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Caro Roberto,

da tempo ho terminato la lettura del tuo libro, sperando nel frattempo di riceve una risposta alle mie domande....risposta mai arrivata.

Premesso che apprezzo molto in cui scrivi e che non nego le denunce da te elencate, tento di immedesimarmi nuovamene nel turista chiuso in camera e difficilmente, dopo aver letto i tuoi avvisi, avrei più la curiosità di fare un giro...."taxi, per favore mi riporti all'aeroporto".

Anche dove spicca qualcosa di positivo della Big Onion, subito c'è la propensione a vanificarlo attraverso un fare mediamente mediocre di cui sembra tutti i cittadini palermitani siano affetti.

Da molto tempo vivo la città da turista...credimi non puoi immaginare quanto sia felice tutte le volte che percorro l'autostrada che dall'aeroporto mi porta a casa!!!

Ps se ti affacci dal palazzo del Giornale di Sicilia riuscirai a guardare il mare
 

Claudio La Barbera | 31/08/2006 ore 22:08:00 | @

 

Brava Antonia,
la testa ti marcia. Ora hai tre o quattro romanzi da scrivere. Si tratta di cominciare a lavorare...
 

RA | 31/08/2006 ore 17:39:00 | @

 

Ipotesi:
Mari è una governante invisibile per tutti?
Non conosciamo niente di lei se non il nome.
Se lasciasse delle tracce volutamente, diventerebbe inquietante per coloro che occupano la stanza.
Potrebbe lasciare dei pizzini, ormai di moda.
Un buon osservatore potrebbe scoprire altre tracce, oggetti spostati, lenzuola ripiegate in altri modi.
Se fa tutte queste cose probanilmente si sente molto solo e disperato.
Mari fa un salto di qualità, si presenta ogni sera a salutare chi occupa la camera.
Gestione pesonalizzata del prorio lavoro, desiderio di relazioni, ..
Mari potrebbe tenere uno schedario, descrivendo le proprie impressioni, conservando gli oggetti che gli occupanti di turno dimenticano nel breve soggiorno.
Mari diventa una scrittrice per uscire dall'anonimato.
 
 

antonia arcuri | 31/08/2006 ore 17:22:00 | @

 

C'ero anche io, e davvero: non mi è sembrato che si additasse la strada dell'emulazione pedissequa. Semmai è vero che non si è indicata nessuna strada concreta. Date due città molto simili in partenza, gli organizzatori hanno cercato di capire perchè una, con risorse inferiori, è decollata e l'altra è sempre in perpetua attesa di rinascimento. Si sono fatte delle ipotesi, ci si è ripromessi di rimboccarsi le maniche, ma nessuno ha detto di "fare come Barcellona", se non nel senso di scatenare le proprie potenzialità. Perchè Palermo non è Barcellona, appunto


               











 

RA | 31/08/2006 ore 13:43:00 | @

 

No comment sui parlanti agli altri.
La Cecla, ha immaginato una trasporisione tout court del modello barcellona, come trasposizione per copia di modello, discussione a cui mi riferivo prima.
Assolutamente non condivisa.
Seconda battuta, in senso culturale, chi? l'arch. Franzitta?, che é ormai un imprenditore, che più che avere rispetto dei luoghi demolisce e mette solai in cemento armato, velocemente in adegamento al geneio civile, non fa nessuna battaglia sui significati, ma venire a paralre di concetto di sviluppo sostenibile, melo rispramierei. E' ormai un imprendito, a cui frega nulla delle cose notevoli che può incontrare., Gli interassano frazionamenti, cubature e realizzo.
é ormai più che un archietto uno speculatore
Anche inquesto senso, mi son stupita quale potesse essere il senso sel suo intervento.
 
