ad un ramo la cetra. E fin qui tutto bene solo che ai piedi della scala c' è un'altro poeta , vestito come il primo, che porge la sua cetra all'altro e un fumetto con dentro scritto " giacché sei lì, appendi anche la mia" .
Ho riso per una settimana e ogni volta che si parla di poeti non posso fare a meno di pensare a questo "geniale" disegno che , se ci fate caso, è una descrizione perfetta del carattere di molti palermitani e non solo di palermitani.
ps la parolina antispam è "faretta"
fara | 22/10/2011 ore 11:55:56
Si, rosita, hai ragione. Ricordate anche la faccia, l'espressione di Ceausescu quando fu catturato? Faceva impressione quell'ormai inutile durezza dello sguardo mischiata al terrore. La moglie invece manteneva uno sguardo sprezzante, ormai inutile anche quello
antonia | 22/10/2011 ore 11:19:14
@Rosita: molto acuta questa osservazione. Grazie. La morte ci sorprende un po' tutti, ma di più chi si crede onnipotente ed eterno e lo fa precipitare di botto, dentro alla sua debole umanità e alla relativa finitezza.
Gilda | 22/10/2011 ore 01:43:13
Il religioso di cui parlavo nel mio post precedente è Beda il Venerabile; La fonte è un libro di Olson e Torrance del 1995.
@ Adriana, oltre a quando verrà il tempo delle virgole io mi preoccuperei anche del tempo degli avverbi. Una volta ci insegnavano che un bravo scrittore non dovrebbe usarne troppi, dovrebbe poter spiegare il concetto senza averne bisogno... (Metto i puntini perchè sono un po' insicura). Ma i tempi cambiano e frequentando qualche palermitano e ascoltando i discorsi dei politici in TV ho scoperto avverbi di cui non conoscevo l'esistenza. Tanto che Cetto la Qualunque non mi sembrava più tanto esagerato.
Qualunquemente, trovo molto utile e interessante la riflessione sulla lingua, metalinguisticamente parlando.
Nottetempomente vi saluto tutti.
Gilda | 22/10/2011 ore 01:34:16
la sequenza della cattura di Gheddafi, la cosa che mi ha turbato di più, quel gesto della mano che si tocca il viso insanguinato e poi guarda il sangue sulla mano con espressione stupita, come se non ci credesse, come se non pensasse che potesse accadere.
rosita | 22/10/2011 ore 00:16:54
Consiglio:
[LINK]
antonia | 21/10/2011 ore 20:33:27
ps
Alajmo mi piace come scrittore, non fraintendete . Sono un'anziana donna , purtroppo. Purtroppo per me ovviamente
fara | 21/10/2011 ore 20:24:54
Punto, virgola, punto esclamativo e puntini di sospensione. Li usiamo tutti. Ma nel web è d'obbligo e noi , almeno io ma credo qualcun altro, non siamo scrittori. Dobbiamo farci capire e quindi enfatizziamo. Quando si scrive un romanzo , una novella, un saggio allora non servono e soprattutto , lo scrivo anche se apparentemente non c'entra, bisognerebbe evitare le parole di troppo. Alajmo, il nostro ospite, è uno che ci sta attento ad adoperare solo le parole che servono . Per questo mi piace
fara | 21/10/2011 ore 19:16:29
A proposito di Palermo , di palermitani e di possibili cambiamenti voglio raccontarvi una cosa. Due signore frequentano casa mia per aiutarmi nei lavori domestici. Una quasi ottantenne che continua a venire per affetto nei confronti di mia figlia di cui è stata la governante e praticamente viene solo per stare in compagnia e mangiare con noi e una giovane trentenne che una volta la settimana pulisce casa. Bene, nonostante io tenga in casa i sacchetti appositi per la spazzatura entrambe le signore preferiscono e continuano a usare i vecchi sacchetti a due manici che ancora danno in qualche supermercato. Secondo voi significa qualcosa? Queste persone , l'una vecchia e l'altra giovane, attendono e desiderano un cambiamento? e al momento del voto come si comporteranno?
ps
la parolina antispam è pannolini. Significherà qualcosa?
fara | 21/10/2011 ore 18:43:32
Mr B responsabilmente ha parlato ai responsabili degli irresponsabili attacchi contro la sua persona perpetrati da magistrati e opposizione dal 1994 ad oggi. Con grande patria responsabilità i responsabili ne hanno preso atto e gli hanno assicurato il loro sentito responsabile sostegno.
Antonio Carollo | 21/10/2011 ore 17:49:06
Non ci sono problemi, Adriana, a parlare delle virgole; anzi devo dire che tu le utilizzi molto male.
Fai una prova, riscrivi su word
il tuo testo e vedrai che, per esempio la frase : e,secondo me,le regole.....sarà corretta in : e, secondo me, le regole ..
A questo punto mi viene una belle idea : perché non apriamo un forum tutto dedicato all'uso di punti, virgole e sopratutto al modo di gestire gli spazi fra le parole .....
Senno' si ritorna al Medioevo, e il novizio scriverà la sua famosa barzelletta : padrepadreifratisilamentino...
Bien à vous
gippe | 21/10/2011 ore 17:48:52 | @
Mi viene un dubbio: sulla correttezza del professionista ivavoro (goloso d'iva) ci vogliono i tre puntini, o no?
Antonio Carollo | 21/10/2011 ore 17:25:46
Io invece sono curiosa di vedere come si parlerà delle virgole...se se ne parlerà.
Ognuno le adopera come ne ha bisogno e,secondo me,le regole per usarle sembrano uscite fuori da Totò,Peppino e la Malafemmina!
adriana | 21/10/2011 ore 14:34:29
@Gippe: non solo Repubblica, ma anche e soprattutto i telegiornali di tutte le ore, quelli che guardano anche i bambini. E' pur vero che molti bambini vivono in contesti di guerra e nessuno si preoccupa di quel che vedono e soprattutto subiscono,ma, come dice Antonia c'è modo e modo di informare quelli che sono più fortunati.
Torniamo al bien che va sempre Bien come augurio!
Gilda | 21/10/2011 ore 14:34:18
@ Rosi, hai ragione: il linguaggio, se pur scritto, ha una sua musicalità, fatta di pause, di ritmi, di scritto e non scritto.
Tant'è vero che per oltre duemila anni l’unica lettura possibile, per dare un senso ad una scrittura, fu quella ad alta voce. Le parole infatti erano scritte senza soluzione di continuità, senza spazio vuoto tra l’una e l’altra.
Fu nell’VIII secolo che un frate (ora non ricordo il nome) introdusse lo spazio fra le parole, a scopo didattico, per far imparare meglio il latino ai novizi. In epoca medievale, poi, si iniziarono ad organizzare meglio gli scritti, dividendoli per capitoli, per sottotitoli ecc.
@Roberto, sono molto curiosa di leggere le tue riflessioni sulla madre-lingua. Quando si focalizza con tutta l’attenzione un punto spinoso da trattare e sviscerare, non è semplice tener presente tutta la panoramica contestuale in cui quel punto si inserisce e acquista senso. Puntini e punti esclamativi ci sono e, se ci sono, un motivo ci sarà pure e non solo negativo. Che dici?
Se a qualcuno interessa, posso essere più precisa con il frate e il resto…
Devo recuperare un lavoretto fatto anni fa.
Gilda | 21/10/2011 ore 12:48:33
Carissima Rosi,vorrei dirti con la semplicità che è la forza dei sentimenti,che le tue parole mi hanno incantata...Grazie!
Paragonare la sospensione alla fine di una frase a quelle pause che,solo loro,danno valore al costrutto musicale...è da veri poeti!
adriana | 21/10/2011 ore 11:48:55
Oui, Gippe, pas bien pour nous et pour tous, d'ailleurs.
Mi provoca sempre un grande fastidio vedere delle immagini così, sia di dittatori che di gente comune. Penso che un articolo scritto bene potrebbe comunicare molto meglio la drammaticità di una situazione rispetto ad una foto cruda. Anche per abituare il lettore, e il giornalista, a non essere solo spettatore passivo. Ma il fotografo che è riuscito a scattare quelle immagini ne riceverà tanti benefici.
C'è un'abitudine all'orrore che non fa bene. Io boicotterei anche tanti film, soprattutto americani
antonia | 21/10/2011 ore 10:37:43
Non so cosa ne pensate voi, ma trovo sconcertante la sequenza video di Repubblica relativa all'uccisione di Gheddafi con tanto di titolo in rosso.
Per una settimana non comprero' il giornale e vi invito a farlo e a farlo sapere.
Pas bien pour nous
gippe | 21/10/2011 ore 10:28:49 | @
sono bellissimi..hanno la straordinaria capacità di contenere il ritmo di una frase, le donano una pausa ricca, per assimilarla, sentirla dentro, farla divenire parte di te se vuoi rifletterci, coglierne e condividerne il senso, oppure per sentire scorrere il resto, come se ogni parola fosse musica scritta con le note su un pentagramma ed avesse dei tempi delle pause da quattro/quarti preziose..e poi come in una danza, il ritmo riprende, offre una parte rimanente, quel resto prezioso al senso del discorso, che dà pienezza, a quello che con esso si vuole trasmettere. Dimentichiamo che le parole hanno un peso ed una musicalità, contengono un ritmo proprio, possiamo modularlo, variarlo per concentrare l'attenzione.. poi farla danzare, offrirla alla musica dell'insieme delle parole che, se la frase è costruita bene, contiene. Ma viviamo in tempi di parole così veloci ed asettiche, fatte di linguaggi televisivo/giornalistici concisi e sin troppo pratici, che dà assuefazione, perchè quel ritmo piatto si sedimenta pian piano in chi si abitua a leggerlo o ad ascoltarlo dando un modo frettoloso e diverso del sentire e di percepire le cose, e allora capita che una pausa, una mente abituata a raccogliere tutto quanto velocemente se la prende, e poi non sa più cosa dire per continuare il discorso ed allora aggiunge i puntini....io però penso che se la scrittura è esercizio, è anche ascolto, perchè chi scrive ha un rapporto stretto con chi legge, condivido in pieno il pensiero che i puntini in sospensione vengano usati troppe volte da chi può aver poco da dire ma aggiungo che li amo in chi li utilizza.. al tempo di danza, per non uniformarsi al pensiero globale del non so cos'altro aggiungere, e ricerco ed apprezzo chi li usa propriamente con amore per dare un contenuto diverso.. all'assuefazione del quotidiano, nella speranza che se una voce si alzi per la capacità di indignarsi per qualcosa che è diventato fin troppo parte d'esso e quindi comune, un'altra ancora abbia voce libera nel dare musicalità.. e suono a quel nuovo mondo che scrittura nuova riuscirà a creare.
rosi lesto | 21/10/2011 ore 09:30:09 | @
È vero, è proprio così.
La punteggiatura ha perso la sua identità e non solo quella; forse il cambiamento è nato con l'avvento dei messaggi telefonici insieme all'esigenza di abbreviare i testi. Xchè, ke, tvb, etc., metti poi fb e tw ed il passaggio ai puntini di sospensione è diventato quasi il male minore. Poi se tra web e carta si inciampa dall'uso all'abuso, la fisima è servita.
P.S. A volte meglio i tre puntini che un nubifragio di ovvietà...
Mario Midulla | 21/10/2011 ore 01:48:49 | @
Su Internet la sintesi prevede qualche sconto. Parlo di letteratura.
E nel caso di Gheddafi, o altri in cui si pensi di non poter dire nulla di originale, tacere è igienico, anche senza bisogno di puntini di sospensione.
roberto alajmo | 20/10/2011 ore 18:38:06
Sull'uccisione di Gheddafi sono permessi i tre puntini di sospensione?
