il forum
Ra,
lo sai che certi classici non invecchiano mai.
;-)
Figurati che la parolina è PANNOLINI... manco a farlo apposta.
Tanus | 31/05/2010 ore 22:22:48
Se un classico è quel libro che nel rileggerlo ritrovi qualcosa di nuovo tanto da consentirti di rintrecciare, e rinnovare, un dialogo non polveroso allora che ben venga diventarlo..."Notizie del disastro" mi pare un buon classico, superarlo di volata è una scommessa notevole ma possibile.
m. | 31/05/2010 ore 21:24:51
Allora mettiamo Roberto sullo scaffale ad impolverarsi?
Ma no, fra l'altro ho finito "L'arte di annacarsi" e mi piace molto come è scritto. Ed è bello da leggere e non da collezionare
antonia | 31/05/2010 ore 18:26:35
Vero: i classici si collezionano ma non si leggono.
yorick | 31/05/2010 ore 17:16:50 | @
Non c'è pericolo, tranquillo RA ;-)
Romp | 31/05/2010 ore 16:09:12 | @
Aiuto! Sto diventando un classico?
roberto alajmo | 31/05/2010 ore 15:45:06
vitalba | 31/05/2010 ore 15:09:50
Mi stai costringendo a rileggere i tuoi libri
fara | 31/05/2010 ore 11:22:20
Roberto, il finale della penultim'ora di qualche giorno fa calza a pennello oggi con le notizie che arrivano da Gaza. Adesso si sctenerà dinuovo il ricorso all'antisemitismo per fare sentire in colpa chi alzerà la voce contro l'ennesima violenza israeliana. Sono curiosa di vedere cosa farà Obama. Non facile per lui la reazione in questo caso
antonia | 31/05/2010 ore 11:03:45
Scusi Francesca, per capire meglio dove cercare, era un pezzo di Roberto Alajmo?
Roberto Puglisi | 31/05/2010 ore 10:12:58 | @
Gentile Roberto,
Da qualche giorno sono alla disperata ricerca di un articolo letto su livesicilia,in data 23maggio,un articolo relativo alle commemorazioni della strage di Capaci.Ricordo che c'erano vari articoli per l'occasione ma quello suo mi ha colpito in maniera particolare.Ci sarebbe un modo di avere l'articolo?Non so più dove cercarlo, dopo aver passato intere giornate sul sito.Grazie
Francesca | 30/05/2010 ore 19:11:07 | @
Per concludere un intervento pseudo-dotto, da leggere con la dovuta cautela del caso perché potenzialmente sciocco e di parte: non condivido questo eccesso di potere, anche culturale, dato al calcio, mi scuso con gli aficionados ma non lo ritengo nemmeno tra gli sport più formativi né lo consiglierei a ragazzini preadolescenti gasati da padri bavosi e con manie di grandezza. In questo sport l’aggressività rimane latente, non convogliata in qualcosa di costruttivo per l’equilibrio psicosomatico come accade in altre discipline, è fintamente castrata dal gruppo perciò il singolo è costretto a fare la primadonna attentando alle regole della buona convivenza civile, mentre il mediano osserva, corre e tace, inoltre con tutti i soldi che attrae è uno sport inquinato dalla corruzione. Un’analisi a parte meriterebbe lo spettatore ma farei notte con le mie illazioni cerebrali…Attorno al calcio è sorto un racconto epico che rende il pallone un medium per costruire solidarietà uguaglianza riscatto etc.. etc…Ma se l’epica è un racconto e ogni narrazione è una ricostruzione allora rischiamo la potenziale finzione. Purtroppo abbiamo preso la cattiva abitudine di interpretare la nostra vita pubblica anche attraverso le metafore calcistiche mentre bisognerebbe frequentare altri sport o altro, son sicura che ne trarremmo vantaggio.
mari | 30/05/2010 ore 11:58:32
Come in molti ho avuto un’infanzia dominata dal calcio. Il mio apprendistato comprende tutto il classico itinerario formativo: ascolto delle partite alla radio, giocare la schedina domenicale - ho solo sfiorato un 12 - i servizi televisivi, la voce di certi cronisti che si marca a fuoco nella memoria, la lettura della magnificenza espressiva di Brera, il quasi collasso collettivo durante le vittorie, i manifesti funebri contro gli avversari affissi nei muri delle abitazioni del centro o su qualche lampione, le torte bicolori mangiate prima di un derby importante con i tifosi di entrambe le squadre, il ruolo di prefica che mi viene affibbiato dopo che il Tifoso, quello con la T maiuscola, l’anziano verace, si era assopito sulla sedia mentre gli altri sghignazzando avevano oscurato il “circolo”, insomma un Bildungsroman, un romanzo di formazione che mi è servito parecchio, perché, diciamoci la verità, nel valutare un uomo per promuoverlo da occasionale accompagnatore a partner stabile un ruolo non indifferente riveste l’osservarlo, se tifoso di calcio, mentre assiste ad una partita. Quel frangente ti rivela molteplici opzioni di scelta, oltre a costituire un full immersion sulla tua capacità di discernere e sulla lucidità della tua intelligenza, sempre che te ne rimanga qualche guizzo nei primi tempi. Per inciso, cogli anni, quando mi accorgevo di avere accanto un partner molto tifoso ho imparato ad evitare di accompagnarlo allo stadio o di assistere insieme a lui ad un evento calcistico e soprattutto di sciorinare la mia preparazione sul “campo”in quanto ritengo che ognuno di noi deve avere i suoi momenti privati di idiozia e deve condividerli con chi è idiota come te, non con chi ti scruta, mortificando le tue interiezioni, e ti analizza o ti scoccia con i suoi dottissimi pensieri. A ciascuno le sue passioni e i suoi hobbies senza incorrere a suggestioni di fusione del tipo ciò che piace a te piace a me, caro/a.
mari | 30/05/2010 ore 11:57:57
Ieri mio figlio si è fatto raccontare cosa è successo all'Heysel.
In effetti fa impressione vedere le partite dagli stadi inglesi senza recinzioni, con il pubblico seduto, senza roghi, lanci di oggetti, gente scalmanata. La colpa è delle istituzioni, dei clubs. Se tu permetti episodi come quelli che sempre più spesso accadono fuori e dentro l'olimpico a Roma, se permetti che tifosi violenti vengano santificati quando gli capita qualcosa allora non c'è ragionamento che tenga. Certe cose bisogna soffocarle sul nascere.
Penultim'ora. Fastidiosissimo e pericoloso il gridare all'antisemitismo quando si criticano azioni scervellate e crudeli da parte degli israeliani. Un'idiozia condannata anche dalle teste pensanti israeliane. Liberiamoci dagli inutili ed immotivati sensi di colpa
antonia | 30/05/2010 ore 11:57:27
Un desiderio? Che le tante, tantissime brave persone davvero, intelligenti, altruiste che vivono al nord si facciano sentire e smattano di lasciarsi identificare/rappresentare da gente come il sindaco di Bergamo e da quelli come lui. E poi, caro sindaco, lei potrà cambiare i colori delle bandiere perchè troppo rosse, ma il suo sangue è e resterà rosso: altrimenti, kaputt!
antonia | 30/05/2010 ore 11:52:09
Daniela, quello che diceva Vittorini è molto interessante, a diverse scale, dalla più grande alla più piccola: la famiglia.
Ale Cu | 30/05/2010 ore 09:05:13
E’ facile smontare un’identità quando non si riesce a costruire un’idea ed è facile allevare pesce neonato in montagna se non si riesce a far germogliare una vite; difficile è testimoniare l’inadeguatezza che mischiata alla presunzione genera ignoranza, puzza di bruciato.
Non potevano quindi fare di meglio ma possono fare di peggio, le giunte della Lega che occupano il Nord come si occupa il pascolo che brucano la storia come fosse erba di campo e che decidono di cambiare i colori delle bandiere alle proprie provincie, di fare “il bianco natale” cacciando gli uomini di colore o di restituire al Nord le proprie tasse ma di smaltire al sud lo scarico delle loro fabbriche chimiche.
Perché a furia di guardare in basso e di brucare, il presidente della provincia di Bergamo Pirovano è diventato cosi astigmatico da vedere verde dove è rosso, da cambiare lo sfondo della bandiera di provincia con un colore che è diventato malattia e di sostituire Bergamo con Berghèm rischiando di fare di una provincia un nome di formaggio, di un luogo che appartiene tanto a chi lo abita quanto a chi vorrebbe abitarlo, una stalla tutta per sé.
Serve quindi al proprio stuzzicadenti questo dialetto che non è studio filologico, difesa delle lingue ma solo pretesa d’esclusione, voglia di fare di una lingua in evoluzione come può essere il dialetto -che è sempre una lingua viva se riesce ad innestarsi con l’italiano medio che è fluido come l’acqua dei fiumi- una cantina che invecchia senza conservare, il bastone che serve per picchiare e non il legno su cui poggiare la mano. Non è certo difesa l’uso strumentale che fa la Lega della tradizione o della lingua infatti il dogma non è mai una parola futura ma passata e può essere più il vaccino che ammala piuttosto che curare.
Chi lo parla sa che il dialetto non è una lingua che impera bensì schiaccia l’occhio all’italiano, è l’acqua che arriva al mulino che macina mischiando i chicchi che sono le parole, i neologismi, i prestiti o i calchi. Chi interpreta il dialetto e lo eleva a lingua istituzionale tradisce due volte prendendolo in giro come una donna vestita da cucina o un metalmeccanico sotto il suo laminatoio mandati a presenziare con quelle vesti l’apertura del cartellone lirico; è quindi disagio non perché una lingua ha più ragione di un’altra ma perché in fondo è il dialetto stesso che vuole essere tessuto, materia per un vestito intero come deve essere una lingua nazionale, una comunità di uomini che si riconoscono nel suono, nella melodia delle loro voci.
Ed è ridicolo ma anche pericoloso cambiare i nomi alle città, perché significa togliere ad un bambino i cugini, gli zii: staccare da un album fotografico non la foto ma il negativo che sottace ad ognuna di essa. E’ eversiva una forza politica che cambia la realtà che la circonda, dal calendario ai nomi di città, perché non riconosce il territorio che rappresenta: vuole essere sempre in un altro posto rimanendo ferma. Il bisogno della provocazione o del turpiloquio e ancora di più un passato in cui identificarsi – per altro inventato e scarsamente composto- è segno di confusione, di scarsa sicurezza nei propri mezzi; cos’è la provocazione se non il gesto di chi vuole superare l’ordinario con il gesto eclatante?
O di chi vuole un italiano mediocre per non ammettere la propria svogliatezza, o che ancora preferisce l’inedia alla scommessa?
Sbaglia quindi il presidente della provincia di Bergamo che burlandosi dichiara di aver cambiato il colore della bandiera perché era troppo rossa per i suoi gusti. Chi crede di rappresentare una società di vernici? Un paese che può rovesciare le bandiere come i calzini in una lavatrice? Le bandiere sono storicamente astri in terra, ne abbiamo bisogno per ritrovare gli affetti e sono preferibili a tutte le astrazioni patriottiche: una bandiera è patria appunto perché è simbolo semplice; sono colori che non danno adito a speculazioni sull’interpretazione quando non sono macchiate, né usate come la croce per i crociati. Non c’è un edificio francese che non abbia una sua bandiera sul tetto, perché non c’è uomo che non abbia testa sulle spalle, usarla come tappo per il corpo serve solo a tenere chiusi gli umori, i gas dello spirito: si rischia di diventare bandiera di se stesso, un pezzo di carta strappato da un libro che ben rilegato può chiamarsi patria, nazione.
Il rosso che quasi tutto rinnegano da quando la scuola esiste è il suggerimento, l’errore che deve essere evitato.
La lega non interpreta i bisogni del territorio solo le paure, i colori freddi delle case in cui si sta chiusi o pieni di dispositivi di sicurezza e anche la paura è un diritto si dirà, ed è vero ma è soprattutto un fallimento: un monocolore, il dialetto non come esercizio o diletto ma uguale alla lingua del padre islamico che uccide la figlia perché s’occidentalizza, s’italianizza che impara il pensiero veloce e diventa donna dal multiforme ingegno.
E’ appunto una Lega, certo! e usa tenaglie, costruisce lucchetti e non sa tenere tra le mani neppure una penna o un pennello; ricolora le bandiere perché non potrebbe mai cucire.
carmelo caruso | 29/05/2010 ore 19:53:50 | @
Lo diceva Vittorini, in Uomini e no: le vittime di una generazione divengono spesso i carnefici della generazione successiva.
In Inghilterra, comunque, gli hooligan sono stati sconfitti non solo da un'azione repressiva più rigorosa. Le società di calcio sono state - volenti o nolenti - tutte d'accordo nel vietare loro l'ingresso negli stadi.
Provate a dire alla Lazio di lasciare fuori i suoi sostenitori più accesi. Giusto per fare un esempio a caso.
Daniela | 29/05/2010 ore 18:32:01
La memoria e la storia:
[LINK]
c.h. | 29/05/2010 ore 15:11:13
Arnold è morto. Che cavolo stai dicendo, Willis?!
Romp | 29/05/2010 ore 10:19:51
Questa inversione da vittime a carnefici ricorre, nella storia anche recente, se ci fate caso.
E se non temete di passare per antisemiti.
roberto alajmo | 29/05/2010 ore 07:14:16
A volte la storia non insegna nulla, e noi italiani siamo maestri nel non imparare. Il guaio è che non abbiamo potere, forse lo hanno i nostri sottoposti: noi al massimo possiamo sussurrare al nostro cavallo ecc. ecc.
yorick | 29/05/2010 ore 06:47:38 | @
..rimangono..una,forse avrà detto: me ne rimane una....di possibilità...:)
ahimé.. quando la fretta si coniuga con i pensieri profondi annego, meglio la leggerezza della superficie ...almeno si resta a galla.
MARI | 28/05/2010 ore 14:09:11
Lo sguardo della Madonna non incrocia quello dell’osservatore ma è catturato da una luce che la distrae dalla lettura e verso cui alza la mano come per farsi scudo o come per imporre attesa, in fondo stiamo parlando della prescelta, colei che genererà il figlio dell’Uomo. A noi che la guardiamo rimane uno sguardo ammantato di azzurro e un volto dalle labbra serrate, un donna incuneata in un interstizio in cui confluiscono l’infinito e il silenzio, il mistero che schiude qualche possibilità di riscatto e il nulla.
Buon week end.
Ps@Tanus: vengo e non mi spiego né me lo spiego...
mari | 28/05/2010 ore 13:45:30
Non è per niente facile dire un "sì", soprattutto se incondizionato. Un sì di questo genere (soprattutto rivolto nella direzione giusta) è capitato poche volte nella storia dell'umanità.
yorick | 28/05/2010 ore 11:12:39 | @
Vengo e mi spiego...
Tanus | 28/05/2010 ore 10:12:43
A me sembra più l'immagine di una persona dolce un po' sconsolata che sta per dire: "no, aspetta un attimo"
antonia | 28/05/2010 ore 09:47:21
Complimenti Roberto,
sei un mito.
Bello anche l'ultimo, a proposito di Antonello da Messina.
Tanus | 28/05/2010 ore 09:36:41
Anche a me
antonia | 28/05/2010 ore 08:38:27
Grazie, amici miei.
A distanza di pochi anni mi pare che fosse un tempo migliore.
roberto alajmo | 28/05/2010 ore 07:20:24
Meraviglioso il penultim'ora in tre puntate. Non è che Crialese ne ha fatto la sceneggiatura di Nuovo Mondo?
Mingo | 27/05/2010 ore 20:20:32
Penultim'ora molto bella. La pubblico su FB. Interessantissimo vedere come nasce un'opera, anche solo dalla parte del libretto
antonia | 27/05/2010 ore 11:14:21
oggi Gian Antonio Stella sul corriere cita livesicilia.it... romp ne sarà orgoglioso, purtroppo la notizia ripresa è delle più vergognose.
Buongiorno.
marco | 27/05/2010 ore 09:59:13
Ha ragione, povero piccolo. Senza yacht si sente come una canzone di Grignani: Falco a metà.
yorick | 26/05/2010 ore 22:22:22 | @
@Antonia. A volte le cose sembrano richiedere in maniera imperiosa di risalire alla superficie e di essere raccontate anche in un post, come annotava ieri Chris sulla vicenda del Dc9 precipitato a Ustica. Ieri sera casualmente mi sono soffermata su un servizio dedicato alla Monroe e mentre la osservavo agitarsi sinuosa e cantare per “rianimare” i soldati in Corea ripensavo al nipote di mia nonna chiedendomi se chissà avesse assistito a quello spettacolo, poi stamane la lettura del Penultim’ora su Ellis Island ha fatto il resto. Questa vicenda familiare mi ha insegnato parecchie cose, due tra tutte le esibisco qui:l’ostinazione di chi cerca ma trova altro e questo altro lo ricompensa comunque del viaggio intrapreso perché la lei non trovata schiude la possibilità ad un lui di ritornare nella terra da cui anni prima erano partiti i suoi avi, quasi un esule alla ricerca di radici, e un vademecum sulla tendenza tutta femminile, e molto mediterranea, di accogliere, di nutrire, di saldare memorie anche stemperandole con un pizzico di vanità. Non chiedemmo mai a mia nonna di togliere la foto del nipote dalla tazzina e incorniciarla come aveva fatto con quella del fratello e della nipote, affissi a grandezza quasi da poster sulla parete del salotto per testimoniarne e per sponsorizzarne la beltà, la lasciò dentro quella porcellana cinese e nessuno di noi mai a domandare il perché di una scelta. A volte mi capita di immaginare che quest'ultima fosse dovuta alla volontà di lasciar sedimentare l’immagine di una vita in quel pezzo di oriente da cui non era mai ritornata.. ma..si capisce che soffro di suggestioni facili…anche se ho l’impressione, da quel che ho letto nel Penultim’ora, che tanto per Sollima quanto per Roberto Ellis Island appartenga a quella tipologia di viaggi difficilmente archiviabili.Ma so che è un'impressione facile da avere.
mari | 26/05/2010 ore 21:15:00
Magari...
roberto alajmo | 26/05/2010 ore 18:39:06
Roberto, è vero che tu sei pensione ormai da tre anni? Non sei andato anche tu in quiescenza a 47 anni? Ah, forse ti confondo con un assessore, scusa.
maramaus | 26/05/2010 ore 16:25:30
povero bambino :-)
vitalba | 26/05/2010 ore 16:24:11
Ma Nathan Never o Dylan Dog non erano più appropriati? Comunque per non farlo soffrire bastva semplicemente Tex Willer.
maramaus | 26/05/2010 ore 16:23:42
Che bello vedere che siamo tornati a parlare di cose, e non di parole.
Anche perché nel mondo ci sono bambini che soffrono... [LINK]
roberto alajmo | 26/05/2010 ore 15:48:04
Che bello, mari
antonia | 26/05/2010 ore 15:37:58
Ad Ellis Island sbarcarono nel ‘35 il fratello di mia nonna e due suoi cugini. Del primo conoscevo la foto del figlio maschio vestito da ufficiale che troneggiava dentro una vetrina incastrato in una tazza del servizio da thé in porcellana cinese, e un ritratto della figlia femmina, una bambina di sei anni seduta su una poltroncina con un vestito a fiori, gli occhi grandi chiari e una cascata di boccoli che le ricadeva sulle spalle, modello Shirley Temple. Mia nonna conservava le lettere del nipote nelle quali aveva promesso che al ritorno della guerra in Corea avrebbe riaccompagnato il padre in Sicilia, dopo anni di “spartenza”, come direbbe Bordonaro; purtroppo l’ufficiale morì in campo di battaglia. Mia nonna raccontava che si era sacrificato, che era avanzato per difendere i suoi commilitoni abbandonandosi con generosità al fuoco nemico. Quando la morte arriva da giovani si ha necessità di renderla eroica per sopportarla. Il padre però non sopportò, concluse i suoi giorni depresso e malinconico, non ritornò in Sicilia da quella terra da cui si era allontanato anni prima, non scrisse più lettere alla sorella. La figlia femmina si seppe che, crescendo, fosse diventata bellissima tanto da vincere il titolo di italiana più bella di New Jork, anche questo racconto sarebbe tutto da verificare..sebbene in molti, avvinti dalla vanità, ci credemmo, memori di quella fotografia in cui già si ravvisava il meglio del ceppo normanno della nostra famiglia. I realisti pensarono che molto probabilmente avesse vinto qualche concorso locale sponsorizzato da saponette, da soap, senza raggiungere titoli tanto alti ma la storia funzionava e mia nonna ne era orgogliosissima. Della miss americana non ci pervenne nessun’altra notizia, alla morte del padre chiuse i ponti con i parenti siciliani. Cinque anni fa mio fratello si incaponì sulla sua vicenda e si mise a fare ricerche per scoprire che fine avesse fatto, non ci riuscì; ma fortunosamente dopo varie traversie entrò in contatto con un nipote di quel lontano cugino che era partito con il fratello di mia nonna. Paul arrivò con la sua seconda moglie tre anni fa, tutti i parenti e i cugini ci ritrovammo a casa dei miei , ci scrutavamo alla ricerca di qualche tratto somatico che era resistito a nuove mappature genetiche; l’americano stava zitto, sorrideva appena, piluccava quel che mia madre si ostinava a versarvi nel piatto, come se rimpinzarlo di cibo lo potesse confortare con un affetto creato a tavolino. Quando vide la foto di mia nonna si mise a piangere, la moglie traduceva quelle lacrime ripetendoci che era molto emozionato e commosso e che stava realizzando un sogno a metà; ad un certo punto mia zia sostenne che somigliava un po’ alla madre, qualche tratto qua e là, ovviamente non era vero.
mari | 26/05/2010 ore 15:33:55
Di miei concittadini omonimi ne ho trovati cinque, su Ellis Island. Abbondano pure i Bossi e i Cota; Bricolo e Castelli come se piovesse. Ho trovato perfino un Calderoli. E mi sono limitato all'esatta lezione del nome, senza tentare le varianti.
Roberto, il meta-racconto è interessantissimo. Sembra di sbirciare sulla scrivania, e soprattutto, tra le carte atterrate nel cestino.
yorick | 26/05/2010 ore 14:49:28 | @
Roberto lo sai che sono sempre i migliori a morire!
fara | 26/05/2010 ore 12:53:45
Domani l'ultima parte del testo scritto per il programma di sala.
Il mio libretto metteva assieme molte lingue. Italiano e inglese, soprattutto, e anche una parte in curdo...
Venne rappresentata sei volte, con un ottimo successo sia di pubblico che di critica, ma poi morì là.
roberto alajmo | 26/05/2010 ore 12:40:13
In che lingua è?
[LINK]
antonia | 26/05/2010 ore 11:20:52
Ho ascoltato qualcosa su YouTube. Accidenti!!! Bravissima Elisa.
Esiste un DVD, CD, qualcosa, Roberto?
antonia | 26/05/2010 ore 11:19:27
Bellissimo questo sguardo "dietro le quinte" del mestiere di scrittore, grazie.
Stefano | 26/05/2010 ore 11:09:47
Leggo un comunicato stampa del teatro Massimo dell'ottobre 2002. Parla di un'opera scritta da Sollima su libretto di Alajmo. Mi sembra sia stato viceversa
antonia | 26/05/2010 ore 11:02:05
Penultim'ora. Eh....difficile stare dietro al vulcanico Sollima. Difficile anche scrivere un'opera diversa dal solito che, come dici giustamente tu, Roberto, non è poi così diffusa in questi tempi.
Mentre leggevo mi è venuta in mente la scena finale di Nuovo Mondo: cioè la trasposizione in chiave sognante della tragedia della migrazione, di tutte le solitudini, le disperazioni, le amarezze ecc.
Non ho visto/ascoltato Ellis Island, quindi sono curiosa di vedere come vanno a finire le Penultim'ora future e vado a cercare qualche documentazione sul web
antonia | 26/05/2010 ore 10:59:47
Cara Fara,
A che serve parlarne? A denunciare, a far conoscere la verità o, in tanti casi, a sostenere chi continua costantemente a cercarla, a volte sentendosi solo. Serve anche a mantenere vivo il ricordo ed a non dimenticare. Serve a lottare contro l’indifferenza e la rassegnazione muta.
A parlare di Ustica a chi non conosce nemmeno l’isola, come dici tu, serve proprio a farla conoscere. Serve soprattutto a far conoscere la storia di questa strage, la storia di chi lotta per ottenere la completa verità, alla quale non siamo ancora arrivati. Serve anche a denunciare l’implicazione dello stato nel depistaggio sulle inchieste.
A questo proposito, la strage di Ustica non è l’unico caso in cui c’è stato depistaggio.
9 maggio – Uccisione di Peppino Impastato
23 maggio – G. Falcone e la strage di Capaci
27 maggio - Strage di via dei Georgofili a Firenze
27 giugno – Strage di Ustica
19 luglio – P. Borsellino e la strage di via d’Amelio
27 luglio – Strage di via Palestro a Milano
11 agosto - Uccisione del Dott. Paolo Giaccone a Palermo
e quanti altri?
Non bisogna aspettare un TG per parlarne e ricordarlo.
Se io ne parlo con altre persone, non cambierà il mondo. Certo. Ma dopo la nostra discussione il mondo di ognuno di noi sarà cambiato. E di conseguenza, il mondo.
Domani sera a Firenze, ore 21.30, ricorderemo la strage di via dei Georgofili con un concerto in Piazza della Signoria : il requiem di Verdi.
Purtroppo, a 30 anni della strage di Ustica, non c’è ancora nessun evento per sottolineare questo triste anniversario. Ma com’è possibile? Niente ! Ne a Palermo, ne a Bologna.
Pippo Pollina, grande cantautore palermitano, ha scritto e composto, nel 2007, un’ Orazione civile per Ustica: l’Ultimo volo. A parte una rappresentazione ad Erice ad inizio luglio, niente.
[LINK]
Vedi cara Fara, a cosa serve parlarne? Io con questo mio messaggio ne parlo e denuncio il fatto che non ci sia nessun evento per ricordare la strage di Ustica dopo 30 anni.
E lo stesso messaggio, lo manderò ovunque, a chi possa riceverlo con un certo interesse.
Non conta se nessun iniziativa sarà poi organizzata. Conta il fatto che io l’abbia inviato e che, magari, qualcuno di quelli che leggeranno questo messaggio, sarà cambiato in seguito. un caro saluto
Chris, Firenze | 25/05/2010 ore 23:03:12
Don Diego, molti di noi sanno quello che è successo , o direttamente o indirettamente
per "demerito" di quei giornalisti intriganti che credono che cercare e far conoscere la verità sia un bene.
Ma a che serve che il TG1 o il TG5 lo comunichino al popolo che non legge dopo che è morto Cossiga? Quel popolo , quasi sicuramente, non sa neanche che esiste un'isola chiamata Ustica
fara | 25/05/2010 ore 12:48:16
“L’aereo francese si era messo sotto il Dc9, per non essere intercettato dal radar dell’aereo libico che stava trasportando Gheddafi. Ad un certo punto lancia un missile per sbaglio, volendo colpire l’aereo del presidente libico”. Lo ha dichiarato il presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga nel film inchiesta dal titolo “Sopra e sotto il tavolo – Cosa accadde quella notte nel cielo di Ustica”, realizzato dai giornalisti Giampiero Marrazzo e Gianluca Cerasola sulla tragedia del Dc9 dell’Itavia inabissato al largo di Ustica il 27 giugno del 1980 e pubblicato dall’editore Tullio Pironti.
Me l'avevano raccontato quasi trent'anni fa, durante il servizio militare (sostenendo però che il missile fosse un mare-aria). E alla mia domanda su quando lo si sarebbe potuto sapere ufficialmente, la risposta fu: "Dopo che muiono Mitterrand e Cossiga"
Don Diego | 25/05/2010 ore 11:39:24
Siete malpensanti. Si tratta solo di risparmio energetico
fara | 24/05/2010 ore 22:39:19
Sia collaudato, sia sempre collaudato. Magari fosse mia: è di Marcello Marchesi.
yorick | 24/05/2010 ore 20:48:57 | @
i lampioni? ma quando mai ! sono sempre accesi, sei tu che non te ne accorgi perchè brilli di luce propria.
(segue IBAN per bonifico)
marinafinettino | 24/05/2010 ore 16:03:05
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MICHAEL ROBERT | 24/05/2010 ore 14:18:50 | @
I tempi tecnici di collaudo saranno gli stessi di quelli per l'impianto di riciclaggio di partanna (circa 10 anni), ma a quanto pare sbagliarono il tetto. Per i lampioni magari avranno sbagliato le lampadine, chissà?
federico | 24/05/2010 ore 11:01:11
Tra i modi per ricordare e per migliorare c'è sicuramente quello di oggi pomeriggio [24 Maggio] al Biondo, la replica dell'atto unico "Pio La Torre, Orgoglio di Sicilia", di Vincenzo Consolo, recitato dai detenuti e dalle detenute della Casa Corcondariale "Pagliarelli" di Palermo, con la regia di
Gabriello Montemagno.
Giuseppe | 24/05/2010 ore 09:52:07 | @
Andavo alle elementari, credo in quinta...a distanza di tempo ti rimangono impresse delle sensazioni, emozioni che si tramutano in immagini o immagini che si tramutano in emozioni, inscindibili ormai...
mi vedo seduta al tavolo della cucina, a fissare le immagini dell'autostrada a brandelli, una sensazione di shock, incredula in un momento sospeso nel tempo...
ricordo l'attenzione della maestra d'italiano, quel tema fatto a pochi giorni dalla fine della scuola e che ancora conservo...Ma soprattutto (e non so perchè) mi rimasero impresse le parole intercettate dalle forze dell'ordine e riportate dai tg...
Chissà perchè ti rimangono impresse certe cose....sembri non capire nulla e invece ti rimangono impressi certe cose...
Angela | 24/05/2010 ore 00:10:10 | @
Se dall'artificio e dall'arte del bel parlare,o dell'argomentare per persuadere, possiamo cogliere spunti di riflessione e contrattare le nostre posizioni senza infingimenti ad ogni buon conto chi se ne frega dei risvolti retorici?Tutto rischia di essere fiction, l'importante è averne consapevolezza. Bentornata Lu.
mari | 24/05/2010 ore 00:03:17
Grazie Roberto, per ricordare a tutti questi 2 secondi preziosi ch’ognuno porta dentro di se e che troppo spesso dimentica. Grazie di far scuotere anime e cuori. L’attentatuni è uno dei tanti motivi per i quali bisogna sempre scrivere, parlare, denunciare, spiegare, ripetere ancora, ed ancora…. per lottare contro il compromesso morale e l’indifferenza e per non dimenticare.
Ho letto i tuoi ultimi testi ed i tanti commenti e reazioni. Ora le sole parole giuste che mi vengono in mente sono proprio quelle di Giovanni Falcone :
Chi tace e piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e cammina a testa alta muore una volta sola.
Chris, Firenze | 23/05/2010 ore 23:05:18 | @
Quanta retorica, Alajmo, quanta retorica... dissimulata, ma pur
sempre retorica.
L.D.
Lucia D. | 23/05/2010 ore 22:38:14 | @
@Antonio.Ho male interpretato e adesso ti sei spiegato benissimo.Oggi a Palermo, nella città rosanera, ho visto campeggiare un megacartellone che raffigura Hitler in versione rosa shocking.. però non male...la banalità del male che essendo banale diventa normale. Sarà colpa dell' umore ballerino che aizza le mie antenne rendendole ultrasensibili..scusami.
mari | 23/05/2010 ore 20:31:45
Mari, non capisco perché nel bel mezzo di considerazioni largamente condivisibili devi piazzare una nota sgradevole e vagamente offensiva per me basandoti su un'interpretazione errata delle mie parole.
Non ho usato la locuzione 'uomo forte', non ci ho pensato nemmeno lontanamente.
Mi riferivo al senso di impotenza del cittadino singolo di fronte al progressivo restringimento della libertà di espressione e alla urgente necessità di un leader e di una dirigenza politica capace di contrastare un potere così pericoloso per le libertà dei cittadini.
'Uomo forte' è una locuzione ambigua che si può appioppare ad un dittatore o ad un capo politico pseudo-democratico (esempio: Putin), non ad un leader democratico.
In questo momento c'è bisogno semplicemente di un leader di opposizione capace di rappresentare e organizzare il dissenso (in questo senso dicevo: ci vuole qualcuno...), non di un uomo forte.
Adesso mi sono spiegato?
Antonio Carollo | 23/05/2010 ore 19:24:32
@Carmelo: ad un certo punto, quando la speranza vacilla, subentra la stanchezza e persino le persone avvedute cominciano a cedere ad altri un pezzetto della loro indipendenza di giudizio ritenendo che a volte un po' di muscoli e di soluzioni forti facciano bene soprattutto agli italiani, i quali non sono un popolo tanto difficile da governare, secondo il giudizio di qualcuno..E' probabile tuttavia che io mi sbagli..;)
mari | 23/05/2010 ore 19:19:34
FRANCA | 23/05/2010 ore 19:17:48
Sentite cosa dice Monicelli...la speranza è una trappola...e alla fine anche lui spera
Mario Monicelli a Raiperunanotte - Intervista
[LINK]
FRANCA | 23/05/2010 ore 18:45:55
Il Parlamento europeo spenderà 5 milioni per dotare i 736 membri dell'assemblea anche del tablet Apple, l'iPad. I parlamentari hanno già gratis i nuovi computer portatili Hewlett-Packard ma pare che non si sentano abbastanza trendy. In omaggio, spero che abbiano anche un'applicazione che consenta loro di ascoltare in diretta una bordata di vaffanculo in tutte le 27 lingue dell'Unione.
[LINK]
fara | 23/05/2010 ore 18:18:24
Quello che ricordo è che quella sera la vita a Palermo, come sempre, continuò. Non tolleravo quel solito sabato primaverile palermitano fatto di traffico e pizzerie e le gente che parlava d'altro come se la cosa non ci riguardasse, abituati da secoli a fingere indifferenza di fronte alle prepotenze, a fare spallucce, a voltarsi dall'altra parte, a stare a capo chino. Poi venne la rabbia. Era comunque un'altra Palermo e 18 anni, anche se non ce ne accorgiamo, anche se c'è stato molto "annacamento", non sono passati invano.Quei semi sono germogliati.
OT: Oggi sono felice per Javier Zanetti, un signore fuori dal comune dentro e fuori dal campo, oltre che un giocatore immenso. Un esempio per i giovani, impegnato in una miriade di attività sociali spesso lontano dai riflettori. Una bandiera come non ce ne sono più.
Mingo | 23/05/2010 ore 18:03:52
Cara mari, era il libro non certo la mia idea; capisco il tuo commento, però questa volta non sono mie le considerazioni
carmelo caruso | 23/05/2010 ore 17:54:15 | @
ero in macchina, nella mia vecchia Alfona, con una mia cara amica. tornavamo da alcamo, dove lei aveva una meravigliosa casa in campagna.
eravamo poche centinaia di metri dietro quell'inferno e vedemmo solo un sacco di fumo, polvere e incredulità.
[un altro]roberto | 23/05/2010 ore 17:45:42
Ero a casa anch'io, mi disturbava studiare ma avevo esami. Non ho ricordi precisi del momento in cui appresi la notizia; è probabile che mi alzai per la pausa della mezz'ora, avrò aperto il frigo per prendere un gelato, avrò acceso la tv in maniera meccanica. Ma un ricordo vivissimo di quella giornata mi è rimasto impresso: lo stupore di mio padre che rimase incollato alla tv per tutta la sera. Di quello stupore, condito di biasimo, io mi stupii. Attraverso quello sguardo ebbi l'impressione che fosse finita un'epoca che aveva attribuito, consapevolmente o meno, attributi cavallereschi a dei criminali.
@Carmelo:prima Antonio, poi Vasta, che fa aggiustare il ventilatore al suo personaggio, ora tu..possibile che dobbiamo sempre pensare all'uomo forte, probo, integerrimo che ci salverà? e a cui spianeremo la strada con le nostre belle parole?Possibile che la storia non insegni alcunché?
mari | 23/05/2010 ore 17:29:32
Io non ero al mare, ero a modena, ricordo la sensazione di una primavera che stava trasformandosi in estate, il profumo dei tigli nell'aria. Eppure, come te, come tanti, sono stata anche a capaci quella sera. Come a luglio sarei stata in via d'amelio.