 

Uma | 31/08/2006 ore 00:01:00 | @

 

Palermo non é Barcellona.
Appunto. E non mi interessa che lo sia.
'Palermo non é Barcellona' é il titolo di una comunicazione che si é svolta Sabato 14 Ottobre, al Complesso di Montevergini, che mi ha trovato molto scettica, sulle cose dette e su chi era stato invitato a dirle.
E mi ha fatto riflettere sul tema dei modelli.
Il modello Barcellona é un modello, straordinariamente riusciuto, di rinascita di una città. E su questo nulla da dire.
Ma l'idea di prendere un modello in toto, cresciuto e sviluppatosi in altri ambiti, trapiantarlo qui tout court, mi é sembrata come idea, quasi offensiva.
Palermo non é Barcellona, perché non può esserlo, pur nei possibili parallelismi culturali o storici. Siamo luoghi e culture diverse, con diversi meccanismi di nascita, crescita, vita decadenza, e possibile rinascenza.
Dell'esperienza di Barcellona credo si debba acquisire l'idea vitale della confluenza delle energie verso una volontà di 'rinascenza'. Poi le forme ed i modi saranno e debbono essere i nostri, secondo la nostra cultura.
Perché Palermo, appunto, non é Barcellona.
 

Uma | 30/08/2006 ore 23:59:00 | @

 

Spero che i commenti ai margini delle pagine di questo diario possano essere tantissimi


rospe | 30/08/2006 ore 20:58:00 | @

 

Posso dirti quel che penso io.
Premesso che è faticoso avere opinioni su tutto, il crocifisso nelle aule scolastiche l'ho visto da agnostico per molti anni nell'assoluta indifferenza. Poi se qualcun altro lo trova offensivo, e chiede di levarlo, impuntarsi e volerlo tenere a tutti i costi è, questa sì, una prova di intolleranza. Il che è esattamente il contrario di quel che sostiene la sentenza e la crociata che ci sta dietro.
Augh
 

RA | 30/08/2006 ore 20:35:00 | @

 

Non so cosa ne pensiate della sentenza che riattacca il crocifisso al muro perchè "simbolo di valori civili". Io la trovo pazzesca. E' vero, nel messaggio di Cristo la bontà, la tolleranza, l'eguaglianza umana sono protagoniste. Tuttavia, per me, sono contenuti-valori che non possono essere decontestualizzati e che, se rimangono legati alla simbologia della croce - cioè alla storia della religione cattolica e si potrano appresso il corpo delle sue regole come un fantasma le sue catene - diventano fatalmente espressione di una parte e di un'accezione. Dunque, non del tutto.
Saluti
 

Roberto Puglisi | 30/08/2006 ore 20:27:00 | @

 

Ecco, mi interessa il problema dell'identità. Credo che la gente, di nascosto, in fondo ammiri la mafia, sinonimo di forza sicula doc. O no?
 

Roberto Puglisi | 30/08/2006 ore 18:21:00 | @

 

Roberto se vuoi, qua lo Stato non esiste. E se esiste é ambiguo. Ci sono territori abbandonati dalle istituzioni, la mafia é decisamente molto più presente nel tessuto sociale. E' come in candidato che sta lì una volta l'anno in periodo elettorale
e le persone del luogo con cui convivi e parli sempre.
chi ha più più presa in certi contesti?
quelolo che conosce tutti li?
o chi
si fa fvdere una tantum in campagna elettorale
allora la mafia forse é più capace di fare campagna elettorale, nel territorio, se i candidati politici, non vanno sul territorio.
direi
 

Uma | 30/08/2006 ore 09:52:00 | @

 

Mumble, mumble. No RA, questo è verissimo ma riduttivo. Oggettivamente una magliettina con la scritta "Mafia Made in Italy" merita un approfondimento
 

Roberto Puglisi | 29/08/2006 ore 14:47:00 | @

 

Roberto Puglisi, evidentemente per anadare a ruba, rappresentano una certa identità.
Magari potevano completare, fare una specie di elenco, che so:

yakuza, made in japan
triadi made in china

Mafia, made in Italy!!!!

Giusto per la par condicio internazionale.
 

Uma | 29/08/2006 ore 14:03:00 | @

 

Oppure:

'Mafia', made in Italy?
 