Antonio Carollo | 20/10/2011 ore 18:34:05
Tutto giusto, ma credo che la scrittura sul web - blog e social network - abbia "elasticizzato" un po' questo diktat letterario.
p.s. vale anche per le virgolette?
Dani | 20/10/2011 ore 18:11:11
No, non sono estranea, ma sono lontana e non solo geograficamente.
Io a Palermo ci sono capitata, non è stata una mia scelta e mi sono sempre sentita un po' un pesce fuor d'acqua, nonostante abbia lì dei buoni amici. Ho sempre avuto molte difficoltà ad essere in sintonia con una certa mentalità, una certa concezione della vita. Quindi, le mie cartucce le ho sparate, le mie urla le ho fatte, le mie lotte pure. Ora sono via. Con la mia testa, la mia mentalità davvero non saprei da dove cominciare a Palermo
antonia | 20/10/2011 ore 17:34:15
Fate,Antonia?Ma perché...ti senti estranea al parlare di Palermo?A me non sembra dal momento che intervieni spesso e a proposito,proprio sull'argomento!
adriana | 20/10/2011 ore 17:25:16
Confesso anch'io: uso troppo il punto esclamativo ed i puntini di sospensione. E tendo a coniare parole inesistenti "alla tedesca". Es.: tipicocittadinopalermitano
antonia | 20/10/2011 ore 16:07:27
Confesso: l'immagine dei mulinelli improvvisi era in una mail privata di Antonia.
roberto alajmo | 20/10/2011 ore 16:01:00
E allora perché non lo fate?
antonia | 20/10/2011 ore 15:27:47
Antonia,l'immagine dei mulinelli di vento è molto bella...ma la dobbiamo lasciare a chi l'ha creata perché ne faccia veicolo di informazione...il compito dell'Io Civile di Roberto è questo...
io,a te,invece,chiedo: "ma lo sai che le parole che sprechiamo per piangerci addosso ,le potremmo ben usare incazzandoci neri?Ed urlarle fuori dalla finestra per farne un coro che diventi rumore assordante?
Le idee,se si vuole,ci sono!...eccome se ci sono!...basta scomodarci e raccoglierle...o no?
adriana | 20/10/2011 ore 14:18:13
Adriana, ricordi la penultim'ora di Roberto poco tempo fa, quella sui mulinelli di vento? Ecco, bisogna cercare di trasformare i tanti mulinelli in una bella turbina d'aria fresca. Come? Eh, questo è il problema. Sappiamo bene cosa fare ma come farlo non ancora
antonia | 20/10/2011 ore 13:00:04
Antonia mi riallaccio alla tua riflessione di stamattina...
Quando si è discusso sulla poesiola su Palermo,che io ho condiviso pienamente,invitavo tutti noi ad un esame collettivo di coscienza,rifiutando di essere gli altri,quelli che arrogantemente si sentono i buoni che si dolgono per lo sfascio di Palermo...e piangono per le sue sorti...ogni volta...
Adesso è l'ora dello Spasimo,domani sarà l'ora del Teatro Massimo...cosa facciamo
piangiamo o ci arrabbiamo? E magari cerchiamo di toglierci l'aura di cialtroneria egoista e furba che volenti o nolenti,dobbiamo condividere con chi cialtrone,egoista e furbo lo è sul serio?
Roberto, il tuo articolo è di cuore, per questo condivisibile
lo è completamente
adriana | 20/10/2011 ore 11:57:33
Si, Don Diego, hai ragione, ed è proprio questo considerare la città un bene di nessuno e non un bene comune che porta a tutto lo sfascio che si vede in giro ed anche all'insopportabile indifferenza e noncuranza. Ognuno bada esclusivamente al proprio giardinetto: al di là del mio confine, sia pure il caos, chi se ne frega? Ancora non si è capito che ci si può barricare nel proprio spazio con sbarre, chiavistelli e telecamere, ma le polveri sottili arrivano lo stesso e prima o poi, all'ospedale ci dovrai andare: e se l'ambulanza resta bloccata nel traffico o mancano le bende poi saranno pure fatti tuoi, tipicocittadinopalermitano
antonia | 20/10/2011 ore 10:26:56
Più che le malesorti della città (dei suoi abitanti, dei suoi servizi, delle sue strutture, dei suoi monumenti simbolo ecc ecc) mi preoccupa (m'indigna, m'infastidisce, mi fa arrabiare, mi fa girare i cabasisi) che il tutto possa avvenire nell'assoluta impunità: l'autobus che mi porta in ufficio impiega 45 minuti per 4 chilometri? il cumulo d'immondizia giace tranquillo sotto casa? la scuola di mio figlio cade a pezzi? lo spaccio e il pizzo sono il vero motore dell'economia cittadina? la mia asma aumenta anche per l'inquinamento? Nessun colpevole, tutti assolti.
Don Diego | 20/10/2011 ore 08:26:29
QUANTO RESTA DELLA NOTTE?
...Sono da secoli o da un momento fermo in un vuoto in cui tutto tace,
non so più dire da quanto sento angoscia o pace,
coi sensi tesi fuori dal tempo, fuori dal mondo sto ad aspettare
che in un sussurro di voci o vento qualcuno venga per domandare:
Shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell...(Guccini)
rosita | 19/10/2011 ore 18:42:02
cara Città. Quante solide pietre affidate al vento, e solo il vento ne ha cura ... quando neppure gli elementi naturali ce la fanno a proteggere i luoghi dall'incuria degli uomini, urge energia nuova..
rosi lesto | 19/10/2011 ore 17:48:03 | @
Antonia ha ragione: l'abbandono dello Spasimo è lo specchio dell'ndifferenza della gente.
Antonio Carollo | 19/10/2011 ore 17:38:33
Eppure nella penultim'ora di oggi non riesco a non leggere una lunga e ben articolata elaborazione delle pochissime parole della mia poesiola di qualche giorno fa, anche se con una briciola di ottimismo.
L'Anonimo Scellerato | 19/10/2011 ore 17:29:30
Ho ripreso in mano "Lo spasimo di Palermo" di Vincenzo Consolo. L'ho letto una dozzina d'anni fa di corsa in un periodo in cui, per mancanza di tempo, mi era difficile concentrarmi in un'opera di grande spessore letterario. Il libro contiene un accenno al lavoro solitario di Andrea Zanzotto che è deceduto ma vive della vita dei suoi versi.
Antonio Carollo | 19/10/2011 ore 17:19:15
Mi chiedo: a quanti palermitani importa veramenrte dello stato pietoso in cui versa la Zisa? Quanti l'hanno visitata? E quanti conoscono lo Spasimo? Fino a che la cultura, il patrimonio culturale saranno considerati in città come dei beni d'élite, la loro chiusura, il loro degrado passeranno inesorabilmente inosservati.
Temo che solleverebbe più attenzione la chiusura del baretto di Valdesi
antonia | 19/10/2011 ore 17:07:13
E non é tutto.
Se volete fare il ponte dell'uno novembre, non dimenticate di domandare l'autorizzazione a EUROLINK.
Punto e basta.
gippe | 19/10/2011 ore 14:55:15 | @
A me sfugge pure l'utilità del ponte. A parte quella di continuare ad arricchire i progettisti e i sostenitori e le ditte appaltatrici e appaltanti
l'antispam è "camicia", di forza presumo
fara | 19/10/2011 ore 11:27:06
Pindaricamente penso che questo sia un modo per distruggere la poesia, quella della natura. Piango.
MESSINA. La soprintendenza ai beni culturali, ambientali, e paesaggistici di Messina ha espresso parere di "conformità" per il progetto relativo al Ponte sullo stretto di Messina, rispetto "ai contenuti normativi e ai principi di tutela paesaggistica", rilasciando "la richiesta di autorizzazione paesaggistica".
L'approvazione paesaggistica è stata così notificata al consorzio Eurolink, aggiudicatario della progettazione definitivo-esecutiva e della costruzione dell'opera, oltre che al governatore della regione Siciliana, agli assessori regionali competenti, ai ministeri delle Infrastrutture e dei Beni culturali, e a comune e provincia.
(Cacchio, l'antispam è GIOSTRA, proprio come uno dei quartieri di Messina coinvolti nello stravolgimento pontiero)
Don Diego | 19/10/2011 ore 11:16:50
Se pensi che devi pagare i diritti alla Monsanto per potere seminare certo mais o certo grano o certi pomodori e questo oggi vale in molti campi della produzione agricola e animale, forse, quel qualcosa ti sfuggirà un po' meno.
fara | 19/10/2011 ore 08:22:26
Vero, Rosita, ed è importante che Levi dimentichi dei passaggi. Non tutto è importante, o almeno secondo il nostro filtro personale. Levi ha ricordato le parole veramente essenziali. Uno dei rimproveri che facevano a Shakespeare, ad esempio, era lunghezza eccessiva: Voltaire però si vantava di aver trovato perle in quell'enorme letamaio che era (secondo lui) la produzione del Bardo.
O ancora, cambio argomento, a proposito di parole consumate da rendere di nuovo efficaci e appuntite, Hugo von Hofmannsthal che rende il suo Lord Chandos incapace di scrivere: potrà farlo solo in una lingua nuova, "delle cui parole neanche una mi è ancora nota, una lingua in cui le cose mi si manifestano, e nella quale forse un giorno mi troverò a rispondere nella tomba dinanzi ad un giudice sconosciuto".
[LINK]
yorick | 18/10/2011 ore 19:44:30 | @
si, Yorick...E penso al capitolo di "Se questo è un uomo" dove Levi legge nel lager il canto di Ulisse...
rosita | 18/10/2011 ore 18:36:08
Grazie anche a te, Yorick.
Ecco: questo genere di osservazioni mi servirebbero.
roberto alajmo | 18/10/2011 ore 10:19:00
Ogni tanto mi vado a rileggere qualche pagina di Alzaia, di Erri De Luca. Alla voce "Poesia (2)" scrive così: "Quando c'è poco tempo e bussano alla porta i gendarmi, quando battono la tua città con l'artiglieria, quando sei in un letto d'ospedale, dietro una graticola di sbarre (...) allora la poesia, una, prende il tuo posto, prende la tua mano che non ci arriva, e arriva. (...) Poesia succede dove essa è d'improvviso indispensabile". La pagina di De Luca si chiude così: "Ho nominato qui alcuni amici miei, ma se non senti amico all'improvviso un poeta, un suo verso saltato agli occhi per illuminarli, a che serve un poeta? Questo deve fare, prenderti sottobraccio, darti l'amicizia di quattro passi insieme, sillabe di una strofa per te miracolosa".
yorick | 18/10/2011 ore 09:30:23 | @
Questa, Gilda, va a finire direttamente nel libro che sto scrivendo.
C'è un capitolo dedicato ai poeti contro la poesia.
Buona giornata, a proposito.
roberto alajmo | 18/10/2011 ore 08:34:16
IL DITTATORE
Un punto piccoletto,
superbioso e iracondo,
" Dopo di me - gridava -
verrà la fine del mondo! "
Le parole protestarono:
" Ma che grilli ha pel capo?
Si crede un Punto-e basta,
e non è che un Punto-e-a-capo".
Tutto solo a mezza pagina
lo piantarono in asso,
e il mondo continuò
una riga più in basso.
Gianni Rodari (scrittore e poeta per bambini -così si dice-)
Gilda | 17/10/2011 ore 22:48:41
Questo fanno i poeti: col canto attraversano lo spazio, intessono orditi con l'eco,mentre si consegnano al tempo con le mani piene di offerte impalpabili.La poesia è sopravvalutata perché è un ninnolo prezioso che affonda nella parte arcaica del sentire dove risiedono il senso del sacro e l'inesprimibile.