Hai ragione, c'eravamo davvero tutti, in fondo.
teresa de masi | 23/05/2010 ore 17:04:32
Quel sabato ero acasa. Abitavo proprio dietro a Villa Sofia. Ricordo il via vai delle ambulanze, ricordo gli elicotteri, ricordo il gelo nel sangue una volta appresa la notizia, le telefonate con mio fratello, con gli amici. Io, mio marito, il nostro bimbo nella mia pancia. Ci siamo stetti l'un l'altro
antonia | 23/05/2010 ore 15:47:20
Ho letto "Spaesamento" di Vasta, il libro che giorni fa ha citato roberto. E quello che mi sembra ragionevole è l'idea di Berlusconi -palinsesto. Libretto d'istruzioni per spiegare l'iTalia, ma anche incipit di qualsiasi racconto; il paradosso - sembra suggerire Vasta- è che proprio Berlusconi sembra essere il collante di questo paese "Si incarna nella sostanza di questi legami, dà loro forma e struttura". La Palermo di Vasta prosecuzione dell'Italia è efficacemente la città divorata da uomini- punteruoli. Manca proprio l'uomo che sappia rimontare il sistema, non a caso il racconto inizia con la rottura di un ventilatore e procede con i disperati tentativi da parte del protagonista d'aggiustarlo. Si riuscirà ?
"Spaesamento" sembra essere la volontà di farlo.
carmelo caruso | 23/05/2010 ore 15:25:21 | @
Paola, solo per questi programmi, e pochi altri, vale la pena di non buttare dalla finestra quell'elettrodomestico.
yorick | 23/05/2010 ore 10:55:04
Il lunedì sera c'è l'Infedele, il martedì Ballarò, il giovedì anno zero, domenica Report, nel week end Che tempo che fa. Li vedo tutti. Non me ne perdo uno. Perchè? ieri sera l'ho capito. C'era Deaglio ospite di Fazio, e mentre cucinavo di sottofondo ascoltavo le loro voci. E ad un tratto Deaglio ha detto una di quelle cose che ti aprono ad un nuovo punto di vista. La guerra di mafia deglia nni '80-'90 in Sicilia (o sarebbe meglio dire a Palermo) fu una vera e propria guerra civile, che il resto d'Italia ha lasciato che venisse combattuta solo dai Siciliani.
Non l'avevo mai vista in quest'ottica. E trovo questa lettura davvero molto interessante.
Non sono molto intelligente, io. Se qualcuno non mi ci porta mano manuzza non ci arrivo da sola. Per questo sto davanti alla tv.
Paola | 23/05/2010 ore 10:48:10
Chissà, magari hanno assoldato un imitatore per doppiare la versione leghista del duce. Mica vorranno scontentare il babbo del trota. "Padaniiiii"!
Ero a casa, a Roma, davanti alla tv. L'edizione straordinaria del tg ha il potere di mettermi sempre in allarme. Terribile esplosione, almeno cinque morti. Giudice Falcone illeso. Mi torna in mente lui sorridente sotto i baffi, la tv si corregge: no, è rimasto ferito. Ricordo lui al Maurizio Costanzo show, attaccato da un signore che gli urla: "Giovanni, non mi piaaaace che stai a Roma". Poi l'edizione straordinaria del tg aggiunge una nuova correzione.
yorick | 23/05/2010 ore 09:07:26 | @
Oh cavolo....e io che pensavo che il libro con le barzellette sui comunisti fosse solo una battuta di fara!! Non avevo ascoltato bene lo spot....
Scusate ma, dopo la risata isterica, adesso mi viene solo da vomitare....
Angela | 23/05/2010 ore 08:00:15 | @
Ritorno....troppi impegni per seguirvi costantemente, quindi leggo solo gli ultimi post...mi sa che vi leggerò sempre così, a sprazzi...
Fara, la cosa più bella della pubblicità dei dvd di Mussolini su Libero è ciò che dice lo speaker: "le parole e gli APPLAUSI"...APPLAUSI??? questa parola è la più eloquente (e triste nello stesso tempo) di tutte le altre dello spot!!
PS: forza inter!! fatemi sfogare almeno qua...sono purtroppo sopraffatta da milanisti e juventini "comunisti" (si sa, i "cattivi" sono sempre comunisti....), ma almeno qui non mi sento sola.....
Angela | 23/05/2010 ore 07:57:34 | @
Per l'occasione ho ritrovato nel fondo di un cassetto una bandiera comprata nel '72, prima della finale contro l'Aiax. Avevo dodici anni.
La gioia più grande è stata vederla sventolare nelle mani di mio figlio.
roberto alajmo | 23/05/2010 ore 01:34:44
Io sono in provincia di Como, e oggi pomeriggio ero a Milano. Piazza Duomo in fibrillazione già alle 6. La partita l'ho vista con un cugino cresciuto ad Appiano Gentile che al primo gol di Milito ha gridato in perfetto siciliano "Bedda matri"...l'Inter fa pure di questi miracoli, evidentemente, caro Roberto: fa riemergere le poche stille di sangue siculo di un ramo illombardito della mia famiglia.
Daniela | 23/05/2010 ore 01:09:39
Inter Esagerata!
Da ora in avanti vi riposerete, spero
fara | 23/05/2010 ore 01:06:14
Il padrone di casa è ancora in apnea?
Gianluca | 22/05/2010 ore 23:17:04
E spesso lo scrive anche, Fara. Allegati compresi.
yorick | 22/05/2010 ore 18:11:51
Ho scoperto che Libero , il giornale, regala i DVD con i discorsi di Mussolini e se paghi 7 euro e spiccioli ti porti a casa anche una raccolta di barzellette sui comunisti.
Ecco spiegato l'eloquio fluido e il sottile umorismo del nostro premier cavaliere. Lui legge Libero
fara | 22/05/2010 ore 17:34:18
Però: un premier che non ha paura di niente e di nessuno, che tutte le frittate rigira, giganteggia su tutti e tutti sfotte, trema davanti alle parole stampate.
yorick | 22/05/2010 ore 07:32:20 | @
Oggi il problema siamo NOI, non il presidente del consiglio.
Lui è perfetto e votato da una minoranza resa maggioranza per legge elettorale .
Noi maggioranza, resa minoranza, sempre per legge elettorale, possiamo solo assistere
magari passiamo il tempo a sindacare Santoro, noi maggioranza resa minoranza
fara | 22/05/2010 ore 00:57:51
@Tanus. Forte della tua esperienza avrai sicuramente ragione ma io conosco un sacco di colleghi che si sono concellati dal sindacato e quando l'ho fatto anch'io ho avuto la sensazione di stare precipitando nell'irresponsabilità, tuttavia il senso di colpa non mi ha fatto cambiare idea di fronte al rancore di non sentirmi tutelata. Ha prevalso l'istinto in me e non ne vado orgogliosa, piano piano sto abdicando alla ragione e prima o poi finirò per invocare anch'io qualcuno che mi dica cosa devo fare, cosa devo pensare come una brava soldatina schierata in/difesa. Un buon corso di sopravvivenza internauta, che ci renda senza traccia, non sarebbe poi male..con i dovuti risvolti del caso perché non mi disturba tutto sommato essere tracciabile ma prevedibile e in quanto tale dalle preferenze controllabili e manipolabili. Ho iniziato la giornata con gli androidi di Ridley Scott e rischio di andarmene a ninna accompagnata da ulteriori scenari apocalittici. Mah..quante incrinature piovose e uggiose oggi, meno male che domani è un altro giorno
(e si vedrà).
mari | 21/05/2010 ore 22:43:57
@Mari:
ho piccola esperienza in CGIL, non è il sindacato che sta sparendo, sono i lavoratori, di conseguenza il sindacato (che "dovrebbe" essere fatto da lavoratori).
Certo... il sindacato anticipa un po' le tendenze...
Tanus | 21/05/2010 ore 21:16:31
Mi sa che noi blogger saremo i partigiani del futuro.
Se volete, possibilmente con la collaborazione di Marco, possiamo cominciare ad organizzare corsi di sopravvivenza informativa a mezzo internet.
Proxy, anonimizer, etc etc...
Tanus | 21/05/2010 ore 21:13:46
Non mi riferivo ai soli web log ma ai cittadini (naturalmente quelli responsabili).
Antonio Carollo | 21/05/2010 ore 19:12:26
Immagino che tra i pochi meriti dei leghisti vi sia quello di essere, almeno apparentemente, dei lucidi fans del punteruolo rosso. Dal dibattito di ieri è emerso però che ancora nel 2010 siamo costretti a parlare di Italie diverse.Mi sento molto spaesata ultimamente.
mari | 21/05/2010 ore 18:15:30
"ci vorrebbe qualcuno che almeno dicesse cosa fare (all'unisono)anche a noi, semplici cittadini" brr..sento brividi di freddo...meglio evitare Antonio.. certe invocazioni portano male......I blogger rappresentano una minoranza, anche se le rivoluzioni sono state sempre fatte da minoranze...Abbiamo, come sostiene un mio amico, la pancia ancora piena, la minestra ancora calda nel desco..eppure i sindacati collassano per numero di iscritti e su Repubblica ho letto stamane un nuovo assalto contro la scuola pubblica, che fare? Uscire dal'individualismo e reinventarsi un nuovo sistema corporativo?..mah..non saprei...Sostituire alle Trade Unions i web log?Possiamo affidarci solo a dei diari per cambiare la realtà?
mari | 21/05/2010 ore 18:01:41
L'ho trovato nel nuovo libro di Giorgio Vasta "Spaesamento" (Laterza), e sottoscrivo:
"L'Italia è il proseguimento di Palermo con gli stessi mezzi".
roberto alajmo | 21/05/2010 ore 17:45:27
E' veramente preoccupante questo lento declino della libertà di espressione. Tutto sta passando quasi sotto silenzio. Qui non è in gioco solo la professionalità dei giornalisti. La società civile, le forze sociali e le forze politiche d'opposizione dovrebbero instaurare una specie di mobilitazione permanente. Si registrano solo deboli contestazioni verbali. Il buon Tonino si dà da fare, ma non basta; l'asino del Pd giace mezzo addormentato. Gli uomini e le donne che hanno un nome noto al pubblico dovrebbero dare il loro contributo per scuotere questo insonnolimente diffuso; invece si muovono (alcuni) solo quando gli si tocca la tasca (vedi sciopero dei di dipendenti degli enti lirici).
Si sta scivolando verso un sistema pseudodemocratico di tipo russo.
Forse ci dobbiamo svegliare tutti; il popolo dei blog dovrebbero farsi sentire ancor di più.
Le mie sono parole al vento, lo so, ci vorrebbe qualcuno che almeno dicesse cosa fare (all'unisono)anche a noi, semplici cittadini.
Antonio Carollo | 21/05/2010 ore 16:42:26
Mi ricordo la prima volta che la vidi in video mi sembrò un venere botticelliana che confermava la nuova stagione di telegiornaliste glamour inaugurata dalla rossa Dietlinde. Nel tempo si è congelata nel ruolo di icona abbigliata con giacche informi, preferibilmente monocolori o in versione gessato maschile, dove il suo corpo esile nuotava, mostrandosi con un capello mechato dalla vistosa ricrescita scurita, a volte persino unto, con il viso sempre bello ma nudo in quella verità che solo le donne molto belle possono permettersi, le quali a volte devono dimostrare anche intelligenza non solo avvenenza, come se le due qualità non potessero camminare a braccetto. La Busi mi piace nella sua immediatezza poco artificiosa e per nulla glamour, con i suoi ripetuti e sincopati modi di accomiatarsi a conclusione del tg. Non me la ricordo in servizi memorabili da inviata, da giornalista sul campo. Adesso.. forse.. chissà ..potrebbe guadagnarci a non prestare il volto a una recita scritta e diretta da altri in redazioni compiacenti e misurarsi in esperienze nuove e alternative, diventando una nuova icona di dignità.
mari | 21/05/2010 ore 16:06:19
In relazione al "preferirei di no" della Busi, mi piace pensare che un pò di merito l'abbiano gli "ausiliari del Tg1" ossia il fantastico trio medusa (parla con me)
[LINK]
Paola | 21/05/2010 ore 14:50:13
>La notizia è che l'esposizione prolungata alle telecamere non comporta necessariamente la perdita del senso di dignità personale.
Speriamo solo sia infettiva. Ma non oso sperarci.
teresa de masi | 21/05/2010 ore 14:33:47
[LINK]
La notizia è che l'esposizione prolungata alle telecamere non comporta necessariamente la perdita del senso di dignità personale.
roberto alajmo | 21/05/2010 ore 14:05:59
Mi pare un'occasione preziosa, Giuseppe.
Spero proprio di venire.
roberto alajmo | 21/05/2010 ore 13:58:07
..sufficiente efficienza..
m. | 21/05/2010 ore 12:08:05
Scenari apocalittici:dall'aria fritta alle rane e magari dagli anfibi agli esseri razionali che sanno tradurre le idee in atteggiamenti concreti. Forse con la sintesi in laboratorio del Dna verremo piano piano sostituiti dagli androidi alla Scott?Chissà magari ci guadagneremo in efficenza e non avremo bisogno di affidarci alla fortuna e al caso.
Scusatemi ma stamattina sono in vena di citazionismo....
"Non ti ho fatto né celeste né terreno, né mortale né immortale, perché di te stesso quasi libero e sovrano artefice ti plasmassi e ti scolpissi nella forma che avresti prescelto. Tu potrai degenerare nelle cose inferiori che sono i bruti; tu potrai, secondo il tuo volere, rigenerarti nelle cose superiori che sono divine"
Pico della Mirandola, Oratio de hominis dignitate
m. | 21/05/2010 ore 12:05:30
A distanza di mesi, ho notato che la "cucina " del blog si è eveluta: si è passati dall'aria fritta alla rana bollita!
Lello | 21/05/2010 ore 10:22:07
Il link ha fatto casino. Volevo dirvi che nel sito c'è la locandina-invito per la recita delle detenute e dei detenuti dei Pagliarelli che si terrà presso il Teatro Biondo di Palermo il prossimo lunedì 24 maggio alle ore 18:30 (ingresso gratuito). L'Iniziativa è promossa dal Centro Studi Pio La Torre, che, come scrive il Presidente Vito Lo Monaco co "la Vostra presenza, quella dei vostri familiari e amici, ai quali Vi prego di girare l’invito, contribuirà sicuramente ad esprimere ancora una volta l’impegno civile dalla città e la sua opposizione alla mafia."
Vi chiedo quindi di aiutarci a far vivere ai detenuti-attori una giornata di gratificazione per il loro impegno.
Grazie, Giuseppe
Giuseppe | 21/05/2010 ore 09:15:28 | @
Nel sito del Centro studi Pio La Torre ([LINK]
Vi chiedo quindi di aiutarci a far vivere ai detenuti-attori una giornata di gratificazione per il loro impegno.
Grazie, Giuseppe
Giuseppe | 21/05/2010 ore 09:13:13 | @
@yorik: noi a ottobre mandiamo una lettera a/r per farci staccare il gas e risparmiamo il bollimento a noi ed ai nostri figli...se lo facessimo in tanti sarebbe un bel segnale.
marco | 20/05/2010 ore 23:04:46
La nostra è la sindrome della rana bollita. Se la metti in una pentola con acqua fredda e riscaldi a fuoco lento, ottieni un bel bollito di batrace ignaro. Se butti la rana nell'acqua già bollente muore lo stesso, ma nota la differenza. Batto sempre lì, ma secondo me il nostro fornello è la tv.
yorick | 20/05/2010 ore 20:46:21 | @
Antonia puoi dire a tuoi amici che la rivoluzione non scoppierà mai perchè, purtroppo, ci siamo assuefatti alla mediocrità di questo paese ( scritto minuscolo appositamente ).
Non ci scandalizziamo più di niente. In Italia è normale che durante una operazione ci si possa dimenticare una garza;è normale che un ministro prenda tangenti, che la polizia carichi dei ragazzini a scuola, che una velina faccia il ministro.
Chissà, forse per subire tutto ciò ci hanno vaccinato a nostra insaputa.
Lello | 20/05/2010 ore 17:57:26
Dei ragazzi dell'ultimo anno della scuola dove va mio figlio hanno organizzato questa bellissima cosa: sfruttando una parete artificiale da scalata disponibile nella palestra, hanno organizzato una sfida. Chi vuole può salire pagando una quota e, persona dopo persona, si deve arrivare a scalare l'equivalente del monte Everest. Hanno pubblicizzato la cosa molto bene a scuola e tutti sono gasatissimi e intenzionatissimi a farcela. I soldi raccolti andranno ad una fondazione che si occupa di costruire una scuola per bambini in Nepal.
[LINK]
antonia | 20/05/2010 ore 17:17:42
Quando parlo con i miei amici stranieri della situazione in Italia (si, perchè oramai le cose sono andate allo sfascio fino alle Alpi), si chiedono e mi chiedono stupiti come non sia ancora scoppiata una rivoluzione
antonia | 20/05/2010 ore 17:03:41
Faccio di cuore gli auguri a Lello e a sua moglie che adesso al Rizzoli è sicuramente in buone mani.
Leggo con interesse, e un po' con rabbia, i vostri discorsi sul dolore, sulla malattia e sulla rassegnazione di fronte ai disservizi cronici negli ospedali.
Penso ad una mia cugina che in preda ad un'emorragia cerebrale l'hanno portata all'Ospedale di Termini, rivelatosi assolutamente non attrezzato per casi del genere, da qui al Civico di Palermo dove dopo qualche attenzione e le medicine del caso l'hanno sistemata su una branda in un corridoio affollato; allora da Palermo via a Cefalù, da Cefalù per le stesse inadeguatezze di Termini viene rimandata nel caos di Palermo, pochi giorni di cure ed è rimandata a casa. Adesso è una larva di donna su un letto tra deliri e amnesie.
I servizi sanitari in Sicilia e nel Sud fanno paura.
Perché intervenire se a tutti sta bene così?
Antonio Carollo | 20/05/2010 ore 15:55:50
C'è qualcosa di patologico nella rassegnazione che ho notato l'altra volta al centro prenotazioni di Villa Sofia e che somiglia a quella che colgo qui.
Ammassati come una mandria, col caldo e due soli sportelli con impiegati solerti ma spossati. Poche sedie, nessuno che risponda mai al telefono per prenotare, per non parlare dell'inesistenza dell'online.
E nemmeno una scintilla di esasperazione. Solo quieta rassegnazione, abitudine al giogo. L'inefficacia delle prestazioni sanitarie non è un destino, è il frutto di una protesta afona, di una richiesta che non c'è, di una violenza civile che non esplode civilmente e che non si vede mai. Chi può tenta le scorciatoie che tanto piacciono ai portatori sani di principi. Chi non puà si accontenta, come dice Lello, della taverna. E spesso ci muore.
Romp | 20/05/2010 ore 14:53:50
Caro Lello, affidarsi alla fortuna non solo per preservarci dalla malattia ma addirittura per scegliere il luogo dove ammalarsi la dice lunga sull'abuso di pazienza che quotidianamente subiamo.Buona fortuna per tutto.
@Tanus:anche a me quel giorno è rimasto impresso nella memoria eppure per certi versi ho immaginato, come in tanti, che dal lutto potesse nascere un nuovo corso per il nostro paese.
mari | 20/05/2010 ore 14:38:56
Ci vuole fortuna pure ad ammalarsi in posti dove la sanità funziona!
Nel mio caso,passare da Villa Sofia al Rizzoli è stato come passare dalla taverna di pallavicino al ristorante di Villa Igea.
Nonostante la Sicilia abbia regalato al nostro amato premier il 95% dei voti, in cambio non abbiamo avuto un ospedale decente, una strada senza buche, una città senza munnizza, ecc ecc.
Uno che nel 2010 non sa come si pronunci Google ...
Lello | 20/05/2010 ore 13:31:10
Caro Lello, io ringrazio Dio che i malanni che sono venuti a me e a mio marito e che hanno avuto bisogno di operazioni chirurgiche ci siano venuti qui in Germania. Centri d'eccellenza, ottimi medici, grande gentilezza ed umanità di medici e personale.
Avessimo dovuto fare gli stessi interventi a Roma....
E' una grande ingiustizia che chi nasce qua abbia, in termini di istruzione, sanità, lavoro, una grande facilità. Ma sono gli italiani che se la sono voluta, in fondo.
antonia | 20/05/2010 ore 13:16:09
Antonia mia moglie ha avuto una rarissima infezione al femore ( unico caso in Italia ) che a Palermo i migliori dottori hanno confuso per una banale sciatica ( .... ).
Giunti al pronto soccorso del Rizzoli di Bologna, il medico di guardia ( non avrà avuto più di 30 anni ) con assoluta certezza le ha fatto le giusta diagnosi e adesso è in attesa di trapiano osseo.
Lello | 20/05/2010 ore 12:50:31
@ Lello: tantissimi parenti ed amici ce l'hanno fatta. Lo auguro anche a voi.
Quando ci furono gli attentati io aspettavo mio figlio. Non mi permisero di andare alla camera ardente di Falcone. Quando da casa mia sentii il botto e vidi la colonna di fumo in via D'Amelio decisi che mio figlio sarebbe cresciuto altrove
antonia | 20/05/2010 ore 11:31:27
@Yorick
Grazie.
Lello | 20/05/2010 ore 10:39:19
probabilmente, oltre al giudice ed alla moglie, sarebbe venuto a mancare un padre a tre figli ed un nonno a dei nipoti.
marco | 20/05/2010 ore 10:34:17
Avevo 22 anni, e ancora sono sconvolto. Non penso scorderò mai quei giorni di guerra.
Tanus | 20/05/2010 ore 10:32:53
@Yorick: sarebbe morto anche l'autista. La macchina fu rallentata da quel gesto assurdo di Falcone. L'autista deve la vita proprio a quell'imprudenza.
@Romp: a prescindere da qualsiasi considerazione su casi specifici, sono d'accordo con te. Il dolore chiama silenzio. E tu l'hai detto molto bene.
Daniela | 20/05/2010 ore 10:23:17
Chissà cosa sarebbe successo se il giudice avesse lasciato guidare l'autista.
yorick | 20/05/2010 ore 08:03:54
Lello, in bocca al lupo!
yorick | 20/05/2010 ore 08:02:56 | @
@Puglisi.Ti ho letto molto bene perché mi interassava ascoltare questo pensiero rimasto sospeso e che non aveva avuto modo di manifestarsi in maniera piana e colloquiale.Io non difendo a prescindere nessuno, io prendo posizione ed esprimo un mio parere, altrimenti ignoro.Ritengo che imporsi il silenzio per non rinfocolare potenziali illazioni sia una scelta molto intelligente che ti fa onore e che adotterò anch'io.
mari | 19/05/2010 ore 21:32:53
Io non ho detto che rende migliori raccontarlo. Solo che è un momento prezioso e intimo. Stop, non aggiungo altro per non dare adito a illazioni. Presa come eri dalla tua arringa difensiva preventiva non hai letto bene, Mari. Non ti interessava.
Romp | 19/05/2010 ore 20:39:33
@Puglisi.Non so oggettivamente se ci stiamo riferendo alla stessa persona e all'identica situazione... nell'eventualità ti chiedo scusa se confondo capre con cavoli. Poiché noto quanto tu abbia necessità di dar voce ad un pensiero che, in quanto probabile, non è avvalorato da argomentazioni e di conseguenza potrebbe sconfinare nell'illazione gratuita, provo tuttavia a risponderti nella speranza che si metta un definitivo punto di conclusione ad una vicenda ormai passata e su cui si spera cali il sipario. Nemmeno io ho condiviso la scelta di confessare parole di dolore perché ritengo che non sia il caso di eccedere in emotività in un forum, a "discolpa" del soggetto in questione mi permetto solo di sottolineare che questo tipo di sfoggio è nato semplicemente da un moto di affetto nei confronti di una persona che ne ha dimostrato altrettanto.In quanto al dolore non è vero che rendi necessariamente migliori chi lo frequenta chi lo subisce tantomeno chi lo racconta rappresentandolo.
mari | 19/05/2010 ore 20:27:20
Aveva vinto una battaglia e stava vincendo la guerra, all'improvviso nel pieno della mischia batte in ritirata senza un valido motivo strategico, per paura di rimetterci la pelle, lasciando alla mercé del nemico le sue truppe.
A dispetto dei santi non si va in paradiso, ma lui ha sbagliato tutto, non ha capito che già c'era in paradiso perché ce l'avevano portato i suoi veri santi, gli spettatori.
Sarà talentoso e astuto il santorino ma ormai è veramente ino ino.
Antonio Carollo | 19/05/2010 ore 20:09:34
Romp
Un plauso per le quello che hai appena scritto.
Hai dimostrato di avere una profonda sensibilità; te lo dice uno che sta assistendo la moglie malata da un anno.
Lello | 19/05/2010 ore 19:00:13
La cognizione del dolore necessità di parole appropriate, nelle sedi opportune. Quante parole sarebbero necessarie (non parlo di me, a scanso...) per raccontare un tumore? No, non parlo per me. Ma so. So che ci vogliono delle cuffiette, o dei foulard colorati per coprire la calvizie della chemioterapia. E le facce, dopo le chele del medicinale, tornano come da bambini. Lisce, con una infinita espressione di stanchezza. E so che da quelle parti ci sono lacrime impotenti, perché la gente scopre che l'amore è infinito, ma non riesce a trattenere nemmeno un minuto di più la persona che ami. E ci sono le immagini dei santi, le Sante Rite sventolate come giocattoli. Perché il Paradiso è pesante, nell'avvio. Solo dopo diventa una cascata d'acqua calda e sollievo, spero. Ci sono posti così, dove l'umanità è regale e preziosa, tanto più si avvicina al suo collasso. E c'è una speranza che nasce dal nulla. La speranza più bella. Ora, io ho letto parole di dolore in questo forum. Se mi fosse concesso vorrei dire solo questo: il dolore è cosa troppo grande e inimitabile, ma perde di significato quando viene speso in un dibattito virtuale, col probabile scopo di avere ragione. Meglio cento anni di silenzio, per me.
Romp | 19/05/2010 ore 18:26:57
Mari, le tue parole sono buona linfa, grazie.
Santoro è giornalista talentuoso e astutissimo. Non credo che la sua astuzia finirà per ottundere il talento.
maramaus | 19/05/2010 ore 15:58:16
Sono d'accordo con mari. Aspettiamo e vediamo cosa succede. Non sappiamo bene cosa c'è dietro, perchè l'ha fatto. Santoro potrebbe anche sorprenderci, perchè no?
antonia | 19/05/2010 ore 15:00:53
@Antonio. Santoro ha preferito la tv all'impegno nel parlamento europeo ovvero la rappresentazione all'azione anche noiosa e anonima del fare politica. Che cosa ti aspettavi? Non prendere decisioni drastiche e non ipotecare il tuo futuro di spettatore.Buona giornata.
mari | 19/05/2010 ore 14:47:43
@Maramaus.La generosità creativa non è mai sprecata perché è servita a te stesso. Riguardo all'ego... il narcisismo non è sempre da condannare, nelle coloriture migliori è un'istanza che consente di testimoniare l'esclusività del nostro esistere e ci protegge dalla dispersione dell'io. Per mezzo di una tela o di uno scritto possiamo esorcizzare la consunzione mentre l'ebbrezza della creazione ci permette di esplicitare all'esterno quel minimo di onnipotenza che ci rende esclusivi nel nostro essere fin troppo umani. Il centellinare il fare è solo indice della consapevolezza che hai raggiunto,la quale ti rende meno dispersivo nell'uso distillato di quanto hai appreso. Leggendoti ho però l'impressione che tu sia rimasto fedele al tuo ego "giovanile" nella scelta tutta romantica che ti fa privilegiare il concepimento dell' "azione" alla veglia patetica di quel che via via si produce. In quanto al luogo comune circa l'esuberanza artistica degli under trenta esso mi sembra privo di fondamento: la senescenza, o ancor meglio la crescita evolutiva, rimane un momento molto creativo per l'essere umano, se non altro perché può scegliere di fare ordine e pulizia, in parole povere di cambiare rotta, di rinnovarsi. Sicuramente ti sarà capitato di vedere quel quadro del fiammingo Bailly, Autoritratto con i simboli della vanità,dove il pittore fa un consuntivo della sua esperienza di artista, ritraendosi nel duplice aspetto di un giovane e di un vecchio in un contesto di vanitas e di occasioni perdute e accadute, ma che alla fin fine sono le uniche a dare corposità materica ad una vita.
mari | 19/05/2010 ore 14:37:32
"Annozero", una delle poche finestre aperte sulla vergognosa realtà che viviamo, è stata chiusa con la copmplicità del suo stesso creatore. Santoro ha tradito la sua storia e la fiducia di milioni di persone. Non si presenti con altri programmi, spegnerò la tv all'istante.
Antonio Carollo | 19/05/2010 ore 14:34:27
Cari Yorick e Romp, mi piace ritrovarmi nelle vostre riflessioni, e caro Roberto, grazie per il tuo editoriale che ha dato fiato ai miei sentimenti (odierni).
maramaus | 19/05/2010 ore 11:31:01
Maramaus, conoscerai il famoso paradigma di Arbasino: ogni giovane promessa, prima o poi diventa il solito str... a pochi è concessa la santificata condizione di venerati maestri. Ma io credo che ci sia nobiltà in un percorso come il tuo, a prescindere dai risultati. C'è nobiltà nella fedeltà a un sentimento artistico che è un'eredità dell'adolescenza, del sapere guardare con altri occhi. Ed è anche una scintilla rivoluzionaria che non cambia le regole, ma trova la bellezza nella sua affermazione, nel suo spazio. Questa nobiltà, se coltivata, concede vite piene anche se faticose. E non mi pare che una vita pienamente faticosa sia il più orrendo dei destini...
Romp | 19/05/2010 ore 11:24:50
Maramaus, spero che crescano i personaggi esperti in mistificazione; o almeno, che cambino lavoro.
Vero, tanti hanno ben chiaro il significato della loro opera fin dagli inizi, fin dai tempi del furore creativo. Col tempo questa funzione (missione?) cambia, si evolve, ma la consapevolezza è sempre chiara.
yorick | 19/05/2010 ore 11:20:32 | @
Yorick, a onor del vero, mi era più chiaro agli esordi il senso del lavoro che non ora ormai ultracinquantenne. Ma è pur vero che il lavoro artistico -il lavorìo, direi meglio- non ha anagrafe, fatto salvo l'ottuso luogo comune secondo cui un artista-pittore è tale entro i trenta. Superati i quali decade e si deteriora assieme ai suoi acciacchi, prima tra tutte la vertebra cervicale. Diventando (trasformandosi) da artista ad ex. Ma solo nell'opaca e bugiarda ottica dei luoghi comuni che contengono e comprendono orde di galleristi, critici, traffichini e pseudoartisti che conoscono l'arte raffinatissima della mistificazione. Tutte enormi, incommensurabili cazzate. All'inizio ero una furia compulsiva, selvaggia. Che non sentiva ragioni. Era inutile ricondurre tutto al prosaico pragmatismo dei canali e delle entrature. La libertà d'azione era eroica, romantica, a fondo perduto. Così e basta. Sic et sinmpliciter. Ora, che saprei come fare, cosa fare, non faccio se non il poco che resta negli scarni millimetri quadrati che ti toccano sempre da privilegiato. Ora sarei consapevole e commetterei meno errori. Mi innamorerei del mio lavoro nell'attimo stesso del concepimento, e non dopo e pateticamente. Ma sono tempi duri. Lo sono sempre stati.
maramaus | 19/05/2010 ore 10:45:38
Agli esordi si lavora per se stessi, perché gratifica, perché è bello, in qualche caso perché è figo. Col tempo si capisce perché si lavora e per chi si lavora; a cosa serve e a chi serve il proprio lavoro. Col tempo si capisce anche qual è il proprio lavoro, quello vero. E' allora che butti il superfluo e ti concentri su quello che solo tu al mondo puoi fare. Buttare a volte serve, anzi, è proprio necessario. Se ci si riesce, buttare con distacco, senza ripensamenti, senza fermarsi a guardare l'effetto che fa un foglio nel campanone della carta.
yorick | 19/05/2010 ore 10:06:51 | @
E' vero, Roberto, quando sei agli inizi, sei una fucina, una cucina aperta ventiquattro ore su 24, una pentola in eterna ebollizione, una padella che frigge più delle altre, un vulcano islandese, un torrente, un fiume in piena, alta marea e oceano in tempesta. Creatività allo stato puro, più puro della lava dell'Etna, più ingombrante della cenere del vulcano del profondo nord, e il senso di quello che fai non si cristallizza nella museizzazione dei lavori. Nella loro pietosa e gelosa conservazione. Talvolta restano dentro capienti "carpettoni" e grandi cassetti. Quasi fossero scheletri. Allegri scheletri nell'armadio. Ma spesso, nella foga del fare selvaggio e anarchico, si perdono nei meandri dell'oblio. O molto più prosaicamnete finiscono distrattamente nel cestino. Poi, passati e smaltiti i bollenti spiriti, raccogli quello che resta. Una sorta di ricerca del tempo andato, perduto (e ritrovato, per caso). A me accade di innamorarmi di cose realizzate per caso e con poco slancio che ora trovo determinanti, appassionanti, irrinunciabili. Temo sia la vecchiaia a far cambiare i sentimenti verso se stessi, verso il proprio io artistico. Spesso mi convinco di aver dato moltissimo senza che questa "generosità" servisse ad alcuno. Anzi, che il profluvio di carte e tele imbrattate potesse solo essere lo specchio brillante del più profondo ego narcisista. Inutile. Ma poi non credo sia così in assoluto. E se lo è, pazienza.
maramaus | 19/05/2010 ore 08:50:02
@Fara:Grazie
Mingo | 19/05/2010 ore 07:16:35
Grande Mingo!
fara | 19/05/2010 ore 00:14:19
Peccato che abbiate fissato la lettura giusto il 20, lo stesso giorno di "Palermo tu - Omaggio a Salvo Licata..."
Ale Cu | 18/05/2010 ore 23:02:02
Visto che il calcio ha spesso sfiorato il forum in questi giorni,mi permetto un OT calcistico.
La mancata qualificazione in Champions del Palermo ci ha almeno risparmiato stucchevoli dibattiti su quali sarebbero stati gli effetti della Champions a Palermo o se Palermo è una città da Champions o se la Champions avrebbe sconfitto la mafia definitivamente ed altre amenità del genere.
In questi casi ricordo sempre una splendida intervista di Giuseppe Fiori - (chi ha la mia età ricorderà i suoi editoriali della Domenica), grande giornalista sardo, vicedirettore del TG2 negli anni "70, - ad un pastore della Barbagia sull'ormai prossimo scudetto del Cagliari di "rombo di tuono" GigiRriva.
Estate, campagna assolata, il pastore sardo ha la faccia scavata e rugosa e il bianco e nero delle immagini accentua i solchi sul suo viso.
Fiori domanda: Mi scusi, ma se il Cagliari vince il campionato per lei cosa cambia? Continuerà ad alzarsi alle quattro del mattino per portare le sue pecore al pascolo e continuerà a vivere in questa baracca da solo con i cani e gli altri animali.
Risposta del pastore, secca come solo un sardo sa essere: E se il Cagliari pperde cosa cambia per me?
Da allora ogni qualvolta mi trovo in una situazione simile (una cosa piacevole che non mi cambia la vita) mi dico: E se il Cagliari perde?
Speravo che qualcuno mi chiedesse: ma se il Palermo dovesse raggiungere la CL cosa cambierà per te - palermitano -in concreto? Avevo la risposta in canna....
Mingo | 18/05/2010 ore 22:55:18
Antonia, sono sicurissimo che tu non intendevi deridere, il tuo scritto ne è la prova.
Ma, sai, basta a volte una parola per dare il la ad una riflessione che ha poco a che fare col punto di partenza.
D'altronde per evitare un'interpretazione diversa dai miei intendimenti ho accentuato le parole benevolenza, affetto, comprensione. Non è bastato. Colpa mia.
E' evidente che la tua è una notazione di carattere sociologico e di costume circoscritta all'evoluzione dei linguaggi in bocca agli emigranti.
Antonio Carollo | 18/05/2010 ore 20:45:33
E poi, sapete cosa? A me piace ascoltare gli inglesi che parlano francese o italiano, gli italiani che parlano tedesco, i russi che parlano italiano. Mi piace ascoltare le lingue con accetti inconsueti
antonia | 18/05/2010 ore 20:34:40
anche questa è multiculturalità?
[LINK]
federico | 18/05/2010 ore 20:34:21
E poi qui a Monaco gli italiani ci sono da molto tempo, hanno molte associazioni, sono ben integrati, organizzati ed apprezzati.
Per i turchi è diverso. Anche per un fatto religioso
antonia | 18/05/2010 ore 20:33:04
E daie! Leggasi: 'sua instabilità' anziché 'loro instabilità'.
Antonio Carollo | 18/05/2010 ore 20:31:07
Ma io non deridevo nè pensavo ad una umana comprensione. io pensavo alla magia che fa sì che la mobilità delle persone dicventi anche una "mobilità linguistica", un melting pot.
antonia | 18/05/2010 ore 20:30:15
Chiedo scusa: mi chiamo Antonio non Antonia.