Uma | 28/08/2006 ore 21:11:00 | @

 

Caro Claudio, credo che parlare (anche male) della Città sia un atto di amore nei confronti della stessa. Paolo Borsellino disse che voleva cambiare Palermo perché non l'amava o non gli piaceva, adesso non ricordo bene, ma credo volesse dire tra le righe che spesso si ama disperatamente qualcosa o qualcuno che riconosciamo pieno di difetti, ma che ci fa sentire unici, e ci fa soffrire, ridere, piangere...
A volte mi capita di misurare l'amore che provo nei confronti di una persona dalle volte che ci ho litigato, o che mi ha fatto inca*are. Io con uno/a di cui non mi importa niente non ci perdo tempo emotivo. Anche io, come te, sono felice quando torno a Palermo, ma questa Città è un grande amore che fa soffrire. Credo che Palermo è una cipolla voglia dire questa, al povero turista, amami anche se sono piena di difetti.
 

Daniela V. | 28/08/2006 ore 13:38:00 | @

 

E' vero che ogni palermitano si mantiene il diritto di essere il solo, che può parlare male della propria città, ma in questo anche i siciliani, a fronte di confronti con esponenti di altre regioni.
Ed il parlarne male, non é un fatto di decadente vittimismo, del aristocratico annoiato, che dice 'si, lo sò, questa città é tanto terribile, ma anche tanto straordinaria'.
E' un parlarne male per insofferenza, io penso, verso l'involgarrimento (neologismo?, sich), verso la tendenza a considerare le cose che non vanno, o il degrado, quasi una componente culturale, insita alla città ed alla cultura della città. Verso la rassegnazione, che diventa prima passività, e poi indifferenza.
La differenza della critica altra, é invece, vediamo cosa non va e perchè..come possiamo fare.
Critica costruttiva e non decadente, al contrario, credo che serva a tutti.
 
 

Uma | 25/08/2006 ore 21:07:00 | @

 

Help me please I want to find my friends
 

Albert | 25/08/2006 ore 12:36:00 | @

 

Caro Roberto, si sente il piacere che provi a scrivere, a creare immagini a trasmettere sensazioni. a intrattenerti con le parole, sembra di stare insieme a te. L'ironia domina nei tuoi testi, ma questa,  una cosa anche molto siciliana e debbo pensare a Sciascia... anche se, la tua prosa  molto pi esplicita, articolata, contiene per cosi dire più aggettivi. Belle le pagine sui viaggi e il tuo sguardo sul mondo. Bisogna ora avvertire chi ti accoglie all'estero, perchŽ  bene che ti accudisca seriamente in quanto un giorno potrebbe vedersi "guardato" insieme ai luoghi dove vive, attraverso la tua penna e la tua pagina e scoprie chissà quali verità
 

Enzo Lo Cascio | 25/08/2006 ore 12:33:00 | @

 

Ciao Roberto, non smetti mai di stupirmi. Ogni volta che ti leggo riesci a strapparmi un sorriso (anche nella giornata più nera). Che invidia! Mi piacerebbe possedere un decimo del tuo arguto umorismo. Non avevo avuto modo di leggere questo resoconto sul Premio Strega. La tua comicoletterarietˆ dissacrante non la risparmi neanche nei confronti di stesso. È questa è prerogativa dei grandi. Bravo... davvero... come sempre.
 

Massimo Maugeri | 25/08/2006 ore 12:31:00 | @

 

Caro Roberto, sono Francesca e le scrivo da Messina. Per Natale mi è stato regalato NUOVO REPERTORIO DEI PAZZI DELLA CITTA' DI PALERMO, libro che lei stesso ha presentato nella mia città in occasione della festa del libro.
L'ho letto d'un fiato e mi è piaciuto così tanto da ispirarmi il frammento che, molto umilmente, le porgo in questo suo blog. Grazie in anticipo e perdoni la mia intrusione.