@Gilda:credo sia un problema di congiunture astrali :) mi regolo di conseguenza
Ps:Dickinson e Shakespeare sopra molti, per me ovvio.
lina | 17/10/2011 ore 21:23:20
bellissimo Penultimora.
la poesia non può parlare "a tutti" perchè presuppone una sensibilità e una cultura, eppure in una società ideale tutti dovrebbero essere in grado di capirla. Molti invece tra i poeti e tra i lettori scambiano l'esternazione con la rivelazione.
Rilke e Dickinson scrivono con un linguaggio più per "iniziati" se pure non incomprensibile. Invece Edgar Lee Masters scrive con linguaggio semplice ma moltissimi dei personaggi di Spoon River sono poesia. L'infinito è secondo me uno degli esempi più alti di poesia. Apprezzo Edith Södergran che è poco nota mentre trovo sopravvalutata Alda Merini che mi convince solo in poche poesie.
E' un argomento difficilissimo ma è importante parlarne, è bello Roberto che ti sia venuta questa idea!
rosita | 17/10/2011 ore 18:38:58
Emily Dickinson c'è già nel libro, non temere.
Chiarisco che non contesto la lingua delle opere liriche dell'Ottocento. Ma chi adopera quelle stesse parole scrivendo oggi.
roberto alajmo | 17/10/2011 ore 17:30:57
Le prime tre righe dellaPenultim'ora, prima che tu vada a capo, sono poesia.
Fidati.
Consiglio di lettura (ma già lo sai): I poeti morti non scrivono gialli di Bjorn Larsson. Magari ci trovi spunti.
PS Però i trattini di Emily Dickinson sono una gran cosa.
La parolina è rasoio, per affilare le parole.
Daniela | 17/10/2011 ore 17:28:43
Tutti i poeti vanno a capo
Io vado a capo
Io (non) sono poeta
E mentre noi facciamo i poeti, il capo si occupa di noi daccapo.
[LINK]
Bien à vous
gippe | 17/10/2011 ore 13:09:35 | @
Ho ripreso a far due passi a Mondello, attendevo la fine dell'estate perchè l'amo tranquilla, priva di gente e rumore, eccoti qualcosa che parla di lei: "Mondello d'inverno ha un fascino speciale di luce e pace. Qui sera passeggia, dalle giostre alla piazza, al rugoso moletto di muro, contornato da dondolanti e pigre barche colorate e accese creature del giorno. La Sera le carezza e percorre il molo, sino all'estremo lembo sul mare che attraversa. Sorride al Pellegrino di fronte, alle sue forme dolci e rotonde e catenarie di strada che ne adornano le forme, poi a piedi, torna alle giostre, con il cane che corre, alla ricerca dei gatti che non raggiungerà mai...si porta a letto tutta la pace silenziosa del mare, i riflessi d'oro delle coste brillanti, e il ricordo delle pietre delle torri solide ed accoglienti proiettate a cieli spruzzati di stelle........." Mi piace scrivertelo perchè le parole, queste piccole, tradizionali mattonelline che mentre le scrivi fanno scorrere le ore mentre tu sei preso dal tuo lavoro, hanno una voce propria, e quando parlano, perdurano, coinvolgono, uniscono in un'unica forma sentimento ed emozioni, e li regalano a chi non le ha vissute. La scrittura è meravigliosa e quando le parole vivono e trasforma, estende, un concetto da un piccolo frammento del presente, al passato e al futuro. Farlo con semplicità equivale un pò a come facevamo quando eravamo bambini, quando osservavamo in modo piacevole la realtà delle cose e vivevamo i nostri momenti di vita senza barriere e con schiettezza, perchè eravamo inconsapevoli delle seccature della vita del mondo degli adulti. Per conseguenza recuperare quel saper scrivere in versi con delicata e diretta franchezza, può aiutare a realizzare quella scrematura che vorresti attuare con il tuo temperaparole. Servirsi della mente in maniera creativa emancipandosi dalle parole usurate in termini sani e positivi è bellissimo ma le parole care vestite di una eleganza antica amiamole e non lasciamo che vengano del tutto abbandonate, Facciamo che, in parte, anch'esse vivano, senza creare barriere, ma che il loro uso sia misurato, sino a raggiungere una tale pace interiore che le riportino a brillare per la loro diversità e non per desolata infelicità. Viviamo la poesia come esperienza massima e lei vivrà, consapevole del proprio potere.
rosi lesto | 16/10/2011 ore 21:48:01 | @
A me sembra che la poesia sia come il dolore. Non si può definire, difficilmente si può condividere.
Daniela | 16/10/2011 ore 21:11:58
a volte dicendo di se stessi-perchè spesso è dalla propria esperienza che si parte-si riesce a raggiungere gli altri, e allora quella nostra esperienza diventa condivisa e parla ad altri, e li fa pensare, e gli regala qualcosa, ...a volte invece ciò che viene pensato e scritto si ferma lì, è uno sfogo personale , una esternazione e basta, allora la poesia non parla, non è condivisa, se io scrivo"stasera i miei pensieri son foschi come nubi-mentre vorrei che volassero liberi -come gabbiani verso il sole", non è che il concetto non vada bene ma è mio, non raggiunge l'altro , chiunque può scriverlo, manca qualcosa, manca quella ricerca che non deve trasparire ma che è necessaria per "tradurre" il mio sentimento e renderlo condiviso,questo avviene in un modo misterioso come mistero è l'arte, ma te ne accorgi quando delle parole ti arrivano, ti toccano,...te ne accorgi.
rosita | 16/10/2011 ore 18:33:49
@Lina Il sè dicente poeta non è il sè narrante. Sono due cose diverse. Uno può narrare di sè (più o meno consciamente) e non sè-dire (definire) poeta ma, ad esempio definirsi:"essere lamentevole e fastidiosamente narrante del povero suo sè sofferente ed errante nel mondo, in cerca di pietà"
Diverso è sentirsi poeta, come diversa è la pietà dalla pietas. Ho appena letto un'argomentazione su questo nel blog di un altro amico . Credo proprio che ci sia una combinazione astrale che ci induce a questi pensieri. Oppure dev'essere Ludwig Wittgenstein che si sta girando dentro alla tomba, facendo risuonare il suo monito: "Di ciò di cui non si può dire, si taccia"!
Gilda | 16/10/2011 ore 17:08:40
Altro ragionamento:l'origine della parola-poesia-sta nel verbo greco che vuole dire fare,creare...e creare ci riporta a formule vecchie come il mondo tant'è che,comunemente,quando qualcosa,anche la più disparata,ci evoca sensazioni o sentimenti gradevoli,diciamo che sembra una poesia...quindi se ne dovrebbe parlare partendo dal significato universale che ha,uscendo dai confini letterari,sempre molto angusti...in quanto al sedicente..è sempre un io che crea e quindi,nel momento in cui parla non può allontanarsi dal sè che dice,come in tutte le forme di creazione,o no?
Buona domenica a tutti
adriana | 16/10/2011 ore 15:33:23
Ecco,mi domando...chi stabilisce e come si distingue cosa è Poesia e cosa la fa essere maiuscola o minuscola?...ma questo è un concetto applicabile a tutta l'arte...e allora non è che stiamo rimescolando in tegame aria fritta e rifritta?
Resto sempre curiosa ed attenta!
adriana | 16/10/2011 ore 15:20:15
@Adri, tentavo di dare la migliore dritta......certo non ho approfondito l'argomento.
In più, con quella 'pizza' ho fatto un complimento velato al padrone di casa.Velato......ma pochi vedono sotto i veli, spesso non trasparentissimi.La poesia non fa parte delle mie conoscenze per quanto l' argomento, ma a volte mi imbatto in 'cose' scritte,cosiddette poesie e spesso mi domando,'ma che è sta roba?' ....nè si capisce, nè si legge bene, di conseguenza non si segue.......arte moderna.
Csilla | 16/10/2011 ore 13:07:42
Insomma Roberto, il libro te lo stiamo scrivendo noi, anzi loro, data la mia insofferenza alle poesie con le Pp.
Bon dimanche à tous
gippe | 16/10/2011 ore 13:03:51 | @
Csilla parlando di poesia che è diversamente poesia,penso tu abbia dato la migliore dritta all'argomento...che ancora non ho capito bene e obiettivamente qual'è...sono molto curiosa...e altrettanto attenta.
adriana | 16/10/2011 ore 11:54:23
Niente pizza: ci sto scrivendo un libro, su questo ragionamento.
Per questo mi sono preziose le vostre osservazioni, e vi ringrazio molto.
roberto alajmo | 16/10/2011 ore 11:29:21
Ecco una posizione chiara e ben articolata su una determinata questione, ci siamo. Al di là della scissione giustissima tra minuscole e maiuscole e al di là del tronfio che si atteggia ad interpretazione dei massimi sistemi, il punto è: potrebbe esistere una narrazione che non sia minimamente autoreferenziale?Il discorso su se stessi non è anche il primo approccio rudimentale atrraverso cui percepire il mondo?L'esercizio della scrittura e il canto dell'aedo non sono anche esibizione del sé?Dove si bifolca la referenzialità di un pensiero per divenire interpretazione condivisa del mondo?Ps: che bellina è la parola antispam di oggi:terrazza.
lina | 16/10/2011 ore 11:14:53
@ Penultim'ora, Roberto,mi viene una domanda spontanea; ieri sera hai mangiato la pizza? :) 14,5 righe concentratissime sulla poesia diversamente poesia. Bello però!
Csilla | 16/10/2011 ore 11:10:14
Qppunto! Allora a che serve parlare del sottobosco?
Antonio Carollo | 16/10/2011 ore 09:37:19
Poesia: lavoro nel linguaggio per esprimere l'essenza dell'umano. Se non ti fai artigiano della parola e non hai vissuto nel mondo e nel profondo non puoi fare disfare e rifare quelle composizioni linguistiche che qualcuno chiama poesia, non puoi costruire con le parole l'anima di una vita parallela.
Antonio Carollo | 15/10/2011 ore 12:37:57
La poesia non è cosa mia. Taccio.
fara | 15/10/2011 ore 11:56:41
Ad un certo momento si decise che il suono doveva anche tradurre l'indicibile e nacque la poesia.Le premesse e l'articolazione della penultim'ora mi paiono un po' accostate seguendo l'impulso critico:estetizzante, frontespizi, Apuleio..C'è troppo nel calderone,è preferibile una cosa alla volta e magari bisbigliamo sulla poesia.
lina | 15/10/2011 ore 10:18:13
Poesia, poesia, sembra che non ci sia...quanto è dolce il suono, talmente tanto da annullare il resto. Vi sono parole talmente care di cui è difficile fare a meno. Riflettevo su cosa aggiungere al tuo prezioso scritto guardando il cielo, pensando che è incredibile come il suono d'esso sia contenuto in un termine così leggero. I suoni delle lettere ricche di musicalità come poesia, o di quelle chiare e lievi come "cielo" emozionano sino a farci sentire dentro l'idea che ci predispone all'ascolto o all'osservazione. Il mio punto di vista è modesto, ma il tuo scritto è diverso, contiene e racchiude e lascia rivivere un ricordo, di quella antica passione e modo di sentire quel mondo perduto, che consegniamo al mondo, rivestito di quella veste di Poesia che d'essa oggi mantiene il nome e vaga alla ricerca dell'anima. Ne condivido l'idea ed al termine vorrei restituire il senso. Cielo appartiene ad una atmosfera sottile, ed è composta da lettere che sentiamo prive di peso: le vocali vicine i ed e, la consonante L, nulla in "cielo" ha peso, come lo spazio che l'immagine crea al fine di sentire l'effetto di quel qualcosa che ricopre, carezza e contiene la terra. Se non lo chiamassimo più per nome forse non sarebbe se stesso? Stamattina andrò a cercarne l'anima a Mondello e se riesco a condensarla in due passi voglio chiamarla Poesia.
rosi lesto | 15/10/2011 ore 09:50:28 | @
"Tuttavia, signor Okada, sono moltissimi i casi in cui la vera natura delle cose la si può esprimere soltanto con parole banali."