Antonio Carollo | 18/05/2010 ore 20:25:06
Ci vorrà una generazione per pulire questo linguaggio. La fregatura è sempre della prima generazione che oltre a subire lo strappo dalle proprie radici deve lottare il triplo nella vita rispetto ai nativi; per giunta le tocca esporsi alle ironie, ai sarcasmi, alle discrimazioni. Noi sorridiamo benevolmente e affettuosamente del loro comico miscoglio di lingue diverse e dialetti, ma la loro condizione rimane per sempre quella dell'immigrato, del diverso, del dissociato, nella melanconia della separatezza e della solitudine. La seconda generazione conquisterà lingua, identità e riconoscimento, la prima si spegnerà lentamente confortata soltanto, se va bene, da qualche gioia familiare.
Antonia, potrà sembrare che la modesta levatura culturale preservi questa gente dal rovello della loro instabilità sociale, io non ci credo, dove manca la cultura c'è comunque l'intuito e la sensibilità.
Sorridiamo pure, certo, non per deridere ma per dare un segno di umana comprensione.
Antonia Carollo | 18/05/2010 ore 20:21:26
Scusate i refusi e la mancanza di maiuscole. Tastiera da gettare
antonia | 18/05/2010 ore 18:23:52
Fermata del tram: arrivano un uomo ed una donna un po' sovrappeso. Si siedono vicino a me. lui domanda a lei "Ti piace stu prufumu?" con spiccato accento sicilano. Lei alza la testa verso l'alto,tipica espressione di diniego. Lui " E picchì?". Lei "Mah,....mi pari troppu forti, commu chiddi 'di frauen (frauen= donne)". Lui "ma quannu mai, chistu è mennilisc" (maennlich=maschile). Lei "no, chiddi mennilisch su' 'cchiù sauri" (sauer= aspro, acido). la conversazione continua sul tram. lei ad un certo punto fa " m'avissi 'a accattari 'na tascia (Tasche=borsa) nuova. Chista s'inni vieni stucchi stucchi (Stueck=pezzo)".
Splendido esempio di multiculturalità un po' confusa.
Mi è venuto in mente che una volta, all'aeroporto di lione, c'era uno sche strillava nel telefonino "no, no, già su' acchianati nell'avione...."
antonia | 18/05/2010 ore 18:22:14
Può darsi che mi sbaglio (se sbaglio mi "corriggerete" )ma si respira aria pesante nel forum.
Consiglio al padrone di casa di riposarsi un pò di più, magari facendosi sostituire dal collega Majoro.
P.S. Sulla recente censura, mi viene in mente che " chi Romp paga.."
Lello | 18/05/2010 ore 18:20:19
dA catania...
E’ sempre un buco nel cielo un’opera incompiuta: la carcassa della volontà. Per questo ieri a Catania il senatore Enzo Bianco ha denunciato -durante una conferenza stampa tenuta proprio all’ingresso del parcheggio sequestrato- lo stato di Piazza Europa e del parcheggio che non si doveva fare, non si è fatto, che c’è e non c’è.
«Diciamolo francamente, questa piazza è ridotta uno schifo. L’avevamo fatta diventare, nel 1999, una delle più belle di Catania. Un balcone naturale sul mare», questo dice Bianco, ed è proprio vero che Piazza Europa sia ridotta uno schifo come vero è che non sia stata una vera e propria piazza, né tantomeno il balcone sul mare.
Eppure l’uomo quando ci si mette riesce a superarsi, riesce a fare di una piazza una pizza, di un balconcino uno spazio nel vuoto.
Piazza Europa anche prima della violenza di un parcheggio seminterrato che si è rivelato non solo inutile ma ferita aperta (il cantiere è stato sequestrato per la modifica del progetto iniziale), non era una piazza ma un raccordo di auto. Della piazza, Catania come buona parte della penisola ha smarrito l’idea, la funzione sociale e geografica che deve avere in una città. E’ stato forse proprio questo cambiamento della funzione di piazza che ha spinto a scavarla per costruirci un parcheggio; fare del luogo di raccolta per uomini una raccolta di macchine. Oggi per chi la vede, Piazza Europa si presenta come un grosso buco al centro della terra, lo scavo di un reattore: un meteorite posatosi e spento come i progetti che cambiavano in corsa per poi fermarsi.
Prima l’idea di un parcheggio con 318 posti ritenuto poco redditizio quindi maggiorato e poi la conversione in parcheggio e spazio commerciale. Basterebbe la cronologia di questo progetto iniziato per un bisogno e mutatosi in altro -come un paziente che deve essere operato di appendice e che una volta dentro la sala operatoria viene operato anche alle tonsille- a spiegare la mancanza di programmazione italiana, l’assenza di un verso e l’individuazione dei problemi.
Eppure, il buon senso avrebbe potuto davvero fare di questa area il trampolino verso il mare, la bocca di una grossa arteria come Corso Italia, che apriva le braccia a volo d’uccello abbracciando il Golfo di Catania: metafora dell’accoglienza di una città non solo verso la tecnologia e il benessere ( questo era il senso dell’Etna Valley) ma pure verso quella parte di Mediterraneo che si affaccia ad Istanbul e mira al Sol Levante. Invece rimane ingolfata come un pezzo di cibo andato di traverso tra la sua Viale Africa – uno dei tratti con il maggiore tasso di smog in Italia- e appunto Piazza Europa che è la base di una città schiacciata. Schiacciata come il panino dell’ambulante che da anni la tiene aperta con quel camion al neon, con quel fumo e incrocio di salse e marmitte, guapperia e gel, caschi portati come una borsa dove tenere il telefonino e mai messi in testa.
Ma è vero che il sequestro fa male, perché toglie senza dare speranza; fa abituare alla lamiere ondulate, alla vita precaria, impigrisce l’occhio all’ostacolo insuperabile; una lente scura che limita la fantasia dei bambini che dal vetro dell’auto fanno fatica ad individuare una magnolia o un ciclista stanco.
E ancora di più non permette il cambiamento ma lo procrastina in un futuro che diventa utopia, rinforza lo scetticismo di chi si allontana sempre di più dalla politica.
I vestiti di chi aspetta il dissequestro sono sempre trasandati come quelli dei poveracci che in questa cisti trovano riparo dalla notte, che si accoccolano ascoltando un clacson che sa di carillon. Un bivacco di una piazza che assomiglia alla casa di Plutone.
carmelo caruso | 18/05/2010 ore 15:56:26 | @
@ RA: "non avresti potuto dirlo meglio" quello che ha detto Sofri o quello che ha detto La Russa? (ironico!)
Paola | 18/05/2010 ore 15:31:45
Aiuto, non oso immaginare che cosa ha pensato il Ministro della Difesa quando ha realizzato che forse non potrà andare a Madrid "causa" funerali di Stato...
Stefano | 18/05/2010 ore 13:55:10
Non avrei potuto dirlo meglio di così:
[LINK]
roberto alajmo | 18/05/2010 ore 13:11:56
@Roberto
No per carità.
Come direbbe il sig. Di Giovanni del 7° piano: " Ho disturbato? Perchè se ho disturbato è peccato.."
Lello | 18/05/2010 ore 12:56:44
Lello, per piacere, non ti ci mettere pure tu...
Ok: ma no, ma dài, ci sei mancato, non fare così, torna presto...
roberto alajmo | 18/05/2010 ore 12:49:02
@Tamara
Sei sempre la numero uno, senza offesa per nessuno!
Se non fosse così,mancherei a tutti, invece solo tu senti la mia mancanza...
Lello | 18/05/2010 ore 10:53:43
disprezzo? ma per favore! dò un grande bacio a ciascuna delle lettere che scrivi.
ma da tempi non sospetti. tu mi sottovaluti in affetto.
mila | 18/05/2010 ore 09:48:12
Mila, ognuno possiede un ideale foglio bianco e ci scrive sopra le storie che sa.
La tua è stupenda, ma perché deve per forza comprendere il disprezzo per quella che oggi mi è venuta da scrivere a me?
roberto alajmo | 18/05/2010 ore 09:45:07
Non hai il permesso di scusarti a nome mio. Almeno questo mi sia concesso. O è chiedere troppo?
Ciao
Romp | 18/05/2010 ore 09:40:41
scusate se non sono stato esplicito, i due link riferiscono della posizione del PD circa le morti italiane in Afganistan.
marco | 18/05/2010 ore 09:27:43
roberto: speriamo nei bimbi buoni.
lo dico senza retorica e con un sorriso sul viso. che fa pure una rima che sembra musica.
leggiti questa storia dei bimbi della de gasperi. ieri le mamme hanno indetto un'assemblea aperta invitando l'assessore all'istruzione. cammarata ha raddoppiato il contributo della mensa e molti bimbi invece di scnedere a mensa rimangono in classe col panino. e sai che accade? gli altri bimbi non ci vogliono andare a mensa, senza i compagni. e dunque: chiedono all'assessore "mangiamo di meno, pghiamo di meno, ma mangiamo insieme".
altro che calcio di totti. ma cu sinni futti di totti.
comunità: basta la parola.
:)
mila | 18/05/2010 ore 09:27:24
così come [LINK]
marco | 18/05/2010 ore 09:25:05
giusto per la precisione, poi ognuno può anche dissentire, però... [LINK]
marco | 18/05/2010 ore 09:24:37
...Ah, Romp: ho eliminato anche il tuo ultimo post, che dava del post di Angelo una lettura pesantemente insultante nei tuoi confronti.
Mi scuso a nome mio, a nome di Angelo e a nome tuo.
roberto alajmo | 18/05/2010 ore 09:13:18
A qualcuno è pervenuta una presa di posizione del Pd a proposito dei militari morti in Afganistan?
L'opposizione è stata ufficialmente appaltata a Calderoli?
roberto alajmo | 18/05/2010 ore 09:08:32
E' vero, il post di Angelo in un paio di passaggi era pensante, ed è stato rimosso solo ora.
Mi scuso per il ritardo.
Angelo, e tutti: le polemiche personali sbrigatevele in privato.
roberto alajmo | 18/05/2010 ore 09:06:33
Bentornato, Lello caro :-)
tamara | 17/05/2010 ore 22:05:15
Come al solito ti lasci accecare, Romp: la buonanima di Hot è stata ripetutamente censurata, di sicuro più di te.
Comunque sia: accetto di essere considerato prepotente.
Se non ti piace così, non sei tenuto a leggermi né a commentare.
roberto alajmo | 17/05/2010 ore 21:56:07
Personalmente io non censurerei mai proprio nulla e nessuno. Siamo tutti maggiorenni e vaccinati e chi vuole può anche lasciarsi andare a pietosi battibecchi o squallide considerazioni, senza lasciare qui altra traccia se non quella della propria miseria intellettuale. La metafora della cacca nel salotto del padrone di casa qui dentro non regge proprio, la puzza resta addosso a chi l'ha portata. Non è detto che si debba leggere proprio tutto, con un tocco del mouse si può scegliere di saltare a piè pari al post successivo.
federico | 17/05/2010 ore 21:42:04
Ho letto da qualche parte che in caso di catastrofi naturali sarebbero gli insetti a sopravvivere e nello specifico gli scarafaggi. Pare che si adattino anche a condizioni climatiche impensabili per la vita umana, sicché, a onor del vero, sono propensa a credere che anche i cani, in caso di crisi, potrebbero avere poche chance di sopravvivere. Rileggendo attentamente il Penultim'ora mi sono poi ricordata di quell'ode del Parini anticanina ma, soprattutto, di un passo del "Cavaliere e la morte di Sciascia" nel quale lo scrittore anticipa un po' lo scenario previsto dalla rivista citata condividendone e prevedendone le tesi.Solo che Sciascia fa, al solito, un salto di qualità nel segno della lucidità riappacificandosi coi cani attraverso la mediazione di Montaigne e del pudore di sè morti che contraddistingue questi animali, i quali, di solito, escono di scena in silenzio quando avvertono che è sopraggiunta la loro ora o hanno poco da abbaiare, senza disturbare ad oltranza.
A mio avviso il commento di Romp (io preferisco tra i due il Puglisi) potrebbe pure riapparire o essere riadattato in forme digeribili, se egli ritiene che sia un'occasione di dibattito per il forum, se, viceversa, si rivela una gratuita aggressività dalle motivazioni pretestuose e inutili abbiamo tutti la facoltà di ignorare. Meglio ignorare che perdere.
mari | 17/05/2010 ore 19:56:15
Alberto Majoro, Alberto Majoro...Deve essere un conoscente di Carlo Devisu e di Mino Mela.
Lello | 17/05/2010 ore 19:43:52
Non sono mica insinuazioni RA. Il post di Angelo non è "insinuante" e a suo modo offensivo? I post di Hot non erano aggressivi? Eppure chi li ha toccati? E' aggressività dire: rispetto la sofferenza, ma tu non farne un elemento di polemica, non abbassiamoci così? Tu hai usato due pesi e due misure, semplicemente perché è più facile additare me, visto che sono quello che si espone di più sul piano inclinato della sincerità personale, e degradare la mia chiarezza ad aggressività. Non si può nemmeno dire che uno - a parere di chi scrive - non scrive bene, accettando il giudizio reciproco? Io sono stato criticato qui per quello che scrivo nell'ambito della mia professione (la messa dei bambini uccisi dalla madre) e tu non hai battuto ciglio e hai fatto benissimo. Vuoi la verità? Tu lasci circolare liberamente qui il rancore travestito da ipocrisia quando è allusivo. Ma non consenti il pane al pane. E io non offendo. Ma te lo devo dire: ti comporti, alle volte, da perfetto prepotente. Altro che allusioni...
Romp | 17/05/2010 ore 19:31:55
Considero Internet, e, quindi, anche i blog, luogo di libertà. Entro i limiti che più volte abbiamo sottolineato, mi sento liberissimo di dire quel che penso. Non credo che qui ci siano problemi di censura. Farei un torto a chi ha creato il blog e ne porta la 'responsabilità', beninteso morale e di decenza.
Se siamo d'accordo su questo, possiamo mettere da parte qualsiasi malinteso e fare di questo blog uno spazio di libero confronto d'idee, utile a noi e a chi ci legge senza intervenire. E' ovvio che la discussione non può essere sempre seria e seriosa, sono graditi gli intervalli ludici, satirici, ironici, le battute e le battutacce, che sono sempre indici di intelligenza.
Vado bene, RA, o no?
Antonio Carollo | 17/05/2010 ore 19:07:41
Romp: posso io invece pensare che il tuo post era aggressivo nei confronti di un altro commentatore?
Libero tu di trarre tutte le conclusioni generalizzate che vuoi.
Ma qui ci sono delle regole, e io le faccio rispettare.
E anche queste allusioni, queste insinuazioni: le lascio perché tu possa rileggerle. Ti sembrano degne di te?
roberto alajmo | 17/05/2010 ore 18:48:51
Io avevo espresso un pensiero che non era né offensivo, né scorretto. E'stato censurato senza ragione e vorrei che quel commento fosse riproposto per capire cosa ne pensa il forum. Quell'azione di censura è tale e tale rimane. Io l'ho valutata tra me e me con molti aggettivi che non rendo pubblici. Posso dire di essere rimasto deluso. Tuttavia, ho avuto la prova di un mio vecchio assunto, quando si parla di internet più libera dei giornali si fa un torto ai quotidiani. In questo blog vige una "addolcita" dittatura del pensiero e del conformismo che rilascia le opportune sanzioni quando è il caso. Accade così ovunque, quando il padrone di casa non accetta idee diverse dalla sua, perché, alla fine, "il pallone è suo". Potremmo andare lontano e dire che la sinistra perde le elezioni perché nel senso laico non esiste se anche un blog di sinistra applica il principio dei dogmi e delle verità incontrovertibili del cattolicesimo. Forse accade perché siamo al cospetto di una divinità terrena. Ma mi fermo qua. Non voglio oltre abusare della gentilezza smaltata del padrone di casa e dei suoi invitati che molto spesso la pensano come me e me lo scrivono su Facebook e mi invitano a dibattere su Facebook abbandondando questo luogo. Qui non si espongono. Ci sarà un motivo? Forse sì. Qui l'unica preoccupazione è tenere a bada i venti minacciosi per la scriminatura dei capelli delle persone perbene. E non sarò io, così piccolo, a minacciare un'estetica tanto aurea e ponderosa.
Ps. Ad Angelo vorrei dire che non ho il piacere di conoscerlo. Se lui avrà il piacere di farsi conoscere, anche personalmente, sarò lieto di dargli tutte le risposte che cerca, con civiltà e cortesia.
Romp | 17/05/2010 ore 18:38:01
Giovedì 20, ore 21,30, al circolo Nzocchè di via Ximenes Filippo Luna accompagnato da Dario Sulis leggerà "Almanacco siciliano delle morti presunte".
Chi può, chi vuole, è invitato.
roberto alajmo | 17/05/2010 ore 17:12:18
@RA:
non è che ci diresti qualcosa a proposito di "Almanacco delle morti presunte"?
Giovedi 20...
Non essere timido.
Tanus | 17/05/2010 ore 16:46:14
Ho perso qualche puntata, causa un viaggio improvviso, non mi dite che R.Puglisi si è azzuffato anche qui?
Angelo | 17/05/2010 ore 16:26:57
@carmelo:
/ Per questo scrivo, forse per l'llusione di scriverci sul serio su un quotidiano.
Che sai scrivere bene lo hai dimostrato, Carmelo, e spero continuerai a scrivere altri pezzi, in questo forum :-)
“Ad maiora” per un futuro da giornalista, allora.
tamara | 17/05/2010 ore 16:21:15
@Romp:
torna a Surriente...
Tanus | 17/05/2010 ore 15:49:56
Ciao Mari.
Bentrovata.
Tanus | 17/05/2010 ore 15:49:03
@Tanus: no non sono io, grazie comunque per aver pensato a me...ma è vero che la conosco, alcuni post sono stati pensati in tandem. Con buona pace di Romp ella sa scrivere e sotto la direzione di Luperini ha pubblicato un libro di saggistica. Adesso è bene che pensi solo a se stessa, nel rispetto dell'anonimato che pretende, anche se sono sicura che leggere Carmelo in versione dialogante, e non del monologo, le avrebbe fatto parecchio piacere, ma riferirò.
@Roberto Puglisi: liquida Romp e ritorna nelle tue vesti migliori.La censura è sempre un problema soprattutto perché ad un certo punto si pone il dilemma: chi censura la censura?! Ma lascia perdere i colpi di teatro, il forum lo facciamo noi, di solito il padrone di casa assiste. Buona giornata.
mari | 17/05/2010 ore 15:39:23
Purtroppo ci sono pseudo giornalisti che si lasciano addestrare dai politici per fare i “cani da riporto” ;-)
tamara | 17/05/2010 ore 15:00:16
Proprio una bella storia, Daniela.
Vero Roberto, tanti personaggi della politica sembrano i cloni cattivi di qualcun altro. Speriamo che i cani capiscano l'inganno meglio di noi e se li mangino. Mi sa che preferiscono le polpette avvelenate, però.
yorick | 17/05/2010 ore 13:17:56 | @
Ad majoro?
maramaus | 17/05/2010 ore 13:15:49
@Fara: sei grande ! E bravo Majoro !
marina l'enigmista | 17/05/2010 ore 13:14:14
@Daniela:
Mari.
Tanus | 17/05/2010 ore 13:11:15
Carmelo,
finalmente.
Benvenuto come commentatore.
E da quale pulpito...
PS Si sto Majoro è proprio bravo. Dovremmo invitarlo qui.
Tanus | 17/05/2010 ore 13:10:27
Per me infatti, la crisi della carta stampata deriva in buona parte da questo. Non ci credo e ne ho prova, lo stile piace, una bella pagina culturale viene ancora divorata, un bel commento ci fa discutere così come una bella intervista. Io ci credo nella forza culturale dei giornali, sarò forse "vecchio". Non si può inseguire la velocita della televisione o di internet. Ma si può offrire l'approfondimento, la riflessione, il racconto, l'illustrazione. Per questo scrivo, forse per l'llusione di scriverci sul serio su un quotidiano.
carmelo caruso | 17/05/2010 ore 11:37:29 | @
Ah, Stefano...mi ricordi i bei tempi andati, quando il mio fidanzato motociclista mi aveva insegnato a sollevare le gambe, per evitare i morsi canini...
Daniela | 17/05/2010 ore 11:29:02
A proposito dei cani randagi che governeranno il mondo, io ogni giorno ne ho una simpatica anticipazione. Quando la sera torno in bici a casa mia, vicino alla stazione dei treni, è bello sentire le mascelle dei bastardini che stazionano da quelle parti schioccare a pochi centimetri dai miei polpacci...
Stefano | 17/05/2010 ore 11:08:34
E' una tesi che sostengo da anni, Carmelo: che cosa possono offrire i quotidiani se non la qualità, visto che la quantità dell'informazione arriva ormai da tv e internet?
Non è detto che sia un rimedio, ma di sicuro è meglio che sdraiarsi nella bara e aspettare la morte della carta stampata.
roberto alajmo | 17/05/2010 ore 11:06:42
Gli anagrammi, gli anagrammi!
fara | 17/05/2010 ore 11:06:42
Ma certo, chi poteva "non essere" alberto majoro se non...
In effetti m'interrogavo da tempo(circa un mese), ma dovevo capirlo prima. Comunque a parte majoro, questa è la conferma che un giornale che ha pezzi come quelli di "majoro" e di altri che mettono in moto la curiosità sono giornali che non passano inosservati. Per me il problema dei giornali è la qualità.
Un giornale fatto bene viene letto.
carmelo caruso | 17/05/2010 ore 10:46:13 | @
@Yorick, sperando che mi legga anche se in ritardo, ecco la storia del ritrovamento.
Dublino, luglio 2009. Sono da Hodges Figgis, una delle due grandi librerie che si guardano da un lato all'alltro della strada, in Dawson Street (L'altra è Waterstones). Sullo scaffale, alla lettera B, c'è qualche libro nuovo di critica letteraria sulla zia Elizabeth - Elizabeth Bowen, la scrittrice su cui ho lavorato per la mia tesi. Poi, un libro grosso, una sovracopertina con foglie di acero e un titolo che non può non attirarmi: Love's Civil War.
Lo prendo, il sottotitolo dice Letters and diaries from the love affair of a lifetime e capisco ancor prima di guardare meglio e di scoprire chi sono i protagonisti che si tratta dell'amore tra la zia Elizabeth e Charles Ritchie, diplomatico canadese. Amanti per una vita. Amore prima passionale, poi di cuore, di testa, di pancia e soprattutto di parole.
Lo compro(anche se costa un botto) e comincio a leggerlo subito. Per scoprire che quell'amore di parole assomiglia tanto ad uno che ho vissuto io e che i rimandi tra realtà e immaginazione, tra passato e presente, tra me e questa donna che è morta quando avevo solo un anno sono così tanti da farmi paura.
Questo - ancora una volta - mi convince del fatto che il caso è solo scoprire di avere già incontrato qualcuno, da qualche parte, nel nostro passato. E nel futuro.
Daniela intempestiva | 17/05/2010 ore 10:33:24
Scusate, sono stata fuori per il weekend, e peraltro in preda a fortissimi attacchi di allergia.
Visto che è stata così gentile, vorrei rispondere brevemente a Hot.
La scrittura sul web è strana: come tutte le scritture, è soggetta ad interpretazioni; poiché è veloce, rischia spesso di essere fraintesa.
Da quel che leggo nel tuo post, ti è successo due volte e mezzo. La prima quando ho fatto una battuta, la seconda quando ho parlato del mio modo di esprimere l'amore, la mezza quando ho parlato di cortile.
Se non ti spiace, entro nel merito solo della seconda: io non ho detto che ho difficoltà a dire ti amo. Ho detto, in qualche modo, che ne ho estremo rispetto e che - solo quando il momento è prezioso, solo quando sono sicura che le parole non si disperderanno nel vento - lo dico.
Le parole sono sassi, baci, carezze, pugni, vergogna, amore. Sono una chiacchierona che ama molto il silenzio e che sta in silenzio quando sta veramente bene, per esempio con una persona. E in quel silenzio le parole risuonano in me e diventano più preziose.
Ti ringrazio per quello che hai detto, sulla mia scrittura e su altro. E ti invito a uccidere "Hot" e a tornare qui come Carla, Paola, Simona, Martina. Perché di un personaggio puoi stancarti, ma di te stessa mai.
Daniela | 17/05/2010 ore 10:11:07
A proposito di penultim'ora:
non ditemi che Emilio Fido sopravviverà al suo padrone.
Tanus | 17/05/2010 ore 09:58:06
Che sia un nickname?
antonia | 17/05/2010 ore 09:28:49
Non lo so Carmelo. Di lui non si sa nulla.
roberto alajmo | 17/05/2010 ore 04:21:52
Certo, Roberto.
E' molto bravo Majoro. Ma è un giornalista di lungo corso?
carmelo caruso | 16/05/2010 ore 21:56:35 | @
e sabato prossimo.....
antonia | 16/05/2010 ore 21:54:35
Nel rispetto del fair play sportivo anche stavolta ho deciso di tenere un profilo basso.
Dico solo che stasera sono così contento che ho saltato la mia dose di Xanax.
roberto alajmo | 16/05/2010 ore 21:13:22
Ma avete visto che bravo questo Alberto Majoro che da qualche settimana scrive sulle pagine siciliane di Repubblica?
roberto alajmo | 16/05/2010 ore 20:24:06
Perchè sparate sul povero figlio di Bossi?
Incarna l' Italia di sempre: il figlio cretino che farà carriera grazie al padre.
E poi sta studiando per diventare un perfetto politico italiano: spara cazzate, è ignorante, è prepotente. Magari è già andato a trans ma ancora non ha intascato tangenti. Per quello c'è ancora tempo.
p.s. Roberto non censurare anche me, come vedi ormai scrivo pochissimo!!
Lello | 16/05/2010 ore 18:10:48
Non merito, è chiaro, le parole che Hot ha speso per me, troppo generose. Sono un miscuglio di difetti, forse (forse sì e forse no) con qualche sensibilità.
La giovinezza è un dono incredibile di cui da giovani non ci rendiamo conto; qualcosa può offuscarla, ma grandi sono le sue risorse specie in fatto di forza d'animo, di volontà e di magia.
""" La luce è così luce, il sole qui m'abbacina
coi chiusi occhi vedo la frenesia d'un bimbo
che corre su le zolle tra ombra sole ombra
d'ulivi arsi ed ebbri
Laggiù il mare assorbe l'incendio del meriggio,
com'era dio un giovane sull'oro della rena
nell'acqua delle vergini """
Antonio Carollo | 16/05/2010 ore 17:04:39
Beh, l'appellativo di "Il Trota" bisogna guadagnarselo....
antonia | 16/05/2010 ore 12:09:09
A Bossi jr. avevano detto che era il Motor Show.
yorick | 16/05/2010 ore 09:35:41 | @
Questa dei due fratelli che si contendono la leadership del partito laburista inglese è una vera perla di autolesionismo.
Strano che al Pd si siano fatti soffiare l'idea.
roberto alajmo | 16/05/2010 ore 08:19:44
Oggi ho visto Robin Hood. Il filo conduttore sta tutto in una frase che mi ha richiamato il penultim'ora di oggi: "Ribellarsi e ribellarsi ancora fin quando gli agnelli diventeranno leoni"
Mingo | 15/05/2010 ore 21:29:50
Al Salone del Libro di Torino è venuto pure il figlio di Bossi.
La sua prima domanda è stata: "E i libri quali sono?"
roberto alajmo | 15/05/2010 ore 19:52:24
Caro Roberto Alajmo, l'avere cancellato il mio ultimo post è un atto che ti qualifica alla perfezione. I miei migliori auguri per la tua splendida carriera.
Romp | 15/05/2010 ore 19:43:34
Un abbraccio hot, forte forte :-)
tamara | 15/05/2010 ore 18:23:58
@Antò Dio mio mi ha trascinato dentro una potenziale sceneggiata napolentana, mi hai commosso, non dovevi farmi questo, per principio penso che poche persone meritino le nostre lacrime..ma tu sei un esempio di come anche in un forum si annidino a livello embrionale le parti migliori di noi stessi: generosità, laicità, libertà di pensiero e accettazione dell'altro qualunque aspetto abbia e chiunque esso sia. Inoltre sei gentile e dolce qualità in un essere umano sempre meno presenti o soffocate, grazie. In ogni caso ti lascio in ottima compagnia, sei circondato da donne intelligenti e non da Alaimo's Angels come pregiudizialmente pensavo all'inizio...:Tamara ostinata e dalla schiena dritta, sister xoxo,la teutonica Antonia, La dolce Annalisa (dove 6?)..e tutte le altre che non nomino per evitare elenchi ma che stimo e che ascolto con piacere. Certo mi manca Fara sono sicura che se si liberasse dalla permalosità e facesse un bel corso di arti marziali sarebbe una woman very good...Antonio ti lascio in ottime mani...Ciao Tesoro.
Ps. accidenti a te e alla mail che non mi hai fornito..ma devo dirti addio mio malgrado.Ho 32 anni e ho seri problemi di salute.Ecco tutto. E dopo questa fragilità esposta ed esibita e senza pudore si prega, in quanto atto di affetto verso una persona che me ne ha mostrato altrettanto, di far calare su di essa il sipario e di non commentare, grazie.
@Tamara:[LINK]
hot | 15/05/2010 ore 18:02:09
Letizia Moratti mica si vergogna quando afferma: “La mafia a Milano (praticamente) non c’è.”
Quanto piacerebbe alla Moratti censurare certi servizi di Annozero che raccontano di fatti veri: è arrivata al punto di rimproverare Santoro per il servizio sulla mafia a Milano! Ma Santoro se ne frega e fa bene: non si lascia certo imbavagliare dalla Moratti, ma controbatte con la bellezza e la forza dell’arte dell’ironia... bravissimo!
Meno male che Michele c’è ;-)
[LINK]
tamara | 15/05/2010 ore 16:57:37
Cara Hot, mi permetti?
Ti trascrivo una parte di un componimento di uno dei maggiori poeti israeliani, Natan Zach, che tu conoscerai:
"""Il mio sarto è sfavorevole agli addii.
Per questo, ha detto, non partirà mai più, non vuole
separarsi dall'unica sua figlia. Assolutamente è
sfavorevole agli addii.
Una volta ha detto addio a sua moglie
e non l'ha più rivista (Auschwitz). Disse addio
alle sue tre sorelle e anche loro
non le rivide mai più (Buchenwald). Una volta
disse addio a sua madre (il padre è morto
in età veneranda). Adesso è
sfavorevole agli addii."""
PS
Scusa se evoco eventi così funesti, non me ne vorrai, dato che la circostanza attuale è del tutto diversa; però la mia storia è piena di addii, per questo anch'io sono sfavorevole agli addii.
Antonio Carollo | 15/05/2010 ore 16:12:50
Tempo fa, quando mi ci sono imbattuto, di questo blog mi ha colpito la vivacità sì, ma anche il livello e la cordialità, delle conversazioni. Il padrone di casa più volte, sorprendendomi piacevolmente, ha invitato i partecipanti a degli incontri reali, al di fuori del Web, con relative bicchierate. Avrei desiderato d'essere presente, ma la distanza (la Sicilia è veramente lontana, i toscani ne parlano come di una terra fascinosa ed esotica) me lo ha impedito. Ho letto poi i resoconti soddisfatti e divertenti.
Ecco, io penso che le condizioni per mantenere quella bella atmosfera ci siano tutte. Siamo (escluso me), cioè siete, tra persone intelligenti, acculturate, affermate, in buona fede, sensibili verso i problemi della civica convivenza, discretamente impegnate nell'impari lotta per un civile cambiamento. Cosa che mi conforta non poco e mi fa sentire meno solo in questo mondo che ci tiene al di sotto della linea di galleggiamento della normalità. Non ci sono motivi di rivalità, gelosie, invidie, risentimenti, animosità, antipatie. Zero maleducazioni, oscenità, offese, insulti, che per me in questo blog sono impensabili.
Capisco che entrare in una nuova community richiede un momento di ambientamento. Chissà quante gaffe ho fatto e quanti sorrisi di compatimento mi sarò beccato io nei primi tempi. Però con la disponibilità di tutti è possibile raggiungere un equilibrio e dare il giusto tono ai commenti, non dimenticando un ingrediente indispensabile: il rispetto per le persone e i loro discorsi.
PS
Ho fatto una predica?
Non me n'ero accorto. Ci sono tante vocazioni che spesso rimagono nel sottofondo, però quella del predicatore prima o poi viene fuori.
Antonio Carollo | 15/05/2010 ore 15:14:46
Caro Alajmo Lei ha ragione e in effetti poteva censurarmi perché ho esagerato estendendomi troppo in lunghezza e in larghezza sul suo divano, approfitto perciò dell’ulteriore occasione che mi viene data per scusarmi con Daniela per averle riversato una illazione impropria (quella della censura). Infine La ringrazio della Sua ospitalità, della Sua tolleranza,ché me ne stavo andando senza salutare il padrone di casa che tante opportunità mi ha dato per esibirmi e a cui il mio ego deve molto...xoxoxo... Le auguro una lunga carriera di luminosi successi; io le prometto che la seguirò con discreta costanza ma da lontano con lo stesso criterio con cui osservo i quadri, i quali si apprezzano a distanza dando uno sguardo d'insieme al tutto.
extrhot | 15/05/2010 ore 15:06:02
Si dimentica in fretta, anche troppo ed essere cittadini di una Palermo spenta ed in balia dell'indifferenza amministrativa, genera "vergogna" perchè questa apatia si è trasferita tra la gente. E chi da fuori ci osserva, lo nota subito. Ed allora accostare Palermo alla mafia diventa un gioco facile facile, come quando il turista "smarrito" gira tra le strade di Corleone alla ricerca dei luoghi di "padrina" memoria...
Mario Midulla | 15/05/2010 ore 14:56:41 | @
Vorrei precisare che chi pratica la censura in questo sito sono solo io.
Toni aggressivi, personalmente polemici, e ultimamente anche illazioni gratuite sono poco graditi.
Grazie
roberto alajmo | 15/05/2010 ore 13:26:00
The End:Di te mi piace come scrivi e quando rimbrotto pubblicamente Carmelo è perché lo vorrei meno vittima di vecchi sistemi. La scrittura internauta risponde ad altri criteri , è in atto una vera rivoluzione del linguaggio che deve essere chiaro, limpido, poco incline al narcisismo se vuole diffondersi tra strati differenti di pubblico, dove spesso si registra un analfabetismo di ritorno. Anni fa mi dedicai ad un magnifico racconto della Woolf The Lady in the Mirror, che è tra le cose più perfette a cui io mi sia dedicata, oltre al The Jolly Corner di H.James, ad un certo punto questa donna si guarda allo specchio rivelando al lettore tutto il vuoto che la “contiene”. Ecco credo che tutti noi siamo pieni di vuoti e dobbiamo faticare parecchio per riempirli. La scrittura aiuta,la memoria anche, ma a forza di accendere lumini finisce che qualcuno di essi poi ad un certo momento ci sfugge e finiamo per tradirlo prima per noia poi per vera dimenticanza. Un’ultima cosa vorrei dirti,perché mi è sfuggita. Mi ha lasciato perplessa il fatto che non hai il coraggio di dire sempre “ti amo”, che lo scrivi o lo dici solo in momenti storici. Ma noi siamo in ogni momento storia che passa, perciò da donna a donna mi piacerebbe che tu non avessi pudori e paure di fronte all’irrazionale per eccellenza, perché che cos’è l’amore se non la possibilità che ho di essere fragile, di togliermi le maschere e sapere di essere accolta e non giudicata? Dimmi: conosci definizione migliore di questo sentimento?Non perdere tempo. Adesso un caro saluto ma sul serio in quanto “Hot” non ha più senso di esistere perché mi ha scocciato.
hot | 15/05/2010 ore 11:14:13
1.2 Io non sono maestra di niente e infatti ho sempre cercato di sfatare nei miei post le adorazioni nei confronti di chicchessia ( Antonia ricorderà come ho massacrato Sever..scusami Antonia…ma era un’operazione di principio…)perché ritengo che ciascuno di noi ha una sua originalità, certo può apprendere un metodo, sappiamo tutti quanto conta l’imitazione in pedagogia, ma alla fine ciascuno di noi deve percorrere la sua strada senza adorare idoli dai piedi di argilla. Possiamo essere maestri per noi stessi , fare una catena degli “ho imparato” “ho scelto di credere in questo” “ho sbagliato” e forse qualcuno ci stimerà, ci apprezzerà ,magari ci imiterà, ma alla fin fine farà di testa sua, come è giusto che sia. Gli abbagli sono pericolosi. Ma andiamo a te e a me, a noi due. Io credo che tu sia stata offensiva, e molto. Mentre eravamo impegnati in una discussione seria di discariche, di tumori, di differenziata tu te ne vieni 24 h ore prima con un inciso che senti puzza, il cattivo odore che precede l’arrivo della peste almeno storicamente... Poi ti riprendi ma il sassolino lo hai lanciato. Infine il cortile, se c’è una cosa che mi irrita è quando si rimbeccano due donne, lo trovo un estremo favore che si fa ai maschi. Facci caso rileggiti i post e vedrai come cambiano di tono, scivolando in permalosità e in ripicche, i dialoghi tra femmine e quelli tra maschi e femmine. Potevi esprimerti in tanti modi, potevi pure censurarmi ( lo hai fatto tante volte ) e invece no, hai fatto la madame scocciata perché tu sei, a mio avviso, copadrona del forum, come sei una persona sensibile, si vede dai post che passi nel “Chi legge” la cui selezione ha un solo criterio: l’empatia eccessiva. I racconti devono fortemente emotivi. Io non userei solo questo criterio, perché bisogna dar voce anche ai diabetici ai disillusi ai realisti ai cinici ai disincantati, ma sono affari tuoi.
hot | 15/05/2010 ore 11:13:08
ECCO IL LINK
[LINK]
mirella | 15/05/2010 ore 00:25:36
Vorrei invitarvi o semplicemente farvi conoscere questa iniziativa che si svolgerà il 30 maggio prossimo venturo. Se vi va di conoscere questi borghi meravigliosi, leggete e sarete i benvenuti se decidete di partecipare.