Uno frequentava l'ambulatorio del Dott. Gulletta. Aveva un aspetto che inteneriva. Portava un soprabito grigio ed un cappello.
Tempo prima l'aveva colpito un'ischemia mentre si trovava nella cucina di casa sua. Un rotolo di carta assorbente, che teneva nell'istante in cui l'aveva colto il malore, gli era caduto sul piede.
Questa era stata l'ultima immagine che aveva visto, del dopo non ricordava più nulla.
Da quel momento l'anziano signore, ripresosi con difficoltà, associava la caduta del rotolo sul piede all'inizio di tutti i suoi malanni, e per questo raccomandava agli altri assistiti che, come lui, attendevano di essere visitati: "Fate attenzione coi rotoli. Non potete proprio immaginare quanto danno possono fare! Io ancora non me ne capacito..."
Con tanta stima, Francesca Piccolo (Messina)
 

francesca piccolo | 25/08/2006 ore 12:03:00 | @

 

Non si tratta di identificarsi con la mafia in quanto tale, comunque. Io insegno in una scuola superiore e i ragazzi si mettono di tutto, dalle magliette che inneggiano a Pablo Escobar a quelle che insultano le proprie madri in varie lingue (bisognerebbe farle vedere a Zidane...). Pablo Escobar non sanno neanche chi sia, e quanto a volere insultare le proprie madri...le mettono perché così fanno parte del branco, sono riconoscibili e allo stesso tempo irriconoscibili, perché uguali a tutti gli altri. Lo facevano anche quelli della mia generazione con gli zainetti Invicta. Solo che gli zainetti Invicta non inneggiavano alla mafia...il problema è che qualcuno le produce quelle magliette e nessuno - famiglia, scuola - è capace di spiegare veramente a questi ragazzi che metterle è

*. Io ci provo, ma non è facile...
 

Daniela V. | 25/08/2006 ore 12:01:00 | @

 

Siete tutti in vacanza? Allora buone vacanze a tutti, io qui a lavorare in queste calde giornate di agosto! Tornate a scrivere....
 

Cz | 25/08/2006 ore 10:13:00 | @

 

Ma scusate, chi è che l'ama veramente questa città? Cosa significa amare una città? E' una cosa che non capisco. Mi pare che questa storia di amare-odiare una città sia un luogo comune bello e buono. Una città non parla. Non si può abbracciare. Dunque, che significa amarla?
 

RP | 24/08/2006 ore 21:45:00 | @

 

Significa volerci vivere, anche se è difficile.
Significa sentirsi partecipe di qualcosa, magari che non ti piace, ma partecipe. Non estraneo.
Scusa, ma parlare di luogo comune in questo caso mi sembra il vero luogo comune.
Una città si può amare e si può anche odiare. Ho vissuto dieci anni in una perfetta città del centro Italia dove tutto funziona, dove si fa arte, cultura etc. etc., cose che qui neanche ci immaginiamo, per certi versi. Una città vivibile, con vere ZTL, con i servizi per i cittadini e via discorrendo. Eppure la odiavo e me ne sono scappata per tornare in Sicilia, e venire in questa città che non è neanche la mia, a respirare smog, a vedere la maleducazione imperante, il malcostume,il tanto-non-cambia-niente-quindi-io-me-ne-frego che mi fa imbestialire e tutto il resto che conosci certamente meglio di me, con il mestiere che fai. Forse una città non puoi abbracciarla, ma ti può abbracciare, e a me questa città mi abbraccia tutte le volte che ci torno dopo essere stata fuori: è un abbraccio sporco, di quelli con le mani luride di terra o sabbia che ti danno i bambini, senza badare ai tuoi vestiti nuovi. La città perfetta in cui vivevo non mi ha mai aperto le braccia, mi ha sempre teso una mano pulita e ben curata, dalla stretta molle.
Palermo è fatta da tutte le persone meravigliose che ho conosciuto in 9 anni che ci vivo, persone che amo e abbraccio, ancora più forte perché circondate dalla vergogna. Forse il loro essere così meravigliose emerge di più perché vivono in mezzo alla vergogna, perché è difficile non arrendersi. Questa città è fatta dai suoi colori violenti, dalla bellezza decadente dei suoi monumenti, dai suoi odori e dalle sue puzze. Dalla vita che pulsa. Non pretendo che sia per tutti così, per me è così.
Forse ho un'idea banalmente romantica di cos'è l'amore - per una città e per un essere umano - ma siccome non c'è un modo di provare amore che vada bene per tutti, ognuno si tiene il suo e ci fa i conti.
 