(Kano Malta a Okada Toru, ne "L'uccello che girava le viti del mondo")
(A proposito del Penultim'ora)
Alessandra C. | 15/10/2011 ore 01:47:01 | @
Poesia: sono d'accordo con Roberto, quasi mai ciò che viene definito come poesia lo è, perchè per sua natura la poesia rifugge l'esplicito, l'ostentazione, vive di segni segreti, o si nasconde dietro un'apparente ironia... Sono d'accordo anche con Gilda:abbiamo solo la parola per dire l'indicibile, l'importante è che la parola non esprima il sentimentalismo ma il sentimento,e sappia raggiungere la dimensione profonda e misteriosa dove abita una parte di noi. La Psiche esiste e la poesia è il suo territorio di cui non possiamo , non dobbiamo fare a meno.Per me il poeta che meglio ha raggiunto questo è Rilke.E la Dickinson.Dopo aver letto le loro poesie non si è più quelli di prima.
rosita | 15/10/2011 ore 00:10:07
@Gilda , il mio era un veneziano maccheronico e immaginato da un palermitano.Questa storiella esiste anche in palermitano ,ma quel briciolo di educazione che mi resta mi impone di non raccontarla.
Bien à vous
gippe | 14/10/2011 ore 23:59:28 | @
@Gilda , il mio era un veneziano maccheronico e immaginato da un palermitano.Questa storiella esiste anche in palermitano ,ma quel briciolo di educazione che mi resta mi impone di non raccontarla.
Bien à vous
gippe | 14/10/2011 ore 23:59:27 | @
@Gippe: nel caso non si fosse capito: stavo scherzando!
Gilda | 14/10/2011 ore 23:36:28
Certo: si tratta di trovarle.
Ci tornerò anche nei prossimi giorni, sulla malintesa poesia.
Terrei molto alle vostre opinioni.
roberto alajmo | 14/10/2011 ore 23:29:45
@gippe: ti servono un po' di ripetizioni di veneziano. Intanto è viene tradotto con il caratteristico xe. Gippe el Francese xe tuo, ma el vnessian el xe mio!!! E, va remengo ti ta morti, no stemo buttar in canal Picasso!
@Roberto: Le "nominazioni" sanno sempre da definizione e rischiano di togliere l'arte che tentano di definire.
Ma poichè il genere umano usa in prevalenza la parola per comunicare, credo che non possiamo rinunciarvi. Bisognerebbe cercare parole che non saturino il significato, che lascino aperta la possibilità del pensiero a divergere, a trovare sfumature diverse,a ricreare i significati a rivivere emozioni. Dici che non esistano?
Gilda | 14/10/2011 ore 23:27:37
@ Don Diego
Quella lettera, che a questo punto è costata ai contribuenti almeno mille euro, era davvero così indispensabile?
federico | 14/10/2011 ore 22:35:13
cos'è un artista? credo chi senta e viva intensamente emozioni e che riesca a trasformarle in quella forma musicale, pittorica, scritta, che coinvolge il sentire comune o che mostra quello che il comune uomo non riesce a vedere da solo. Un artista può fotografare il suo tempo perchè d'esso è termometro e riflesso, può scegliere di distogliersi da esso per rifugiarsi in metafisiche soluzioni o ricerche delle forme arcaiche di quel bello di un tempo tanto lontano e passato da essersene perduto il filo, e allora l'artista, attraverso una sua personale ricerca della purezza delle forme lo richiama alla memoria e lo elabora. In ogni caso l'artista mostra una direzione nuova e un vero artista segue sicuramente la sua strada personale senza interferenze alcune di sorta, e se è di grande livello si impone e fa la storia. La storia dei grandi artisti del resto è fatta così. Un artista non è e non sarà mai un venditore di opere d'arte, quello credo che sia o divenga un "tecnico" che produce arte. In un epoca di mordi e fuggi, di apparenze e di pacchetti preconfezionati di opere in serie ve ne sono parecchie, e così oggi, se artista di sola arte deve vivere, e se "il qui ed ora" vive, si piega al vento di tendenza e quando la tendenza è moda essa diviene luogo comune. Un artista va controcorrente? ma se anche l'andar controcorrente è "moda" cosa resterà dell'originalità? Ecco perchè ad ogni epoca corrispondono forme d'arte diversa. Ed allora in epoche di rumore e caos, cos'è l'arte e dov'è l'artista? cosa fare per uscire dagli schemi? Credo che i veri artisti di oggi stiano nascosti, lontani dal rumore, lavorano in silenzio, nei piccoli laboratori d'arte, crescono per se stessi e per mostrare qualcosa di diverso ad altri. Amo immensamente le opere di Iudice, è uno straordinario iperealista, credo che farà storia, preferisco guardare il cielo ed i gabbiani per sentirne il vento della libertà nel cuore, piuttosto che pensarli poggiarsi sul grigiore quotidiano, sia perchè la libertà..è intrinseca al cuore di chi oggi si sente ancora in una pur minima parte artista, e perchè in esso, è profumo di speranza.
rosi lesto | 14/10/2011 ore 21:29:49 | @
Federico, diciamo che ormai (sempre in virtù di norme e disposizioni, contrattazioni generali e aziendali, ex asu, ex art. 23, ex dituttounpo') la quantità dei dipendenti regionali è (e non scherzo) quadrupla se non quintupla del necessario: ergo, 3/4 o 4/5 del personale o non hanno molto da fare o frammentano su tali denominatori il lavoro effettivo. Un esempio vero e dimostrabile? Il signor A scrive la lettera, la affida al signor B perchè la sottoponga alla firma di C. che la restituisce a B perchè la affidi a C che la protocolla, per poi consegnarla a D che la scende al Signor E per la spedizione. Et voila, le jeux sont fait.
Don Diego | 14/10/2011 ore 17:18:45
@ Don Diego
soprattutto mi piacerebbe sapere in tutta onestà se è vero che i dipendenti regionali non fanno nulla e quando fanno qualcosa è del tutto inutile alla collettività o se si tratta solo della sensazione di chi come me sta fuori del palazzo?
federico | 14/10/2011 ore 12:43:21
L'imitasion de Picasso' del nostro padrone di casa mi fa pensare a quell'altra amena storiella che dovete sicuramente conoscere ; a Venessia un marito che osserva la moglie gesticolante (anzi testicolante): non é la malassion ma la posission diocan.
Bien à nous (in questo giorno di gloria) !!
gippe | 14/10/2011 ore 11:25:45 | @
Don Diego, non ci ho capito molto. Ai paria sono sbarrati i privilegi, gli abusi e le arroganze dei dirigenti?
Sarebbe un'ingiustizia, però.
Antonio Carollo | 14/10/2011 ore 10:43:03
Caro Don Diego, ho come l'impressione che tu conosca un sacco di storie, dal di dentro della pubblica amministrazione.
Vorrei che ce ne raccontassi qualcuna, di tanto in tanto.
Grazie per questa, per cominciare.
roberto alajmo | 14/10/2011 ore 09:06:43
Qualche considerazione in merito alla vicenda del dirigente generale che aumenta lo stipendio della moglie dipendente. La complicità, la collusione, l'attesa dell'elargizione della prebenda, l'arroganza, sono, negli uffici regionali, oggi pari se non superiori a quelli dell'azienda di Fantozzi: ormai il "comparto" (cioè tutti i nondirigenti) per la concessione di qualche ora in più di straordinario, per la collocazione in un posto di dolce far niente, per il benefit di un cellulare ultima generazione o l'autorizzazione di una missione per un convegno o un corso in amene località turistiche, è pronto a vendere il culo proprio, della moglie e della figlia minorenne.
Quanto ai dirigenti (come i due soggetti in questione), la cattiva e offensiva frattura con il "comparto" attuata con la legge del 2000 ha, sindacalmente parlando, trasformato quest’ultimo in paria, "intoccabili". Non ha diritto a nessuna, n e s s u n a, voce su nessun argomento organizzativo, non ha alcuna delega sul lavoro. Il contratto dice che "collabora con il dirigente preposto per il raggiungimento degli obiettivi": raggiungimento (generalmente fasullo) per cui il dirigente viene ulteriormente retribuito, mentre al "comparto" non spetta nulla.
E quindi, chi combatte? chi sono i buoni? chi i cattivi?
Don Diego | 14/10/2011 ore 08:17:03
Antonia, occhio ai carboidrati e al sale.
Antonio Carollo | 13/10/2011 ore 23:16:33
Sulle leggende metropolitane del Nisseno ci deve essere l'influsso della secolare Accademia Del Parnaso di Canicattì (anche se Canicattì non è nel nisseno) . Certe cose finiscono ma non del tutto e difficilmente hanno confini burocratici.
fara | 13/10/2011 ore 17:54:27
Qualche tempo fa avevo segnalato che periodicamente dalla provincia di Caltanissetta arrivavano sulle pagine dei media una serie di leggende metropolitane, quasi tutte a sfondo pruriginoso.
Spose abbandonate sull'altare eccetera.
In comune: nessun nome, nessuna fonte, nessun riferimento.
E i giornali continuano ad abboccare, come vedete.
roberto alajmo | 12/10/2011 ore 23:21:40
Urla dalla casa accanto: «Lite in corso» Arrivano i carabinieri. Ma era sesso
===============================
Il titolo dell'aricolo del tuo LINK, Roberto ; ma forse mi manca un'episodio.
Bien à toi
gippe | 12/10/2011 ore 22:21:19 | @
Fuori tema rispetto a che?
roberto alajmo | 12/10/2011 ore 20:59:35
Confermo il consiglio di Antonia e vi sonsiglio di leggere Trois femmes puissantes.
Ma non siamo fuori tema ?
A proposito, fantastica la storia dell'incidente tecnico.
Ci vuole un grande dose di genialità per immaginare cose simili.
Bien à vous
gippe | 12/10/2011 ore 20:19:08 | @
Ah, dimenticavo, il libro non è nuovo ed ha vinto il Premio Goncourt nel 2009.
Prima invece ho letto "L'Ecole des saveurs" di Erica Baumeister. Un intreccio di storie umane intorno ad un corso di cucina ed a una vera e propria educazione ai sapori. Adatto a tutti i golosoni come me.
antonia | 12/10/2011 ore 20:01:22
Distolgo un attimo lo sguardo dalle vergogne nazionali e vi segnalo un libro che sto leggendo e che mi sembra molto ben scritto: " Tre donne forti" di Marie NDiaye, scrittrice franco-senegalese che vive a Berlino. Storie strane, scritte in un modo avvincente.
antonia | 12/10/2011 ore 19:56:13
Loro sanno benissimo di essere "i mascalzoni di sempre". Proprio su questa caratteristica puntano quando fanno le campagne acquisti. Per questo nessuno si meraviglia se Scilipoti non vota. In questo contesto fa persino tenerezza la Prestigiacomo che riesce a stupirsi se Bossi ha fatto una marachella.