C:\Documents and Settings\Mirella\Documenti\Downloads\12052010petralia (1).mht
mirella | 15/05/2010 ore 00:22:15
Daniela, ci racconti del ritrovamento?
yorick | 14/05/2010 ore 22:19:53 | @
@daniela
magari invece di ascoltare sempre conviene iniziare a parlare una buona volta...
federico | 14/05/2010 ore 20:19:09
Io la cantavo spesso storpiandola in "Fiumi di scarola". Ma io faccio la caricatura a tutte le canzoni...
maramaus | 14/05/2010 ore 20:17:07
Federico, credo che ci sia un concorso di motivi. Quello che dici tu è sicuramente vero. Basta vedere le assembleea sindacali a scuola (e la scuola è un covo di gente di sinistra, si sa): vuote.
Però se ci fosse anche qualcuno che non fa addormentare, quando lo si ascolta? Non sarebbe meglio?
Daniela | 14/05/2010 ore 18:38:51
Romp, bellissima.
Yorick, anche una Woolf inedita. Nel mio piccolo, quest'estate ho trovato un inedito dell'autrice su cui ho fatto la tesi, che si chiamava Elizabeth Bowen. Sono lettere - molto belle - all'uomo che ha amato per tutta la vita...
Daniela | 14/05/2010 ore 18:37:03
Terribile è l'amore di chi legge
e non vorrebbe smettere di leggere
nemmeno tra le ossa
di chi scrisse
(Valerio Magrelli)
Romp | 14/05/2010 ore 18:10:23
Il mio regno per uno Shakespeare inedito. Mi sa che è più facile che i Jalisse scrivano un'altra canzone.
yorick | 14/05/2010 ore 17:59:34 | @
Ti voglio torturare, Tanus, facendotela riascoltare: è scontata anche la melodia!
E il fatto che il testo della canzone non sia affatto lungo, non migliora certo la situazione ;-)
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tamara | 14/05/2010 ore 17:17:02
Che è lo stesso...
;-)
Tanus | 14/05/2010 ore 17:06:31
Tanus, ma "Fiumi di parole" non è sparita dalla circolazione, si trova in YouTube. Gli Jalisse con quella canzone parteciparono anche a Eurovision, nel 1997.
Il testo mica è lungo, è solo molto insulso e banale.
tamara | 14/05/2010 ore 17:01:11
e visto che qualcuno ha nominato Sciascia, anche questo non è malaccio....
[LINK]
federico | 14/05/2010 ore 16:53:48
Ho sentito dire spesso che nel nostro paese la sinistra non vince perché non ha un leader credibile da contrapporre ad uno ogni giorno più incredibile, io penso piuttosto che la sinistra non vinca perché noi, donne e uomini di sinistra, non siamo credibili e nascondiamo la nostra poca voglia di partecipare attivamente alla politica della nostra città e dell'intero paese dietro vere o presunte mancanze di leadership. I veri fantasmi, amici miei, siamo noi.
federico | 14/05/2010 ore 16:47:59
I Jalis, o giù di lì, non ricordo esattamente come si chiamassero, si presentarono a Sanremo con una canzone:
Fiumi di parole.
Il risultato fu la loro immediata sparizione, perchè nessuno li ascoltava più.
Tristemente, anche eventuali belle parole e concetti importanti, si persero nel fiume degli altri suoni.
La bellezza della musica si perse in mezzo al frastuono che feriva le orecchie.
Tanus | 14/05/2010 ore 16:45:14
"Posso permettermi di farle una domanda?...Poi gliene farò altre, di altra natura...Nei componimenti d'italiano lei mi assegnava sempre un tre, perché copiavo. Ma una volta mi ha dato un cinque: perché?".
"Perché aveva copiato da un autore più intelligente".
Il magistrato scoppiò a ridere. "L'italiano: ero piuttosto debole in italiano. Ma, come vede, non è poi stato un gran guaio: sono qui, procuratore della Repubblica...".
"L'italiano non è l'italiano: è il ragionare" disse il professore. "Con meno italiano, lei sarebbe forse ancora più in alto".
(Leonardo Sciascia)
[LINK]
tamara | 14/05/2010 ore 16:43:14
Una cosa che mi piacerebbe vedere su questo forum? Che non ci fosse sempre qualcuno che travisa quello che scrivono gli altri e poi spara.
Ognuno scrive come vuole, certo. Però certi post riesco a leggerli solo a metà, dopo diventano indigesti.
Ma naturalmente questa è SOLO la MIA opinione. Qui a scuola insegnano a mio figlio a scrivere in modo conciso e chiaro. Grazie a Dio
antonia | 14/05/2010 ore 15:59:18
Al contrario di quello che accade nella maggior parte degli altri Stati, nel governo svizzero non esiste né un primo ministro né un presidente stabile. In Svizzera non esiste un ruolo paragonabile a quello di un primo ministro o di un capo di Stato. La carica di presidente della Confederazione è ricoperta a turno dai membri del governo. Il mandato presidenziale dura un anno. Non comporta competenze e poteri particolari.
Per dirla in parole semplici: il Consiglio Federale Svizzero è un governo privo di capi.
tamara | 14/05/2010 ore 15:42:09
/ Io continuo a pensare che sia possibile e preferibile una politica di tanti a una politica di pochi o, ancor peggio, a una politica di uno solo.
La penso come te, Federico.
Qui un ritratto amaro sugli italiani da parte di Mario Monicelli, che fa ben riflettere:
[LINK]
tamara | 14/05/2010 ore 15:41:27
Cara Franca, il 2 non sarò a casa mia, ma posso metterla appena torno.
Hai ragione, ieri sera mi sono commossa quando la squadra ha cantato l'inno del Sudafrica - lo stesso inno, finalmente, del pubblico nero.
Sicuramente, però, i miei vicini penseranno che mi sono portata avanti con il lavoro, visto che i Mondiali cominceranno tra poco! ;)
Daniela | 14/05/2010 ore 15:19:16
Nel film INVICTUS,Mandela ha cercato, tramite lo sport, di a far riaffiorare l’orgoglio nazionale e lo spirito di unità del paese.A questo proposito il 10 maggio avevo lanciato una proposta e volevo sapere cosa ne pensate,ma solo Roberto mi ha risposto aderendo.Eravate così impegnati in alre discussioni che forse non avete fatto caso al mio messaggio.Ve lo ripropongo:VIVA L'ITALIA TUTTA INTERA(sono siciliana e vivo in Piemonte)
MI SONO STUFATA DI TANTE PAROLE|
HO PENSATO CHE NON CI VOGLIONO DIBATTITI PER CONVINCERE GLI "SCETTICI" A CELEBRARE IL PROSSIMO ANNO L'UNITA' D'ITALIA, BASTA UN SEMPLICE GESTO:ESPORRE IL TRICOLORE.
IL 2 GIUGNO,FESTA DELLA REPUBBLICA, SUI I BALCONI E LE FINESTRE DELLE NOSTRE CASE ESPONIAMO LA BANDIERA E LASCIAMOLA LI PER TUTTO L'ANNO.
TESTIMONIAMO COSI’ CHE CI SENTIAMO UNITI E ITALIANI.
GLI INTELLIGENTI CAPIRANNO,GLI ALTRI PENSERANNO CHE GIOCA LA NAZIONALE.
CHE NE PENSATE?IO LO FARO'
SE SIETE D'ACCORDO INVITATE I VOSTRI AMICI A FARE LO STESSO.
SALUTI FRANCA
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franca | 14/05/2010 ore 14:44:47
Federico,concordo,non intendevo fare un'affermazione,tanto che la frase si chiudeva con un punto interrogativo e faceva riferimento al film(o pellicola?).Certo il sistema democratico basato su una partecipazione consapevole e reale è anche il mio ideale.Occorre poi sceglire chi ci rappresenta nelle istituzioni con consapevolezza,come fare?Legge elettorale,concentrazione di poteri,televisione,giornali,crisi dei partiti,poteri occulti,ecc,ecc,....Qhesto potrebbe far nascere la "malapianta"come diceva Platone,il capo forte.Ma noi Speriaomo di trovare dei rappresentanti degni di questo nome e che rispettano il mandato conferitegli con il voto(mandato che non può essere ritirato,anche se disatteso). Ciao
franca | 14/05/2010 ore 14:08:29
Penso che nella parola "leader" ci sia più che nella parola "capo". Leader è più guida che capo. Tu dici, Federico, che possiamo avere una politica senza "guide"?
E' possibile?
Daniela | 14/05/2010 ore 13:49:18
@franca
Secondo me sarebbe una buona cosa se cominciassimo ad usare le parole della nostra bellissima lingua: e dunque un "leader" sarebbe un "capo". Davvero oggi è impensabile una politica senza capi? Io continuo a pensare che sia possibile e preferibile una politica di tanti a una politica di pochi o, ancor peggio, a una politica di uno solo.
federico | 14/05/2010 ore 13:35:52
@Antonio: a me non sei sembrato supponente, ho solo cercato di spiegare il mio punto di vista. Ti ho risposto proprio perché ho apprezzato il tuo contributo.
@Franca: mi piacerebbe proprio che fosse così...stamattina ho visto qualche immagine del trailer con i miei alunni, abbiamo letto la poesia insieme. Se riuscissimo tutti ad essere signori del nostro destino e capitani della nostra anima, sarebbe bellissimo.
Daniela | 14/05/2010 ore 13:20:39
Più che una democrazia matura, un'arroganza acerba.
lìaritmetica siamo noi | 14/05/2010 ore 13:00:52
P.S.: Daniela, mettiamo in chiaro una cosa: non è che uno scrive in questo forum sperando di essere scelto da da te per la sezione di „Chi legge, chi scrive”. Uno scrive in un forum perché ha qualcosa che vuole dire. Non insegnare agli altri come si devono esprimere e in quale stile. Grazie.
tamara | 14/05/2010 ore 12:58:14
Se col mio ultimo commento ho dato a qualche lettore l'impressione di una certa mia supponenza ne chiedo scusa soprattutto a Daniela cui lo scritto era rivolto. Comunque le mie parole sono lì, è sacrosanto che chi legge le giudichi secondo la propria sensibilità e serenità d'animo. Aggiungo che neanche per un attimo mi ha sfiorato l'idea di essere superiore all'autrice di quel rimbrotto ad Hot ( la questione del cortile). Ma io sono il diretto presunto colpevole accusato di supponenza, quindi non obbiettivo.
Antonio Carollo | 14/05/2010 ore 12:13:24
Daniela, non dare consigli a noi del forum... sappiamo sbagliare da soli ;-)
tamara | 14/05/2010 ore 12:13:06
si,io ho visto INVICTUS.E' piaciuto anche a me.E se anche noi siciliani facessimo il miracolo di vincere anche se siamo "sfavoriti"?
Avremmo bisogno di un leader che ci dia la carica e l'esempio .........ci sarà?
franca | 14/05/2010 ore 10:59:32
Chissà che penserebbe Sciascia a proposito di questa impasse amministrativa:
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Tanus | 14/05/2010 ore 09:21:29
Ieri sera sono stata a vedere Invictus. A me è piaciuto assai. Qualcuno di voi lo ha visto?
Daniela | 14/05/2010 ore 09:01:08
Più che leggere è diventato arduo ascoltare. Hotite?
l'aritmetica siamo noi | 14/05/2010 ore 08:15:40
Daniela, i fatti sono testardi. Lo diceva Lenin. Un comunista (brrrr)
Romp | 14/05/2010 ore 02:16:58
Avevo messo un commentino così grazioso sulla Penultim'ora di Roberto, poi arriva Romp e stempera i toni.
Finiamola tutti e andiamo a dormire, che è meglio. Boccaccia mia statti zitta, diceva Provolino.
Daniela | 14/05/2010 ore 02:11:43
Antonio, io ci andrei cauto nel dire che Carmelo è l'allievo di Hot (che, vedrete, tornerà). Per me, per esempio, è il suo maestro. E credo che nemmeno tu possa arrogarti il diritto di valutare la scrittura di Carmelo con la supponenza che hai appena mostrato.
Romp | 14/05/2010 ore 01:55:02
Sulla penultim'ora:
@Roberto: mi hai rubato quella sui temi delle medie...anche io non ho letto quelli del mio scrittore vivente preferito (Teresa, non te la prendere :)
Daniela | 14/05/2010 ore 01:19:12
Faccio un'eccezione alla mia stessa regola...
@Hot: mi spieghi, se è possibile, quale può essere il "risultato" che volevi ottenere e in parte hai raggiunto? Io frequento questo forum da 5 anni e lo faccio per il piacere di confrontarmi con le persone che scrivono qui. Lo farei volentieri anche con te, se tu non entrassi nel personale, facendo riferimento a gioventù, sensibilità, narcisismo e altre caratteristiche della personalità di persone che non conosci.
Ho assistito in queste settimane ad attacchi nei confronti di Giuseppe, Antonia, Fara, Romp, Antonio, Teresa, Mingo, te (non dimentico nessuno?) che non mi sono piaciuti affatto. Romp testimone, quando i suoi toni si sono fatti troppo accesi, gliel'ho detto in privato. Non sono intervenuta nelle singole questioni, soprattutto qui, perché mi sembrava - e mi sembra anche in questo momento - di alimentare discussioni che si avvitano su se stesse.
Non amo gli pseudonimi - vero Tanus? ;) - da sempre: non ne ho mai fatto mistero. Lungi questo dall'essere un giudizio su di te come persona, anche perché di te non so niente. A stento ho capito che sei donna.
Io non ho facoltà di escludere nessuno dal forum, perché non è casa mia.
Posso dire la mia, e l'ho detta. E, per quanto tu l'abbia sentita come esclusivamente rivolta a te, ti assicuro che esprimeva un disagio per un tono conflittuale che non mi appartiene.
Daniela | 14/05/2010 ore 01:15:50
Anche il mio post era lungo...:)
Daniela | 14/05/2010 ore 00:40:02
@Antonio e a tutti gli altri: non mi pare di aver fatto nomi, nel mio post. Non è il mio stile. Qualcuno se l'è sentita. Va bene. Ma io parlavo di un tono generale, che mi annoia. E ad una mancanza di rispetto per l'opinione altrui che è fastidiosa. Io non sono la vice-padrona di casa, ci mancherebbe. Ma seleziono dei brani per una sezione e, quando mi fu dato questo compito, si concordò con il padrone di casa sul fatto che i pezzi non dovessero essere troppo lunghi. Del resto, non è una cosa che mi sono inventata io - o Roberto - che i post più lunghi risultino più "faticosi" da leggere. Opinione - la mia, quella di Roberto - personale, ma siccome io seleziono i brani e devo farlo andandomi a leggere tutto quello che voi andate scrivendo, ho sempre il timore - che anche per mancanza di tempo o concentrazione - possa sfuggirmi qualcosa che invece valeva la pena di salvare. Punto. Ora, mi spieghi tu perché mai devo leggere risposte in cui quasi vengo presa per scema? O la difesa della difesa della difesa del post di questo o quello? (a proposito, non difendere il povero Carmelo con Arbasino: Arbasino sarà Arbasino, ma non si può leggere :D)
E' noioso pure quando ci spertichiamo in lodi per Roberto e lui, infatti, dopo tre post ci rimprovera.
E il suggerimento di Tanus mi piace assai: se proprio dobbiamo entrare molto nello specifico, usiamo la mail.
Ce ne fosse uno, me compresa, che oggi ha commentato la penultim'ora di Roberto! :)
Daniela | 14/05/2010 ore 00:37:14
Ma cara Hot,siamo in un forum e nessuno deve andare via semmai venire, e sempre di più.Io sono ben felice d'ascoltarti, di leggere le tue critiche, i tuoi appunti. E' giusto così, deve essere così. (e poi questo è un messaggio solo per noi, ancora la cena vale per te come per gli altri amici di questo forum)
carmelo caruso | 13/05/2010 ore 23:16:04 | @
@Tanus: sorvolare su un quasi-insulto preparato già dal cattivo odore che sentiva la copadrona di casa ieri sera
(prolessi), sotto la cui sensibile mannaia sono caduta spesse volte,per appuntarti solo su una considerazione giustissima per carità e condivisibile mi ha fatto capire che sul serio è arrivato il momento di andar via,tanto quel che volevo in parte credo di averlo ottenuto quel che non sono riuscita a raggiungere lo lascio a chi si accontenta.Senza rancore.
@Antonio: grazie.. quando dici tu la mail, baci a chi( a coloro) lo sa (sanno), mi permetto un' ultima citazione gesualdina..
@Mingo: se non altro almeno noi due ci siamo rincontrati, grazie.
hot | 13/05/2010 ore 22:23:35
Non me ne volere Antonio, ma le lezioni potrebbe anche dargliele in privato.
Via mail si intende.
Se poi vogliono incontrarsi, non saremo noi ad impedirlo.
Tanus | 13/05/2010 ore 21:47:36
Daniela, va bene, hai detto la tua sul commento di Hot, sei liberissima di farlo, tra l'altro sei la vice padrona di casa, ci mancherebbe.
Spero di non essere considerato come quello che dà la botta o la risposta e poi rimane vigile aspettando la controbotta o la controrisposta, per restituire pan per focaccia.
Ma mi dici che ci trovi di così irritante e da cortile nella lettura critica fatta da Hot dell'articolo di Carmelo?
E' un po' forte, te lo concedo, ma la cruda franchezza è la cifra del rapporto che si è instaurato tra loro due, da una parte la maestra (non elementare) con la sua esperienza e la sua cultura, ben digerita da quel che leggo, con qualche punta di durezza, dall'altra l'allievo esordiente, che mi pare accetti di buon grado il tono e i consigli che gli vengono impartiti, tanto è vero che almeno di un millesimo è migliorato.
Dove sta il cortile?
La vista e l'udito possono anche tradirmi ma non al punto da farmi scambiare un salotto per un curtigghiu: questo vale per me, naturalmente, fatta salva la legittimità del tuo giudizio.
Antonio Carollo | 13/05/2010 ore 21:16:37
Hot, non ci crederai, ma sono d'accordo con te, infatti neanche io condivido il mio post nel quale non mi riconosco.Ma neanche provo alcun piacere onanistico a distruggere e del resto non mi sento "accusato" in tal senso.
mingo | 13/05/2010 ore 20:56:15
@Carmelo: tu non devi scusarti con me. A volte dimentico quanto tu sia giovane, che hai bisogno di essere riconosciuto e accreditato. Sono sicura che non te ne accorgi, perso come sei nel gioco di parole, nelle asssonanze, nelle citazioni che si sono sedimentate a vivo nella memoria. Hai avuto due sfortune: nascere in un'isola che ritiene ancora la scrittura un talento e, per aver letto troppi libri, essere trattato come una scimmietta da esibire ma da relegare nell'angolo, quello dei preziosi che fanno arredamento chic. Trovare intrecci faceva parte di un mio ex lavoro-passione e infatti ho smesso da tempo perché presa da altro,ma leggendoti a volte me ne viene voglia e a volte mi scocci in quanto pasticci non mi sei di certo ostico.
hot | 13/05/2010 ore 20:38:02
@Carmelo
Non accorciare o tagliare i tuoi scritti: non affaticano affatto la lettura, si leggono benissimo così. Un pezzo lo si giudica in base al suo contenuto e stile, non certo per la sua lunghezza. Bentornato!
tamara | 13/05/2010 ore 19:47:19
@Antonio: je t'aime merci, sei riuscito a stemperare, vanificandola, l'insinuazione di essere percepita come potenziale gallina da una donna di cui tutti ammiriamo la sensibilità ché se l'avesse fatta un maschio me ne sarei allegramente fregata..
hot | 13/05/2010 ore 19:46:10
Le olive e il torchio. Mi viene in mente il dolore. E' banale, lo so. Mi viene in mente che la felicità unisce i segni di interpunzione come nel gioco della Settimana Enigmistica, quando devi tracciare una linea di matita tra un puntino e l'altro. Il dolore è invece traspirazione. Il sangue dell'oliva è il prezzo che si paga per il raccolto. A me, generalmente, viene più difficile accettare la felicità. Il dolore lo conosco, come molti altri - immagino - qui. Ho la sua carta geografica nel taschino sul cuore. E non la dimentico mai. Ecco perchè la gioia purissima dei nuovi mondi mi pare spesso un inganno, una finzione esibita, una recita scolastica. La mia felicità è il respiro tra una caduta massi e l'altra. Una fessura d'aria tra le rocce. Dal dolore ho imparato la responsabilità. Della felicità, forse, ho avuto troppo poco per scriverci un libro o almeno un sms. Chissà se altri qui condividono queste rughe. E ho imparato che il torchio non lo scegliamo noi. Al massimo possiamo sceglire se piangere, fingere una risata o rimanere dignitosamente impassibili.
Romp | 13/05/2010 ore 19:45:34
La cosa che più mi piace di hot: è che riesce a trovare intrecci che io stesso quando scrivo utilizzo senza accorgermene. Comunque mi scuso con hot e con tutti coloro a cui può apparire ostico il mio post.
carmelo caruso | 13/05/2010 ore 19:39:36 | @
A proposito di citazioni credo che Carmelo abbia buoni maestri, ad esempio lo scrittore che io considero il Principe dei citazionisti, Alberto Arbasino; scusate se è poco.
Da un articolo su "La Repubblica" dal titolo
“Mahler a passo di marcia”, ho trovato queste citazioni:
Roland Barthes, Umberto Eco, Italo Calvino, Cesare Segre, - con S/Z, Opera aperta, Se una notte d’inverno, Intrecci di voci;
Gioacchino Rossini, Nino Besozzi, Memo Benassi, Beethoven , Il Barbiere di Siviglia,
Giuseppe Ungaretti, M’illumino d’immenso, Franca Valeri, la Quinta di Beethoven;
Andrea Emo, grande e arguto filosofo, in Piazza San Pietro, Reggia di Versailles, Louvre, Prigioni incompiuti di Michelangelo;
(Fin qui: citazioni facenti parte di “…Pensierini leggeri e vaganti forse inevitabili durante le eccellenti esecuzioni di due illustri Seste Sinfonie- di Bruckner e di Mahler- con i Wiener Philarmoniker e Christoph Eschembach a San Paolo, e con Antonio Pappano a Santa Cecilia);
Senso di Visconti, Sergiu Celibidache quando diresse la Settima di Bruckner allo Schauspielhaus di Berlino, Benefizkonsert del presidente von Weizsacher, Grande Messa di Bruckner diretta da Celibidache nell’Abbazia di Sankt Florian, l’Austria di Thomas Bernhard, Giuseppe Giusti, Freud;
Federico Fellini, Adorno, Franz Kafka, Robert Walser;
Eduard Hanslick, Quarta Sinfonia di Bruckner, i minimalisti;
Frammentismo decadente: Secession. Notte trasfigurata, L’interpretazione dei sogni, Gli ultimi giorni dell’umanità, Wiener Werkstatte, Klimt, Schiele, Kokoschka, Schonberg, Zemlinsky, Schreker, Rilke, Hofmannsthal, Schnitzler, Debussy, Boulez con la New York Phiarmoic;
Mitropoulos e Bernstein, Morte a Venezia di Visconti, Bach, Georg Solti con la Chicago Symphony. L’esercito marciava per aggiunger la frontiera;
Roberto Longhi , “Finis Austriae”, il Burgtheater, il Rathaus, il Ministero della Guerra e l’Università di Vienna, il Palazzo di Giustizia di Roma, Francesco Giuseppe, Josef Hoffmann, J. M. Olbrich, Kolo Moser, Max Reinhardt, Armando Diaz, Musil, Giovane Torless, lo Strauss dell’Elektra, lo Schoenberg di Erwartung;
Hitler, Otto Wagner, La donna senz’ombra di Hofmannsthal e Strauss, Hadolf Loos, “Tema di Eva Braun, Segantini, Cancelleria del Terzo Reich, Leni Riefensthal, Giovanna d’Arco al rogo di Honegger e Claudel;
Baudelaire, Rimbaud, Valéry,Debussy, Ravel, Satie, Salvator Rosa, Aragon di Les Lilas et les Roses, La Rose et le Résédas, il Maggio Francese, il Ventiquattro Maggio italiano;
Bill Viola, cartoons post –Disney, Comédi Francaise, De Gaulle.
Antonio Carollo | 13/05/2010 ore 19:35:07
cara hot, il mio nome a tua madre puoi farlo tranquillamente. perchè se non lo sai e forse non riuscirai ad immaginarlo, io davvero ho fatto la campagna delle olive (ma non è troppo presto per pensarci?) e poi guarda che faccio il semce operaio in un mulino. Insomma niente di tutte queste astruserie. Ma comunque, mi fa piacere ritrovarvi, dopo un periodo in cui sono stato lontano.
carmelo caruso | 13/05/2010 ore 19:16:48 | @
Antonia, non ci umiliare: ogni sera i vigili potrebbero multare metà dei negozi di Palermo che buttano i cartoni in mezzo alla strada in via Maqueda o via Ruggero Settimo. Anche lì c'è scritto il nome...e bello grosso!
Daniela | 13/05/2010 ore 19:14:21
Caro federico, io sono stata multata ad Asti e ben 16 anni fa per non avere messo correttamente della carta nell'apposito contenitore: su una busta c'era il nome e così....
antonia | 13/05/2010 ore 19:11:02
@Federico: certo! :)
@Forum intero: posso dire che mi annoiano a morte le botte e risposte, il taglio e cucito, la disamina di quello che scrive Tizio o Caio - sia dal punto di vista contenutistico che stilistico? Faccio una gran fatica, ultimamente, a stare dietro a tutto questo. Speravo che il fenomeno - nelle sue diverse forme - si esaurisse da solo. Ma così non è.
Quindi mi trovo costretta a dire che, ultimamente, spesso, questo - più che un forum - mi pare un po' cortile.
Daniela | 13/05/2010 ore 18:51:32
@Carmelo:νόστος, Pellico, Leopardi,Manzoni, Napoleone,Calvino, non ti pare una frantumaglia eccessiva attraverso cui lambiccarti di narcisismo? Tutta questa meravigliosa esibizione, anzi sciorinamento, cosa ha aggiunto alla comprensione di tua affezionata lettrice? Niente. Mia madre già mesi prima comincia a stressarci per cercare operai in vista della raccolta delle olive..continua in questo modo e le farò il tuo nome..Un'immersione nella faticosa e concreta materia non ti farebbe poi male, in alternativa esci nel week end, porta la fanciulla al mare, mangiati le patatine fritte, non ti fare venire un attacco di appendicite e, soprattutto, scarica il cellulare e non caricarlo alla pupa come omaggio similfloreale.. che poi ti viene la gastrite non appena litighi con lei..Ps: avevo letto giorni fa su livesicilia un tuo articolo sui palleggiamenti veramente decente, pulito, con pochi pavoneggiamenti, e ora mi sforni questo polpettone? ehilà..svegliamoci, non sogniamo frequentando troppo l'indicibile e l'immenso!Certo potrei ignorarti ma sarebbe un'occasione persa...per me, s'intende.
hot | 13/05/2010 ore 18:40:24
...da che mondo è mondo i presenti sono sempre esclusi...
federico | 13/05/2010 ore 18:29:56
Federico, io la differenziata continuo a farla, per essere chiari. E cerco di non sprecare... Io ho la coscienza pulita. O almeno ci provo.
Daniela | 13/05/2010 ore 18:09:09
Mi butto nell'ennesimo tentativo di semplificazione. Va bene il cassonetto strapieno, va bene il Comune che non funziona, va bene che non so che fine fa la differenziata, ecc. ecc., ma che non diventi un alibi per venir meno a quelle responsabilità che ogni cittadino civile deve assumersi nei confronti della società. Esempio: da circa un mese nella zona alta del viale Lazio a Palermo è stata avviata la raccolta differenziata porta a porta, che è ovviamente una fatica in più per i residenti - casomai qualcuno l'avesse dimenticato la civiltà ha i suoi vantaggi, ma da che mondo è mondo costa fatica - bene, praticamente ogni giorno attorno alle campane del vetro troverete un bel mucchietto di sacchetti dei "dissidenti" che, da bravi siculi, si oppongono decisamente a questa iniziativa che ritengono faticosa e bislacca. A chi daremo la responsabilità? Senza dubbio in un contesto più civile quei "dissidenti" verrebbero multati se non addirittura arrestati - vi garantisco che in Germania e in Inghilterra avviene anche questo - ma intanto non giochiamo con le parole non indicando anzitutto la loro personale responsabilità e non dimentichiamo soprattutto che "gli altri" siamo noi stessi quando abbiamo adottato quegli stessi comportamenti.
federico | 13/05/2010 ore 18:04:48
In Chi legge chi scrive ho pubblicato il bel pezzo di Paola, di qualche giorno fa. Se ve lo siete perso, questa è l'occasione giusta per leggerlo.
Daniela | 13/05/2010 ore 18:01:27
PS Capisco che a volte sia difficile sintetizzare, ma ho già più volte detto - e credo che molti la pensino come me - che i post chilometrici risultino difficili da leggere. A volte - e in molti avete/abbiamo adottato questo escamotage - meglio i post "a puntate" piuttosto che un solo post monolitico. Magari facilitate il compito anche a me, che li devo leggere per pubblicarli in Chi legge, chi scrive. Grazie
Daniela ps | 13/05/2010 ore 17:27:55
"Nel gergo informatico italiano, il verbo quotare, in contrasto col senso generale del verbo in lingua italiana ("attribuire una quota"), viene impiegato come italianizzazione del verbo inglese "to quote" che significa letteralmente "citare", "mettere fra virgolette". Nata su Usenet ed ora largamente utilizzata nei forum, questa tecnica si usa per rispondere ad un utente riportando una parte del messaggio da lui pubblicato.
Nell'uso corrente italiano questo verbo viene usato anche con il significato di "essere d'accordo" con l'opinione di qualcuno, anche fuori dal contesto informatico,nonostante ciò non abbia alcun nesso con il significato originale del termine inglese da cui deriva."
Ora, io a volte parlo mezzo in inglese e mezzo in italiano - questo è vero. Mi capita spesso che mi sfugga la parola in italiano e che mi venga prima in mente quella inglese, è vero. Deformazione professionale e culturale.
Ma siccome questo è un forum e usiamo il linguaggio dell'informatica, si può "quotare" nel senso che ho usato io.
Mi scuso piuttosto della forma improbabile, dei refusi e delle mancate concordanze dovuti alla fretta con cui ho scritto il messaggio, tra una corsa e l'altra.
Daniela | 13/05/2010 ore 17:27:32
In pochi luoghi il telefono ha un senso come negli ospedali tra l’attesa della degenza e l’emergenza dell’entrata.
Sarà per questo che gli infermieri dell’ospedale Garibaldi di Catania – scoperti dalla polizia postale usare indebitamente il telefono del nosocomio per ricaricare il proprio telefono- si sono macchiati di un reato che è si, peculato, ma pure sogno interrotto, birillo davanti all’ambulanza, sciopero dei ponti.
Gli infermieri tra una medicina e l’altra prendevano la cornetta per far ascoltare al proprio telefono i lamenti del vecchio infastidito e sofferente, l’anatomia del medico che s’aggira tra i reparti; tenevano occupata la linea per far mangiar il proprio telefonino di scatti, ostruivano un’arteria con i grassi del consumo e della frode che non ha rispetto nè per i malati, nè per i morti, la zona bianca della vita, l’albume che incolla senza dividere.
Perché pochi luoghi riescono a far uscire il meglio di noi (e il peggio), pochi simboli accomunano come la bandiera e si ritraggono dalla polemica, dal tutto è uguale.
L’ospedale è uno di questi come i cimiteri, perché del cimitero è la rete: quella che fa riemergere lasciando passare l’acqua salata che è poi lo sputo del paziente. Ed è uno dei lavori più difficili quello dell’infermiere così come il cameriere; mestieri dove il servire diventa il soddisfacimento dell’altro, il benessere e la pancia gonfia di un piacere riconquistato: quello del cibo e della salute, l’entropia dell’uomo.
Il telefono è quello di Calvino metafora di ciò che non si è nella realtà ma che si vorrebbe essere, è distanza e nostalgia del ritorno, è il nostòs e la lingua dell’aedo che arriva li dove i caratteri mobili e la stampa non arrivano, è distanza come il cinema è bisogno più del pane per l’amato, più della pillola antiritmica per chi soffre di panico, la carezza virtuale dell’uomo solo.
Non pensandoci e sottraendo trilli all’ospedale che è un po come togliere consegne ad un impresa, gli infermieri non curavano l’infermo bensì fermavano chi è fermo dalla malattia, facendo del soggiorno un’isola senza battelli, l’ultimo pezzo dell’atlantico per l’esiliato: la Sant’Elena dei soldati semplici.
Non c’è malato che si rispetti senza la possibilità della cura, non c’è errore più grande senza la rieducazione o l’illusione di un nuovo ricominciamento, un mare di possibilità per chi non sa nuotare ma che vive nell’attesa della traversata. Per i malati, il telefono è come il quotidiano, quel moschetto che tiene sospeso l’alpinista in aria, l’editoriale della propria esistenza , il senso della visita che è tale se qualcuno ci ricorda che sapore hanno le spezie di casa, gli screzi con la moglie e le litigate sul lavoro.
Infatti non esiste infinito o la siepe senza carta e penna, e notti stellate senza pennelli: strumenti per spartire e dividere per aprire le inferriate delle nostre prigioni.
Tenere le linee occupate proprio lì dove le parole si centellinano a monosillabi dove la lingua può correre disperata come un’ auto non è un reato amministrativo ma terrorismo dell’area. Usare minuti per non dire nulla portando via la parola all’abbecedario del malato è come un cielo di sinonimi, troppa luce per chi cerca un’unica stella.
Carmelo Caruso
carmelo caruso | 13/05/2010 ore 16:16:44 | @
Thanks sister, you're a wonderful mind..kisses..Ma intanto continua a informare a documentare a dimostrare per tutti, a dedicarti in altre parole alla scrittura di servizio...
hot | 13/05/2010 ore 14:36:36
@Circus Quando Alajmo parla di circo mi schiude sempre infinite possibilità interpretative, io al solito scelgo la strada allegorica cosicché attribuisco al clown il ruolo della Sicilia e all’intervistatore il medium pregiudiziale. Di conseguenza la prima parte del sillogismo è questa: tutti i clown sono tristi. Frediani il grande è clown .Frediani è triste; mentre la seconda trasposta recita: La Sicilia affonda nella spazzatura. Chi vi risiede la tratta come spazzatura. La Sicilia è spazzatura. Personalmente però io nei panni dell’intervistatore avrei risposto così: se io le rompo i coglioni vuol dire che le presto attenzione e prestandogli attenzione la qualifico come il grande. Un perfetto sillogismo di parità.