Daniela V. | 24/08/2006 ore 19:38:00 | @

 

Bella, Daniela, l'immagine dell'abbraccio sporco di Palermo, come quello dei bambini. Bada che te la rubo.
Sapete cos'è, forse? E' come quando ci si innamora di una canaglia. Tu lo sai che è una canaglia, ma ti piace lo stesso perchè è la chimica inestricabile del masochismo che te la fa amare.
 

RA | 24/08/2006 ore 19:29:00 | @

 

A parte che sembri Carver in quella foto, dal tuo blog manca per˜ un pezzetto da antologia. Piccolo, per˜ bellissimo: l'autoconsulenza. Ancora sento le urla di quel vecchio armadio del pentagramma settecentesco che  Pagano... Stai attento a criticare la Banana: saresti iscritto nella colonna infame da mia figlia. Mario
 

mario pintagro | 24/08/2006 ore 13:18:00 | @

 

Mizzica... che sciccheria di blog! d'autore oserei dire. :-)
 

farolit | 23/08/2006 ore 16:44:00 | @

 

Un coltello piantato nel cuore.
Ho visto con estrema sofferenza il documentario sui Florio trasmesso la scorsa settimana e ritrasmesso Sabato questo alle 14.30.
Ho quasi rivissuto personalmente le idee, l'entusiasmo, le inizative, e le difficoltà frapposte, dall'allora nascente stato italiano. sulle legislazioni volte ad eliminare un monopolio, che non si erano costruiti per politica, ma per capacità. All'esposizione del debito con la BCI, complice Mussolini, che voleva unificare l'Italia, e forse favorire qualcuno.
Non mi torna che un gruppo, e non una sinbgola famiglia, di industriali sia morta solo in virtù della proprioa incapacità di gestione (Florio, Ingham, Hopps, Woodhouse). Faccio fatica a crederci. Erano tutti dementi?
Non si é salvato nessuno? e se sì come mai?
Un'imprenditoria nata senza sovvenzioni, né aiuti, solo coi propri capitali, molto diversa da quella che successivamente abbiamo visto impiantarsi in Italia.
Mi sa che Voterò sì al referendum, magari cresciamo, una volta defunto lo Stato-mamma.
 
 

Uma | 23/08/2006 ore 12:15:00 | @

 

Sono d'accordo con Daniela e con l'abbraccio sporco ma certe volte mi sento veramente sola perchè alle persone non gliene frega niente di te, é come se ci fosse un egoismo latente dentro tutti noi....però nonostante tutto amo questa città.
 

Cz | 17/08/2006 ore 13:49:00 | @

 

Le persone meravigliose ci sono dappertutto e si possono amare dappertutto. Questa città è piena di gente che la ama eppure continua ad andare a rotoli. Forse dovremmo odiarla allora. E comunque non ne posso più di sentire parlare di questo abbraccio sporco, sottintendendo il luridume di chi abbraccia e la purezza di chi viene abbracciato. Nossignore, se la città è sporca, vuol dire che siamo sporchi anche noi, dall'interno. E abbiamo sporcato la città. Perchè le città non hanno mai un'anima o un abito, a prescindere da chi ci vive. Insisto. Si tratta di immagini retoriche, affascinanti ma "vacanti"


               











 

RP | 13/08/2006 ore 00:10:00 | @

 

Venerdì alle 18, alla libreria MOdusVivendi di Palermo farò un reading dal titolo "Lo sputo del tenore".
Accorrete numerosi.
Per favore.
 
 

RA | 12/08/2006 ore 20:40:00 | @

 

Trovare i commenti sul blog,  una piccola gioia, se sono gli amici perché sono amici, se sono sconosciuti, perché? sono sconosciuti. Si accettano richieste e suggerimenti. R.A.
 