[LINK]
yorick | 12/10/2011 ore 17:58:31 | @
Non vi sembra che qualcosa di strano stia succedendo in questo paese? Io tra un pò sarò costretta a dichiarare che non capisco più niente. Non riesco più a seguire tutti i casini che ci propongono 'i vertici alti'. Sarà l'effetto dell'Arte di Annacarsi', il loro comportamento....poco fa davanti la finestra del mio studio ho visto passare un piper...con uno striscione a presso, 'FORZA ITALIA'...c'erano i colori, quindi si tratta, indubbiamente del partito Forza Italia....mi sfugge qualcosa???
Csilla | 12/10/2011 ore 17:08:45
Con una 'h' da sopprimere , a meno ché non significhi ohhh !
gippe | 12/10/2011 ore 17:02:20
Sbaglio, Roberto, ho il tuo link é fuori tema ?
O forse no, dato che da un po' di tempo non si parla d'altro che di Viagrà o TiramiSu.
Bien à vous
gippe | 12/10/2011 ore 17:00:44 | @
Toh, [LINK] la Fabbrica Nissena di Leggende Metropolitane ha ripreso la sua attività.
roberto alajmo | 12/10/2011 ore 16:51:09
Peccate pure fedeli elettori! Quattro pater e due ave e sarete assolti!
fara | 12/10/2011 ore 08:19:10
@Gippe: nè viagra nè tiramisù. Forse il salame di cioccolata più duro da mandar giù... come gli scherzetti dei falsi ma veri naufraghi della penultima, anzi forse ultima ora
Gilda | 11/10/2011 ore 22:48:27
Gippe,sei entrato a far parte del club dei "lasciati sbattere" presentato da Roberto Alajmo presidente dei lasciati sbattere e ti lamenti?
I commenti del tuo post sono perfetti,incisivi(non scherzo)ma "lasciati sbattere".
Qui si interviene per "riflettere"o "riflettersi"
Non ti eri accorto?
adriana | 11/10/2011 ore 21:12:48
E che siamo diventati tutti mutangheri ?
Cos'é che provoca questo silenzio tombale ? Il viagra ? Il tiramiSU ?
Oppure la situazione attuale ben descritta dall'ultimo penultim'ora ?
Scajola che fa il dissidente et Frattini che s'incazza perché la coppia franco-tedesca lo ha relegato al ruolo di pizzaiolo !!
Comico tutto questo no ?
Sarebbe comico se non fosse drammatico ; o allora é soltanto tragicomico.
Come il voto sul bilancio di oggi.
Bien à vous
gippe | 11/10/2011 ore 18:02:04 | @
A quanto pare siamo al dessert ?
Dopo le cipolle, TiramiSu per tutti.
Bien à vous
gippe | 10/10/2011 ore 13:47:54 | @
Vero, a volte mi riconosco nei personaggi di Allegra.
Fara, ho paura che se esagero col Viagra mi fanno premier per acclamazione.
yorick | 10/10/2011 ore 12:44:53 | @
@ Yorick
Prova col viagra
fara | 10/10/2011 ore 10:17:05
Questa è degna di Gianni Allegra, Yorick. Se lui fosse in ascolto...
Buona giornata.
roberto alajmo | 10/10/2011 ore 10:13:35
Aiuto, non riesco più neanche ad incazzarmi.
yorick | 10/10/2011 ore 09:56:10 | @
Fara, Gippe, evito di trascrivere la descrizione dei palermitani negli "avvertimenti a Marco Antonio Colonna quando andò Vicerè di Sicilia" (1582) di Scipione Di Castro (va be' che questi era messinese, allora città acerrima nemica di Palermo, ma non è che avesse torto)
Don Diego | 09/10/2011 ore 19:49:38
io non sono una persona aggressiva ma a volte, quando domandano in occasione di delitti o incidenti se uno ha perdonato, oppure cosa ha provato, mi domando se non sarebbe meglio rispondere:"Ma come può farmi una domanda del genere in questo momento? ma non ha nessuna umanità?vorrei vedere lei se avesse perso un figlio". Forse potrebbe essere utile per l'intervistatore per recuperare qualche sentimento umano.
rosita | 09/10/2011 ore 19:38:10
Viene commesso un omicidio o accade un incidente mortale: c’è sempre un intervistatore che chiede ai parenti stretti della vittima se sono disposti a perdonare il colpevole. Questo comportamento di cronisti troppo zelanti, in cerca di forti emozioni da trasmettere ai propri spettatori e lettori, è divenuto quasi una prassi, a mio giudizio invasiva, irriguardosa, ridicola, irritante.
La domanda è stata rivolta alla mamma della povera Allison Rhea Owens investita ed uccisa da un pirata su una strada di San Giovanni Valdarno mentre faceva jogging. Mrs. Cindy, precipitatasi dagli USA per riprendersi le spoglie della sua disgraziata figliola, di fronte ad una richiesta così intima e indiscreta, pur in preda ad un immenso dolore, ha risposto con forza e lucidità che il perdono “non attiene a chi ha ricevuto un torto, ma è un che di legato al senso di umanità di chi ha commesso il torto, di chi deve confrontarsi con la responsabilità delle proprie azioni, provare rimorso e in qualche modo riuscire a trovare una via per giungere a perdonare se stesso.”
Tutto ciò accadeva nel momento in cui il colpevole dell’incidente, costituitosi alle autorità per consiglio del legale, era impegnato ad escludere ogni sua pur minima responsabilità nell’incidente, e, quindi, lontano mille miglia dal chiedere perdono per l’accaduto alla madre della vittima.
Mrs. Cindy Owens, col suo composto dolore, con misura e dignità, ha impartito, a mio avviso, ai cronisti una lezione, contro la loro invadenza morbosa e violenta.
Antonio Carollo | 09/10/2011 ore 15:45:23
Sbaglio, Fara, ma il geografo arabo di cui tu parli, Ibn Hawqal
non é quello che noi palermitani utilizziamo in tutte le salse, con o senza cipolle ?
Quando ci fa piacere diciamo anche che Palermo era, assieme al Cairo e La Corune, una delle tre città piu belle del mondo.
Ma era qualche anno fa, e forse mi sbaglio di geografo.
Bien à toi e buona domenica a tutti.
gippe | 09/10/2011 ore 12:07:49 | @
Se Palermo è una cipolla, dovrebbe cambiare dieta chi la amministra.
yorick | 09/10/2011 ore 12:06:50 | @
ps
E se provassimo ad eliminare le cipolle dalla dieta?
pps
la parolina magica è "insalatiera"
fara | 09/10/2011 ore 04:02:15
Non ho potuto fare a meno di pensare a te RA.
Sentite cosa scrive il geografo Ibn Hawqal nel suo libro "configurazione della terra" (attorno all'anno 973) sui palermitani
" La conseguenza dell'abitudine del mangiare cipolle, è che in questa città non si trovano più persone intelligenti né abili né competenti in un ramo qualsiasi delle scienze , né animati da sentimenti nobili e religiosi; la maggior parte della popolazione ha dei bassi istinti. Per la maggior parte sono gente vile e senza valore, senza intendimento e senza una pietà reale. Sono per la maggior parte dei Barqajana e dei libertini..."
Probabilmente avrà avuto qualche problema digestivo con la cipolle e ancora non c'erano gli sfincionelli!
fara | 09/10/2011 ore 03:56:57
Non credo, Fara , che la tua traduzione sia esatta anche se é quella che Le Monde ha proposto a caldo.
'Minette' infatti significa 'gattina' in tutte le sue molteplici varianti.
Ma forse Le Monde voleva dire 'Minetti' ; in questo caso la traduzione mi sembra piu' appropriata.
Mi dispiace veramente per la triste separazione di Sallusti e Santanché.
Stasera doppia razione di profiterolles.
Bien à vous
gippe | 09/10/2011 ore 00:33:28 | @
Sallusti e la Santanchè si separano. Lui nell’umido, lei nella plastica. (Spinoza.it)
Certe cose si devono condividere con gli amici :)
Daniela | 08/10/2011 ore 19:09:48
Gippe, volevi sapere come si dice in francese? Eppure dovresti saperlo. Si dice "Allez Minette". Nomen omen non voluto. Giuro
fara | 08/10/2011 ore 19:02:58
Daniela, mille grazie.
Antonio Carollo | 08/10/2011 ore 12:51:21
Lello, ma perché pensi di essermi antipatico? Non è la prima volta che me lo fai capire.
Anche il tuo disaccordo mi piace: mi consente di spiegare meglio che non predico l'ipocrisia in sé, ma solo una dose omeopatica ogni tanto. Ciò che confina con l'arte di tacere.
roberto alajmo | 08/10/2011 ore 11:59:02
No, Roberto, Dani non ero io. Deve essere qualcuna che sapeva che una Daniela già bazzica da queste parti :)
Pubblicato il pezzo di Antonio in Chi legge, chi scrive. Ogni tanto l'assessore si fa sentire.
Daniela | 08/10/2011 ore 10:46:20
Roberto, per rendermi ancora più simpatico ai tuoi occhi, posso dire di essere totalmente in disaccordo con la tua Penultim'ora?
Dire una cosa con educazione è ben diverso da dire una cosa con ipocrisia.
Lello | 08/10/2011 ore 10:46:03
Benvenuto nel club, Gippe: sapessi quanto lasciano sbattere me.
Ma qui funzione in questa maniera. Si parla se si pensa di avere qualcosa da dire, e per il resto ci sono i dizionari.
PS: Mi sei mancata, Daniela. Ma Dani eri tu?
roberto alajmo | 08/10/2011 ore 10:38:26
Siccome per rimpinguare lo strabiliante stipendio che il mnistero mi elargisce, ho accettato 42 incarichi extra, non riesco più a stare al passo e me ne dispiaccio. Però ho letto Antonio su Repubblica e vorrei pubblcare qualcosa sulla "rivolta" di va Archirafi su Chi legge, chi scrive. Ho visto che ne avete parlato, spero di riuscire a dare un'occhiata.
Ho letto le ultime penultim'ore di Roberto: quella sulla poesia mi ha rinfrancato poiché, pur dilettandomi di tanto in tanto, credo di aver usato solo la parola speranza e chiedo perdono per questo.
Concordo su quanto dici sulla sana ipocrisia, Roberto: quando ero piccola, mia madre mi insegnava che si trattava di buona educazione. Leggevo su fb di una mamma tutta divertita perché la propria figlia settenne aveva detto alla maestra di spiegare non so cosa dal suo posto, perché aveva la fiatella. Io alla figlia settenne avrei dato uno sganassone, altro che risate. Questa di dire sempre la verità fa il paio con il desiderio di tirare palle di merda, possibilmente nascosti dietro ad uno pseudonimo. C'è, da parte di moltissimi, e nelle nuove generazioni purtroppo ha raggiunto - per colpa nostra - proporzioni preoccupanti, un'ansia smodata di far conoscere la propria opinione, senza minimamente preoccuparsi di quale sia quella degli altri.
Daniela | 08/10/2011 ore 10:22:41
Meno male che la notte porta consigli !
Vi avevo chiesto gentilmente di aiutarmi a tradurre 'gnocca' ma non ha avuto validi appoggi.
E mica sono solo io ad avere questo problema, anche Frattini non sa come spiegare all'estero l'ultima trovata dell'innominabile.
Alcuni amici del nord, contattati stanotte, mi hanno aiutato a capire.
Si tratta di una nuova forma di publicità per un ristorante in rutti e gastronomia aperto da poco a Ponte di legno.
Gnocca é il femminile singolare di gnocchi che poi sarebbe la pietanza faro di questo ristorante e l'unica parola conosciuta dei suoi gestori che hanno qualche problema con la lingua italiana.
Gnocca la madre e gnocchi figlio e marito.