@Mingo, scusami, ma aver dimenticato il nome in qualche modo significava criticare l’atteggiamento non la persona…Sono convinta che tu abbia una storia di tutto rispetto e non dimentico certo che hai riportato la nostra attenzione anche a considerare i problemi ambientali a livello globale, a sprovincializzarci. Ma quel tuo post posso persino capirlo ma non lo condivido né lo giustifico e continuo a ritenerlo sbagliato, scorretto prima ancora nei confronti di te stesso e di ciò in cui hai “scelto” di credere. Ricordo bene il contesto del tuo post ma rimango della mia idea. Vedi, Mingo, a volte ho l’impressione che ci sia una specie di godimento onanistico a distruggere, a sminuire, a scoraggiare, un piacere solitario, figlio del cinismo che a sua volta è parente di primo grado di ogni aspettativa delusa, oppure si preferisce delegare ogni cosa agli altri come pilati o arroccarsi sul fatto che qui non cambierà mai nulla. A me sembrano scoramenti che passano a livello epidermico persino nei giovani, castrandoli o invogliandoli a restare affacciati alla finestra e ad aspettare la distruzione. Dove vivo io abbiamo avuto problemi ma adesso un minimo si sta cambiando, grazie ad una corretta divulgazione e all’impegno di molti, perché è vero che io vivo in una campagna idilliaca ma è anche vero che i casi di tumori negli ultimi anni hanno avuto un’impennata preoccupante…E poi se non passa l’idea che differenziare sia conveniente anche per le nostre tasche, oltre che per l’ambiente , sarà sempre una strada difficile da percorrere. Possiamo fare gli schifiltosi e non immergerci nel letame ma è da lì che nascono i fiori ed è dal marcio, da quel che si decompone, dal rancido che traiamo conferma della nostra esistenza, certi di non aver solo passeggiato per un po’ di anni quaggiù aspettando felici e immemori che dopo di noi ci sarà solo il diluvio perché altri ci sopravviveranno e sopraggiungeranno per sostituirci.
hot | 13/05/2010 ore 14:34:09
@hot
Ti lascio la mia mail: se hai voglia di scrivermi, io ti leggerò e ti risponderò volentieri... sorella :-)
tamara | 13/05/2010 ore 14:32:49 | @
/In attesa di approdare nel migliore dei mondi possibili, vorrei capire cosa fare del mio sacchetto di spazzatura indifferenziata. A Palermo. Oggi.
“In attesa di approdare nel migliore dei mondi possibili, vorrei capire come mi devo comporatre con la mafia che c’è. A Palermo. In Sicilia. Oggi.”
Non scrivi la seconda frase, Roberto, perché una coscienza antimafiosa ce l’hai ben radicata dentro. Infatti, non hai rinunciato a lottare con tutte le tue forze contro la mafia, e soprattutto non stai lì a lamentarti e piangerti addosso. Anzi. Anche se sai bene come vanno le cose in Sicilia e nel mondo, hai deciso di continuare a batterti contro la mafia. Ti batti a modo tuo: con i tuoi scritti denunci, informi, partecipi ad incontri, nelle scuole, pronunci i tuoi "preferirei di no". Bene, se vuoi puoi fare esattamente lo stesso per quanto riguarda il tema spazzatura: informa i siciliani - che sono bombardati dalla disinformazione - di quanto siano inutili e dannosi gli inceneritori e spiega com’è importante avere un sistema di differenziata che funzioni a Palermo e in Sicilia. È inutile che continui a ripetere la stessa domandina: “E del mio sacchetto che ne faccio?” Perché finché non ci sarà la differenziata, il problema dell’immondizia ce l’avrete sempre di più a Palermo, e in tutta l'isola. Spiega che con la costruzione di inceneritori, non c’è nessuna certezza che l’immondizia nelle strade di Palermo scomparirà. L’unica certezza è che l’immondizia ve la ritroverete in forma di diossina nell’aria che respirate. Quindi, la scelta sta a te, Roberto: o decidi di batterti per una differenziata che funzioni nella tua città, al pari di come ti batti contro la mafia (che sull’immondizia poi ci lucra) e in più cerchi di ridurre ulteriormente il tuo impatto ambientale inquinando tu stesso il meno possibile, o te ne resti nell’angolo col sacchetto in mano domandando ai passanti: “Scusate, ma questo sacchetto dell’immondizia dove lo lascio?”
tamara | 13/05/2010 ore 14:24:06
Io quoto i rapinatori dei fondi Fas che l'hanno fatta franca ed ora si ergono a fustigatori degli sprechi altrui in sanità.
"Enbe', il Fas non c'è più, si arrangi chi può".
Questo il refrain del serio ma sotto sotto soddisfatto ministro Matteoli, refrain foderato da una melodia forse del grande Polvani (non si poteva far di meno visto l'alto picco che la politica ha conquistato).
PS
Io sono all'antica, seguo il dizionario, quotare significa stabilire in quale ordine debba essere collocato un oggetto.
In questo caso stabilite voi qual è il posto di questi personaggi e dell'evento.
Antonio Carollo | 13/05/2010 ore 14:21:03
Ah, dimenticavo: a Roma i bordi delle strade di periferia che attraversano quelle magnifiche campagne sono pieni di contenitori in eternit, vecchie cucine, vecchi frigoriferi e materassi.Desolante
antonia | 13/05/2010 ore 13:37:02
Qui a Monaco molta gente non possiede l'auto perchè puoi arrivare ovunque con i mezzi pubblici: è più rilassante e meno caro. Gli alimenti BIO si trovano ovunque ed a prezzi non molto superiori. Biciclette ovunque, anche in affitto. Fin da piccoli sono educati a non sprecare e a non sporcare. Spot in tv sensibilizzano sul valore delle risorse, insegnano a non sprecarle.
antonia | 13/05/2010 ore 13:31:17
Non so quanto vi possa consolare, ma la mancanza di cultura sulla raccolta differenziata non è un fenomeno solo meridionale. Nella Capitale è un disastro. Già i cassonetti dei rifiuti normali sono tutti scassati, obliqui, rigorosamente senza coperchio in modo che i sacchetti possano essere gettati senza uscire dall'auto o scendere dalla moto, ma siccome i romani non giocano nella NBA.....
Una cosa che mi faceva andare in bestia era il fatto che c'erano i contenitori per la raccolta differenziata, ma spesso ci trovavi dntro dei rifiuti comuni, oppure la carta nel contenitore della plastica, la plastica nella campana del vetro... Insomma, sembrava quasi un gioco: riuscire a mettere ogni cosa nel posto sbagliato. E' un problema di diseducazione ma anche di senso di "vivere alla giornata" tipicamente italiano. Nessuna pianificazione per il futuro.
D'altra parte, Report la settimana scorsa parlava proprio della differenza di pianificazione urbana fra l'Italia ed alcuni Paesi fra cui la Francia e la Germania. In questi ultimi si pianifica con anni di anticipo la possibile espansione urbana, il Comune acquista i terreni enon si costruiscono abitazioni se prima non ci sono tutte le infrastrutture necessarie.
antonia | 13/05/2010 ore 13:27:30
Quoto: presente indicativo del verbo quotare. Da capo a piedi, sono un italiano medio
Giuseppe | 13/05/2010 ore 11:28:38
Quoto in pieno Giuseppe. Ieri pomeriggio ho aperto l'armadietto sotto il lavabo e mi sono cadute addosso, carte, cartoni, bottiglie di plastica. la tentazione è stata fortissima. Qualche tempo fa ho svuotato il portabagagli (vicino casa di mia madre, ché dove abitiamo Giuseppe ed io non c'è più dove differenziare), ma la campane erano strapiene.
Daniela | 13/05/2010 ore 11:00:49
C'erano una volta, nel mio quartiere, tre simil-campane. Non suonavano, nè le ore laiche nè le ore liturgiche. Una era gialla con scritto "plastica", un'altra marrone con scritto "vetro" e l'ultima bianca con scritto "plastica". Si riempivano e si svuotavano, con una certa regolarità. Poi, come le casette dei tre porcellini, prima ne sparì una, poi un'altra e infine l'ultima.
Oggi ho a casa sacchetti con la carta, sacchetti con il vetro, sacchetti con la plastica.
Ogni tanto li faccio uscire, li metto nel portabagagli, gli faccio vedere i loro simili in giro per la città, e infine li rassicuro che non li abbandonerò mai così, senza un destino preciso e materialmente determinato. E li riporto a casa.
Poi, però, una volta al mese, più o meno, mi rompo gli zebedei e li butto dove capita.
Il pesce fete dalla testa, si dice: e la testa si chiama comune di Palermo
Giuseppe | 13/05/2010 ore 09:41:01
"come quel tizio, memorabile ambientalista doc, di cui non ricordo il nome che postò in questo forum che in un paese straniero non avrebbe mai buttato cartacce a terra ma in Sicilia lo aveva fatto?Battiamogli le unghie o le nocche..prego."
Quel tizio ero io. E siccome conosco la mia storia il tuo sfottò di "ambientalista doc" non me lo permetto. Hai un ottima memoria ma non hai capito il paradosso ed hai omesso il contesto (il penultim'ora di Roberto Alajmo che raccontava di aver gettato anche lui una carta per terra) in cui si dicono e si scrivono certe cose.Un battuta politicamente scorretta. Se riesci a fare un "piccolo" salto di qualità allora sarai grande.
Mingo | 13/05/2010 ore 07:35:38
@Antonio
mannaggia stasera mi girava un pizzico di ottimismo e speravo con quello di andare a nanna, mi hai conciato per le feste...
federico | 12/05/2010 ore 23:45:25
Hot, beata te, forse perché te ne stai in una campagna meravigliosa, non sei immersa nel mare di frustrazione di una Palermo invasa permanentemente da montagnole di rifiuti, per te fiorisce ancora la pianticella della speranza. Tecnicamente differenziare i rifiuti è un'operazione semplice, quello che è complicato è il mondo in cui essa devrebbe sgolgersi; vi regnano, lo sappiamo, ignoranza, indifferenza, assenza di senso civico, affarismi, clientelismi, ladronerie, consorterie, avidità, ricerche ossessive di consenso, eccetera. Tu credi che la tua buona volontà, la mia, e di pochi altri, possano farci qualcosa?
La cultura (o incultura) imperante nel Meridione è una barriera quasi insuperabile.
Forse stasera mi gira col pessimismo, ma è obbiettivamente difficile trovare degli appigli a cui attaccarsi.
Da qualche tempo, data l'imminenza delle elezioni comunali, vado evidenziando ai paesani che mi leggono, in modo concreto, le opere e i servizi da realizzare per far uscire il mio paese, Trabia, da quella sacca di frustrazione e di disoccupazione in cui è stato gettato da un quarantennio di corse alle speculazioni edilizie a scapito di una fiorente agricoltura e delle bellezze naturali e paesaggistiche; ebbene i due candidati a sindaco hanno presentato programmi in perfetto politichese infarciti di luoghi comuni e di retorica. Che speranza di rinascita potrà avere Trabia?
Viareggio non sarà la città ideale, però ogni giorno ci sono tre quotidiani diffusissimi, "La Nazione", "Il Tirreno", "Il Nuovo Corriere della Versilia", tre emittenti televisive, "Reteversilia", "Canale 39", "Noi TV" e due o tre emittenti radiofoniche, oltre ad una miriade di blog, che martellano con decine di pagine e di servizi gli amministratori comunali facendogli le bucce per ogni minimo disservizio. Questo è controllo sociale, al mio paese sanno che significano queste parole?
Ma lasciamo da parte il pessimismo, domattina vorrei continuare a scrivere per il mio paese.
Antonio Carollo | 12/05/2010 ore 23:36:02
Ecchecavolo, Federico...e io che pensavo di dare un senso a tutto quel cattivo odore :D
Daniela | 12/05/2010 ore 23:18:54
purtroppo la gatta non essendo un erbivoro produce un pessimo concime...
federico | 12/05/2010 ore 23:12:18
Qualcuno vuole concimare il proprio giardino con le deiezioni delle mie gatte?
Sarebbe un modo di differenziare anche quello...(scusate il babbio, ma proprio non riesco ad inserirmi in altro modo nelle conversazioni così accese e verbose).
Daniela | 12/05/2010 ore 22:26:07
@ Approvo e sottoscrivo quanto ha detto il qualcuno, perché se spezziamo gli anelli della complementarietà di certo restiamo corresponsabili.
@Antonio: scusami, tesoro mio, se ci ritorno ma Tamara, che già ho riconosciuto come sorella fin da quando ha postato il link sulla merda, per due giorni ha illustrato, spiegato linkato, dimostrato, non possiamo solo liquidarla come maestrina perfettina e svizzerotta, non credi? Dobbiamo ascoltarla e vedere quali prospettive si possono schiudere anche in Sicilia, attaccandoci a qualche anello migliore...E poi tu a Viareggio che fai con l'immondizia?
hot | 12/05/2010 ore 20:44:26
Per continuare il discorso, visto che qualcuno l'ha nominata, può servire ricordare che il principio che regge la società civile è la complementarietà. Tu cittadino puoi farti carico delle tue responsabilità, che sono quelle di differenziare, mettere nei contenitori appositi, evitare di acquistare prodotti confezionati in maniera esagerata e impropria, ma non puoi certamente farti carico di responsabilità istituzionali che non ti appartengono. Quelle puoi solo denunciarle e pubblicizzarle e, naturalmente, quando viene il momento di scegliere chi dovrà assumersi quelle responsabilità istituzionali, evitare di dare il voto al solito "amico", preferendo chi dà maggiori garanzie di poterle e volerle sostenere. Quando anche un solo anello di quella complementarietà si spezza - e di anelli in Italia se ne sono spezzati ben più di uno - il risultato è il disastro e a poco serve chiedersi cosa ne farò del mio sacchetto di immondizia.
federico | 12/05/2010 ore 20:23:39
Antonio non essere rassegnato, se lo statu quo è comodo moriremo affogati nella spazzatura. Alcuni suggerimenti di Tamara mi sembrano fattibili e applicabili anche nel peggiore dei mondi possibili e poi..bisognerà pure ricordare ai siciliani e agli italioti che al polso hanno spesso orologi svizzeri e che i rifiuti costitiscono un problema globale ed è meglio imparare da altri che raffazzonare alla peggio. Anch'io faccio il compost ma non si può delegare ogni cosa alla solerzia del singolo; dalle mie parti per un paio d'anni ci si era abituati alla raccolta differenziata, in seguito, poiché le tasse sulla spazzatura non diminuivano ma aumentavano a beneficio di una società nullafacente andata in deficit, in molti sono ritornati alle vecchie abitudini, al punto zero da cui non ci si schioda, solo negli ultimi tempi qualche timido tentativo ecologista si sta riaffacciando all'orizzonte dopo varie insistenze. In quanto al sacchetto di Alajmo, Federico potrebbe evitare di dare suggerimenti incendiari o inceneritori, mentre a mio avviso lo scrittore potrebbe:1.Portarselo a spasso per negozi o per parlamenti;2.Inchiestarne il contenuto e romanzarlo( in fondo non sono il cibo e lo scarto mezzi per creare potenziali incucciamenti?)3.Divulgarne il contenuto in modo da invogliare l'immaginario di qualche fedelissimo/a o in alternativa permettere a Carmelo di liricizzarlo in puro stile montaliano.4 Attivarsi in qualche modo, insistere, coinvolgendo altri sacchetti, perché il differenziato è atto di civiltà e avere fame di risposte, non solo di domande, è un medium per farsi se non altro sentire. Esiste o non esiste anche qui la cosiddetta società civile? O siamo solo disfattisti o sado-masochisti come quel tizio, memorabile ambientalista doc, di cui non ricordo il nome che postò in questo forum che in un paese straniero non avrebbe mai buttato cartacce a terra ma in Sicilia lo aveva fatto?Battiamogli le unghie o le nocche..prego.
hot | 12/05/2010 ore 19:46:02
@roberto alaimo
Brucialo!
federico | 12/05/2010 ore 18:35:28
Sottoscrivo in pieno quanto ha scritto Antonio. In attesa di approdare nel migliore dei mondi possibili, vorrei capire cosa fare del mio sacchetto di spazzatura indifferenziata. A Palermo. Oggi.
roberto alajmo | 12/05/2010 ore 18:33:59
Tamara, ho l'impressione che tu sia una svizzera svizzera e non una siciliana svizzera (però bisogna riconoscere che anche i siciliani una volta fuori non sono da meno dei nordisti, consoliamoci). Il tuo è un trattatello perfetto (l'ho copiato e me lo sono incollato) ma più pefetta (se si può dire) sei tu. Mi consenti una battuta amichevole? Sei come un orologio svizzero, perciò anni luce da un siciliano o da un campano. Ti figuri Napoli se tutte le donne di casa facessero come te? Sarebbe un'altra città; addio camorra, quanti miliardi perderebbe?, e tutti i suoi dipendenti che fine farebbero? Un cespite come quello dei rifiuti come potrebbe essere sostituito? Troppi gli interrogativi, col pericolo del riaccendersi delle guerre di camorra. Sarà meglio che continuiamo a gettare i sacchetti dalla finestra, come abbiamo fatto sempre, penseranno le massaie napoletane. Vuoi o non vuoi, vai a vedere che ci tocca pure ammirare la saggezza di queste donne? Tanto Mr B è a un tiro di schioppo, in caso di tilt.
Tamara, purtroppo il mondo non è perfetto, è maledettamente complicato. A scuola mi hanno insegnato una cosa, qual è il lavoro più difficile del mondo? Risposta, che il professore si dava da sè, dopo il prolungato e smarrito silenzio di noi studenti: trattare con e dirigere altri uomini (e donne).
L'educazione alla civiltà è un immane compito che nessuno è disposto a sobbarcarsi, lo statu quo è così comodo!
Antonio Carollo | 12/05/2010 ore 18:00:10
Tamara nel suo post ha sottolineato un principio basilare, e mai sufficientemente ribadito, che sta scritto nell'articolo uno della prima direttiva europea sul trattamento dei rifiuti che recita: "I rifiuti appartengono a chi li produce". Sembra una sciocchezza o un'ovvietà, ma occorre che lo ricordiamo sempre, anche quando il nostro bravo sacchetto varca la fatidica soglia della nostra casa.
federico | 12/05/2010 ore 17:00:52
Ribadisco l’inutilità degli inceneritori e sono contenta che Federico abbia spiegato, con parole sue, l’importanza del prevenire e riciclare. A conferma che la cosa funziona porto la mia esperienza diretta: in questi ultimi anni sono riuscita a produrre sempre meno spazzatura e proprio perché ho imparato a gestire in maniera più efficiente il mio impatto sull’ambiente.
Dove abito raccolgono la spazzatura una volta la settimana e quella che lascio la devo pagare (trovo giusto che se inquino pago, e sarebbe anche ora che le ditte che producono imballaggi inutili e non riciclabili pagassero pure). Io fino a qualche anno fa lasciavo il mio sacchetto di 35L davanti alla buca da lettere solo ogni 3 settimane. E già non era male. Ma negli ultimi anni riesco addirittura a lasciare il sacchetto SOLO una volta al mese(e tengo a precisare che vivo in una grande casa e non da sola). Cosa ci va a finire nel mio sacchetto? Plastica. Se in Svizzera si potesse riciclare pure la plastica, nel mio sacchetto dell’immondizia non ci sarebbe neppure quella. Praticamente sarei arrivata a rifiuti zero. E perché la plastica - a parte le bottiglie PET - non viene riciclata in Svizzera? Ho chiesto informazioni agli uffici competenti: prima mi hanno raccontato la balla che la plastica non si poteva riciclare, poi messi alle strette me l’hanno detto: “Ci serve per gli inceneritori”. In Svizzera si è arrivati al punto di importare i rifiuti da altri paesi per continuare a far funzionare gli inceneritori: evidentemente noi cittadini svizzeri - chi più chi meno - abbiamo imparato “troppo” bene a differenziare la spazzatura ;-)
Ma tornando alla mia di spazzatura… come riesco a fare in modo che alla fine ci rimanga solo plastica da buttare? Semplicissimo: applico alla lettera l’arte delle 3 R.: ridurre, riciclare e raccolta differenziata. Faccio un esempio: quando un oggetto o un elettrodomestico si rompe, se è ancora possibile, lo faccio riparare, anche quando mi costerebbe meno comprarne uno nuovo. Perché far riparare un oggetto per riutilizzarlo non solo dà lavoro, ma è pure un rifiuto in meno. E se un oggetto non si può più riparare, allora comincio a smontarlo. Le viti, i bulloni, il legno ecc. li separo: (mio padre mi ha tramandato la passione del “fai da te”) e il materiale smontato poi lo riciclo per creare nuovo oggetti, o per ripararne altri. Poi c’è il mio orto, rigorosamente biologico. Recupero lo scarto umido per ricavarne prezioso compost: sono arrivata al punto - siccome ho anche un giardino con diverse piante e alberi da frutto - di non comprare più terra per concimare, e neppure per seminare, perché me la produco da sola. Carta e cartone, metalli, vetro separto nei tre colori, alluminio, stracci… tutto va a finire nei contenitori della raccolta differenziata. Faccio la spesa con un carrello che si collega alla bicicletta e non uso sporte di plastica, ma mi porto da casa le mie di cotone che lavo e riuso periodicamente fino a che non si rompono del tutto; ogni volta che è possibile scelgo prodotti che non hanno imballaggi; mi prendo il tempo di cercare oggetti con materiali il più possibile naturali e riciclabili, quando la scelta del prodotto lo permette (per esempio, un coltello per la cucina lo compro col manico di legno e non di plastica, meglio se lo trovo in legno FSC).
Ecco. Alla fine l’unica cosa che mi rimane da scartare è la plastica, perché non viene riciclata in Svizzera. E tutto per colpa del business degli inceneritori.
tamara | 12/05/2010 ore 16:05:06
Notate come la stampa continua ad usare la parola "termovalorizzatore", contribuendo alla generale disinformazione, quando l'Unione Europea ha decretato da tempo che quella parola non va usata perché fuorviante.
federico | 12/05/2010 ore 14:56:55
...imparai da solo...
federico | 12/05/2010 ore 14:46:21
...seconda puntata...
[LINK]
ps. poi qualcuno m'insegni come si inserisce un link
federico | 12/05/2010 ore 14:45:48
federico non puoi produrre e consumare meno perchè se lo fai con cosa si arricchiscono poi i potentati economici e politici?
:-)
vitalba | 12/05/2010 ore 14:20:39
Il primo problema dei rifiuti è ovviamente il tentare di produrne sempre di meno, evitando ad esempio tutti quegli imballaggi inutili che finiscono per come sono nella spazzatura, il secondo è il riciclaggio che deve essere massivo, cioè superiore al 70%: carta, vetro, alluminio, plastica sono materie seconde preziosissime; tutto l'organico serve per produrre ottimo concime indispensabile in agricoltuta; quel che rimane alla fine del processo, che è veramente molto esiguo, può essere trattato in molti modi, ma non costituisce certamente un problema. Se invece vogliamo continuare a costruire discariche e inceneritori, che sono i veri monumenti moderni all'inciviltà, allora sì che il problema diventa irrisolvibile e ci si avvia su strade senza ritorno (vedi l'attuale condizione della discarica di Bellolampo a Palermo). Tertium non datur.
federico | 12/05/2010 ore 13:07:23
Quel che non ho capito allora, e lo dico da profano, è: ma della spazzatura che produciamo in quantità sempre maggiori, cosa bisognerebbe farne?
Vorrei che qualcuno si incaricasse di spiegarmi in positivo quel che bisogna fare. Ché su quello che NON bisogna fare abbiamo tutti le idee molto chiare.
roberto alajmo | 12/05/2010 ore 11:48:30
Allora tentiamo ancora una volta di fare un'informazione responsabile sugli inceneritori. Facciamo il ragionamento che farebbe una qualunque massaia che in questi giorni si è trovata alle prese a Palermo con l'esperimento della raccolta differenziata "porta a porta": esperimento indispensabile per poter rendere credibile l'ipotesi inceneritore quale ultimo anello del ciclo dei rifiuti, come dettano i regolamenti dell'Unione Europea. Dal nostro bravo sacchetto di immondizia abbiamo tolto la "ricchezza": il vetro, la carta e il cartone, la plastica, l'organico, e cosa è rimasto? L'indefferenziato: cioé praticamente quel quasi nulla che sarebbe molto meglio non produrre per niente. E allora, cosa andremo a bruciare in quest'enorme inceneritore di cui sembra che non si possa più fare a meno? Nella migliore delle ipotesi null'altro che i nostri soldi, amici miei, che finiranno nelle tasche di quattro delinquenti interessati alla costruzione degli impianti. Se al mio ragionamento terra terra qualcuno ha qualcosa da obiettare è gradita qualsiasi critica.
federico | 11/05/2010 ore 22:13:00
Federico, vedi di non provocare che io già ho signorilmente evitato di cedere alla tentazione di scrivere che potrebbe essere una bella battaglia per l'opposizione. Se proprio hai voglia di morire dal ridere, guarda che lo scrivo... statt accuorto!!:)
teresa de masi | 11/05/2010 ore 16:52:57
@teresa de masi
...gradiresti da chi ti governa???????Ahahahahhahhahhahah....
Perdona la mia risata sfusa zero waste...
federico | 11/05/2010 ore 16:50:21
OPS! intendevo disegnare le sporte non le sciure..Caspita come sono diventata scorretta!
hot | 11/05/2010 ore 16:49:58
@Tamara. anch eio ne voglio sapere di più perciò continua a linkare e a documentare per il forum, su certi argomenti non esistono corsie differenziate di ascolto..
@Extraot, Federico: una sporta griffata Vuitton e scommettiamo che le sciure panormite faranno la fila per mostrarle nei supermercati low cost?!...in alternativa le facciamo disegnare da Giuseppe per poi farle produrre dalle scolaresche creative...
hot | 11/05/2010 ore 16:47:06
Scusate scrivo in fretta e male. Per cui la mia scrittura, per essere nel forum di uno scrittore, è da vergogna. Voi, abbiate pietà e fate finta di non accorgervi. Io, in cambio, me ne vado mezz'ora sui ceci. Che compro al mercato: origine dichiarata e imballaggio zero. Che in cucina, alcuni di voi lo sanno, sono un po' snob...
teresa de masi | 11/05/2010 ore 16:46:49
Io, comunque, al margine del discorso su termovalorizzatori e affini, credo ci sia un aspetto non abbastanza sottolineato che non riguarda strettamente lo smaltimento dei rifiuti in senso stretto.
Mi spiego: confesso di averne un po' le palle piene di differenziare ad oltranza - lo faccio, ovvio - ma gradirei, da chi mi governa un rapporto quanto meno paritario. E mi chiedo: a quando, una legge sugli imballaggi? Perché devo io preoccuparmi cioè di smaltire il pacchetto di cartone della pasta e non se ne deve invece occupare il governo, attraverso il divieto, magari previsto per legge, dell'impiego di imballaggi inutili? Cosa mi cambia, della pasta barilla - che non mi piace, chiarisco, e non compro, se viene confezionata in cartone o in altro modo? Qual è la confezione meno inquinante? Ecco, un incentivo fiscale che abbassi il prezzo del prodotto imballato in maniera meno inquinante, sarebbe utopia? O un aumento del prezzo dell'altro?
/E non rivelerò neanche sotto tortura che mi ricordo ancora di quando la pasta si comprava sfusa: ad imballaggio zero, potremmo dire oggi. Ecco, mo' che ci penso, questo potrebbe essere il trucco: abolire la parola "sfuso" che fa tanto effetto sfigato. E la pasta, i detersivi, l'olio, il vino e quello che vi pare, avrebbero magari più successo...:)
teresa de masi | 11/05/2010 ore 16:44:36
Per te, Antonio, che ne vuoi sapere di più... buon ascolto!
Intervista al Dr. Stefano Montanari, ricercatore e studioso di nanopatologie.
Termovalorizzatori per morire:
[LINK]
tamara | 11/05/2010 ore 16:17:55
>Un consiglio per tutti: quando andate a fare la spesa iniziate col portarvi da casa "o sacchitiello"...
Da questo punto di vista l'odiatissima coop è avanti, almeno qui in Emilia. Se vai col sacchettone di plastica dura trasparente "dedicato" puoi ritirare gratuitamente un aggeggio, il salvatempo, che legge i prezzi di quello che compri e moltiplica per quantità. A te non resta che passarlo su quello che scegli, e che riponi nel sacchettone. Alla cassa, consegni questo, paghi e te ne vai. Senza litigare con sacchetti e sacchettini e senza perdere tempo inutile alla cassa.
Controlli random sulla correttezza del cliente, ovviamente.
E ovviamente, il cliente "random" son sempre io... :(
teresa de masi | 11/05/2010 ore 14:18:17
Se fai anche il conto che, appena infili una bottiglia si sparda alla grande...
Va bene biodegradabile, ma questo a me pare predegradato.
Naturalmente la bottiglia è d'acqua, potabile come l'antispam.
Tanus | 11/05/2010 ore 14:00:55
Un consiglio per tutti: quando andate a fare la spesa iniziate col portarvi da casa "o sacchitiello" che così già ci sarà qualcosa in meno da riciclare domani e ricordatevi che il vostro sacchetto, moltiplicato per tutti gli abitanti di una città, equivale a qualche bella quintalata di plastica.
ps. proprio ieri lessi alla cassa del supermercato: sacchetto in plastica 5 cent, sacchetto in ecoplastica (fatto col mais) 10 cent. Far pagare di più quel che inquina di meno è davvero un modo intelligente per aiutare l'ambiente. Viva l'Italia!
federico | 11/05/2010 ore 13:51:19
Se l'argomento non è troppo banale o "ordinario", vi segnalo che venerdì 14 130 ragazzi (almeno) in rappresentanza dei loro quasi 70.000 coetanei che hanno firmato, consegneranno al Presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana le firme che hanno raccolto in un intero anno scolastico per chiedere l'istituzione del Parco dell'Oreto, aderendo al progetto ideato dalla Fondazione Antonio Presti - Fiumara d'Arte.
[Per gli ipercritici: in quanto architetto e funzionario regionale so già che le firme così raccolte non hanno alcun valore legale; è una forte provocazione e una bandierina di legalità posata su una delle collinette di munnizza lungo il corso del fiume]
Giuseppe | 11/05/2010 ore 13:46:06
A mio parere è sempre preferibile essere conflittuali (ognuno di noi è o non è portatore sano di opinione personale e faziosa?) avere una posizione definita, chiarire la disinformazione nel momento in cui si può documentare coi fatti,smascherare gli abbagli, a cui tutti possiamo essere soggetti senza per questo sentirci offesi o fessi, per poi finalmente contrattare, che scivolare nel lezioso, nello smancioso " fammi un po' di spazio sul tuo divano che stiamo vicini vicini" del tipo siamo tutti amici e amiche. A me quel che scoccia profondamente semmai è che alla fine chi rimbecca e chi cede alla permalosità guarda caso e a conti fatti appartiene quasi sempre al genere femminile.Proposta: ci avviamo, forse, alla calura estiva cosicché potremmo appropiarci di una poltrona individuale tanto per non subire disarmati l'afrore altrui.
hot | 11/05/2010 ore 13:23:54
>E' vero: meno aggressività, e più rispetto per le opinioni altrui. Grazie.
E, magari, più ricerca di confronto che di conflitto? Sarebbe bello, roberto. Molto. Ma non so perchè, ultimamente la vedo dura assaje...
teresa de masi | 11/05/2010 ore 13:03:04
Tamara, avrai mille ragioni, ma perché accusi di disinformazione dolosa Fara? e la paragoni addirittura a Mr B, campione delle falsità e delle bugie interessate?
Pensi che Fara insegni ai suoi alunni cose volutamente false, chissà per quale delirio da mania distruttiva? Sono sicuro che non pensi questo, ma le tue parole lo fanno sospettare.
Io sono convinto che Fara sia un'ottima insegnante, certo non infallibile o perfetta, del resto come tutti al mondo.
Nel merito do un filino di preferenza ai tuoi ragionamenti, però, penso io da ignorante, sono tutte favole quel che spesso si legge sui giornali? Ad esempio, durante la battaglia dei rifiuti di Napoli si leggeva che tonnellate di rifiuti venivano trasferiti e smaltiti presso una cittadina tedesca in un grande inceneritore dell'ultima generazione che stava arricchendo quella località con i guadagni derivanti dalla vendita dell'energia prodotta, a zero inquinamento.
Piuttosto vorrei sapere, con certezza, se questi tipi di impianti oggi, o nel prossimo futuro, siano realizzabili o no.
Antonio Carollo | 11/05/2010 ore 12:48:04
Roberto, l'opinione altrui va rispettata, ma la disinformazione va smascherata. Questo è il punto chiave della questione.
tamara | 11/05/2010 ore 11:56:04
Giusto.
Arrivederci e grazie
fara | 11/05/2010 ore 11:53:45
E' vero: meno aggressività, e più rispetto per le opinioni altrui. Grazie.
roberto alajmo | 11/05/2010 ore 11:51:04
Fara, se tu ti rivolgi direttamente a me come faccio a non leggerti? Potevo anche ignorarti, ma mi sembrava brutto.
Io ti ho risposto dicendo che a me interessano i fatti veri, non la disinformazione che stai facendo, e che la trovo un fatto grave. Sono stata onesta con te. Non vorrai mica farmi delle colpe per questo, spero.
Poi, Fara, sei tu quella che si arrocca in un torre virginea, e lo fai proprio nel momento in cui racconti le falsità della grigliata, del cassonetto e dei paesi idilliaci inverosimili.
Mangiare i rifiuti è inutile? Ma no! Vorrà dire che non mangerò più la pizza dal forno dell'inceneritore di Zurigo ;-)
tamara | 11/05/2010 ore 11:50:19
Tamara, c'è anche libertà di lettura, presumo.
Non leggermi se non ti piace quello che scrivo.
I rifiuti sono un problema. Si cerca la maniera meno dannosa per ridurli.
Mangiarli è inutile. Li defecheremmo tali e quali. Utilizziamoli nella maniera meno dannosa possibile allora.
Arroccarsi su una torre virginea non serve a molto
fara | 11/05/2010 ore 11:17:30
Si consiglia ai frequentatori del forum, se soffrono di mal di cuore, di bere un caffé decaffeinato prima di mettersi a leggere i messaggi degli altri ;-)
tamara | 11/05/2010 ore 10:59:08
Si consiglia ai frequentatori del forum di bere una tazza di camomilla prima di mettersi alla tastiera. Grazie
antonia | 11/05/2010 ore 10:52:05
L’inceneritore vicino a dove lavoro io ha un forno che funziona una meraviglia: sforna le pizze più buone di Zurigo ;-)
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tamara | 11/05/2010 ore 10:42:00
/...se ben gestito un inceneritore produce meno cancerogeni di una grigliata di carne o pesce all'aria aperta e molto ma molto meno di un cassonetto per la spazzatura allegramente incendiato
Le tue sono affermazioni gravi, Fara, perché false. Ti comporti al pari di Berlusconi che sostiene che un inceneritore inquina meno di tre auto di media cilindrata. Sai come si chiama quella che fate voi? DISINFORMAZIONE.
/ Io queste cose le insegno e so che si possono fare. E so che da qualche parte le fanno!
Tu che vivi in Sicilia affermi con cotanta ostentata sicurezza di sapere come altri paesi gestiscono la loro monnezza. E immagino, allora, che fra questi fantomatici paesi idilliaci ci sia anche la Svizzera; e tu vieni a raccontare a me come vanno le cose nel mio paese, suvvia!
Fara, sulla carta tutto risulta semplice, sicuro e di facile attuazione. Si può addirittura arrivare al punto di immaginarsi che un inceneritore inquini come una grigliata e un cassonetto della spazzatura, o come tre auto di media cilindrata. Berlusconi annuncia una centrale nucleare e lo fa nel giorno dell’anniversario Chernobyl... ci si può immaginare anche che il nucleare sia necessario e sicuro. O un bel ponte sullo Stretto di Messina: che ci vuole? Con l'immaginazione si possiamo piantare alla perfezione dei pilastri sui versanti fangosi del messinese e calabrese, che sono a rischio di frane a scivolamento profondo... e il sogno del ponte più lungo al mondo è fatto!
Fara, Fara, le barzellette le sappiamo raccontare tutti. Ma è LA REALTÀ DEI FATTI che conta. L’informazione veritiera e libera è quella di cui ogni paese ha bisogno, per cambiare le cose in meglio. La disinformazione sulla questione degli inceneritori fa solo danni: risparmiamela, per favore.
tamara | 11/05/2010 ore 10:39:34
Una bellissima scusa, quella del libero mercato. L'abbiamo sentita per le merci più imbarazzanti, o per quello che merce non dovrebbe essere. Come scusa assomiglia a quella dei tangentari: "così fan tutti". Meno male che MrB ha cambiato musica: lui ha inventato la persecuzione dei giudici comunisti contro un progetto politico. Chissà se prima o poi questa deliziosa innovazione arriverà in Kenia.
yorick | 11/05/2010 ore 07:26:11 | @
Inceneritori!!! Fumo (puzzolente) negli occhi. Leggete un po' qua cosa fa la ricerca per i rifiuti...scommetto, però, che mai nessuno di questi apparecchi verrà preso in considerazione dal sig.b dai super poteri: [LINK]
marco | 11/05/2010 ore 00:18:04
@federico
leggi quello che ho scritto e ti renderai conto che un inceneritore piovuto dal cielo è proprio quello che non voglio.
intendevo solo fare presente che se fossimo in un paese civile con i rifiuti potremmo anche guadagnarci
fara | 10/05/2010 ore 23:43:33
@fara
Forse il problema non è chiaro e conviene chiarirlo una volta per tutte: quello che a Palermo manca del tutto è appunto il ciclo e quindi l'inceneritore, che di quel ciclo è appunto il momento finale, appare oggi del tutto fuori luogo ed estremamente pericoloso. Le dispute tecnico filosofiche sull'argomento sono anch'esse fuorvianti e possono avere effetti devastanti nella nostra attuale situazione.
federico | 10/05/2010 ore 22:08:07 | @
Tamara non mi prendere in giro! Io non sono d'accordo per gli incenitori tout court. Io spero e mi auguro un virtuoso riclico dove gli inceneritori arrivano alla fine del ciclo e, se sono costruiti in maniera corretta , scaricano sotto terra i loro effluvi ed in più producono energia.