R.A. | 11/08/2006 ore 11:58:00 | @

 

Secondo me è molto carina come cosa..
Magari succedesse a me!
 
 

garoflea | 11/08/2006 ore 09:56:00 | @

 


Gia che hai introdotto l'argomento, Uma, parliamo del referendum. Dobbiamo ringraziare i radicali per lo s

*mento definitivo di questo strumento di democrazia diretta. Adesso un anno sì e uno pure siamo costretti a andare a votare per dire la nostra su argomenti di cui non sappiamo nulla.
Anche il questito di quest'anno è astruso, ma si tratta di un referendum confermativo. Si vuole o no modificare la costituzione?
Siccome la vita è breve e il tempo manca per tutto, io ho messo a punto un mio sistema decisionale, per quanto riguarda i referendum. Anzichè scervellarmi ad approfondire un argomento che esula dalle mie competenze, faccio un esame delle facce di chi esorta a votare in un modo o nell'altro.
Ebbene: ho guardato a lungo la faccia di Calderoli e c., dopodichè ho deciso di votare NO.
 

RA | 10/08/2006 ore 16:21:00 | @

 

La mia reazione fu di non parlare più. Per almeno tre ore non ho pronunciato nemmeno una parola. Le parole le avevo sprecate tutte due mesi prima e non avevo fatto in tempo a inventarne di nuove.
 

RA | 09/08/2006 ore 19:33:00 | @

 

Io lo ricordo poco, avevo 9 anni, ma mi ricordo che i miei mi presero e mi piantarono davanti alla tv, così come facevano tutte le volte che c'era qualche notizia che sarebbe passata alla storia.
Ma il fatto che non lo ricordi non vuol dire che l'ho dimenticato.
 

garoflea | 09/08/2006 ore 19:06:00 | @

 

Qualcuno si ricorda che 14 anni fa oggi morivano Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta (Emanuela Loi, Claudio Traina, Vincenzo Li Muli, Agostino Catalano e Walter Cosina?). Io ricordo e credo anche voi.
 

Daniela V. | 09/08/2006 ore 18:56:00 | @

 

Concordo con RA. Quell'estate del 1999, sembrava l'Apocalisse.
Io quando ci fu l'esplosione ero a casa di un collega, ci affacciammo al balcone di casa sua, e vedemmo da via Cilea (molto lontano da Via D'amelio), un fungo nero in lontananza.
Decidemmo di scendere per andare a vedere.
Seguimmo le indicazioni del fungo, ed arrivammo in Via D'Amelio, dove c'era un muro di gente, davanti la piazza.
Ricordo solo una ragazza, giovane, che uscita da quel muro urlava : 'aitatemi!!!, aiutatemi!!
Ed una persona che la schiaffeggiò, per farla riprendere, e lei si mise a piangere.
Non capii nulla. Capii, dopo Falcone prima, che era successo qualcosa di gravissimo, sentivo il peso di una tragedia, senza che la conoscessi.
In quel momento, la mafia poteva veramente esssere sconfitta, devo dire. Perché l'orrore, ci percosse tutti, in una maniera così forte, da pensare che si fosse raggiunto un limite insopportabile.
Poi ovviamente, tutto tornò come prima.
 


               











 

Uma | 09/08/2006 ore 16:42:00 | @

 

Roberto ti aspettiamo anche a Messina! A quando il prossimo reading da queste parti? Lo sai che almeno due fans affezionati sono sempre presenti...
 

greg | 09/08/2006 ore 16:40:00 | @

 

Piacevole, sobrio ed elegante. Peccato che sia poco aggiornato. In attesa di nuovi segnali un affettuoso abbraccio.
 

Giovanni Villino | 07/08/2006 ore 20:17:00 | @

 

Abbiamo cominciato venerdì, abbi pazienza. Prometto aggiornamenti quotidiani. O quasi. R.A.
 