Bien à vous
gippe | 08/10/2011 ore 09:34:23 | @
penultim'ora:D'accordo;quello che tu chiedi al tuo interlocutore altro non è che la maturità che contraddistingue l'adulto rispetto al bambino. Quando si cresce si impara faticosamente che esistono i grigi e non soltanto il bianco e il nero; il pensiero modula le azioni. Si scopre che le parole possono essere proiettili attraverso cui veicoliamo aggressività, invidia, rabbia e quant'altro. E poi a volte la bugia, paradossalmente, contiene la sua "verità". Perchè uno mi racconta una bugia? E' una domanda, la cui risposta non è sempre in un aspetto deficitario di chi la dice, ma magari del destinatario cui, in quel momento, non si può che raccontare una bugia. E questa è una "verità". (Per l'anonimo: tutto con il dubbio del "relativo", lo so)
Gilda | 08/10/2011 ore 01:11:57
@ Federico: perché adesso che fai?
fara | 07/10/2011 ore 16:18:39
La poesia, la retorica e i "severi moniti" ce li ha prescritti il medico o possiamo farne a meno. Anche di andare dal medico, possibilmente...
ps
chiedo "venia" non ho saputo trattenere i puntini di sospensione ;-)
fara | 07/10/2011 ore 16:17:12
Era così bello quando ci dicevamo le bugie!
federico | 07/10/2011 ore 14:59:14
Non potrei essere più d'accordo. Detesto "quelli che la verità a tutti i costi", specie se si professano amici. Empatia, questa sconosciuta.
Dani | 07/10/2011 ore 14:47:41
Io no...è una delle arie che amo di più...e non vorrei che fosse cambiata...
Ma il tuo elenco non prevede criteri temporali ma di uso ed usura,se non erro!
adriana | 07/10/2011 ore 11:24:28
Adriana: ma sono stati scritti cento, duecento anni fa. Noi stiamo parlando di oggi.
Se io scrivo "l'amore ond'ardo" voi siete autorizzati a prendermi a pernacchie o no?
roberto alajmo | 07/10/2011 ore 11:16:23
Chiedo,più signorilmente...ma i
libretti dei nostri bei melodrammi...che ne facciamo li
oscuriamo?
Tutti cori muti?
E il Don Giovanni? chiedo al nostro mozartiano padrone di casa...lo riempiamo di "omissis"?
adriana | 07/10/2011 ore 10:49:30
E 'gnocca' ci andrebbe nel famoso repertorio di RA ?
Che definizione potreste darmi in 'italiano aulico' ?
Amici francesi mi domandano una traduzione e per il momento mi scervello per trovare la piu' adatta.
Concorso a 'gnocche' ?
Bien à vous
gippe | 07/10/2011 ore 08:45:09 | @
Grazie, Fara.
Università di Palermo, la lezione degli studenti di “Anomalia”. La rioccupazione dell'edificio di via Archirafi, n.11, di proprietà dell'Università, da parte del gruppo di studenti denominato “Anomalia” è una notizia che fa bene sperare. Non mi si fraintenda. L’occupazione abusiva di un immobile altrui è un reato, non c’è dubbio. Ma nel caso dell’azione di “Anomalia” ricorre questa fattispecie penale?
Gli studenti sono una componente fondamentale della istituzione Università, tanto è vero che sono presenti nei suoi organismi rappresentativi. Parte di questa componente, violando regole amministrative interne, questo sì, occupa un immobile fatiscente, abbandonato alla rovina da vent’anni, per farne uno studentato per ragazzi fuori sede bisognosi di un alloggio. Spende nell’impresa, per puro volontariato, i propri magri risparmi (oltre ventimila euro) e il proprio tempo libero per restaurare l’edificio, recuperando alla fruizione una trentina di camere da assegnare agli studenti non residenti a Palermo e gli spazi necessari per riunioni, attività teatrali, sportive, ricreative e culturali.
In sintesi gli studenti universitari di “Anomalia” hanno fatto e stanno facendo ciò che il Rettore e l’Amministrazione dell’Università avrebbero dovuto fare da vent’anni. E’ illegale questo modo di agire di studenti consapevoli, intelligenti, socialmente impegnati? Ricorrono appropriazioni personali? Io ci intravedo solo senso della comunità e del futuro di una istituzione, l’Università, che dovrebbe porsi, sempre più, al servizio esclusivo dei suoi allievi.
Il Rettore Roberto Lagalla e il Senato accademico, anziché pensare di ricorrere ad autoritarie azioni repressive, dovrebbero fare innanzitutto autocritica, riflettendo sui danni derivanti dalla pregiudizievole inerzia (durata vent’anni, ripeto) frapposta al recupero di un edificio strategico per la soddisfazione di primari bisogni della popolazione studentesca.
Adesso non ci si impunti nel bollare ancora i comportamenti degli studenti di “Anomalia” come atti di lesa maestà nei confronti delle autorità accademiche, ma ci si adoperi affinché l’opera degli studenti venga riconosciuta e potenziata, riportando il tutto alla piena legalità amministrativa.
Antonio Carollo | 07/10/2011 ore 00:19:05
Scusatemi saro' completamente fuori tema ma questa é troppo bella.
[LINK]
Per chi non lo sapesse, Jacques Martin, conduttore televisivo, si era da poco sposato con Cecile.
Il pubblico ufficiale che aveva ufficializzato il matrimonio era il piccolo Nicolas, allora sindaco di Neully.
Qualche anno dopo Cecile 'incornava' Jacques andando a vivere con Nicolas, per poi 'incornarlo' a sua volta.
Bien à vous
gippe | 06/10/2011 ore 23:19:57 | @
Non posso competere
Con parole mie
A vostri saggi e poesie
Ma per chi ama Parigi, Reggiani e Jacques Prevert,
Una piccola sequenza di Joris IVENS
La Seine a rencontré Paris
[LINK]
Bien à vous
gippe | 06/10/2011 ore 22:54:55 | @
Rimembro come il "facinoroso" accusato dal premier mi fe' vibrar di sdegno.
A me stanno antipatiche le parole a cui si trancia la lettera finale, tutte.
yorick | 06/10/2011 ore 20:57:57 | @
non so perché ma l'anonimato mi fa pensare a questo...
[LINK]
l'Anonimo Scellerato | 06/10/2011 ore 20:06:59
Benvenuto ad Angelo, complimenti a te e all'anonimo. Anche perchè "Scellerato" entra a far parte di diritto del repertorio in questione.
roberto alajmo | 06/10/2011 ore 19:14:50
Anonimo non scellerato e Angelo: mi fate morire!!!
E rido
e rido
e fra un po'
di brutto
schianto
Gilda | 06/10/2011 ore 19:12:53
Anonimo Scellerato, mi hai battuto nel tempo!!!!
Ecco la mia opera, non è a lieto fine ma, del resto coi tempi che corrono, che pretendete?
Oh Evanescente Anima!
Oh Ineffabile Spirito!
Qual Sublime Profumo
Permea il tuo Pudico Cuore
Pel mio Frondoso Amore?
Oh Soave Speranza!
Oh Infinito Fremito!
Perché la Brama mia
Non incontra la tua Bramosia?
L’Etereo Fanciullo dal Mesto Salice
Ora, Attanagliato dal ricordo del tuo Sospiro,
in un Vile Fremito porta seco un ancor Puro Cipresso.
Perché versi Lagrime di Rugiada?
Perché temi il Madido Dardo?
Perché vuoi Sopire l’Intenso Incanto del Turgido Membro?
L’Immenso Cordoglio pel tuo rifiuto Rosa-Orchidea
sovrasta l’Olezzo del tuo Monito ed espande in me una Trepidante Aura
Pene!
Angelo | 06/10/2011 ore 19:02:59 | @
ahah:) eppure esistono libri di poesia che contengono roba del genere! Anonimo Scellerato, se la invii a qualche concorso rischi di vincere:)!
rosita | 06/10/2011 ore 18:37:22
Magnifico esempio quello dell'anonimo scellerato. Ma quando mai dovremmo censurare le parole? In questa epoca di bavagli poi...
Scellerato hai talento!
Janus Anatta | 06/10/2011 ore 18:19:50
e se invece le usassimo tutte insieme?
Sento stasera nella mia anima frondosa
un monito di sublime cordoglio.
Per l'amore che oggi mi accarezza il cuore,
il mio spirito pudico di etereo fanciullo
con la mestizia della rosa evanescente
brama l'infinito
in un intenso attanagliare di speranza,
che come un dardo
lascia sopire l'olezzo,
il profumo
(qui verrebbe: del membro turgido madido di pene, che fa anche un po' ridere)
Soave di rugiada è il vile incanto
di un sospiro,
il trepidare di un'aura,
come un fremito ineffabile
di orchidea,
o di cipresso
o di salice,
come lagrime
del puro e dell'immenso.
L'Anonimo Scellerato | 06/10/2011 ore 18:13:08
Una parola usurata?
Dileggio. Ed anche Uscio
antonia | 06/10/2011 ore 18:11:15
Grazie Antonia e Grazie Rosi. Ma suggerimenti di parole usurate finora non ne ho letto molti.
Valgono le fisime di ognuno.
roberto alajmo | 06/10/2011 ore 18:06:25
Amo scrivere in poesia per me stessa e della poesia amo il suono, e per suono intendo la musicalità dei versi che mi ricordino i suoni naturali ed i colori del paesaggio, e nonostante amo la semplice bellezza del ritmo espresso in versi, sono consapevole che in Italia poesia non si vende. Nella nostra nazione al primo posto delle vendite rientra la saggistica, poi la narrativa, il mercato della poesia contemporanea è difficile e inesistente. Con dei concorsi si tende a recuperare il gusto dello scrivere in versi, forse perchè in un mondo difficile, privo di poesia, di poesia si avverte inconsapevolmente il bisogno. In Inghilterra esistono case editrici che si occupano esclusivamente di poesia, nel panorama letterario italiano sono assenti. Scrivere di poesia oggi è difficile, essa nasce e si nutre di vita propria in relazione al tempo in cui si ritrova a vivere, ed assorbe e rimanda emozioni a chi legge, se li coinvolge. Poesia è l'essenza della cultura del tempo in cui abita e d'essa è quasi un'anima raccolta e condensata in versi con uno sguardo, ma è anche denuncia e speranza di luce nuova.
rosi lesto | 06/10/2011 ore 17:44:34 | @
E mi piacciono anche gli Evanescence
[LINK]
antonia | 06/10/2011 ore 13:50:04
Fra l'altro, "lagrima" sa anche di "lacrima" pronunciata da La Russa, quindi...
antonia | 06/10/2011 ore 13:31:49
Evanescente è un termine che mi piace tantissimo, mi sembra quasi un'onomatopea, mi da esattamente il senso di qualcosa di impalpabile, che svanisce.
Odio Lagrima, mi sembra un "lacrima" con un momento di tic isterico alla pronuncia della c. Lacrima invece ha un bel suono, elegante
antonia | 06/10/2011 ore 13:30:15
Vorrei che esistessero regole giuste e valide davvero, per tutti. Mi sembra una richiesta condivisibile, almeno in questa vita.
yorick | 06/10/2011 ore 09:07:37 | @
Si Antonio è stato rioccupato e tutti martedì e giovedì davanti la segreteria di Viale delle scienze, dovrebbe svolgersi la campagna "Prendi casa ad Anomalia".
Dopo la rioccupazione da parte degli studenti, infatti, riprendono i lavori e le assegnazioni delle camere nello studentato di via archirafi.
Di più non so dirti.
fara | 05/10/2011 ore 23:38:07
Qualcuno sa dirmi se l'edificio, di proprietà dell'Università, di via Archirafi n.11 è stato rioccupato, o no, dal movimento studentesco Anomalia?