Io queste cose le insegno e so che si possono fare . E so che da qualche parte le fanno!
Se nessuno le vuole fare perché rendono "poco" economicamente o perché non hanno l'appalto giusto è un altro discorso.
E poi Tamara, credimi, se ben gestito un inceneritore produce meno cancerogeni di una grigliata di carne o pesce all'aria aperta e molto ma molto meno di un cassonetto per la spazzatura allegramente incendiato
fara | 10/05/2010 ore 20:40:43
Bertolaso ha detto che Palermo per i rifiuti sta seguendo le orme di Napoli. Da fonti bene informate si apprende che la nostra città presto sarà sulle prime pagine delle maggiori testate giornalistiche del mondo; con questo colpo nessuno potrà più dubitare del genio del sindaco Cammarata in fatto di marketing, finalmente.
Antonio Carollo | 10/05/2010 ore 20:38:25
Mr B ha salvato l'Europa, gli è bastata una telefonata alla Merkel!
Da Palazzo Chigi una barzelletta al giorno: bisogna tener vivo il consenso del popolo (credulone, pensa lui).
Antonio Carollo | 10/05/2010 ore 20:19:29
Bello e terribile, antonia, lo sguardo di Habton su di me mentre leggo le tue parole.
Tremenda, la consapevolezza che dietro di lui ci siano altri settantatrè sguardi. Chiusi per sempre.
teresa de masi | 10/05/2010 ore 16:56:20
Sorrido ogni volta che qualcuno sostiene che ci sono paesi in cui gli inceneritori funzionano come “un orologio svizzero”. C’è chi va in giro a raccontare che negli inceneritore svizzeri finiscono dentro soltanto i rifiuti che non sono riciclabili! Sono convinti della buona qualità del fumo che esce da un inceneritore elvetico, perché noi svizzeri avremmo, a sentir loro, dei filtri “miracolosi”. Sostengono che gli inceneritori in Svizzera sono sicurissimi, perché la mentalità dell’approfittarsene lucrando sull’ambiente e la salute della gente è solo tipica italiana. E a questo punto, inevitabilmente, mi scappa da ridere.
P.S.: Le ceneri residue dovrebbero in teoria essere smaltite in discariche speciali: ogni 3-4 tonnellate di rifiuti bruciati, gli inceneritori ne producono una di cenere altamente tossica-nociva. E cosa fanno la Svizzera e la Germania? Mettono le ceneri volatili dentro sacchetti di nylon immagazzinati in miniere di sale(!)
In Giappone alcuni impianti la vetrificano. In Danimarca, la mandano in Norvegia. In Italia non si capisce che fine faccia. Provate ad immaginare ;-)
tamara | 10/05/2010 ore 15:36:34
“Termovalorizzatori di ultima generazione”… che belle parole, vero? Evocano Pulizia ed Efficienza, con la lettera maiuscola. Peccato però che non esista un inceneritore al mondo che “valorizza” il rifiuto (lo fanno il riuso e il riciclaggio, invece). E non esistono inceneritori in cui i rifiuti entrano, e magicamente… puff… scompaiono. Un inceneritore cambia solamente la composizione chimica e la tossicità dei rifiuti, e quello che rimane è una cenere ancora più tossica-nociva che, a sua volta, deve essere smaltita. E anche le acque di scarico devono essere trattate. Poi ci sono le emissioni cancerogene: negli Stati Uniti gli inceneritori sono considerati la maggior fonte di emissioni di diossina. Ad Acerra, "un termovalorizzatore di ultima generazione", inaugurato con strilli e trombe da Babbo Bertolaso, appena messo in funzione già superava le emissioni di polveri consentite dalla legge. E nonostante tutto c’è chi ancora crede alle ecoballe ;-)
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tamara | 10/05/2010 ore 15:33:10
Sinceramente non so se rallegrarmi o dispiacermi (per i cani).
Mentre i cani di Grecia guidano la protesta i cani di Palermo si adeguano al quieto vivere
[LINK]
fara | 10/05/2010 ore 14:13:22
Paola, ho letto il tuo post mentre stavo ascoltando questo brano
[LINK]
L'effetto è stato dirompente. In un attimo ho visto davvero i tuoi amici sopravvissuti godersi una bella giornata di primavera dopo la tragedia che hanno vissuto.
Dei 73 morti se n'è parlato per un momento. "Respingere i clandestini" è una frase orrenda. Perchè ognuno di quei clandestini è un essere umano che fugge da situazioni che noi possiamo solo a stento immaginare.
antonia | 10/05/2010 ore 13:28:59
Benvenuta, Franca. Io aderisco.
roberto alajmo | 10/05/2010 ore 13:23:09
Mettiamo il caso che l'affare degli inceneritori fosse già ben avviato dal precedente governo regionale, mettiamo il caso che il precedente governatore abbia avuto uno scivolone giudiziario che gli abbia impedito di portarlo a compimento, mettiamo il caso che sia già entrato in circolo un bel po' di denaro. E adesso come pensate che si possa "conzare la panella"? Prossimamente su questi schermi...
federico | 10/05/2010 ore 13:03:14
Grazie Paola per il link.
Gianluca | 10/05/2010 ore 11:56:47
L'ultima di Stefy Presty per salvare l'ambiente? Consegne notturne ai negozi...
Stefano | 10/05/2010 ore 11:21:10
MI SONO STUFATA|
HO PENSATO CHE NON CI VOGLIONO DIBATTITI PER CONVINCERE GLI "SCETTICI" A CELEBRARE IL PROSSIMO ANNO L'UNITA' D'ITALIA, BASTA UN SEMPLICE GESTO:ESPORRE IL TRICOLORE.
IL 2 GIUGNO,FESTA DELLA REPUBBLICA, SUI I BALCONI E LE FINESTRE DELLE NOSTRE CASE ESPONIAMO LA BANDIERA E LASCIAMOLA LI PER TUTTO L'ANNO.
TESTIMONIAMO COSI’ CHE CI SENTIAMO UNITI E ITALIANI.
GLI INTELLIGENTI CAPIRANNO,GLI ALTRI PENSERANNO CHE GIOCA LA NAZIONALE.
CHE NE PENSATE?IO LO FARO'
SE SIETE D'ACCORDO INVITATE I VOSTRI AMICI A FARE LO STESSO.
SALUTI FRANCA
FRANCA | 10/05/2010 ore 08:21:26
I rifiuti sono un affare. Esistono ditte che li comprano, li suddividono per tipologia e li avviano alle necessarie trasformazioni per ottenere svariati prodotti dal loro riciclaggio.
Da molte plastiche si ricavano altre plastiche da riutilizzare. Dall’organico si produce Compost e gas .
I metalli si possono riutilizzare quasi completamente.
Quel poco che rimane va nei termovalorizzatori. Ci vogliono pertanto impianti di riconversione e termovalorizzatori insieme. Tutte queste cose, che costituiscono il “ciclo integrato dei rifiuti”, sono note da tempo e utilizzate con profitto da anni ed in moltissimi Paesi in Europa e fuori Europa. Il problema, da noi, è trovare privati “onesti” che si occupino della raccolta di rifiuti mentre la Regione potrebbe occuparsi esclusivamente dell’incenerimento di quella parte dei residui non riciclabili costruendo termovalorizzatori di ultima generazione poco inquinanti e con produzione di energia.
I consigli di Bertolaso a me sembrano assolutamente interessati perché non ho fiducia in questi signori che propongono inceneritori obsoleti al solo scopo di approfittare dei finanziamenti miliardari perché, credetemi, non saranno solo le mafie locali ad approfittarne, a loro andranno i subappalti, ma soprattutto saranno i politici e i grandi imprenditori nazionali ed internazionali, che se la godranno. Impregilo, Anemone, Lunardi, ecc. ,insegnano.
fara | 10/05/2010 ore 02:05:51
Appunto, Paola. Il tuo racconto - bello e doloroso - dimostra che abbiamo ancora strada da fare. Per adesso da noi non si approda: si scampa al massimo ad un naufragio.
Daniela | 10/05/2010 ore 01:03:49
"...il giorno in cui ci saranno altri - giovani e non - che approderanno in Sicilia da altri luoghi..."
La prima sera, non appena sbarcati dall’aereo, ceniamo a casa: spaghetti con la salsa che fa la mia mamma. Non ho assaggiato la pasta prima di scolarla e diciamo pure che è un po’ “croccante”.
Da dei ragazzi (di 17 anni) che conosci da nemmeno un’ora, che non parlano bene l’italiano, che hanno appena messo piede a casa tua dove staranno per i prossimi 4 giorni non ti aspetteresti che te lo facciano notare più di tanto. O no? Ebbene mi massacrano! Battute e risate e subito la proposta di Habton (stupendi occhi scuri svegli e profondi): domani cucino io. Zighinì e riso. Faccio l’offesa e rilancio: domani spaghetti ai gamberi (come mi ha insegnato a farli Pasquale!), anche perché non voglio costringere Habton a stare in cucina ora che è in vacanza. Ma lui insiste; prima che vada via cucinerà la sua specialità. Mi spiega che – insieme a Bemnet - sta facendo un corso di aiuto cuoco che terminerà a fine luglio e che sarebbe bellissimo per lui trovare un lavoretto per l’estate. L’inverno prossimo si vedrà. Forse a scuola, come Abdi, che già frequenta il secondo anno di liceo. Abdi è già stato qui da noi più volte, è uno di famiglia; ha le idee chiare (finito il liceo, università, laurea in farmacia, come suo padre) ed un gran senso dell’umorismo, che – con il suo italiano in rapido miglioramento, grazie anche a Dylan Dog – non risparmia nessuno, se stesso per primo. Ogni tanto sparisce in camera; qualsiasi cosa stia facendo, quando arriva l’ora della preghiera si scusa e si allontana.
Bemnet, invece, è timido. Sorride e parla con lo sguardo. Il suo telefono squilla in continuazione e al computer chatta contemporaneamente con una folla di amici. L’unica cosa che chiede è di essere portato, nei prossimi giorni, a fare un giro dell’isola. La prima volta che è stato qui non ha visto quasi nulla.
L’indomani è Pasqua e siamo stati invitati da amici per una bella arrustuta! La salsiccia però viene cotta a parte. I ragazzi non mangiano carne di maiale (Abdi è musulmano, Habton e Bemnet Cristiani copti), per loro solo arrosto. Ci sono le piccole Matilde (5 anni) e Vittoria (tre anni) che non lasciano in pace i ragazzi nemmeno un attimo. E loro si prestano volentieri al gioco. Soprattutto Abdi, che a casa ha ben 8 tra fratelli e sorelle, tutti più piccoli di lui (che ha compiuto i 18 anni a febbraio).
Una giornata bellissima, serena e divertente. Alle sei e mezza però, Habton e Bemnet vogliono andare a messa; hanno tentato la mattina ma non sono riusciti ad entrare in una chiesa stracolma. Stavolta vogliono arrivare prima, per prendere posto.
Insomma: quattro giorni insieme, ed al momento di salutarci la promessa di rivederci al più presto, qui o a Mazzarino dove tutti e tre vivono dopo essere “sbarcati” a Lampedusa.
Ora guardo le foto scattate in quei giorni e non riesco a trattenere le lacrime.
Habton e Bemnet sono due dei cinque sopravvissuti nella strage di agosto scorso. Un gommone partito dalla Libia con 78 persone a bordo viene recuperato 21 giorni dopo. Insieme ai due ragazzi (minori) solo due uomini ed una donna ancora in vita.
Settantatrè persone morte durante un viaggio maledetto. 73. E penso a quante siano 73 persone. Cerco di contare 73 persone che conosco ma mi perdo. 73 sguardi, 73 nomi, 73 storie, 73 sorrisi, 73 speranze, 73 sofferenze, 73 morti. Settantatrè esseri umani come me, come Bemnet, come Habton, come Abdi.
La foto che terrò come ricordo della Pasqua di quest’anno è quella di Bemnet che tiene in braccio la piccola Vittoria, facendole fare “l’aereo”. E’ stata scattata di fronte alla chiesa, all’uscita della messa. Entrambi ridono divertiti. E non riesco a smettere di pensare che 73 persone non vivranno mai più momenti come questi.
Paola | 09/05/2010 ore 20:49:26
Torno alla penultim'ora: ecco perché gli elefantini portafortuna vanno sistemati col sedere in direzione della porta. Saranno anche finti, ma non si sa mai.
yorick | 09/05/2010 ore 19:48:10 | @
Cambio bruscamente discorso e spero che qualcuno mi legga in questo post-partita domenicale.
Stamattina, alla libreria Modusvivendi, è stato presentato il libro di Antonio Calabrò, Cuore di cactus. Il libro ho cominciato a leggerlo questo pomeriggio in riva ala mare, e devo dire che dalle prime pagine mi pare molto bello. Ma sicuramente bellissimo è stato l'incontro di questa mattina e molto sarebbe piaciuto al nostro Roberto. Molte delle cose che ha detto Calabrò erano anche dei leimotiv alajmiani, ad esempio la domanda: "Cosa succederebbe se domani non arrivassero più i finanziamenti statali ed europei in Sicilia?" Ma molto mi sono piaciuti - e sono certa che sarebbero piaciuti a Roberto e a molti di voi - il tono, la cifra del ricordo, il rigore etico e la ferma volontà di non disperarsi di questo signore gentile che ha lasciato Palermo per Milano ma che sogna il giorno in cui a nessuno sarà più necessario farlo. Il giorno in cui i giovani e non solo loro partiranno come Ulisse per poi tornare a Itaca-Palermo e ripartire ancora per la voglia di conoscere e non di scappare. E soprattutto il giorno in cui ci saranno altri - giovani e non - che approderanno in Sicilia da altri luoghi, a loro volta desiderosi di conoscere e di nutrirsi alla linfa, finalmente di nuovo vitale, dell'isola.
Daniela | 09/05/2010 ore 19:43:34
Se il pubblico è contento di pagare per vedere un elefante costretto a fare una figura di merda in equilibrio su una pedana, l’elefante poi ripaga con la stessa “moneta” ;-)
[LINK]
tamara | 09/05/2010 ore 13:55:55
Tra ciclopiche cacche e scorregge finisce in crescendo una settimana che sarà ricordata nei libri di storia per il gran rifiuto del gran visir della cultura e poeta di corte (lui, modesto, si fa chiamare ministro) Sandro Bondi a rappresentare il sultanato d'Italia al Festival di Cannes. Non fia mai! Come osano accogliere un film che confonde L'Aquila con Dracula, la gloria della new town e del Sovrano festante col sangue succhiato e le macerie?
Antonio Carollo | 09/05/2010 ore 10:55:52
@ Gianluca: se vuoi sentirti meno solo e più informato ti consiglio questo sito:
[LINK]
Non ci trovi solo buone notizie, ma quasi tutto ciò che succede dentro e fuori le aule di giustizia.
Paola | 09/05/2010 ore 10:50:38
L'elefante equilibrista mi sembra un'ottima metafora del Pdl siciliano. La cacca da 10 chili non sarà forse l'inceneritore di Bellolampo?
federico | 09/05/2010 ore 10:36:18
Sono inconvenienti, e forse privilegi, a cui può incorrere chi sta seduto in prima fila. Tra tutte le interpretazioni possibili che potrei elaborare sul Penult'ora di oggi(il palleggio catanese, il forum circense..) preferisco affidarmi a quella suggeritomi dalla vulgata psicoanalitica che attribuisce alle feci la simbologia del denaro. La pecunia è o non è sia scarto che prodotto della magnificenza? Sarebbe opportuno, perciò,visto che si tratta di un ricordo fanciullesco, sedimentato da anni e filtrato dalla memoria, interrogarsi se all'uomo, o allo scrittore, Alajmo a distanza di tempo continua ad impressionare la magnificenza della grandezza o l'enormità dell merda, dei miliardi scambiati con i milioni.Stammi bene e buona settimana a tutti, persino a quello screanzato da cui aspetto ancora delle scuse.
hot | 09/05/2010 ore 10:31:08
Io dell'elefante ricordo una scorreggia mostruosa che sollevò un'enorme nuvola di polvere e fu seguita da un immediato intervento di decine di inservienti con bomboloni di spray profumato grandi come estintori.
federico | 09/05/2010 ore 00:03:02
@RA Non intendevo darti più lavoro, eh? Magari potrei metterci d'impegno per davvero prossimamente. Ciao e buon fine settimana a tutti.
Gianluca | 08/05/2010 ore 18:45:16
crogiolarsi in qualcosa non di qualcosa.
hot | 08/05/2010 ore 18:35:45
Purtroppo gli invasati, o iconvertiti dell'ultima ora, non attecchirebbero tanto facilmente in una società matura se la preparazione e l'acume o il senso dell'acume fossero alla portata di chiunque non di una minoranza, quella stessa a cui si accennava in questo forum forse ieri e che incide pochissimo nella realtà e si pavoneggia molto nei dibattiti virtuali, come faccio io per prima ad es.che di fatto mi crogiolo della mia diversità o apertura mentale. Certo internet è fondamentale per la libera circolazione delle idee, e degli abbagli, rimane un porto franco, ma l'educazione al pensare e allo scrivere dovrebbe partire da lontano, dalle scuole magari. Per secoli il nostro è stato un Paese di analfabeti, mentre il protestantesimo rendeva la scrittura strumento di comprensione e di accesso alla conoscenza da noi essa rimaneva appannaggio di chi poteva, di chi aveva,di chi sapeva, giocando con l'alfabeto, imbrogliare, mistificare.Una visione appannata che ha reso la scrittura sinonimo di talento non di esercizio anche noioso di intepretazione e valutazione della realtà. Il saper scrivere e il saper parlare diventano in tal modo momenti di alta retorica e di abilità linguistica e qualunque furbastro in grado di usare i congiuntivi può passare per maestro ed essere venerato come tale.A volte odio i congiuntivi li massacrerei.A furia di desiderare, immaginare, ipotizzare abbiamo distrutto gli intellettuali, ovverosia i traduttori, gli interpreti, gli scrittori di servizio, i quali rendono la cultura democratica e accessibile a tutti, per sostituirli con narcisi.Adesso Antò buon fine settimana...
hot | 08/05/2010 ore 18:32:20
Hot, condivido il tuo appunto ma non può essere rivolto a me perché io, lungi da essermi innamorato di un simile personaggio, non ho mai perso occasioni per esprimere nei suoi confronti la mia disistima (adopera l'intelligenza, la preparazione e l'acume critico nel campo dell'arte per un carrierismo forsennato e sguaiatamente clamoroso). Però si è messo di traverso (certo, a parole) agl'invasati delle pale eoliche: non sono fazioso e debbo registrarlo.
Antonio Carollo | 08/05/2010 ore 17:42:29
L'idea sarebbe buona, Gianluca. E' la mia vita che è troppo breve...
roberto alajmo | 08/05/2010 ore 17:15:35
@Antonio. Non è perché ad un certo punto ad un tipo X riesce di sfornare una ciambella col buco possiamo affibbiargli il ruolo del giusto vendicatore di pale.Il tipo X, che a me risulta ostico nominare, sa da dove viene, dove è, e dove vuole o vorrebbe andare, agli altri toccherebbe ricordarsene prima di dare patentini valorosi o medaglie. Bisognerebbe non innamorarsi della cornice e valutare il quadro preferibilmente da lontano in modo da avere uno sguardo d'insieme, globale...Il Pd potrebbe pure svegliarsi.
hot | 08/05/2010 ore 16:23:13
Caro Roberto,
hai inserito l'altro giorno una penultim'ora sul tema: ogni tanto qualche buona notizia in Sicilia nella lotta alla mafia. Perché non creare un blog, un piccolo sito dove inserire tutte queste notizie e dargli un quadro, una cornice. Un modo per far sì che magari qualcun si senta meno solo e più incoraggiato. Non so se ci sono già siti di questo tipo a parte quelli delle associazioni anti-racket. forse è una bischerata, come dicono a Firenze, ma ci penserò su.
Gianluca | 08/05/2010 ore 15:40:23
C'è qualche speranza che la Giunta Lombardo, garibaldinamente sostenuta dal PD, fermi lo scempio in atto dei paesaggi, perpetrato attraverso l'installazione indiscriminata di impianti eolici nelle località più ridenti della Sicilia?
Vista anche la scarsezza di vento un eventuale piano per questi impianti dovrebbe individuare poche e selezionate località lontane dai siti di pregio dal punto di vista delle bellezze naturali e paesaggistiche.
I consiglieri, pardon, i deputati del PD s'impegneranno per ottenere un piano di questo genere?
Francamente sono scettico (e se volete un po' qualunquista) perchè la mia sfiducia ormai si estende all'intero ceto politico siciliano.
Condivido l'antipatia di Hot per lo sgradevole personaggio Sgarbi, ma nel caso degli abusi in materia di pale eoliche ha ragione da vendere, quest'ultimo; ed è l'unico ad insorgere contro il criminale deturpamento del territorio da parte di scatenati speculatori.
PD se ci sei batti un colpo.
Antonio Carollo | 08/05/2010 ore 15:36:11
Vivo in una campagna meravigliosa costellata sullo sfondo da pale che volteggiano; soggettivamente li ritengo mostruosi, oggettivamente da lontano mi sembrano tanti mulini a vento che macinano aria. L’esproprio di vigneti per convertire la Sicilia all’energia verde ha avuto un suo perché fluttuante come sempre accade qui ,dove interessi opportunismi e attitudini visionarie si aggrovigliano e si sbrogliano a seconda delle interpretazioni. Di fatto le pale di Sicilia hanno sempre qualcosa in più e parecchio in meno rispetto a quelle delle altre nazioni nelle quali l’energia eolica è una fonte e non un orrendo ornamento paesaggistico e le pale sono solo oggettivamente pale( nomina sunt consequentia rerum) assolvono ad un uso specifico, ad una causa-effetto e non rimandano ad altro, meno che mai ad una narrazione alla Cervantes o gattopardiana.
Il ritardo con il quale i due giornalisti affrontano l’argomento, e il panegirico dello showman novello don Quijote, nonché abile rimorchiatore di biondone ( cos’è una biondona? Una birrona, una sigaretta extra strong, una pala ingiallita?) sempre in cerca di visibilità con il merito di avere un senso estetico e mediamente critico -che potrebbero essere alla portata di tutti se non fossimo un popolo di analfabeti di ritorno- mi ha fatto pensare che forse stiamo per essere educati in vista di una nuova campagna elettorale o promozionale, insomma da qualche parte si sta preparando il terreno per un altro esproprio. Quale? Di che tipo?
hot | 08/05/2010 ore 14:30:16
Roba da far girare le pale.
maramaus | 08/05/2010 ore 13:10:36
Vi ricordate quando qui parlammo dello strano proliferare delle pale eoliche in Sicilia?
Be': se ne sono accorti anche al Corriere: [LINK]
roberto alajmo | 08/05/2010 ore 13:05:27
Quando i conti non tornano, le colpe sono sempre altrui. Se poi ti trovi nell'area euro, cerchi di capire il perchè del controvalore con il dollaro: se è più alto o più basso, noi comuni mortali non riusciamo mai a coglierne la differenza. Però, se le borse crollano ciclicamente, mi chiedo dove vadano a finire i miliardi (o milioni) che si "volatilizzano" sempre con maggiore frequenza...
Mario Midulla | 08/05/2010 ore 12:36:49 | @
Roma è sempre Roma, giusto Antonio. Ci ho vissuto quattro anni, non pensavo fosse una città così nevrastenica. E' di qualche giorno fa la notizia di una ragazzina in gita scolastica che, davanti al Colosseo, scherzando con dei compagni, ha urtato un signore facendolo scivolare. Quest'ultimo ha picchiato la ragazza a sberle e calci tanto da mandarla al pronto soccorso.
Comunque, se Lippi, che ha lasciato a casa uno come Miccoli, seleziona Totti per il mondiale (non aveva sputato ad un giocatore nella scorsa edizione) è ancora più cretino di quanto non pensassi
antonia | 08/05/2010 ore 10:40:59
Ho capito, i calci in culo nello spogliatoio sono sacri. Ah, vabbè...
Romp | 08/05/2010 ore 10:34:04
Lo spogliatoio è il luogo "sacro" in cui le squadre lavano i propri panni sporchi.Certo non apprezzo il metodo ma non si può parlare di "ombra vigliacca di uno spogliatoio".
Nn tutto quello che accade alla luce del sole è difendibile.
Biscardianamente parlando....
Mingo | 08/05/2010 ore 08:38:32
Appunto, Maramaus. Oltretutto Balotelli è di colore, è nato a Palermo, ma parla milanese, avendo passato la vita al Nord. Quindi non si capisce quale razza abbia voluto colpire Checco.
Romp | 08/05/2010 ore 07:23:53
E' vero, niente pista razzista. Quello sputa a gente del nord e prende a calci gente del sud. Equo e solidale.
maramaus | 08/05/2010 ore 07:18:05
Un fuoriclasse è sempre un fuoriclasse e la classe non è acqua, ve lo dico io ... qualcuno doveva pur vendicare l'onore di Roma...
Calcio calcetto calcestruzzo... Roma è sempre Roma, signori...
Antonio Carollo | 08/05/2010 ore 01:17:29
uau...come tira il calcio....
marco | 08/05/2010 ore 00:34:32
Quel calcione non è una cosa bella in senso assoluto. Relativizziamo: è dato a uno che è stato preso a calci dai suoi compagni di squadra dopo il Barcellona e nemmeno mezza voce si è levata. Almeno quello era un calcione alla luce del sole e non nell'ombra vigliacca di uno spogliatoio.
Romp | 07/05/2010 ore 22:58:22
Pista razzista o meno il problema è la violenza di quel calcione
Mingo | 07/05/2010 ore 21:47:26
La cosiddetta pista razzista (che gioia!) è la classica idiozia delle persone che aderiscono entusiaste a un luogo comune, non avendo altri strumenti di comprensione della realtà.
Queste persone sono un problema per il Paese più del calcio del Pupone.
Ps. Io mi preoccuperei di un Presidente della Repubblica che trova il tempo per occuparsi delle suddette idiozie
Romp | 07/05/2010 ore 21:32:52
La fame e una giornata faticosa mi hanno moltiplicato, pardon..
hot | 07/05/2010 ore 20:22:48
Zanetti è un signore non pasticciamolo nemmeno lontanamente con il Pupo che almeno, dopo essere stato bacchettato, ha chiesto scusa.
@Daniela:This Ot is very good, e in mezzo a calci e palleggi ci fa un gran bel figurone..oltre a scongiurare il fatto che il "Chi legge, chi scrive" possa diventare un'appendice deamicisiana...:)
hot | 07/05/2010 ore 20:21:43
Zanetti è un signore non pasticciamolo nemmeno lontanamente con il Pupo che almeno, dopo essere stato bacchettato, ha chiesto scusa.
@Daniela:This Ot is very good, e in mezzo a calci e palleggi ci fa un gran bel figurone..oltre a scongiurare il fatto che il "Chi legge, chi scrive" possa diventare un'appendice deamicisiana...:)
hot | 07/05/2010 ore 20:21:43
Il campione, se è tale, resiste alle provocazioni.Il pupone in genere non resiste ma in compenso provoca e prende gli arbitri a male parole, i quali, a loro volta fanno finta di non sentire.
Doveva solo chiedere scusa o tacere e comunque la pista razzista non è stata smentita.
La cosa che più mi fa ridere è il c.d fallo di frustrazione.
Un pietoso tentativo di dare dignità (a proposito, dignità va tra virgolette?)alla mancata accettazione della sconfitta.Insomma una circostanza attenuante che nello sport non ha ragion d'essere.
E allora uno come Javier Zanetti quanti falli di frustrazione avrebbe dovuto commettere nella sua carriera?
Niente RA, non riesco a tenere il profilo basso ma anche Napolitano ha parlato di "gesto inconsulto"
Mingo | 07/05/2010 ore 19:26:11
Claudio Magris dice che la battuta del comico Brignano, sono romano ma non è colpa mia, è poco rispettosa nei confronti dell'Urbe. Lo pensavo anch'io, ma dopo il match di mercoledì, due campioni messi fuori uso senza complimenti più la performance tottiana - un calcio più un calcione più un calcetto - francamente comincio a capirlo, il Brignano.
Antonio Carollo | 07/05/2010 ore 18:13:59
Adesso farò la prova spot: vorrei vedere se quella simpatiola della coppietta che si arrabatta con i congegnini elettronici c'è ancora o è sparita.
Antonio Carollo | 07/05/2010 ore 18:01:50
No io credo che Balotelli sarebbe str... anche se fosse biondo e di Dusseldorf
Romp | 07/05/2010 ore 18:00:28
OT, ma non troppo. Un omaggio a Davide Enia, in Chi legge, chi scrive.
Daniela | 07/05/2010 ore 17:32:20
E mettiamoci pure il reiterato calcetto in testa all'avversario a terra.
roberto alajmo | 07/05/2010 ore 17:30:09
Romp, e quello sputo del 2004 al danese in un occhio, era un gesto iconoclasta? Vuoi vedere che er pupone è un futurista? A me quando gioca (non ad inseguire il nemico) e fa la pubblicità (e ora che non sbaglia i congiuntivi: ha studiato qualcosina e si sente) fa molta simpatia. Ma quel calcio tipo scanazzato da oratorio è roba da razzisti primitivi.
maramaus | 07/05/2010 ore 17:21:45
Romp. allora tu credi alla pista razzista?
Antonio Carollo | 07/05/2010 ore 16:43:50
Un calcione nel sedere è più leale di una fitta trama di provocazioni.
W il Pupone
Romp | 07/05/2010 ore 16:03:33
@fara
io dico che ottengono ben di più, cominciando dalla possibilità di evadere tutte le regole amministrative (vedi piante e tavolini sui marciapiedi per esempio), ottengono di trovare "amici" laddove basterebbe far valere i propri diritti se questi venissero rispettati per tutti, ottengono chiusure di occhi, di orecchie e di bocche, che dovrebbero osservare, ascoltare e parlare. Può sembrare poco, ma quando diventa abitudine diffusa queste piccole cose fanno il destino di una nazione.
federico | 07/05/2010 ore 14:42:01
Federico, pagando ottengono tranquillità, sicurezza e protezione. Cose che nessuna istituzione dello stato fornisce. Piuttosto che vedersi il negozio bruciato o la clientela allontanata preferiscono evadere le tasse (quelle legali) e pagare quella illegale.
Il discorso può sembrare semplicistico ma nella maggior parte dei casi funziona così.
Se ci pensi funziona così anche per la libertà di stampa dei giornalisti di Arcore: non serve che il signore di Arcore telefoni o si raccomandi. Loro sanno che se lo accontentano ne trarranno vantaggi.
fara | 07/05/2010 ore 12:42:59
Adesso basta soltanto "allargare" l'analisi al perché chi paga il pizzo è ben contento di pagarlo; cercare di capire cosa ottiene in cambio di questa "tassa sull'illegalità" e il gioco è fatto. A voi la risposta.
federico | 07/05/2010 ore 12:09:39
Sì, come il principe Fabrizio Salina. Solo che lui aveva studiato e guardando le stelle aveva visto oltre: era corrotto con il potere borbonico e con onesta intellettuale decise di non accettare le interessanti offerte savoiarde. I tanti Sedara dell'oggi, invece, hanno studiato poco e arraffano assai: poco è cambiato. Certo, c'è una minoranza di persone civili, perbene, ma è quella minoranza ancora esigua e poco significativa che non si rassegna e che non sta zitta. Troppo poco, davvero. Siamo all'anno zero, almeno spero.
maramaus | 07/05/2010 ore 11:29:17
Maramaus, allora la lungimiranza dei signori di Palermo va oltre la filosofia, attinge le vette della saggezza.
Antonio Carollo | 07/05/2010 ore 11:18:23
Però non lo sapevamo: il pentito ci ha svelato una cosa che non sapevamo. Potebbe essere un buon inizio, questo. Magari molti della maggioranza pagante potrebbero ripensarci.
yorick | 07/05/2010 ore 11:10:03 | @
Antonio, si sa: è una comunità davvero esigua. Comne la comunità dei bloggher, esigua, pure questa. Come quella che legge i giornali, esigua, eccetera. Siamo una minoranza magari non silenziosa ma assai esigua. Irrilevante.
maramaus | 07/05/2010 ore 11:03:19
Per capire pienamente il nuovissimo meccanismo della convenienza nel pagare il pizzo e l'originale filosofia dell'economicità nel riscuoterlo adottata dai signori di Palermo bisognerebbe sapere quanti negozi aderiscono
ad "Addiopizzo" rispetto al totale.
Antonio Carollo | 07/05/2010 ore 10:43:43
Teresa, la crudezza dei miei interventi icastici non vuole essere sterile provocazione dialettica o stucchevole esercizio iconoclasta: potrei viceversa buttarmi sul socio-antropologico. Invece, a Palermo (soprattutto, ma non solo), ci sono cose che non richiedono argomenti e analisi sofisticate. Tempo perso. Da queste parti, strano a dirsi, due più due può fare quattro. E questa è una notiziona.
maramaus | 07/05/2010 ore 10:21:13
>A volte non servono trattati di sociologia e antropologia per spiegare cose che anche un bambino non ancora scolarizzato capirebbe senza alcuna difficoltà.
Grazie della spiegazione. Ora, vado a telefonare alle Materne del mio comune. Magari, se mi prendono, mi resta ancora qualche speranza. Chissà. :)
teresa de masi | 07/05/2010 ore 10:10:16
Teresa, in soldoni: pagare il pizzo ti tiene lontano dalle "camurrie" e ti consente di tenere i prezzi altini: devi recuperare da qualche parte, no?
Addiopizzo è un'isoletta di persone perbene che si rivolge ad una comunità molto esigua di persone civili che non temono le camurrie di cui sopra. A volte non servono trattati di sociologia e antropologia per spiegare cose che anche un bambino non ancora scolarizzato capirebbe senza alcuna difficoltà.
maramaus | 07/05/2010 ore 10:01:16
>Cade un alibi: da oggi, chi paga il pizzo vuole pagarlo. È contento di pagarlo e di finanziare in questo modo l’attività delle cosche.
Giuro, faccio fatica a crederci che sia "tanto" facile. Voi di laggiù, di dubbi non ne avete?
teresa de masi | 07/05/2010 ore 09:50:24
Er pupone, l'ottavo re de Roma, ha solo momentaneamente danneggiato la compagnia telefonica che lo riempie d'oro per fare benissimo il testimonial gigione. Tutto il resto evaporerà come qello sputo che nel 2004 costò alla nazionale gli europei.
Se i negozianti smettessero di pagare il pizzo i prezzi dovrebbero scendere un bel po', e questo non va bene.
maramaus | 07/05/2010 ore 08:15:56
A scuola mi hanno insegnato che ragazzo è un adolescente di 12-18 anni, o al massimo di 12-21 anni (con riferimento all'inizio della maggiore età secondo la legge).Oggi un uomo di quarantotto anni viene chiamato ragazzo. Facciano pure, per me ragazzi rimangono quelli che, beati loro, stanno vivendo la loro adolescenza.
Dello stesso parere non deve essere il campione del mondo Totti; credo che egli a trentaquattro anni non si creda neanche un ragazzo ma un ragazzino. Sfido, la sua maestria nel dare dei calci a un pallone lo riempie di miliardi e di gloria, chi glielo fa fare ad uscire dall'adolescenza? Così si spiega il suo inseguimento di quindici metri per sferrare a Balotelli coraggiosamente da dietro un tremendo calcione. E' quello che di solito fanno i ragazzini nel campetto dell'oratorio, dove sta tutto questo scandalo. E i quindici milioni di occhi puntati addosso non fanno nessuna differenza? Qualcuno si chiede. Risposta: a me la palla non la leva nessuno. Così impara.
