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FENOMENOLOGIA DELLA VERGOGNA PER CONTO TERZI

Esiste un sentimento complicato da spiegare, e prima ancora da ammettere. In italiano non esiste la parola per definirlo e invece, coi tempi che corrono, bisognerebbe trovarla. Chiamiamolo vergogna per conto terzi. Nella lingua tedesca, così bella per come sa sintetizzare quattro parole in una, la parola esiste: fremdschämen. In pratica, quando ti accolli la vergogna che a stretto rigor di logica non spetterebbe a te, ma tu sai che in fondo in fondo sì: un po’ è anche colpa tua.
Succede, per esempio, quando tuo figlio fa una cazzata che tracima dalla cerchia familiare, fino alla dimensione pubblica, e in quanto genitore ti senti responsabile.
Oppure quando ti innamori di una persona che dimostra di non essere all’altezza, e stenti ad ammetterlo, e intanto che elabori una exit strategy ti fai carico di fronte agli amici della vergogna che quella persona non è in condizioni di provare.
Oppure ancora: quando hai votato e sostenuto un candidato politico in cui credevi, e che sul lungo periodo si dimostra un cialtrone. E non puoi ammetterlo, quindi preferisci addossarti una percentuale del pudore che lui non è in condizioni di provare. Ti vergogni per lui, ma in fondo è di te che dovresti vergognarti.

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Roberto Alajmo | 27/04/2019

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