Mi sembra perlomeno discutibile il comportamento di Roberto Lagalla (probabile candidato sindaco) nel gestire la controversia con gli studenti.
Antonio Carollo | 05/10/2011 ore 19:53:36
Visto come vengono gestite le aziende pubbliche di Palermo esiste un dirigente delle stesse che abbia un minimo di autorevolezza per poter infliggere una qualsiasi sanzione ad un dipendente indisciplinato?
Antonio Carollo | 05/10/2011 ore 19:18:50
Bene,vedo che in queso blog si continua a portare casi felici della esemplarità dei cittadini di Palermo...(che in cuor nostro non sono altro che cialtroni)...e con che gusto se ne parla...Noi che,per fortuna abitiamo nel perfetto mondo parallelo dell'altra Palermo...nulla abbiamo da condividere della rovina colpevole e parolaia della nostra Città...noi ringraziando
Iddio...siamo gli Altri!
adriana | 05/10/2011 ore 18:43:04
TGR, edizione di ieri (19.30), a proposito della Clinica Latteri e dei farmaci non somministrati ai pazienti oncologici: la notizia, cito più o meno a memoria, era che altri ammalati o i loro congiunti sono pronti a testimoniare che l'assistenza è stata ottima.
Un medico può servire sempre, perchè inimicarselo? "Non so se è il caso...", appunto
Don Diego | 05/10/2011 ore 16:51:14
Sì, teneva famiglia. E se non avesse avuto figli avrebbe avuto comunque un cugino che a sua volta era cugino del portiere del direttore generale. Un parente che ha le entrature giuste si trova sempre. Dunque, perché scatenare casini a mezzo stampa (vedi la penultim'ora di ieri) quando le cose si possono aggiustare?
yorick | 05/10/2011 ore 15:22:36 | @
E dopo l'ultimo PENULTIM'ORA
° Presidente dell'AMAT : Cialtrone
° Autista : Cialtroncino
Bien à vous
gippe | 05/10/2011 ore 14:13:04
Scusate , leggere alla settima riga 'autostrade di sedano' al posto di 'autostrade di fagioli'.
gippe | 04/10/2011 ore 19:58:29 | @
Si femme savait ce que céleri fait à l'homme elle en planterait de Paris jusqu'à Rome.
Ecco, visto il successo delle poesiole anche io mi voglio cimentare ; la traduzione é semplice forse l'unica parole meno conosciuta é il 'celeri' , il sedano, l'accia per dirla in palermitano.
La mia (che poi mia non é) provoca molto meno e incita le nostre signore e amiche a piantare autostrade de fagioli da Parigi a Roma.
Cosi non soltanto avremmo Viagra low cost ma anche tonnellate di sedano per alimentare un piatto prelibato e ben palermitano : fasoli cu l'accia.
Quanto alla polemicuccia 'anonima' persisto : non si puo' concludere semplicemente trattando di cialtroneria i palermitani , ed é quello che resta in mente alla fine della lettura.
Si puo' anche capire quello che lo scellerato voleva dire mettendo in evidenza la cialtroneria ordinaria di certi palermitani (e perché soltanto dei palermitani ? , certi parigini , certi abitanti di ponte di legno sono forse meno cialtroni ?).
Forse la cialtroneria é una categoria universale che esiste a dosi differenziate in tutte le latitudini.
E a Palermo, come ovunque ci sono i cialtroni, i mezzi-cialtroni , i cialtronicchi ... e qui mi fermo.
Bien à vous
gippe | 04/10/2011 ore 19:54:52 | @
credo che il post di Fara mariti una riflessione,,,a me ha veramente colpito.
La mia opinione è che come volevasi dimostrare uno ha pagato per tutti,dato che ha agito in concorso..con chi? d'altra parte la certezza assoluta non poteva esserci dato che ancora a quanto pare in Italia non ci sono protocolli a cui uniformarsi per le indagini, con tutte le confusioni che ne conseguono, in questo come in altri fatti di cronaca.Comunque depistare calunniando qualcuno che non c'entra niente non è che deponga a favore dell'innocenza.
rosita | 04/10/2011 ore 19:18:15
meglio il video "U tagghiamu stu palluni", dà un'idea della realtà palermitana, o meglio di una certa realtà palermitana, perchè Palermo è tante cose, come del resto ogni città...Io personalmente non penso che solo Palermo non riesca ad essere raccontata, quasi di ogni città si può dire come nelle Città invisibili di Calvino "vedo due città, una del topo e una della rondine"....ci sono slanci e miserie,macerie e luci, disperazione e speranza. Altrimenti bisognerebbe individuare un qualcosa che la rende diversa dalle altre città, che la individua ma che finora non è stato detto.
rosita | 04/10/2011 ore 19:12:05
Complimenti all'Anonimo. Manco Padre Dante è mai stato oggetto di una così attenta disamina critica.
cris | 04/10/2011 ore 19:02:52
@Penultim'ora....è come la circolazione autostradale. Si va a 300 ma quando si intravede una macchina di qualsiasi forza dell'ordine le macchine decelerano,sembrano 'costrette'di seguire la suddetta vettura......pur formando una sorta di carovana funebre.Questo comportamento l'ho sempre trovato ridicolo. In sintesi....popolo coniglio.Grande voce nulla di fatto.
Csilla | 04/10/2011 ore 18:20:10
@Lello....d'accordo sull'anonimo.....senza offenderlo,però...contraria al fatto che la poesia in questione offende i palermitani.Io in quella poesia leggo un amore per la vostra città....e un grido di dolore per il fatto che sembra non cambiare mai, se no per il peggio.La responsabilità è coesa, unita su ogni livello di società.
Csilla | 04/10/2011 ore 18:13:35
Lello | 04/10/2011 ore 16:14:20
Su Amanda, Al Bano aveva previsto tutto.
Lello | 04/10/2011 ore 16:13:56
Adriana pensala come vuoi, io non trovo corretto che un essere anonimo ( e vigliacco, perché non ha neppure il coraggio di scrivere il solo inutile nome )si permetta di offendere i palermitani. Con questo non intendo più commentare oltre.
Lello | 04/10/2011 ore 16:11:25
Caro Antonio,sono totalmente d'accordo con te...non so se hai letto il pezzo di Natalia Aspesi di oggi,su Repubblica...ho fatto ieri sera le sue stesse riflessioni e mi rispecchio nelle tue...e
la povera Meredith?
Eppoi,caro Roberto non si tratta di opinioni...di averne o non averne...non si tratta di un film!O di una fiction!
adriana | 04/10/2011 ore 16:02:57
Amanda Knox. I massmedia americani hanno vinto. Sul caso hanno costruito una gigantesca mobilitazione. Quale la molla? Amanda, la verità, la giustizia? Non illudiamoci. Per conto mio per l'audience e la vendita di giornali. Investimenti in vista di celestiali profitti. Il vile dio denaro, insomma. Si dice che il progresso e la civiltà nascono negli USA per poi diffondersi nel resto del mondo, specie in Europa. In parte è vero. Intervenire però, così pesantemente, in questioni delicatissime di giustizia per imporre una pretesa verità incidendo sull'emotività di lettori e spettatori artatamente risvegliata, è civiltà? Per me è un circo mediatico che sa molto di barbarie.
Si spera che i giudici di Perugia non siano stati influenzati da una montatura tanto grossolanamente invasiva. I milioni di dollari spesi sono tanti; le professionalita impiegate, le più sofisticate, hanno lavorato accanitamente, foraggiate dal capitale dei potentati dei massmedia; il seme del dubbio è stato sparso da mani abili. Per giungere alla verità? Illusione delle illusioni.
E' finita? No, piuttosto c'è un nuovo inizio, la seconda fase; adesso è il tempo delle interviste milionarie, dei racconti, dei saggi, dei romanzi. Chi si ricorda della povera Meredith la cui fiorente giovinezza è stata crudelmente spezzata?
Antonio Carollo | 04/10/2011 ore 15:30:36
Lello posso dirti una cosa?Io credo sia giusto metterci tutti sotto la stessa definizione...ci può essere utile per un collettivo esame di coscienza...al quale non si deve sottrarre nessuno...buoni o cattivi che ci si possa sentire
adriana | 04/10/2011 ore 14:24:34
Gippe forse l' ultima riga l' abbiamo letta soltanto noi due. Forse prendere per coglioni i palermitani non è più un'offesa. Che ci vuoi fare? Non ci ha avvisato nessuno.
Lello | 04/10/2011 ore 13:56:53
Nemmeno io ho opinioni in merito al caso Amanda-Sollecito. Solo qualche perplessità sul caso Guedè: Le prove inconfutabili lo collocano sul cesso e non sulla scena del crimine. Non vi sembrano esagerati 16 anni per non aver tirato lo sciacquone?
fara | 04/10/2011 ore 12:15:07
Non vedo di che preoccuparsi nel non avere un'opinione sul caso Amanda-Sollecito, trovo invece molto preoccupante non averla sul fatto che in Italia si possa essere condannati a 25 anni in primo grado in base a una serie di prove ed essere assolti in appello in base alle medesime per non aver commesso il fatto.
federico | 04/10/2011 ore 12:04:15
@RA,non abbiamo bisogno della tua opinione, quella di Vespa ci basta e ci 'assoverchia'
Bien à toi
gippe | 04/10/2011 ore 11:12:46 | @
Non ho opinioni sul caso Amanda-Sollecito.
Mi devo preoccupare?
roberto alajmo | 04/10/2011 ore 10:01:41
Penultimora: stavolta è proprio stato il caso (v. Repubblica Palermo di oggi, pagina IX). Grazie
Don Diego | 04/10/2011 ore 08:22:07
...Sarà come dite voi ma l'ultima sestina (Csilla ho forse inventato un nuovo termine metrico) non mi va giu' e l'ultima riga ancora meno.
Bien à vous
gippe | 03/10/2011 ore 23:20:46 | @
Amanda Knox prossimamente sui nostri schermi.
Domanda dei giornalisti: "che futuro attende alla ragazza?"......un futuro da miliardaria, in ogni caso. E' morta una ragazza, il caso è mezzo insabbiato...si sta celebrando un trionfo mediatico appoggiato dai risultati investigativi di una polizia da 3o mondo.Rudy Guede tra 30 anni, alla sua uscita dal carcere probabilmente si ritrova con un conto corrente non da poco conto.Ci si revede tra 2 anni con il caso in cassazione.
Csilla | 03/10/2011 ore 23:05:37
la poesia....come dice, Adriana, nemmeno secondo me infanga Palermo....dopo l'ennesima lettura,penso che è l'esatto contrario, è una sorta di espressione d'amore per quella città......la racconta, l'analizza,e nel profondo, suggerisce il perchè.....
P.S. scusate se scrivo in un modo assurdo in italiano, il mio cervello da qualche giorno è in posizione OFF...e temo che l'interruttore abbia qualche problemino, non vuole spostarsi.
Csilla | 03/10/2011 ore 20:17:30
"Palermo felicissima? Una magnificente ed eloquente facciata di pietra. Facciata, appunto. Dietro cui nascondere vicoli, miseria, bassezze"
(Giuseppe Samonà, lezione in Facoltà di Architettura, 1982 circa)
Don Diego | 03/10/2011 ore 18:21:50
Ho letto la penultim’ora a notte fonda e il post dello scellerato ancora non c’era. Era però già comparso il marziano e ho pensato che l’ultima parte, dove viene esplicitato il riferimento allo schermo del computer, poteva anche prender dentro il marziano. Ma la prima parte l’ho intesa rivolta verso la TV; in ogni caso non posso che essere d’accordo.
