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PALERMO E' UNA CIPOLLA, LE RAGIONI DI UNA RISCRITTURA

(Dalla premessa: dove si spiega perché dopo un po' certi libri bisogna riscriverli integralmente).
Ogni libro dovrebbe avere almeno l’aspirazione di essere eterno. Almeno, l’aspirazione: ossia sapendo che non potrà mai arrivarci, a essere eterno. Nemmeno avvicinarsi, a essere eterno. Tuttavia provarci è doveroso, e ci sono libri che affrontando questa fatica di Sisifo riescono a resistere anni, decenni, persino secoli. Molto modestamente, la prima versione di questo libro ha resistito quasi una quindicina d’anni, e non è manco male. In questo lasso di tempo parecchie sono state le ristampe, e ogni volta si poneva la questione di apportare qualche modifica al testo originario. E finora sempre la risposta era stata orgogliosamente no.
Ma il tempo passa, e la Città cambia, e i libri invecchiano. Anche questo libro. Alcune pagine, interi capitoli della prima versione valgono oggi solo come documentazione storica, per ricordarci come eravamo. Persino alcune marmoree convinzioni degli abitanti della Città nel frattempo sono cambiate. Tanto per fare un esempio: forse fra i commercianti è finalmente passata l’idea che un’isola pedonale non è l’apocalisse che avevano sempre creduto. Pare niente, ma si tratta di una mutazione genetica, se si considera la convinzione fondante della categoria, che cioè gli abitanti della Città non vogliono comprare niente senza arrivare con la macchina fin dentro al negozio...

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Roberto Alajmo | 18/03/2019

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