Antonio Carollo | 06/05/2010 ore 21:51:02
@Antonio: se Alajmo mi butta fuori ti riterrò corresponsabile..:))Tu hai detto una cosa esatta: ogni scrittura ha una sua peculiarità, l'ibridismo però è una tendenza che ben coltivata dà ottimi frutti, certi libri degli ultimi anni ne sono un esempio: Alajmo, Saviano..A me nel forum interessano i contenuti di Carmelo, in quanto alla forma, sebbene spargliato, credo di averglielo dato qualche suggerimanto tra le righe, ma ognuno di noi a mio avviso dovrebbe seguire la propria attitudine e ricrearsi una certà originalità,che gli viene dall'ignoranza in senso toscano, evitando di sedersi su sedie altrui, se non per un breve periodo, il cosiddetto q.b= quanto basta. Il fatto che Carmelo si ispiri a un certo Calvino già dice parecchie cose sul suo senso della scrittura. Io personalmente trovo un po' avulso dal contesto-forum un certo suo modo di proporsi, che andrebbe benissimo in un altro svecchiato un po'... Ma il discorso è complesso ed io ho un po' di fame...comunque anche in questo modo tu ed io stiamo relegando Carmelo al ruolo di convitato di pietra e non sta bene, certi quesiti dovrebbe porli solo lui, e poi siamo in casa di uno scrittore che rispetta le unità di luogo di tempo e di spazio, perciò meglio di cosi al pupillo non poteva finire..
hot | 06/05/2010 ore 19:53:38
Hot, d'accordo, hai spiegato, da par tuo, parecchio (così la mia cucuzza sarà soddisfatta), però, scusami, cara, tu hai detto di aver fatto per anni critica letteraria (si vede anche da come scrivi) per cui pensavo che avresti toccato anche la forma, oltre ai contenuti, ed avresti dato dei consigli (appetitosi per un ignorante come me) al tuo quasi pupillo.
Per fare un esempio, quello che ha detto poteva dirlo riducendo, per dire, il pezzo di un qualcosa come il trenta per cento?, o no. Mettiamo che Carmelo voglia fare, come credo, il cronista o l'editorialista o lo scrittore
(quest'ultimo mestiere ovviamente è molto diverso dai primi due) cosa gli consigli?, levare o aggiungere?, e perché, per dirne una.
Ma gli aspetti sono tanti.
La scrittura creativa ha altre peculiarità, forse non va accostata a quella giornalistica, anche se in certi casi se ne può nutrire.
Ti dico questo per completare la mia richiesta. Comunque per oggi ti ho fatto lavorare abbastanza, va bene così.
Antonio Carollo | 06/05/2010 ore 19:18:01
@hot
Stai solo attenta che qualche amico non ti compri una casa a tua insaputa, dalle nostre parti accade anche questo a quanto pare.
federico | 06/05/2010 ore 18:27:02
@Federico: la prossima volta che scendo a Pa conterò le piante messe davanti ai luoghi che starò per varcare...
hot | 06/05/2010 ore 17:49:30
@Antonio:attraverso un fitto apparato simbolico: la chiesa abbraccio-architettonico=piazza San Pietro; la madre=figura nutritiva per eccellenza che non è avvezza alla pederastia;il maestro incarognito= il maschile autoritario che punisce e giudica come il Dio dell’antico testamento;la disabile che si muove su una sedia a rotelle=martire contemporanea (Golgota, la crocifissione; la strada su damasco, come Simone sa salvare per mezzo di Cristo e ha bisogno di cibarsene=le nozze di Cana, pellegrina che affronta un duro viaggio= Francigena etc) che vorrebbe essere accolta;il rimprovero associato alla penitenza (cilicio..);la vergogna della povertà mentre il Maestro predica la povertà come viatico per accedere al Paradiso;le scuse imposte come da copione ipocrita; il calvario di un paese a cui viene negato di pasteggiare di Cristo e di essere relegato ai margini di una povertà economica; il vitello, vecchio simbolo dell’Antico e Nuovo Testamento( Genesi-Esiodo, Vangeli) il cui sacrificio è il nodo su cui si avviluppa la riappacificazione tra Dio e gli uomini, un arcaico mezzo eucaristico che suggella un patto, Carmelo approda ad una conclusione:la chiesa arranca su schemi vecchi, dimentica di ascoltare gli insegnamenti del suo Pastore, non ricorda quella magnifica parabola del figliol prodigo, dove il padre esulta per il ritorno del figlio e sacrifica “il vitello grasso” per festeggiare. Rifiutare ai fedeli di partecipare come protagonisti alla festa dell’eucarestia significa rinnegare la maternità, che accoglie, e abbandonarsi a un principio maschile che declina verso il torbido. Carmelo sembra dire: rammenti la chiesa di essere una comunità di anime non un’architettura astratta, di non essere un’arca in cui si suggella l’alleanza tra la carne e lo spirito, ma una zattera che accoglie la zizzania e il grano buono, la gramigna e il granellino di senape, piccolo piccolo ma destinato a grandi cose, ritorni in definitiva ad essere una casa, femmina preferibilmente.
@Tanus: son contenta che ci hai ripensato...
@A tutti: scusate ma Antonio mi ha fatto una richiesta e non avendo la sua mail ho usato questo spazio pubblico
hot | 06/05/2010 ore 17:47:55
Per tornare poi dalle alte vette della semantica alle basse mostruosità della vita quotidiana: volete sapere quanti "amici" ha il padrone di una bottega che si affaccia sulla pubblica via di Palermo? Bene, contate quante piante ci stanno sul marciapiede antistante: più sono le piante e più sono gli "amici". Se poi, oltre le piante, essendo il nostro concittadino anche padrone di un bar o ristorante, contate anche quante sedie, tavoli, botti, botticelle e quant'altro sta sulla pubblica via e vi accorgerete che di "amici" ne tiene davvero una moltitudine visto che, a tutt'oggi, il marciapiede di una città non può essere dato in concessione per qualsivoglia motivo, essendo riservato dal codice della strada solo alla libera circolazione dei pedoni (non delle moto ndr). Naturalmente non finisce qua, perché se il nostro eroe commercia invece in frutta e verdura allora troveremo oceani di broccoli e cavolfiori, per finire addirittura alle panchine dedicate ai dipendenti fumatori costretti da un po' di tempo all'esilio esterno.
federico | 06/05/2010 ore 16:56:16
@tanus
...e non ci credere, perché gran danno ne verrebbe a tutti gli "amici" se oggi Cammarata venisse sfiduciato.
federico | 06/05/2010 ore 16:44:33
Via, ogni donna è una mamma, anche quando assume certi cipigli. Sono contento perché a causa del mio incauto auspicio ci hai fatto sapere qualcosina in più di te: non è poca cosa.
Quanto al pesciolino, te lo raccomando; ti spaventeresti a vederlo, da quanto è grosso, sgraziato e ignorante (in senso toscano).
Speravo in te, ma vado a rileggermi il pezzo di Carmelo.
Antonio Carollo | 06/05/2010 ore 16:39:17
Mozione di sfiducia al sindaco.
22 firmatari per portarla in consiglio.
33 voti per la sfiducia.
Ma non ci credo che...
[LINK]
Tanus | 06/05/2010 ore 16:01:10
Hai ragione Antonio, il fatto è che sono indecisa se parlare dell'amore carnale o di quello religiosamente terreno.. ci penso un poco... smaltisco un po' di lavoro e ne riparliamo; tu, ad es,. mio vecchio albero inaridito nonché pesciolino nutrito dalla sua clochard,tu che hai un senso spiccato del religioso cosa pensi del gran pezzo di riflessione che ha postato il mio fratello Carmeluccio? Ps. è un po' azzardato che io gli venga madre...per fattori anagrafici se non altro...diciamo sorella maggiore o zietta..Un bacio, a presto, caro.
Ps2: Carmelo dovrebbe sperimentare verso il basso qualche volta è troppo museale, a tratti polveroso per una scrittura da forum, i suoi pezzi si stagliano come monumenti,ma il pupo sa benissimo che certe cose gliele dico solo per il suo bene..
hot | 06/05/2010 ore 15:48:34
Però io m'aspettavo che mamma Hot ci parlasse del notevole pezzo del suo figlioccio Carmeluzzo fornendoci magari una chiave di disamina e di interpretazione. Lo dico senza ironia. Lo stesso Carmelo credo se ne avvantaggerebbe, ed anche chi legge. Una scrittura di un giovane è di per sé una sperimentazione...
Antonio Carollo | 06/05/2010 ore 15:15:27
Grande foto.
Sul penultim'ora, concordo.
Ale Cu | 06/05/2010 ore 15:09:03
Certo, poi ci sono don Gallo, don Diana, don Puglisi. Uno su 10, 100 mila
antonia | 06/05/2010 ore 15:01:38
Carmelo, un giorno ho passato qualche ora in Vaticano. Finita l'ammirazione delle opere d'arte, mi sono fermata a guardare i preti e le suore che giravano, nella chiesa e nei dintorni. Ne ho contati tanti con quell'espressione ostentatamente pia, con quel sorrisino mezzo accennato, l'aria condiscendente, le mani giunte, la camminata con la testa un po' reclinata in avanti. Mi sono sembrati l'immagine eclatante dell'ipocrisia.
La chiesa cattolica è come una tristezza andata a male in un involucro di stucchi. Io la vedo così
antonia | 06/05/2010 ore 14:59:24
leggasi: rivendicazione. Mi scuso per la prosa nervosa, elementare, spunteggiata,ma è la terza che frequento amando molto violentare le parole e i costrutti.. o solo mi piace sperimentare
hot | 06/05/2010 ore 14:06:13
mi piace questa rivedendicazione, e riappropriazione,del significato primario dei valori,prima fra tutti tradotto dalla parola "amico" su cui sono intervenuta giorni fa con alcuni naviganti. Visto che sono una viggiatrice fuori le mura avrei preferito che le scuse toccassero di striscio, come direbbe Carmelo, anche chi ha proposto non solo taciuto, ma questo è il mondo, si sa che va sempre in un certo modo. C'è ad es.un tizio, abile show men, che gira la tv dando del "capra" a chi osa contraddirlo, eppure ha ascolto, si innalza superiore nella sua volgarità con lo sguardo di chi sta dando perle ai porci; alcuni, innamoratisi della cornice, lo hanno votato, altre le ho viste con i miei occhi sciogliersi davanti al suo verbo adoranti...eppure non è bello non è il colto per antonomasia..urla sbraita ruggisce, solo tra soli.
@Daniela: sulla "questione" mail.. credo che da qualche parte ci sia in questo forum, il fatto è che vorrei evitare frequentazioni troppo creative...e poi è normale che con alcuni naviganti io abbia sintonie maggiori, conoscendone la mail avranno modo di scegliere o meno se accettarmi come mittente..
hot | 06/05/2010 ore 14:04:44
Ha un tempo il rimorso? Evidentemente si, per il prete di Bompensiere da Caltanisetta che ha negato ai fedeli la comunione per le troppe assenze da messa.
Per chi si è visto rimandato tra i banchi rimproverato, la chiesa che sarebbe abbraccio architettonico, mamma, porte aperte sarà sembrata la classe con il maestro burbero che non ci giustificava e voleva i genitori.
Don Francesco Novara, maestro incarognito non ha chiesto la presenza dei genitori perché molti di quei fedeli i genitori li hanno persi e perché chiedere in chiesa la presenza del genitore è pari ad una bestemmia (Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?).
Ma ha ferito, tanto più se tra quei fedeli si trova una disabile con sedie a rotelle che magari non va a messa ogni domenica, ma con la mente cade a Damasco, banchetta a Cana, sale sul Golgota, pellegrina lungo la via Francigena che è poi la marcia dello spirito, il camminare stando fermi.
Perché i rimproveri piagano quanto il cilicio sulle spalle, quanto la vergogna del maestro che domanda che mestiere faccia il papà, quanto i vestiti dei fratelli passati.
Il prete ha fatto le proprie scuse -dovute e sollecitate dal vescovo- ma è l’idea stessa che non piace, quella della chiesa registro, del prete inquisitore che vede, ascolta e non assolve; si, di quella chiesa vecchia, miscellanea di durezza, casa-chiusa di repressione: vestito lavato e intimo sporco.
Nel rifiuto della comunione, c’è la sindone di un paese, la storia che è stata scritta in gran parte tra sacrestia e cantieri e controfirmata tra seggi e palazzi. C’è in chiesa quel torbido teatrino di compiacenza, di pettegolezzo e poi il coltello da macellaio che incide e squarta il vitello separando i malati dai sani, ma c’è pure la caricatura del vecchio che s’atteggia da giovane e quindi l’amplificazione da band rock, il prete che fa tutto per piacere e che non piace ugualmente perché o troppo giovane, o troppo vecchio per gli stessi vecchi.
La chiesa è insipida e anche sola, sono più le chiese che i fedeli, più i negozi sacri che i preti, ma sa essere superba come i padri dalle mani pesanti che picchiano i figli convinti di fare il loro bene. E non perché stia vivendo la “pubertà” lo sfogo della reclusione, il dramma della colpa più infima come può essere la pedofilia che è la tortura non dell’eretico ma del bambino vera luce dell’iconografia cristiana, bensì per la trave che è caduta su di essa preoccupandosi della pagliuzza dei fedeli. Sarebbe infatti facile andare contro questa chiesa disarmata, confusa, ma anche questo sarebbe un vizio: quello degli estremisti ghibellini che vogliono una loro chiesa diversa cioè a loro immagine e somiglianza.
Come tutte le zattere e la chiesa è una zattera, c’è sopra di tutto può esserci salvezza così come il cannibalismo, il giusto, il reprobo che canta messa, il salesiano, il francescano, il gesuita o il prete che con la talare gioca a calcio in una celebre foto del dopoguerra.
Ma c’è un problema evidente come il prete che nega la comunione a Caltanisetta, o quello che maledice la donna che abortisce, che poi è quello generale: una chiesa che legge i giornali ma che non legge più le scritture. Una chiesa che sa dove deve andare - il controllo della vita e della morte- ma che non ricorda da dove viene. Se avesse ricordato solo un attimo il prete di Caltanissetta le sue parabole, il libro del comodino, non solo avrebbe dato la comunione a coloro che da tempo non si facevano vedere in quella chiesa, ma li avrebbe abbracciati, lasciato i fedeli consuetudinari e rivolto completamente a loro che sono le pecore smarrite nel deserto, i prodighi che sono tornati. Si doveva rallegrare perché erano tornati e chi torna ha sempre la necessità di un sorriso, non il rimprovero per la partenza. E se appunto il Cristo di questo prete si deve fare carne e corpo, che miracolo maggiore poteva attendersi se non questo, la pentecoste dell’ uomo qualunque, del fedele?
La comunione è appunto l’anniversario di una riunificazione e non il federalismo della Chiesa della madonna della lettera, contro quella del Rosario. C’è chiesa dappertutto meno che nella casa del prete-padrone, del custode di condominio che origlia. Sono verbi di movimento quelli del vangelo, e quindi più che rimproverare i fedeli che non sono andati spesso in chiesa, Don Francesco Novara avrebbe dovuto prendersela con se stesso che non è andato da loro, un viaggiatore nelle sue quattro mura.
carmelo caruso | 06/05/2010 ore 13:37:47 | @
P.S.: Ho conosciuto Silvio Soldini, ieri sera. La fama non l'ha rovinato, per fortuna è ancora bello “naturale”. È un tipo
piacevolmente "ricettivo": gli ho detto qualcosa di carino - su di lui - e si è emozionato... ha spalancato due occhioni! "Ti è piaciuto?" mi ha chiesto a fine proiezione. Era curioso. Ho alzato il pollice verso l'alto sorridendo e scandendo bene gli ho detto:
"B-E-L-L-I-S-S-I-M-O".
tamara | 06/05/2010 ore 12:54:10
A proposito delle parole Amore, Famiglia, Libertà...
Giusto qualche tempo fa pensavo che sarebbe ora di vedere sullo schermo un film ambientato nell'Italia di oggi che, con tono neutro e realistico, si sofferma a raccontare la difficoltà di "gestire" una forte passione amorosa, quando nel proprio conto in banca per di più scarseggiano i soldi. Ed eccolo il film. Girato a Milano da uno dei miei registi preferiti: Silvio Soldini. Ieri sera sono stata alla presentazione di "Cosavogliodipiù", qui a Zurigo: c'erano il regista e Alba Rohrwacher che rispondevano alle domande del pubblico in sala. La pellicola è frutto di una coprodizione Italia-Svizzera: orgogliosa sono ;-)
«In questo film volevo esplorare il tema della passione - dice Soldini - e l’ho fatto con una profondità che non avevo mai affrontato prima. Quindi le scene di sesso erano particolarmente importanti. Le volevo naturali, che apparissero nel modo in cui si fa l’amore nella vita di ogni giorno. »
TRAMA: Domenico è sposato con figli; Anna convive da tempo. I due per caso s'incontrano, s'innamorano e diventano amanti. In un paese in cui la crisi economica non è solo ‘mediatica’ - come qualcuno vuol far credere - Soldini rappresenta in tutta la sua asprezza uno spaccato d’Italia reale, tangibile, tristemente attuale. Quell'Italia che difficilmente riesce ad arrivare alla fine del mese, in cui abbondano i ‘fuori busta’ in nero, con il mutuo ventennale da sopportare ed una monotona vita da cui fuggire di nascosto. La storia fra Domenico e Anna è una ribellione sottovoce che si regge su un equilibrio precario come la loro vita: incontri clandestini, litigate al cellulare, bugie, carezze soffocate, il sesso coinvolgente consumato in una stanza di un motel a ore. Fino a quando Anna non decide che vuole molto di più...
«E’ uno sguardo in ricerca quello di Soldini e il suo cinema si rivela, come un sismografo dei sentimenti, capace di registrare le scosse dirompenti così come i più piccoli sussulti, magari provocati da un rumore fuori campo. Perché fare del bene a se stessi, come Anna e Domenico vorrebbero, senza fare del male agli altri (ciò che si desidererebbe restasse fuori campo) è una delle imprese più difficili da compiere. (Giancarlo Zappoli)»
[LINK]
tamara | 06/05/2010 ore 12:53:07
Famiglia. rispetto, onore, amico, io credo che la Cassazione morale non ci possa far nulla, in quanto a presunto risarcimento per il loro uso distorto, semplicemente perché sono scritte e fissate nei significati correnti, da tempo immemorabile nella Costituzione siciliana. Sono parole costituzionali.
Vai a levarle!...
Antonio Carollo | 06/05/2010 ore 12:50:38
@Romp: scusa se torno a dire la mia sull'argomento, ma proprio perchè non conosci molte delle persone che intervengono qui e le loro storie, mi sembra quanto meno gratuito inferire dal loro/nostro silenzio che non condividano con te la rabbia il dolore per la notizia che hai dato e per fatti del genere, solo perchè non viene espressa...io lavoro in un Ser.T. da 19 anni, anche con sieropositivi e detenuti, e ne ho visti morire davvero tanti, e anche in modo ingiusto, per incuria e superficialità, o disinteresse di medici e magistrati...non lo sai, certo, e non sai neanche il malessere che mi ha provocato leggere il tuo articolo (peraltro ben scritto)...non fare illazioni sui silenzi, scegliendo l'interpretazione più facile e più deteriore (inensibilità, superficialità, indifferenza)...non sempre è quella vera, o quella giusta. sicuramente non in questo caso.
annalisa mancuso | 06/05/2010 ore 12:47:01 | @
Federico, concordo pienamente. Ormai si dice "Lo amo", "Ti amo" come se fosse bere un bicchiere di acqua fresca. L'ultima volta che ho amato veramente ci ho messo due mesi a dirlo e poi vigliaccamente l'ho scritto in un sms, lasciando interdetto il povero interlocutore.
Mi posso infatuare, invaghire, posso perdere la testa. Persino innamorarsi e amare sono due cose molto diverse. E scegliere bene le parole da dire è importante. Ti amo non lo dico da un po', e anche quando amavo cercavo di scegliere di usare queste parole in momenti che meritassero di passare alla storia.
Daniela | 06/05/2010 ore 12:07:36
Romp, ma mi fai un solo esempio di frase o parola che faccia solo pensare che la tua rabbia, il tuo dolore, la tua indignazione fossero sentimenti non condivisi?
Io temo, ripeto, che tu ti sia mosso sulla base di un fraintendimento: e cioè che chi ha taciuto lo abbia fatto perché non gliene importava niente della storia che hai raccontato. Cosa assolutamente non vera, secondo me. Così come hai pensato che io mi riferissi alla tua di indignazione (ma dico, mi fai più scema di quel che sono? :-)).
/al margine: non sono tra quelli che se la prendono per uno scambio verbale violento su un forum. Posso picchiarmi verbalmente con te in un post e contemporaneamente prendere appuntamento per il caffè di mezza mattina. Ma discutere così violentemente, lo trovo faticoso. E anche inutile. Ed e' un peccato perchè parlare con te mi piace parecchio.
teresa de masi | 06/05/2010 ore 11:31:25
Mi pare che anche popolo, libertà, e persino amore, abbiano cominciato a prendere una brutta piega.
federico | 06/05/2010 ore 11:31:07
Vorrei chiarire meglio il senso della mia posizione, perché, rileggendola, mi rendo conto che ha assunto una forma violenta. E non era mia intenzione. Quando ho scritto (e confermo) che Roberto Pellicano vale molto di più di voi vivi, intendevo dire che questa esperienza di dolore e di ingiustizia mi ha colpito tanto da assumere un valore molto importante per me. E grande è stato il mio stupore quando ho notato che la mia rabbia non era condivisa, nel luogo in cui pensavo lo fosse. Il silenzio, già. Io penso che, in casi del genere, utile o inutile che sia, sia sempre giusto alzare la voce e gridare. Almeno uno ci prova. Per me le vostre considerazioni, stavolta, non sono state all'altezza dell'evento. Ecco perché – confermo – quell'evento e quella persona, nel mio cuore, valgono più di voi, delle vostre parole. Sulla tossicodipendenza: Daniela mi ha detto che qualcuno qui ha avuto un fatto molto doloroso. Non potevo saperlo. Se ho fatto del male a qualcuno, mi scuso. Non era mia intenzione.
Io non ho raccontato e postato qui la storia di Roberto Pellicano perché cercavo un riconoscimento. E' il mio modo di intendere il mio lavoro che è bello quando dà voce a chi non ne ha. Voi avete voce, parole e siete stati zitti. Questo mi ha ferito. E ho reagito.
Romp | 06/05/2010 ore 11:04:47
La peggiore di tutte?
"Pensa alla salute."
Stefano | 06/05/2010 ore 10:34:54
A scuola c'era qualche professore che dopo l'interrogazione si divertiva dicendo: "datti tu il voto". Metti che il giudice di Cassazione si diverta allo stesso modo. Metti che il giudice di me stesso, alla fine del gioco, sia proprio io. Per questo mi alleno alla benevolenza: perché penso di averne bisogno.
yorick | 06/05/2010 ore 10:16:09 | @
Avviso ai naviganti: da questo momento in poi ogni commento anche solo un po' insolente, irrispettoso o aggressivo verrà rimosso.
Augh.
roberto alajmo | 06/05/2010 ore 08:26:11
Romp, mi hai affibbiato del tutto gratuitamente una "conclamata indifferenza" che non esiste e non mi appartiene. Collaboro attivamente con Amnesty e con DREAM, sostengo da anni Medecins sans frontières e Terres des hommes, quando ero in Italia mi sono impegnata concretamente e direttamente. Qui faccio volontariato. Ma tu ti sei fatto un film tutto tuo nella testa e continui a guardarlo e riguardarlo e a rapportare tutto alla TUA idea.
Affibbiare etichette è sempre sbagliato. E' già la seconda volta che mi attacchi affibbiandomi degli atteggiamenti o dei pensieri che non mi appartengono. Risparmiati una terza. Avrei potuto lasciar correre, forse, ma perchè?
antonia | 06/05/2010 ore 08:21:36
Valgono anche i modi di dire? "Chi te lo fa fare"
roberto alajmo | 06/05/2010 ore 08:20:15
e di "Amore" "Libertà"
"Popolo"...vogliamo parlarne? E' un furto di parole in piena "regola"
Maria Guagliardito | 06/05/2010 ore 07:50:46 | @
Non è che hai sbagliato, Teresa. Hai dato un'interpretazione diversa e plausibilissima.
Daniela | 06/05/2010 ore 00:54:37
>Amico, famiglia, onore, rispetto.
E "compagni di merende", roberto. Non dimenticarli. Che pure questo piacere, ci han portato via. Da scandicci in poi.
E a me, le merende in compagnia, mi son sempre piaciute. :)
/scherzi a parte, sarebbe interessante un elenco delle parole che, come queste, hanno perso il loro significato originario finendo per assumerne un altro deteriore. Giusto per mettere alla prova la nostra assuefazione. Perché son convinta che siano tante le parole così. Il difficile resta, come in tante cose, il rendersene conto.
teresa de masi | 06/05/2010 ore 00:26:24
@Tanus: io concordo con te, su Romp. La tua definizione mi piace molto.
@Teresa: i titoli li scelgo seguendo una mia inclinazione (che poi ricorre spesso a rimandi incrociati, come in questo caso), è l'unica creatività che mi concedo in una sezione che è vostra, non mia. Però ti assicuro che ho perso le parole per me non significa rassegnazione: "Ho perso le parole
eppure ce le avevo qua un attimo fa...", dice Ligabue. Le parole sono dentro di me, ma non riescono a tirarle fuori. Nel mio titolo c'era esattamente quel senso di spreco di cui parli tu.
@Hot: scusa, e la tua, di mail?
Daniela | 05/05/2010 ore 23:34:27
@Tanus:"La vita io l'ho castigata vivendola" (V.Cardarelli). Mi piacerebbe che tu non restassi zitto troppo a lungo, corteggiando in silenzio il tempo che passa anche perché altri si prendono il tuo spazio e il diritto a tradurre in parola il tuo pensiero senza chiedere permesso..buona serata
hot | 05/05/2010 ore 21:20:52
"La stampa più libera del mondo intero è la stampa italiana. Il giornalismo italiano è libero perché serve soltanto una causa e un regime; è libero perché, nell'ambito delle leggi del regime, può esercitare, e le esercita, funzioni di controllo, di critica, di propulsione"
Benito Mussolini, 10 ottobre 1928... perché è lui il mrB. a cui ti riferisci, vero Mingo?
/Tanus, che succede? Mi inquieti... ;-))
teresa de masi | 05/05/2010 ore 21:07:36
Avete presente quando pensate "ho perso un'occasione per rimanere zitto".
Ecco... visti i risultati l'ho pensato.
Adesso penso che starò zitto per un po', almeno qui.
Buona continuazione.
Tanus | 05/05/2010 ore 20:57:55
Presente ma silente, mi viene voglia di entrare a gamba tesa con un provocatorio "forza Inter".
"Il problema di questo Paese è che c'è troppa libertà di stampa" (Mr.B)
Mingo | 05/05/2010 ore 20:21:26 | @
Daniela, puoi fare tutto quello che vuoi, ci mancherebbe.
Solo una cosa: io non ho perso le parole. Non mi ci ritrovo nel titolo che hai scelto: dà un'idea di qualcosa che assomiglia alla rassegnazione. E io rassegnata non mi ci sento per nulla. Credo che però le parole siano importanti, tanto importanti da non meritare di essere sprecate. E' che non sopporto quella forma di pietà ed indignzione che sa tanto di autoassoluzione, del mettersi a posto la coscienza. Ci si sente migliori, ad indignarsi. Tanto migliori. Fino al punto di riempirsi l'animo di questa bontà da non sentire più il bisogno di far nulla per cambiare. Ecco, di questa indignazione, di cui sono circondata, non ne posso più. Soprattutto se parliamo poi di tossicodipendenza. Ma questa, è un'altra storia. La mia.
teresa de masi | 05/05/2010 ore 19:15:46
Ai miei cari e liberi di intelletto, nonché privi di pregiudizio alcuno..grazie, a voi dedico un aforisma di Pound:il pensare divide, il sentire unisce.
Mettete però d'ora innanzi la vostra mail, me le vado trascrivendo non sia mai...
@Daniela: hai ragione abbiamo perso un'occasione.
hot | 05/05/2010 ore 19:11:21
Non so perché, ma le ultime diatribe di questo blog mi hanno ricordato una frase di sandor marai: un paese dove non si ha più la libertà di tacere è un paese da cui fuggire.
federico | 05/05/2010 ore 19:08:41
Hai detto bene, antonio. Testimonianza. Quella sì, è essenziale, e su questa non mi tiro indietro. Come non lo feci a suo tempo.
Ma in questa sede, in questo forum, io credo sia anche possibile un silenzio "partecipato" che non significa necessariamente indifferenza. E non capisco perchè arrabbiarsi per questo. Io stessa, ripeto, per un po' ho pensato di non intervenire. Però avevo linkato al volo l'articolo di romp dalla pagina che gestisco su fb sull'informazione. Perchè di queste cose, è necessario che si parli. Il più possibile.
Ma l'indignazione gratuita, quella che serve a far capire quanto siam buoni belli e bravi, per favore, quella no. Preferisco il silenzio, come quello di Antonia per esempio. Che avverto molto diverso di come lo avverte romp.
teresa de masi | 05/05/2010 ore 19:00:27
A me Romp piace,
e sapete perché?
Perché è così "buono" che diventa "cattivo" per la troppa bontà.
Spero che Romp mi scuserà per questa definizione, tra l'altro dettata da una pura visione solo virtuale, non avendolo mai incontrato.
Roberto Puglisi è "il cronista degli ultimi", e non smetterà mai di piacermi proprio per questo...
Tanus | 05/05/2010 ore 18:39:48
...non scrivo ma vi seguo...
mia grande famiglia brontolona
Tanus | 05/05/2010 ore 18:32:35
Ma guarda che cosa devo leggere... Guarda cosa traspare nelle crepe del salotto buono... E allora, Antonia, se non cambia niente con le emozioni, con l'indignazione e con la rabbia, cosa posso dirti? La pace sia con te. Certo che registro prese di posizione veramente sorprendenti. Devo dedurre che il mondo di cui discutete è immutabile. Ma allora perché discuterne?
Ps. Nel momento in cui fai di tutti i morti un fascio, hai perso la capacità di guardare gli individui. Però, a questo punto, considerando la tua conclamata indifferenza, ti considero se non correa almeno favoreggiatrice del silenzio che copre il dolore e le ingiustizie, merce abbondantemente presente nella storia di Roberto Pellicano (già, perché aveva pure un nome).
Romp | 05/05/2010 ore 18:29:17
Uffa, Romp, ci sono stati negli ultimi mesi casi di persone malate morte in carcere, di suicidi in carcere.... e Cucchi lo hai dimenticato?
E le vittime dei pedofili? Ed i bambini massacrati dai genitori, dai parenti?
Altrettanto crudele è che muoiano centinaia di migliaia di bambini in Africa per AIDS, per violenze, per le guerre, per malattie. E altrettanto crudele è che uno Stato civile come gli Stati Uniti non assicurava alcuna cura a chi era disoccupato e senza soldi.
Il fatto che alcuni di noi non siano intervenuti non significa affatto che la cosa non ci colpisca e non ci faccia stare male, ma cosa avremmo potuto scrivere? Sono indignato/a anch'io....e poi? E poi con l'indignazione momentanea cosa cambia?
antonia | 05/05/2010 ore 18:24:28
Grazie, Annalisa.
Commovente il filmato di Youtube (Vitalba).
Teresa ha tutta la mia comprensione e solidarietà: condivido tutto, però aggiungo: oltre a coloro che possono e devono intervenire per cambiare le cose, sono importanti i testimoni e gli informatori (appassionati e impegnati) dell'opinione pubblica.
Antonio Carollo | 05/05/2010 ore 18:17:05
Sì, Giuseppe, i tuoi argomenti non erano interessanti, per me. Erano cose che io valuto nell'ordinario. Se però tu giudichi non meritevole di interesse la morte di un uomo malato in carcere, ne prendo atto. Non posso fare altro.
@Antonio. L'Oracolo di Delfi non c'entra. E non c'entro io. Non mi interessa lo scopo promozionale di me stesso. Era la storia in sé che avrebbe dovuto suscitare indignazione. Purtroppo, a forza di guardare i dettagli si perde la visione di insieme. La prossima volta posterò un link sull'estetica della frittola.
Romp | 05/05/2010 ore 17:57:28
Facciamo così: siccome mi è piaciuto molto quello che ha scritto Teresa, lo salvo in Chi legge, chi scrive. Così rimane traccia - vera, senza retorica - di una mancata discussione.
(chiedo a Teresa il premesso di modificare leggermente il suo post in modo da renderlo ugualmente intellegibile anche nei mesi a venire. Facciamo così: io lo pubblico e se c'è qualcosa che non va, mi puoi scrivere)
Daniela | 05/05/2010 ore 17:55:00 | @
...e io condivido anche tutto quello che ha scritto antonio.
annalisa | 05/05/2010 ore 17:51:20
Condivido quello che ha scritto Teresa
antonia | 05/05/2010 ore 17:31:23
a Romp [LINK]
VITALBA | 05/05/2010 ore 17:25:16
Ho mandato a Roberto Puglisi, più che a Romp, tante mail su tanti argomenti che pensavo utili per le sue cronache. M'avesse risposto una sola volta...
Non mi sono offeso e non ho urlato: se non ritiene interessanti gli argomenti che gli propongo cercherò altri interlocutori.
Giuseppe | 05/05/2010 ore 16:25:29
Hot deve rimanere tra i nostri, questa è la richiesta che rivolgo sommessamente al Capitano di questa barca. S'impara da tutti; di Hot mi piace la sua vivida e sciolta capacità discorsiva, nonché la vivacità culturale, m'incuriosisce la personalità.
Di Roberto Puglisi ammiro l'intelligenza, la professionalità e la scrittura secca e diretta, ma mi piacerebbe che la sua franchezza fosse più rispettosa e non aggressiva.
E poi, non puoi pretendere, Romp, che ogni tua parola sia accolta come quella dell'oracolo di Delfi.
Non hai tutti i torti se preferisci parlare con un interlocutore che abbia un nome e un cognome, ma così va il mondo, e noi dobbiamo rispetto alla persona che si esprime con educazione, e alla sua libertà, la quale è l'essenza stessa di Internet.
Antonio Carollo | 05/05/2010 ore 16:06:31
Urlare, romp? No, troppo facile. Urlare, esattamente come indignarsi, è facile. Ci riescono tutti. D'altra parte, speravi in un maggior numero di commenti: a che sarebbe servito? Io stessa, che sono tra i due interventi che hai contato, ho fatto fatica ad intervenire: a che servono le parole, di fronte a storie come queste?
La questione è seria, sono d'accordo con te. Più che seria, oserei aggiungere. Dico solo che per intestardimento "giustizialista" su storie di droghe e carcere ho perso mia sorella nel 1989. Aveva 23 anni. Eppure, forse proprio per questo, capisco il silenzio di tanti.
E allora mi/ti chiedo: piuttosto che incazzarti, spiegaci un po' cosa possiamo fare? Escludi indignazione e pietà però, per favore. Che per quanto mi riguarda ne ho le palle piene, avendone letta sin troppa sui giornali nei giorni in cui questa storia era anche la "mia". Era il 1989: da allora, cosa è cambiato?
teresa de masi | 05/05/2010 ore 14:53:11
Hot, qui la storia è seria. Risparmiami i tuoi esercizi autoreferenziali su un morto in carcere.
Romp | 05/05/2010 ore 13:12:55
Non è questioni di interruttore, ragazzi. E non parlo per me. Capisco il travaglio interiore, mi va bene. Ma su queste cose bisogna URLAREEEEEEEEEEEEEEEE
Romp | 05/05/2010 ore 11:03:56
@La Lazio non ha giocato ha simulato di giocare, e comunque, vedremo come finirà.
hot | 05/05/2010 ore 08:55:03
@Romp:stamattina mi sono svegliata con l'eco del tuo intervento di ieri sera, perciò prima di recarmi al lavoro ho pensato a questo: sono attivista Amnesty, l'associazione ha una sede a Pa,coinvolgiamola non è che io posso firmare petizioni solo per la pena di morte in Cina..."usiamo" il caso Pellicano per evitare che altri infelici al pari di lui facciano la stessa fine.Il fatto che tu sia un cronista ti permette di avere notizie su situazioni del genere prima di noi,allora, coinvolgici perché una cosa è rimproverare la nostra inettitudine un'altra l'impotenza, non credi?
hot | 05/05/2010 ore 08:53:36
@Romp: Daniela ha espresso esattamente il mio pensiero e il motivo dei miei mancati commenti...il tuo post è stato duro, e forte, e l''argomento' lo conosco bene e mi tocca da molto vicino...ma davvero cosa aggiungere che non suonasse banale scontato o retorico? nel tuo come in altri casi, per quanto mi riguarda...preferisco anch'io tacere, per non ripetere cose trite e forse noiose da ri/leggere, ma ascolto e leggo tutti, con molta attenzione e partecipazione, anche emotiva. Il silenzio non è sempre indifferenza, e spesso, ultimamente, sperimento tutta l'inutilità e l'insufficienza delle parole.
annalisa | 05/05/2010 ore 08:07:16 | @
il 5 maggio di cinqunat'anni fa veniva "suicidato" dalla mafia Cosimo Cristina, giovane giornalista termitano. Finalmente dopo mezzo secolo, nel luogo dove fu assassinato verrà messo un cippo per ricordarlo. Saranno presenti le scolaresche,le associazioni, l'ordine dei giornalisti e la società civile. Incollo un link per saperne di più! [LINK]
mirella | 05/05/2010 ore 01:00:22
@Teresa: c'è una storia, dietro la definizione di scrittore vivente preferito...