Allo scellerato vorrei dire che, a seguire i suoi ragionamenti, essere capitati dentro alla vita è già come essere in gabbia … l’importante è indossare ogni giorno la propria dignità, sia essa palermitana o trentina. Questo rende un po’ più liberi.
Gilda | 03/10/2011 ore 16:33:46
Mi è bastato leggerla una volta. La seconda sarebbe masochismo.
Lello | 03/10/2011 ore 15:39:41
Lello,leggila bene la poesiola,per favore; non è vero che infanga Palermo...anzi
adriana | 03/10/2011 ore 14:20:45
Gabbia è già la follia di credersi palermitani e quindi "diversi".
L'Anonimo Scellerato | 03/10/2011 ore 14:17:52
Presumo che il penultim'ora di oggi si riferisca al coraggioso anonimo scellerato, che con quella poesia di merda ha infangato Palermo.
P.S.
Sono pronto per il solito rimprovero.
Lello | 03/10/2011 ore 14:15:24
Mah .... sarà ; la gabbia forse ci sta ma non credo che i palermitani siano cialtroni e tanto meno coglioni.
Ma forse non ho capito il profondo senso della poesiola !
gippe | 03/10/2011 ore 14:02:26 | @
La tua poesiola come gentilmente la definisci,caro
anonimo scellerato,riprende ciò
che facevo notare più indietro
mi piace l'idea della gabbia...
Devi essere una persona molto saggia ed acuta...
Sei un esempio che, anche anonimi, si può avere la stessa dignità di lettura di chi si presenta con nome e cognome
adriana | 03/10/2011 ore 12:01:06
"Unica difesa contro la malintesa democrazia delle palle di merda è alzare un altro schermo di altezzoso silenzio.
Solo così lo schermo si trasforma in specchio.".......è geniale.
Il problema esiste, la soluzione pure.
Questa penultim'ora mi piace!
Csilla | 03/10/2011 ore 10:33:12
Aspettando il Romanzo su Palermo accontentiamoci di una poesiola, che è anche più facile.
Palermo
Bellissima,
povera città,
che sembri tanto una gabbia.
Nascosta ricchezza,
miseria,
e dentro poi cresce la rabbia.
Non serve il molto,
se manca l'amore,
il fuoco di sempre,
dei soldi l'odore.
Passano i giorni
tra muri scrostati,
sontuosi giardini,
palazzi sfasciati.
Giovani,
vecchi,
poveracci e ricconi,
tutti,
per sempre,
un pugno di cialtroni.
nb. l'ultima parola era ben più pesante, ma è stata adattata all'amenità dei luoghi.
l'Anonimo Scellerato | 03/10/2011 ore 10:31:19
Lapsus involontario Antonio...
La maitrise dell'italiano comincia a sfuggirmi
Bien à toi
gippe | 02/10/2011 ore 23:52:43 | @
Ti rispetto troppo per non linciarti Antonio ; in un certo senso potrei considerarmi un 'patito' di Almodovar ma grazie a un certo 'fiuto' questo film avevo deciso di non vederlo e tu confermi che avevo ragione.
Consolati con questO
Bien à toi
[LINK]
gippe | 02/10/2011 ore 23:23:41 | @
Ho visto "La pelle che abito" di Pedro Almodovar. Sono uscito dal cinema depresso e pentito. Da sempre non apprezzo i film d'azione, i thriller e i noir. Scusandomi con coloro che li preferiscono mi sembrano dei marchingegni per catturare l'attenzione, giochi d'abilità freddamente costruiti. Anche i film gialli hanno questa caratteristica; qualche volta si salvano se riescono a rappresentare anche pezzetti di ambienti e di vita. Almodovar è un artista fortemente creativo, lo sappiamo. Forse ha preso troppa padronanza. Mescolare truculenza, sesso e poi sesso (un trucco per attizzare la morbosità degli spettatori che non mi ha mai convinto), vendetta, sangue, pazzia, orrore, è un'impresa ardua; a mio parere con "La pelle che abito" non è riuscita al grande Pedro. Il risultato è un ambiente ossessivo, angoscioso, personaggi non convincenti privi di spessore umano; anche se gli attori fanno del loro meglio. Antonio Banderas non mi sembra calato pienamente nel personaggio. Le superficialità sono tante; i riecheggiamenti di tanti altri film consimili troppo evidenti. I recensori troppo benevoli farebbero meglio a scandagliare più il film piuttosto che a farsi influenzare dalla statura del regista.
Spero che i patiti di Almodovar non mi lincino.
Antonio Carollo | 02/10/2011 ore 23:12:25
PAlermo e PAris St. Germain hanno
pareggiato
2a0 a 2a0
Ci manca solo Balzaretti !!
Csilla vedi tu per la frittola al posto della meusa ...
Bien à vous
gippe | 02/10/2011 ore 23:01:12 | @
E Pastore ha fatto un gol magnifico proprio in questo momento
Forza PA&PA
Bien à toi
gippe | 02/10/2011 ore 22:24:49 | @
Gippe, dimentichi la frittola..
Come vedi il Palermo ha vinto anche oggi. L' appetito vien MANGIAndo...
Lello | 02/10/2011 ore 19:03:20
@Gippe, la tua proposta è improponibile....impossibile, già mi sento male al pensiero.Le panelle ok....il resto, ripeto, impossibile....manco con un fucile puntato li mangerei! Non penso che tutti i palermitani mangiano quella roba....oggi per me Palermo sta diventando una croce eccessivamente pesante.......pure in casa.Voi non sapete che vuol dire litigare per Palermo con un palermitano doc. ma poco doc.,fuori sede. Io cmq. rimango fermissima sulle mie idee.....adesso più che mai.
@Scusami Roberto, per l'OT...!
Csilla | 02/10/2011 ore 18:12:16
Potrai esserlo d'adozione, Csilla, lo sarai completamente quando avrai superato le 3 prove
Panelle , meusa e stigghiola !
Bien à toi, il palermo (per il momento) vince e il Vasav ha vinto ieri 3 a 0.
gippe | 02/10/2011 ore 16:02:14 | @
Mi viene un dubbio improvviso...non è che il Romanzo di Palermo non esiste perchè abbiamo scaricato alei e alla sua anima inostri problemi di essere umani e sociali?
adriana | 02/10/2011 ore 13:23:07
@Gippe........io posso......sono........quasi....una palermitana d'adozione! Non chiedermi di spiegartelo....palermitana sono, appunto....pur non facendo la dddoccia con 3 'd'!
Csilla | 02/10/2011 ore 13:13:22
Csilla cara,io sono una tua amica e conosco Palermo da sempre...non mi sentirai mai dire "Palermo è una merda" e sa perchè?
Perché per capire questa città non ci vuole pietà o gentile commiserazione assolutoria...ci
vuole semplicemente grande rispetto e grandissimo orgoglioso amore...
Credo che sia così che la si scopra o riscopra...
Da quando abito fuori Palermo mi capita sempre più spesso di
entrare in città come "straniera" e sai: la ritrovo bella più che mai:iproblemi che la affliggono non sono suoi ma nostri e penso che farsene alibi non debba condannare tutti definitivamente ma senza spocchia o facile sputare altezzosamente intellettuale ci si debba soltanto rimboccare le maniche...
La penso così e sfido chiunque a portarmi prove del contrario
Roberto...sei d'accordo o no?
e scusa anche me per aver seguito Csilla nel fuori tema
adriana | 02/10/2011 ore 13:11:46
Lello, per sbaglio ti ho messo 1€
ma tu vali molto, molto di piu'.
Bien à toi
gippe | 02/10/2011 ore 12:56:45 | @
@Csilla, diceva Bruno Caruso, stimatissimo pittore, che solo noi palermitani possiamo dire del male di Palermo.
E il primo non palermitano che lo fa in nostra presnza vedrà i sorci verdi.
E comunque @€Lello oggi la beneamata PA&PA si gioca il primo posto in due paesi.
Bien à vous
gippe | 02/10/2011 ore 12:55:08 | @
L'ho fatto all'immediato......e non ha funzionato. Non è successo quel che dici tu. Ecco perchè vorrei capire.....ecco perchè vedo la situazione cambiata da prima.....
Csilla | 02/10/2011 ore 12:33:42
E' ordinario disfattismo cittadino, Csilla. Azzardati a dire: "hai ragione" a uno di questi apocalittici, e vedrai come lo stereotipo odio-amore verrà a galla.
roberto alajmo | 02/10/2011 ore 12:17:37
OT.....mi sento molto turbata, sempre più spesso leggo in giro cose su Palermo che mi 'straniscono'....ad esempio: " il problema è costituito dai palermitani che sono la sintesi del peggio...."....oppure, "Palermo è una merda"...queste affermazoni sono generate da Palermo, quindi non mi sto aggrappando alle dichiarazioni di marchio fascistoide.Da tempo che percepisco una delusione, una sorta di rassegnazione da parte dei miei conoscenti palermitani, che vivano a palermo o meno, non ha importanza.Perchè quest'aria per dir poco deprimente? Che sta succedendo in quella città? Perchè la gente è cosi rassegnata, 'spenta'? ...Non sto chiedendo a nessuno di citarmi le notizie che si leggono sui giornali, quelli li leggo da sola.....vorrei capire quel che si vive....ma proprio adesso deve andare tutto cosi quando ho deciso che ho bisogno di mettermi in koma indotto per dimenticare un pò questo periodo, per staccarmi un pò dal quotidiano mio? Ho scelto Palermo perchè l'ho sempre amata...e non sto parlando del aspetto turistico,in quel senso non conosco la città,per niente.Nonostante quell'aria più che negativa che traspira da alcuni miei 'amici'...a Palermo verrò....se la trovo ancora entro la fine del mese.
Csilla | 02/10/2011 ore 11:43:42
@Adriana, non sono d'accordo.....non parliamo, per favore, di un lontanissimo 'poi'. E' poi, come tutto, anche la questione dei 'bentornati', è relativo.
Buona serata a tutti
Csilla | 01/10/2011 ore 20:28:54
Secondo me è un marziano industriale o un industriale cui è riuscita la marzianalizzazione ...
Gilda | 01/10/2011 ore 20:08:25
Toh: sono sbarcati i marziani sul mio sito.
roberto alajmo | 01/10/2011 ore 19:31:05
GrYkfS <a href="http://nulufbqxcgdh.com/">nulufbqxcgdh</a>
FQHCgMTmWwozbhl | 01/10/2011 ore 18:49:47 | @
Correggo: che sta succedendo?
Gilda | 01/10/2011 ore 15:51:56
Non so se in qualche modo la Baudite c'entri, ma i gentiluomini industriali stanno ostentando un inusuale amore verso il loro paese. E non mi riferisco solo a Diego Dalla Valle... [LINK]
Ce sta succedendo?
Gilda | 01/10/2011 ore 15:41:07
Ho visto ieri sera Baudo dalla Gruber. Il presentatore parlava di Rai, di politica e di nuovi costumi.Mi è sembrato a proprio agio.
@Mario Midulla: conosco personalmente qualcuno con il suo stesso nome e cognome, chissà magari è un caso di omonimia o magari no.
lina | 01/10/2011 ore 12:01:57
Csilla,ti devo rimproverare...
Lello si pone un quesito che non si dovrebbe mai esprimere fra esseri umani...
Siamo tutti bentornati...è questione di tempo!
Anche se così tardi,buongiorno a tutti!
adriana | 01/10/2011 ore 11:34:01
@ Lello, 'che stavo meglio finchè non c'eri' .....:)...è un suo contrario pensato.
Csilla | 01/10/2011 ore 10:27:29
Qual'è il contrario di bentornato?
Lello | 01/10/2011 ore 10:11:41
Bentornato Mario.
roberto alajmo | 01/10/2011 ore 00:12:30
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