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COPERTINA MATTO AFFOGATO


REMIX: CARTOLINA MOSCOVITA

Cari amici, vi mando questa cartolina da Mosca come si fa sempre: per segnalare a un amico di essere stato in un posto, e per farlo rosicare un po'. Hai visto, sono stato qui, ho messo la mia personale bandierina anche su questo posto remoto del mondo, e tu invece no. Però siccome voglio essere onesto con te, devo confessarti di non averne capito quasi niente, né di Mosca, né dei moscoviti. Il problema è che ci sono andato solo per due giorni e per lavoro; il lavoro consisteva in una serie di incontri bilaterali italo-russi dal calendario molto serrato. Praticamente sono stato chiuso in albergo per tutto il tempo.
Se fossi del tutto onesto ti potrei descrivere nel dettaglio la meraviglia di far colazione nel salone stile liberty del Metropol mentre una signora suona l'arpa indossando un abito lungo già alle sette di mattina, perché questa è una delle poche vere esperienze inedite del mio viaggio a Mosca.D'altronde c'erano molti motivi per restare in albergo, non ultimo il fatto che fuori il termometro segnava più di venti gradi sotto zero, e a me veniva da piangere ogni volta che provavo a mettere il naso fuori. Trattenevo le lacrime di freddo solo per il timore che mi si congelassero già nella fase della formazione, sulla superficie della pupilla.
Tuttavia, una volta affrontata la fatica del viaggio, io sarei stato pronto a comprare un colbacco - quasi tutti i componenti della delegazione hanno comprato un colbacco - e uscire affrontando il vento siberiano. L'unica volta in cui siamo riusciti a farlo, assieme a tutta la delegazione ci hanno portato a vedere la Piazza Rossa. Ecco: posso dirti un paio di cose che mi hanno spiegato di questa piazza: che i vecchi magazzini Gum adesso sono stati lottizzati dai vari Gucci e Chanel, e poi che una parte delle chiese di Mosca sono state ricostruite dopo la caduta del comunismo proprio uguali a com'erano prima, e di questo i russi vanno molto orgogliosi, lo considerano una specie di recupero della loro identità.
Una chiesa autentica invece è San Basilio, che pure sembra finta. Di questa chiesa tutti ti raccontano di come Ivan il Terribile fece accecare gli architetti che l'avevano progettata perché non ne costruissero mai più un'altra così bella. Con tre russi ho parlato e tutti e tre mi hanno raccontato questa storia dell'accecamento degli architetti di San Basilio, tanto che alla fine mi sono convinto che i russi ci godono un po' a terrorizzare i visitatori.
Poi ci hanno portato per mezz'ora al Museo Puskin, e tutto il turismo previsto doveva finire lì. Ma già nel tragitto dall'aeroporto alla città io avevo provato a dirottare senza successo il pulmino che trasportava la delegazione e mi ero molto lamentato del fatto che ci fossero pochi tempi liberi per visitare la città. I miei compagni di delegazione hanno capito che ero indocile alla disciplina di gruppo, per cui quando all'uscita del museo mi sono attardato un po', quelli sono partiti e mi hanno lasciato là. Mannaggia a loro.
Erano le sette di sera, e faceva piuttosto freddino, e non avevo nemmeno un rublo perché per due giorni non valeva la pena di cambiare, e tutte le indicazioni stradali erano in cirillico, e a Mosca non si trovano taxi, e quelli che si trovano sono guidati da autisti che non parlano nessuna altra lingua che non sia il russo, e comunque non hanno il tassametro, e comunque io non avevo un rublo in tasca - ma questo l'ho già detto. Insomma, mi sono sentito perduto e non sto a raccontare come sono riuscito a salvare la pelle in una città che tutti descrivono come terribilmente crudele, dove persino gli architetti vengono accecati per futili motivi. Ma, insomma, mi sono salvato e sono riuscito anche a fare un mezzo giro a casaccio per le strade di Mosca. In definitiva posso dirti di non averne capito quasi niente. Niente tranne due cose.
Prima cosa: se fai l'architetto a Mosca, stai attento a te.
Seconda cosa: la Russia di oggi sembra una specie di pentola a pressione che qualcuno ha dimenticato sul fuoco per troppo tempo, più o meno un'ottantina d'anni. Quando poi si sono ricordati di tirarla via dal fuoco - hii! La pentola! - non solo non avevano idea di come gli ingredienti avessero reagito a una cottura così lunga, ma si erano persino dimenticati cosa c'avevano messo dentro a cuocere. Per cui avevano molta fretta di aprire la pentola e hanno commesso un altro errore: non hanno aperto prima la valvola di sicurezza. Quella valvolina che nelle pentole a pressione serve come sfiatatoio. Hanno tolto direttamente il coperchio e, bum, è saltato tutto in aria. Il minestrone che c'era dentro è finito ad affrescare le pareti della cucina. Un disastro. Quando succede una cosa del genere si tratta di prendere una spatolina e raschiare via tutta la sporcizia dai muri. Un lavoro seccantissimo. Tanto che a quanto pare i russi hanno deciso di tagliar corto e ridipingere tutto lasciando sotto le schegge di minestrone. Il risultato è un po' un pasticcio perché si vede che sotto la pittura fresca c'è qualcosa che tende a venir giù portandosi appresso anche la verniciatura che gli hanno dato sopra.
Ecco, una cosa posso dirtela di Mosca e della Russia in generale: secondo me prima o poi viene giù tutto.

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Roberto Alajmo | 17/08/2017

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