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CI POTEVAMO DIVERTIRE, FERRO

(Dal pezzo uscito ieri su Repubblica)
Si chiama ucronìa, o anche storia alternativa, allostoria o fantastoria.
E' un genere di narrativa fantastica basato sulla premessa generale che la storia del mondo abbia seguito un corso alternativo rispetto a quello reale.
Proviamo a immaginare l'ucronia che ruota attorno alla figura di Ferruccio Barbera. Quel che sarebbe successo se il 28 maggio del 2005, giusto dieci anni fa, un infarto non lo avesse schiantato mentre si trovava a Roma, in una camera d'albergo. Come avrebbe speso il bonus d'esistenza che gli è stato negato? Cosa avrebbe fatto in questo decennio trascorso nel frattempo? Cosa sarebbe oggi, Ferruccio Barbera?
Di lavori ne aveva fatti tanti, sempre prestando servizio alla politica senza lasciarsi fagocitare dalle fazioni. Come tecnico era capace di parlare con tutti, destra e sinistra. Così come sapeva rivolgersi a tutti i ceti sociali, dal popolo all'aristocrazia. Con l'alta società parlava per lignaggio, essendo quella la sua appartenenza primaria. Al popolo parlava pure, in qualche modo, per diritto di nascita, avendo ereditato il carisma che era stato del padre, storico e amatissimo presidente del Palermo. Lui stesso raccontava che ancora, dopo molti anni trascorsi da quando la sua famiglia era fuori dalla società, la gente lo chiamava per avere biglietti gratis per la partita. E certo, diceva: loro passano davanti lo stadio, vedono il mio nome, e chi chiamano?
Proprio per questa popolarità spalmata su tutti gli ambienti della città, non è difficile immaginare che l'ucronia di Ferruccio Barbera sarebbe stata quella di diventare sindaco di Palermo.
(...)
Nessuno potrà mai essere per Palermo quello che Cacciari è stato per Venezia. Per il semplice fatto che Palermo non è Venezia. Comunque la si pensi, onestamente parlando, negli ultimi quarant'anni Orlando è stato il miglior sindaco non solo per mancanza di bravi concorrenti, ma per il semplice fatto di saper temperare le due qualità: capacità di attrarre consenso e metterlo al servizio delle idee.
Ferruccio Barbera era un po' così. Sapeva comunicare a tutti le idee che aveva. Non erano poche, e tuttavia non contava solo su quelle. La sua forza era di fare da ostetrico alle idee altrui, tirarle fuori e valorizzarle. Basti pensare al fracasso che riuscì a creare attorno alle teste di Pantelleria: una scoperta archeologica secondaria, e difatti poi dimenticata, che lui seppe trasformare in trionfo mediatico.
(...)
Difficile, anche conoscendolo, stabilire se si sarebbe candidato con la Destra o con la Sinistra. Da consulente si era prestato a entrambi gli schieramenti, facendosi apprezzare incondizionatamente. Proprio per questo sarebbe stato in potenza il sindaco ideale per i tempi futuri, dopo il generale rimescolamento di carte che stiamo vivendo in questi anni. Intorno alla figura di Ferruccio Barbera si sarebbe potuto aggregare un consenso trasversale. Che sindaco sarebbe stato? Un Cammarata più efficiente? Un Orlando più cazzaro? Forse una via di mezzo fra entrambi. (...)
Probabilmente non solo la storia di un uomo ma l'intera storia di Palermo è deragliata, il 28 maggio di dieci anni fa. E a noi resta la curiosità di sapere come sarebbe stato anche il nostro futuro, se la morte fosse stata, nel caso di Ferruccio Barbera, almeno un po' meno impaziente.
(L'illustrazione qui sotto l'ho trovata per caso, digitando su Google Ferro e Barbera. Lui si sarebbe divertito. Brindo alla sua)

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Roberto Alajmo | 28/05/2015

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