REMIX: GLI IMPUNITI
Il tizio che sfregia un Picasso nel museo di Houston viene erroneamente definito pazzo: ed è invece, da un punto di vista tecnico, un idiota puro e semplice. Per l'esattezza: un idiota esaltato dallidea infondata che il genio sia democraticamente distribuito, e che quindi basti dire Sono un Artista dAvanguardia per giustificare qualsiasi cazzata.
È forse un malinteso retaggio del 68, fermo restando che il 68 non avrebbe meritato questo genere di epigoni. Lidiota di Houston è un caso estremo, ma non isolato. Ognuno conosce almeno una ventina di persone che nella convinzione di appartenere alla categoria degli artisti incompresi si sono rovinate la vita, rovinandola spesso a un indotto variabile di parenti e amici.
Piuttosto, soffermiamoci sui doveri di questi ultimi. Parenti e amici devono essere sinceri, con queste persone, tanto più se gli vogliono bene. Ma devono farlo prima che sia tardi. Quando gli artisti incompresi diventano maggiorenni è meglio metterli di fronte alle loro responsabilità.
Fin quando un presunto genio e sregolatezza troverà qualcuno disponibile a tirarlo fuori dai guai, si sentirà autorizzato a tenere un atteggiamento sempre più insolente e persino violento. Confidando nella rete di protezione e comprensione che lo preserva dal rispondere dei propri gesti e delle proprie parole.
A Roma esiste una parola per definirli: impuniti.

Roberto Alajmo | 12/05/2017
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