R.A. | 07/08/2006 ore 19:03:00 | @

 

A proposito di crocifissi in aula..
Durante la quarta superiore nella mia classe c'era sulla parete la "sacra sindone del crocifisso"..
Una ben distinta impronta di sporco e polvere sull'intonaco sopra la cattedra mostrava che prima là c'era un crocifisso..forse era asceso al cielo perchè stufo di ascoltare le lezioni..

Invece in un'altra scuola qua a Siena dei ragazzetti fecero di meglio: staccarono il crocifisso in classe e ci misero un cartello con scritto "torno subito"..

Cosa ne penso io del crocifisso?
Possono anche rimetterlo in tutte le aule italiane.. tanto i ragazzi lo staccano dopo nemmeno una settimana...
 

garoflea | 07/08/2006 ore 12:51:00 | @

 

Ok, ok... ho cercato di immedesimarmi in sua altezza reale. Mi sono indignato per la pubblicazione di lacerti del suo assoluto privato. Ma poi quello casca dal letto e mi scappa da ridere.
 

Roberto Puglisi | 06/08/2006 ore 21:51:00 | @

 

Re e buffone? Certo, ma in fondo anche molto ma molto peggio, se pensi che il buffone aveva un ruolo importantissimo nelle corti di una volta...insomma il buffone era una persona seria, basti ricordare lo zio William e il suo re Lear...qui siamo a livello di Bagaglino, come dice il buon Michele Serra.
Che tristezza, questa Italietta volgare...
 

Daniela V. | 06/08/2006 ore 03:40:0 | @

 

Scusate se mi intrometto, ma mi sembra che questo blog sia stato scoperto dagli spammer. Cosa sono tutti questi assurdi elenchi di link?
 

Gabriella Alù | 04/08/2006 ore 12:11:00 | @

 


RP!
Mi meraviglio di te. Ti pare giusto ridere delle disgrazie di un anziano sovrano?
Ora che mi ci fai pensare: sì.
Certo che solo in Italia potevamo avere la coincidenza dei due personaggi tradizionalmente agli antipodi: il re e il buffone.

RA | 04/08/2006 ore 11:21:00 | @

 

Temo che tu abbia torto, CZ.
I racconti sono la peste degli editori. E a quanto pare, anche dei lettori, che non ne vogliono sapere.
Io ho una mia idea sul perchè, ma mi piacerebbe sapere se qualcuno di voi ha opinioni in proposito: perchè tutti vogliono romanzi e nessuno vuole racconti?
 

RA | 03/08/2006 ore 22:06:00 | @

 

leggo i racconti della vera vita vissuta che mi emozionano tanto. perche' non li raccogli in un libro? riusciresti a vendere tanto.
 
 

carmela zaffuto | 03/08/2006 ore 18:05:00 | @

 

Stamattina in via D'Amelio non c'era nessuno. A parte qualche bambino deportato e le autorità. Ma - come si dice in questi casi - la città era assente. C'era Rita Borsellino, più che una donna un magnete con una fortissima carica di attrazione. Una persona a cui è impossibile non volere bene dopo il primo sguardo. C'era Totò Cuffaro. Etc, etc, etc... Non mi va di accusare gli altri di insensibilità. Forse sono meno retorici, la retorica è una conseguenza del dovere di ricordare. Invece ricordare può essere un dovere solo se lovuoi veramente. E i tempi della memoria non si scelgono. Non si decide di ricordare. Capita. Domani sui giornali usciranno molti pezzi composti e severi. Ma i giornalisti che conosco io quando si riferiscono alla strage di via D'Amelio la chiamano la "Borsellineide"
 

Roberto Puglisi | 03/08/2006 ore 11:24:00 | @

 

Mi dispiace dirlo ma in questa città i forti sono sempre i più forti e i deboli sono sempre i più deboli, puoi fare di tutto, lottare, parlare e poi....sono sempre forti, sembra che ti abbracciano per consolarti e poi ti stritolano.E' capitato a me ieri, é così non ci puoi fare niente.E' come se ognuno pensasse soltanto a se stesso( tanto io da solo non concludo niente!!). Non è vero però così fan tutti.
 

Cz | 02/08/2006 ore 17:38:00 | @

 

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