@Romp: c'è anche un pudore, nel commentare certe cose. La notizia che hai dato, soprattutto per come l'hai data, è molto forte. Ogni commento rischia - non è detto che lo sia, ma rischia - di essere retorico. E c'è chi - come me - alla retorica preferisce il silenzio.
Daniela | 05/05/2010 ore 00:16:59
Romp il problema non è commentare la morte di un disgraziato tossicodipendente e sieropositivo, il dilemma, se mai, è dove siamo stati, dove eravamo, quando marciva in carcere.Facile battersi il petto di fronte alle soluzioni finali e dire: toh, poverino, sono contrita.Di sicuro ti capisco, ma anch'io credo di essere svolazzata su argomenti altrettanto degni di ascolto ed ho racimolato due interventi,Carmeluccio nessuno, ma non è la nostra una gara, lanciamo solo sassolini nello stagno, marchiamo il territorio in maniera volatile con le nostre fatue riflessioni, altri poi piroettano spargendo ninfee romantiche colmi di incensi, altri magari vogliono ascoltare in silenzio, altri si scocciano proprio o diversamente impegnati, ma è la vita tesoro mio..che è bella perché inutilmente varia..
Io ti ascolto in ogni caso.
hot | 04/05/2010 ore 22:35:52
@romp: non è che tu schiacci un interruttore e qua scatta il commento. Non funziona per me, non vedo perché dovrebbe funzionare per te.
roberto alajmo | 04/05/2010 ore 22:24:54
Due commenti soltanto su un disgraziato tossicodipendente, morto in carcere per il furto di due teli da mare. Voi, ovviamente, siete liberi di discutere di quello che volete. E ci mancherebbe. Ma io, da questo momento in poi, considererò la declamata sensibilità di chi si aggira in questi luoghi un prodotto scaduto.
Romp | 04/05/2010 ore 22:13:08
>"Non più ragazzo". Adoro gli eufemismi.
Niente di che, roberto mi vengono spontanei. In cambio, mi concederai di sedermi alla tua di scrivania un giorno? :-D
/daniela, non so perchè ma a me, quello scrittore "vivente" mi ispirerebbe uno sgratt sgratt più che un sorriso...
;-D
teresa de masi | 04/05/2010 ore 20:12:58
Capisco l'emozione di Yorick e di Roberto.
Per non parlare sempre del mio scrittore vivente preferito, vi racconto cosa ho provato quando ho incontrato Wyzlawa Szymborska all'università di Palermo. Lei non parla inglese, io con il polacco ho poca dimestichezza, ma mentre mi metteva una firma sotto la mia poesia preferita (Amore a prima vista), ci siamo scambiate un sorriso che mi è parso pieno di significati. In quello che le ho regalato io c'era la riconoscenza che provo nei confronti di una donna che sa scavarsi dentro le parole e porgerle a chi la legge, personali e universali come solo le parole di un grande scrittore o poeta sanno essere.
La parola antispam è libraio e anche questo mi sembra un segno, Yorick.
Daniela | 04/05/2010 ore 19:16:03
@Yorich:gli scrittori sono testimoni del loro tempo al pari di te; alcuni la temporalità la interpretano, la traducono, e la mediano; altri la rifuggono e la reinventano frequentando forme passate. Negli spazi bianchi che si intersecano tra le parole spesso c'è il nulla, tocca percià al lettore riempirli da sè, e come vuole, a gradimento, a piacere....
hot | 04/05/2010 ore 12:22:09
@Antonia:che al di là delle Alpi la parola “amico”inteso in senso arcaico e nell’aspetto deleterio della consorteria sia poco frequentato non fa che rassicurami. La politica matura pensa anche al bene pubblico non a creare legami di convenienza improntati allo squallido do ut des, perciò insisto sul fatto che è quantomeno necessaria una rivoluzione linguistica che sia testimone di una reimpostazione concettuale. L’educazione alla legalità passa nel distinguere e nel saper scegliere. Se io resto legato a concezioni arcaiche da clan e non cresco possiamo pure metterci lo stemma dell’antimafia ma non cambierà nulla. In un’altra vita, quando mi dedicavo alla critica letteraria, grazie a Sciascia ho appreso gli stereotipi siciliani, la mitologia del familismo, e grazie ad Hess ho capito come una mentalità clientelare ha radici storiche, ha un suo perché antropologico, ma conoscere servirà pure a qualcosa?Io credo che sia utile a crescere, a scegliere, a distinguere, a chiamare ogni cosa con il suo nome. Con il pacchetto della legalità dovrebbe perciò associarsi anche un’educazione lessicale che consenta un cambiamento, sia pure lento, di mentalità. I processi, lo so benissimo, sono lunghi, faticosi, si incurvano pericolosamente, ma mi rifiuto di credere di appartenere ad una minoranza che è talmente illuminata e fessa da non sapere distinguere l’amicizia dal sentimento dell’amicizia. La prima è un valore e una conquista che ci riscalda parecchio, il secondo è pericoloso perché sfocia nell’istintuale e in quella ricerca della convenienza che l’istintuale pretende. Noi siamo nel 2010, non siamo i siciliani di cinquant’anni fa, siamo progrediti in tante cose lo faremo anche in altre, di certo non possiamo disilludere le nuove generazioni che sono chiamate ad essere cittadini globali, a crescere in un mondo che di sconti ne fa sempre di meno.
hot | 04/05/2010 ore 12:06:52
"Non più ragazzo". Adoro gli eufemismi.
roberto alajmo | 04/05/2010 ore 11:47:03
Sacrilegio, roberto? Non lo avverto così, non dopo avere letto le tue parole sulla "venerazione" a distanza che per tanto tempo ti ha legato a sciascia. Bello che tu lo abbia raccontato, bello re-immaginarti ora, non più ragazzo, intento a riscrivere una lettera. Perchè queste poche righe così le sento: parole rivolte a lui più che a noi. Ancora una volta, dopo tanti anni.
/terribile romp. Niente è più terribile di queste forme di accanimento "giustizialista" verso poveri diavoli indifesi rinchiusi in carcere. non è frase, questa, che dico limintandomi ad "immaginare". Purtroppo.
teresa de masi | 04/05/2010 ore 11:23:45
L'ultima volta che sono stato a trovare uno scrittore ho approfittato di un suo momento di distrazione per guardarmi in giro. Ho guardato i libri lasciati sul tavolo, quelli sistemati in libreria, i quadri, altri oggetti senza importanza apparente. Sono convinto che negli angoli si nascondano significati che ci arrivano senza che dobbiamo spiegarceli: così, d'intuito. Un po' come gli spazi bianchi tra le parole.
yorick | 04/05/2010 ore 11:20:59 | @
@Romp:
certo lui era compatibile con la vita del carcere... mica era un politico corrotto, abituato a fare la bella vita con i nostri soldi.
Tanus | 04/05/2010 ore 10:13:38
Leggo, sul corriere.it "Il mistero del sindaco scomparso" [LINK] . Ma è in Lombardia. Deve essere una specie di virus, allora.
roberto alajmo | 04/05/2010 ore 09:52:45
Hot, l"amico" in senso siciliano esiste già molto poco al nord, oltre le Alpi è quasi inconcepibile. Credimi
antonia | 04/05/2010 ore 09:41:00
[LINK]
Ruba due teli da mare e gli danno otto mesi. E' malato di Aids. L'avvocato chiede la scarcerazione e gliela negano. E lui, il permaloso, che fa? Muore in carcere. Mah, che gente...
Romp | 04/05/2010 ore 08:12:17
Perfetto, Mingo.
Hot, d'accordo, penso anch'io alle pulizie (non etniche) che ci sarebbero da fare, specie in questo momento che sto leggendo quel che racconta Francesco Di Carlo in "Un uomo d'onore" di Bellavia.
Buona notte.
Antonio Carollo | 04/05/2010 ore 00:08:34
@Carmeluccio solo ora ti ho visto e letto, bene, bene, sempre per i fatti tuoi Superot, ma questa "anoressia di riflessione" mi piace..è un barocchismo intelligente.Ps: la parola è segno di un vuoto? Il verbo è contenuto che va riempito e va svuotato come le latrine :)
hot | 03/05/2010 ore 23:09:58
Antonio, io non mi batto in ritirata, penso che possiamo fare l'antimafia pret à porter, partecipare alle attività convegnistiche,portare in processione la magnolia di via Notarbartolo con annessi santini, ma se questi santini non ci inducono a modificare il lessico a fare un'operazione di pulizia linguistica ritorniamo sempre al punto zero. Felici della nostra diversità e immemori di quel che ci è stato insegnato.
@Mingo anche noi che svolazziamo qui non siamo che atomi
hot | 03/05/2010 ore 22:42:36
Forse c'è un intimo e torbido bisogno di fare clan.Individualisti estremi ma mai in solitudine.Atomi circondati da elettroni fatti di amici,cucini,compari,fratelli in un vortice di vasa-vasa.
mingo | 03/05/2010 ore 22:04:21
Noi siciliani siamo eccellenti 'spaccatori' di capello in quattro, non siamo da meno nello spaccare il significato di una parola in diversi altri significati. Quest'ultimo, certo, è un esercizio un po' diverso da quello delle sottigliezze retoriche e discorsive, però è riconducibile ad una medesima abilità. Qualche settimana fa abbiamo individuato tre significati della parola 'annacarsi'. Adesso ci siamo imbattuti in una parola, amico, che per noi è come un macigno, una roccia, una rocca come quella di Cefalù, che ha diverse facce. Non m'azzardo ad esaminarle. In Toscana non verrebbe mai in mente di dire, ad esempio, che l'amico sta al posto del diritto, invece in Sicilia è sacrosanta verità, come ha fatto capire Federico. Con la parola 'amico, si apre in Sicilia un mondo inimmaginabile qui in terra tosca, alternativo, da percorrere a vista, spesso immersi in nebioline di ambiguità, di parole sibilline, di vuoti di parola, di silenzi.
Ci sono dei siciliani che alle parole vorrebbero dare un unico e chiaro significato; se si parla di amicizia vorrebbero riferirsi al significato del dizionario, e basta, non accostarla a clientelismo, clan, giustizia, tranquillità, protezione, eccetera; ma sono minoranza, ed è facile farli battere in ritirata.
Antonio Carollo | 03/05/2010 ore 21:05:26
Terz'ultima da catania provincia...
Il cacciavite usato per ferire è come una penna servita a cavare un occhio.
Spetta ad un pregiudicato di Riposto questo gesto infimo quanto iconoclasta: minacciare e sfregiare i musicisti di una banda che si erano frammessi tra la sua auto e la strada. Ricorda quindi il martello scagliato dal folle contro la Pietà del Michelangelo, o la sirenetta ferita come un tonno nella civilissima Copenaghen anni fa; perché scagliarsi contro la banda del paese è un po come scagliarsi contro il campanaro che suona le campane. Ma guardata bene questa vicenda di cronaca locale diventa l’indice della considerazione che l’italiano nutre per l’arte ed il sapere, per la scuola e per i maestri. E’ il gesto di uno sconsiderato, meglio ancora pregiudicato, ma è anche il cavatappi di una bottiglia di vino guasto che tiene dentro aceto. Per rendersene conto basta aprire un foglio di provincia o meglio ancora recarsi a scuola durante una riunione scuola-famiglia, vero reality show italiano.
Nello sconsiderato quindi che minaccia il trombettista con lo spartito (che lo fa per passione) c’è l’ultimo tabù caduto insieme alla potestà della maestra (che non sempre ha le mani pesanti) e il funerale con le macchine spente.
Riposto è un “paese”, che non è caricatura di donne in gramaglie, conocchie e lamenti, ma è pur sempre il luogo che usa il computer ma non disdegna le lettere, dove l’emigrato viene considerato un lavoratore, dove la banda è intoccabile quanto il santo che accompagna e il morto che glissa.
Fa impressione questo Gradasso delle cose belle, bruto di quell’illusione che sa essere la musica e pugnalatore di quell’esercito bianco che è la banda. Però a furia di vederlo mascherato ma sempre uguale non fa notizia se non per l’arma che usa. In realtà l’Italia di oggi è piena di cacciaviti usati come randelli e di libri strappati che non sono moti di ribellione ma anoressia di riflessione.
Perché se c’è un’emergenza geografica senza mappe è proprio quella morale, che è sinonimo del figlio che ha sempre ragione, del vicino che ha sempre torto, della maestra che ci intristisce i figli con i compiti, della strada che deve essere libera per il nostro passaggio.
Non è una classificazione della violenza, ma è certo che questo gesto abbassa il livello di commozione che è poi piacere per le cose viste e sensibilità per quelle sentite.
Il cacciavite usato come un brando, non è il dito alzato di Fini che era pretesa di legittimità, ma la bacchetta che il gerarca comunista nel film “Il concerto” spezza al direttore d’orchestra non allineato al partito. Proprio nel paese che più che federato è disintegrato, la musica della banda che è anche inno all’unità d’Italia ( W Verdi era l’anagramma per dire viva Vittorio Emanuele Re d’Italia) era una delle ultime cose condivise e intoccabili, il residuo di quelle perse per sempre come il rispetto dell’altro, del diverso e l’innocenza dei bambini.
Era anche una delle poche cose a non essere lottizzate, spartite tra mancini e destri ;possiamo dire la vera Rai dei poveri. Epperò anche questo è il risultato della scuola considerata parcheggio di stato, di forbici e rattoppi alla nostra istruzione che è pur sempre l’educazione al bello, il circo intelligente dell’animale che s’emancipa dall’addestratore. La villania di chi rompe i tamburi è il prodotto dell’uomo rozzo e di quello dall’altoparlante che rimbomba in auto e che all’orecchio sostituisce la cuffia.
La capacità d’ascoltare s’impara seduti tra i banchi, non è impresa, internet o inglese ma lingua muta ed universale che non si smonta e rimonta con le pinze e i bulloni. Un cacciavite contro l’astratto che è la musica, la parola è segno di un vuoto: fretta d’andare; un liceo musicale in un paese da officina meccanica.
carmelo caruso | 03/05/2010 ore 20:46:59 | @
Ritengo che quel particolare uso del termine amico, di cui mi fai la spiegazione didattica, sia transnazionale, apparentato con le mafie e le politiche rudimentali di ogni parte del mondo. Sarebbe opportuno perciò staccarsi dall'autolesionismo del tipo in Sicilia si fa in questo modo, in quanto differenti e unici, e parlare invece di clientelismo, di sudditanza, di protezionismo, se non altro mi piacerebbe che i giovani parlassero in questi termini avendo chiari i necessari distinguo. Il resto appartiene alla vulgata, alla narrazione di superbi miti siciliani; io che sono siciliana di Sicilia sono allergica ai raccontini di appendice alla William Galt, mentre favorevole ad analizzare la realtà per quella che è, come si presenta, senza fare distinzioni.
hot | 03/05/2010 ore 17:40:24
In Sicilia la parola amico ha da sempre valenza del tutto diversa rispetto al resto del mondo. La frase "dobbiamo trovare un amico" da noi indica la strada alternativa alla legalità ed è quella che ci ha portato al disastro che oggi viviamo. Persino il fenomeno del pizzo ha alle spalle questo contorto senso dell'amicizia: nel senso che, laddove l'amico non riesci a trovarlo in altro modo, te lo compri, anche a costo di pagarlo a carissimo prezzo. Credetemi, è tutto qua l'arcano della nostra politica, che fa affiorare sistematicamente dal nulla personaggi impresentabili.
federico | 03/05/2010 ore 17:13:55
Federico, ma tu quanti amici hai? Ritieni, giustamente, che gran parte dei nostri problemi di meridionali abbiano una loro radice da un rapporto amicale piuttosto distorto; la tua tesi è stata anche avallata in passato con parecchio criterio, ma adesso è ancora valida? Qualche generazione è cambiata intanto ma la in-sensibilità verso la cosa pubblica è rimasta identica; certo una cosa è parlare di amicizia un'altra di attitudine clientelare, non credi?In politica, e non solo, ho l'impressione che l'amicizia sia un sentimento poco frequentato. A meno che non si intenda per amicizia un cordone ombelicale, una devozione acritica, un'apoteosi di banalità infantili.
hot | 03/05/2010 ore 17:04:55
A Trabia, come altrove, l'immondizia trabocca da tutte perché si crede più nell'amicizia che nel diritto.
federico | 03/05/2010 ore 16:43:25
Disservizi comunali e indifferenza della gente: due mali antichi del Meridione (che durano fino al grado estremo della sopportazione, dopo di che c'è la rivolta). Questo peculiare tipo di indifferenza s'innesta sul tronco dell'indifferenza generale che domina tutto ciò che riguarda la politica e l'amministrazione pubblica. Le cause sono da ricercare nella storia delle popolazioni, nelle miserabili condizioni in cui sono state abbandonate per secoli, nel loro sfruttamento, nella sudditanza verso i potenti, nel clientelismo che permea i rapporti politici e sociali. Le colpe? Delle classi dominanti, delle collusioni di queste con una malavita organizzata prepotente e sanguinaria, della dirigenza politica occupata a conquistare il potere e a mantenerlo attraverso la malapianta del voto di scambio e delle clientele. Problemi immensi che nessuno ha interesse a risolvere.
Nel caso dei disservizi comunali basterebbe avere un minimo di senso civico, organizzarsi in comitato cittadino ed esprimere in tutte le forme non violente ma decise consentite dalle leggi, fino alla disobbedienza civile, la protesta per un modo di amministrare contrario agli interessi della comunità.
Vedreste come correrebbero gli amministratori e i politici a tamponare le falle di un latente dissenso che potrebbe danneggiare le loro luminose carriere.
Così ho risposto ad un amico che mi chiedeva: “Perché a Trabia l'immondizia trabocca da tutte le parti e nessuno protesta?”.
Cosa potevo rispondere? Ho detto cose trite e ritrite ma sono la verità.
Antonio Carollo | 03/05/2010 ore 15:06:34
Vero, Federico "la più tremenda piaga del meridione d'Italia è l'Amico!"
Lo riconosciamo e ci "tafazziamo" in continuazione per questo ma siamo proprio sicuri che nel "settentrione d'Italia " non ci sia la stessa piaga, con ancora più soldi a disposizione?
Mi piacerebbe che iniziassero a tafazzarsi anche loro. Confido in Filippo Rossi
fara | 03/05/2010 ore 14:41:54
Concordo con "L'arte di annacarsi". Il politico siciliano non è che un boss delle clentele (fatte salve poche eccezioni). Dove gravita lui c'è dipendenza, sudditanza, bacio le mani,attesa, speranza (uguale morte del progresso), niente iniziative e intraprese, amaro (non dolce) far nulla; tutti fattori che alimentano il sottosviluppo.
Antonio Carollo | 03/05/2010 ore 14:27:58
Nella penultima ora di oggi si tocca il tema di quella che io definisco la più tremenda piaga del meridione d'Italia:l'Amico!
federico | 03/05/2010 ore 14:07:34
Io non so se la Lazio abbia fatto vincere l'Inter apposta, voglio credere di no, sarebbe un fatto sportivamente grave. Ma che male c'è se i laziali hanno festeggiato la vittoria di quest'ultima in funzione anti Roma? Per me è solo accesa rivalità, da condannare è solo la violenza.
Antonio Carollo | 03/05/2010 ore 13:59:52
Ottima l'iniziativa di riportare frammenti dell'Arte di annacarsi. Dovresti farlo anche con frammenti di altri libri.
Portano il lettore "leggero", quello che legge solo per abitudine o che cerca solo una trama intrigante, a riflettere più che l'intera lettura tutta d'un fiato.
Sono certamente pochi i lettori "leggeri" che partecipano a questo forum ma sicuramente ce ne sono molti che lo frequentano e aspettano solo un input per rileggere con più attenzione un'opera
fara | 03/05/2010 ore 11:41:20
Scusate i refusi....ma ho problemi a cambiare la tastiera. Se compro quella tedesca poi non posso più scrivere in francese per via degli accenti, ecc.
Marco, ma esiste una tastiera universale con tutti i caratteri particolari delle varie lingue???
antonia | 03/05/2010 ore 11:41:15
OT Help.
Verrò con mio figlio a Palermo nella seconda metà di luglio. Lui vorrebbe afre un giro con guida per i monumenti arabo-normanni, dato che deve scrivere una tesina su quel periodo. Sapete dove posso rivolgermi per questo? Su internet trovo notizi confuse....
Grazie
antonia | 03/05/2010 ore 11:39:26
E' proprio la pagina che mi ha fatto fermare a pensare di più. Quella che mi ha fatto capire quanto sia connaturata in noi la necessità di avere qualcuno che si "occupi" di noi. Qui invece si insinua il dubbio (troppo forte per non essere considerato una certezza) che questo sistema di scambio merci, questo equilibrio tra voto e favori, sia una carrettata di zucchero sulla cassata. Non solo la rende immangiabile, ma addirittura letale. Questa pagina leva il puntello alla convinzione dominante in Sicilia.
yorick | 03/05/2010 ore 09:35:15 | @
Sulla penultimora (una volta tanto...).
Il mantenimento della miseria è strumentale al risultato elettorale: se si ottenesse un risultato, anche uno solo, non si avrebbero più argomenti di ricatto. Cuffaro usò una locuzione del tipo "sono contento di aver mantenuto la Sicilia nell'obiettivo 1 dei fondi europei", che tradotto significa averla mantenuta "povera" per poter continuare a chiedere le elemosine comunitarie (e poi usarle per restaurare la chiesa madre di Raffadali, potete controllare l'elenco delle priorità per i restauri monumentali)
Giuseppe | 03/05/2010 ore 08:24:49
Tornata dal lungo we festivo, ho trovato bellissimi commenti e riflessioni su questo forum...sono molto contenta di farne in qualche modo parte e lo 'frequento' con sempre maggior piacere...(e davvero bello e commovente il penultim'ora di ieri sullo Zen)
buona giornata a tutti :)
annalisa mancuso | 03/05/2010 ore 07:56:12 | @
Commossa sono! dopo 10 giorni tornò internet! ... "isolati", non "isolani"!
Paola | 02/05/2010 ore 23:56:33
Antonio, condivido assolutamente quello che hai scritto.
la cosa bella del film che ho citato è che non è il solito film con scoppi di centrali, gente che fugge, panico "all'americana", ecc. No, si svolge in una tranquillissima cittadina nelle campagne dell'Austria. C'è un incidente nel reattore della centrale nucleare della confinante Repubblica Ceca ed improvvisamente niente e tutto cambia. L'aria è la stessa, il cielo è lo stesso, la pioggia è la stessa ma improvvisamente sono diventati pericolosi. L'apparenza è uguale ma ognuno avrà la vita sconvolta solo per il fatto di vivere lì.
Questo è spaventoso. L'alluvione la vedi, la puoi in qualche modo arginare, così l'incendio, contro i terremoti puoi costruire edifici sismici, contro le radiazioni non puoi fare nulla. Anche se ti barrichi in casa, l'acqua sarà contaminata, il cibo pure.
E' tragico come il nucleare venga preso con leggerezza. I governanti avranno pure il loro rendiconto in termini di profitti economici, ma la gente, mioddìo, non reagisce! Alcuni con aria molto da "scettico blu" dicono che intanto ci sono i reattori in Francia, a due passi, ecc, e quindi in ogni caso corriamo un pericolo. Ma un conto è avere un reattore a 300 km, un conto è averlo a 50. E poi, immaginate dei reattori russi (stile Tupolev??) in mano a gente sicuramente raccomandata e poco affidabile.
antonia | 02/05/2010 ore 13:00:32
Oggi ho comprato il computerino nuovo dal quale vi scrivo in un famoso negozio sotto i portici in via Ruggero Settimo...al gentilissimo dipendente che mi ha aiutato nella scelta, mio fratello ha chiesto: "Ma perlomeno ve la pagano come straordinario, questa giornata?" E lui ha dato una lapidaria, bellissima risposta: "Certo. Ma detto tra noi, la libertà non ha prezzo."
Daniela | 02/05/2010 ore 01:28:58
Leggasi: un'eventuale.
Antonio Carollo | 01/05/2010 ore 22:17:46
Antonia, come sappiamo un eventuale catastrofe provocata da una centrale nucleare sarebbe più distruttiva e di ben più vasto raggio rispetto a quella causata dagli sversamenti da una piattaforma petrolifera in mezzo al mare. Fino a quando non si riuscirà a produrre energia nucleare pulita, senza scorie, è da irresponsabili costruire nuove centrali. Una parte della montagna di miliardi che il governo sta accingendosi a spendere in accordo con i governi francese e russo (te la raccomando la Russia quanto a sicurezza nelle centrali nucleari!) potrebbe essere impiegata più proficuamente nella ricerca dell'energia nucleare pulita. E poi, ragionando in termini di democrazia, che legittimazione ha questo governo a cambiare il risultato di un referendum popolare? Lo schieramento politico che lo sostiene arriva al 47 per cento dei votanti; se aggiungi il trenta per cento circa dei non votanti, questa maggioranza va a finire verso il trentacinque per cento del corpo elettorale. Siamo sicuri che anche in questa fetta di elettorato tutti vogliano il nucleare ad ogni costo?
Le mie parole ripetono concetti larghissimamente noti, non pretendo di essere originale. Purtroppo bisogna prendere atto che non abbiamo un'opposizione, degna di questo nome, capace di accendere una grande battaglia pubblicitaria e politica nel Paese su un tema che interessa così da vicino la sicurezza e la salute dei cittadini.
Antonia, a Viareggio la domenica i negozi della Passeggiata, solo quelli, cioé la maggioranza, sono aperti fino a mezzanotte. Credo anche a Firenze centro, ma non ne sono sicuro.
Qui abbiamo una maxipiscina coperta che funziona tutto l'anno, con tante attività complementari. Poi, quasi ogni bagno (stabilimento balneare) ha la sua piscina, oltre ad una grande porzione di spiaggia.
Viareggio ha 62.000 abitanti.
Antonio Carollo | 01/05/2010 ore 22:14:38
@Antonia.
Negozi aperti molti e uno sciopero Cgil Cisl UIl. Al presidio c'é chi diceva: ma a Natale Renzi non apre...
Gianluca | 01/05/2010 ore 21:13:56
Hai ragione, Antonio: però il film era fatto molto bene...e poi lo replicano fra tre giorni!! Io penso che la cosa più inquietante sia che le radiazioni non si vedono e fanno danno per secoli.
Una domanda: ma a Firenze la domenica i negozi sono aperti o chiusi? Perchè, nel caso fosero chiusi, perchè fare una deroga nel giorno della festa del lavoro e non in quella dei cattolici?
A Monaco, dopo una settimana di sole e caldo, piove. Ma ho sentito alla radio che le piscine all'aperto non erano chiuse e molta gente ha fatto il bagno.
Perchè così testardi? Perchè il primo maggio qui riaprono le piscine all'aperto ed i Biergarten. E la sera prima tutti i Biergarten organizzano una festa. Ce n'è uno vicino a casa mia. Ieri sera c'era una band che suonava, botti di birra, tantissima gente con il costume tradizionale e non. E tantissimi ragazzi e ragazze. Arrivavano in bicicletta, contenti...come in una mega festa di paese.
E a proposito di piscine: ce ne sono 8 coperte e 6 scoperte. Con docce impeccabili, sauna, idromassaggi vari, corsi di ginnastica gratuiti, bar e per soli 3€ al giorno.
antonia | 01/05/2010 ore 20:28:17
Vertiginosa Mari, sempre più mi vado convincendo che veramente tengo molto a questa Community. E poi, sei anche buona con me. Grazie, se pure il tuo è un giudizio immeritato perché la superficialità di scritture così veloci ed estemporanee è nel mio caso piuttosto evidente. Invece il tuo è un discorso ben profondo; l'ho letto tre volte. Ho visto le brevi riprese di "Annozero" sullo sgombero degli occupanti abusivi dello Zen: io da cittadino mi vergogno di non aver fatto e di non far nulla per quella umanità umiliata e degradata, ma i governanti (tutti, di destra e di sinistra) dovrebbero scomparire dalla faccia della Terra. Io la villa con vista sul Colosseo gliela farei vedere sul fondo del water di una cella di tre metri per tre. Scusami, sono troppo alterato per scrivere più distesamente.
Antonio Carollo | 01/05/2010 ore 18:15:30
Caro Gianluca (ciao, Antonia, proprio il 1° Maggio non avrei tanta voglia di vedere l'"Alerte maximale" di un disastro nucleare, proprio no, meglio domani; per adesso godiamoci quello ecologico della Louisiana. A Monaco c'é una bella giornata come a Viareggio?), Gianluca, ti dirò che volevo scrivere qualcosa contro l'apertura dei negozi il 1° Maggio. Ho anticipato con tal proposito due parole su un post precedente ("i bottegai sono riusciti a sopprimere il 1° Maggo"). Oggi in Passeggiata ho visto un fiume di gente, Viareggio vive per il 70 per cento di turismo, era meglio far trovare ai turisti il mortorio di una Passeggiata con i negozi chiusi e perdere un possibile fatturato di qualche milione di euro? Francamente le mie convinzione sono vacillate.
Io credo che, una volta assodato che la società dei consumi vince sempre, nelle località prettamente turistiche una deroga potrebbe essere giustificata, salvo rispettare, pagandogli regolarmente il salario, il dipendente che si astiene dal lavoro in un negozio che il proprietario decide di tenere aperto.
Antonio Carollo | 01/05/2010 ore 17:38:17
Ci sono anch’io Antonio, sono rientrata da poco da una grigliata bucolica incorniciata da una campagna mozzafiato; ho ancora l’odore dell’arrosto addosso, ma una parte della mia occupazione si svolge on line, sicché dovevo controllare un po’ di lavoro e concludendo il mio giro di perlustrazione finale ti ho ritrovato qui insieme ad Antonia e a Gianluca. Nel tuo post hai dato una pennellata efficace della vita: la favola, la bici, la metà intenta a cucinare, l’amico, il libro, la lettura e le quotidiane ingiustizie e gli enormi interrogativi che rimangono senza risposta alcuna, poiché si sbriciolano in punti di sospensione. Anche ieri sera Mingo poneva dei dilemmi inascoltati. E noi che possiamo fare? Possiamo caricarci sulle spalle il peso del dolore del mondo?Non siamo forse con un piede sul predellino pronto a salire sull’autobus delle corresponsabilità sociali mentre l’altro rimane saldamente attaccato a terra, una terra che è un asfalto che ci trattiene, che ci ricorda dove siamo, dove stiamo andando o da dove siamo tornati, e quel poco, quel pochissimo, che possiamo fare? Il penultim’ora di oggi parla prepotentemente alla nostra coscienza civica, vorresti rispondere,ma sai che quel che dirai finirà per incresparsi nella banalità. Siamo alla guerra tra poveri e poverissimi confinati in una sorta di extraterritorialità che li porta alla ricerca di un giaciglio e a lottare per ottenerlo in quanto stanchi di essere solo dei nomadi desiderosi di diventare stanziali. Mentre leggevo il post del giorno pensavo a quella famiglia di rom a cui sarebbe stato assegnato temporaneamente un attico confiscato alla mafia e che i condomini osteggiano . Perché non darlo a palermitani? Si interrogava una signora qualche giorno fa in tv. E mentre la guardavo la mia memoria andava ad un festival di Cannes di qualche anno fa quando dalla spiaggia della Croisette si scorgeva all’orizzonte una carretta di migranti arrivati lì per sbaglio, dopo aver perso la rotta. Ho pensato che distinguere tra i poveri è un atto di ingenuità arcaica e tribale che non porta da nessuna parte, che siamo immersi nella povertà globale, anche se al collo abbiamo un foulard di Hermès o di Vuitton. Proviamo a ripararci dietro la lotta per la difesa del confine mentre pensiamo a torto che chi sta ad li là della barricata sia ben lontano da noi e invece egli cammina di buon passo per raggiungerci, per sfiorarci, anche se noi affrettiamo l’andatura e fingiamo di guardare avanti perché sappiamo, e ne abbiamo una consapevolezza perturbante , che se lo sconosciuto ci arriva a sfiorare il braccio, si pone di fronte a noi e siamo costretti a guardalo negli occhi possiamo vederci il riflesso del nostro stesso volto. Una mia cara amica dipendente statale per diletto l’altro giorno si è fatta fare una proiezione ideale di quanto percepirà di pensione tra dieci anni: siamo all’incirca a 800 euro. Di certo non possiamo proprio permetterci né di essere provinciali né di guardare solo avanti con indifferenza, pensando che i distinguo tra poveri siano indispensabili, che il non sapere ci salverà e ci metterà al riparo dall’orrore che via via si snocciola con banalità davanti ai nostri occhi; di certo quel che sta accadendo allo Zen è un monito a divenire almeno spettatori consapevoli.
mari | 01/05/2010 ore 17:21:19
Solo io mi sono svegliata alle 7 e mezza (di solito, sveglia alle 6 e mezza)? Ho appena visto un film che mi ha fatto riflettere, molto. Chi ha sky o arte per favore lo guardi: è fatto molto bene.
[LINK]
antonia | 01/05/2010 ore 16:21:57
Caro Antonio, ti rispondo dal capoluogo toscano. Mi sono svegliato anche io alle nove, un po' più tardi del solito. Ho fatto colazione e me ne sono andato in centro sotto gli uffici di Matteo Renzi a un presidio della Cgil in protesta della decisione del sindaco di aprire i negozi del centro per la prima volta in città il 1° di maggio. Sono rimasto lì due ore. La questione è molto dibattuta a Firenze, anche a sinistra, non è unanime. Mi sono sentito molto il Bersani di Annozero: molti fanno tante chiacchere non sapendo bene di cosa parlano, altri fanno delle cose, magari con timidezze e contraddizioni, ma le fanno.Mi succede a volte la stessa cosa in Cgil e mi sono veramente rotto le scatole perché di Tafazzi ce ne sono tanti in giro.
Gianluca | 01/05/2010 ore 15:52:47
Oggi, 1° Maggio, qui non parlerà nessuno, immagino, tranne qualcuno straviatu come me. Mi sono alzato alle 9 (non mi giudicate troppo in fretta, di solito mi alzo alle 7,30), colazione con latte, cereali, caffé e via in Pineta con Thomas, il lupo maremmano bastardino, di mezza taglia, pelo lungo marrone, anziché bianco, preso al canile comunale, lasciatomi da mio figlio quando ebbe il miracolo di un lavoro, piuttosto lontano, nel Sud (chi l'avrebbe mai detto?). La pineta è più di un grande giardino pubblico, è un ambiente boscoso con alberi di alto fusto, prati verdi, fossi, zona umida, e, purtroppo, con tanti esercizi di giochi per bambini, giostrine, treni elettrici, maneggio e cavalcate su poney, campi da tennis, ristoranti, bar, minigolf, noleggio di cicli, e tanta gente festosa. Un'ora a scorrazzare, stando attento a non far fare a Thomas brutti incontri: circolano certi pitbull che fanno paura solo a guardarli, ma per fortuna tutti teniamo i cani al guinzaglio, così è più facile difendere il mio scatenato amico. Poi a casa, a chiudere in giardino uno scontento Thomas che mi guarda rassegnato con occhi tristi. Edicola per la quotidiana "La Repubblica" e imboscamento nel bar di tutti i giorni. Scalfari stamattina parla di economia, salto, è roba noiosa, vado alla politica Scajola domina, il suo 'sono innocente' rimbomba nella pagina, ma i fatti raccontati dai cronisti sono fatti. Ci sono i musei delle statue di cera dei potenti del mondo? Adesso io inventerei la Rassegna virtuale (siamo all'avanguardia, o no?, c'é Internet) delle facce di bronzo. Mi tuffo nell'inserto R2 Cult dove trovo inchieste e libri, una pacchia. Ma il tempo è limitato, prima di pranzo, che la mia metà sta serenamente preparando, mi aspetta l'immancabile biciclettata. Vado ad inforcare la mia fedele bici.
La Passeggiata ai viali a mare è un grande spettacolo,vi domina la gioventù più o meno vestita, con la sua gioia di vivere, la sua esuberanza, le corse e i giochi sulla spiaggia, l'incanto della favola che sta vivendo. Tra una chiacchiera con un amico che trovo davanti ad un locale e la visita alla grande libreria del Margherita va via un'altra ora e passa.
Il pranzo è leggero; pasta con broccoletti ed olio d'oliva, dentici ai ferri e olio e limone, carciofi a volontà (ne vado matto), kivi e arance, vino (doc) Grave Merlot del Friuli; la linea è importante.
Adesso mi ritrovo con l'orrore dello Zen che Roberto descrive da par suo.
La leggerezza e la gioia spariscono in un attimo. Com'è possibile, dopo più di sessant'anni dalla guerra, che nel mio Paese si trascinino ancora condizioni di vità così disperate e disumane?
Antonio Carollo | 01/05/2010 ore 15:39:07
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