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Cuore di madre


CON LO STESSO METRO HELSINKI DOVREBBERO EVACUARLA PER NOVE MESI L'ANNO

Se tornassi bambino, vorrei rinascere a Roma. Nella Roma di Alemanno. Una specie di Paese dei Balocchi dove le scuole potenzialmente chiudono da dicembre a marzo.
Tutto cominciò il giorno in cui sulla testa del sindaco nevicarono trentacinque centimetri di neve mista a malafiùra. Memorabile la scena - ripresa da tutti i telegiornali, ricalcata da quelle di Mussolini alla Battaglia del Grano - in cui Alemanno, in tenuta da combattimento, prima spalava eroicamente la neve ributtandola sulla strada e poi spargeva per terra del sale da cucina.
Se non contro la neve, lo spargimento di sale deve aver funzionato in funzione scaramantica, perché qualche giorno dopo, quando il bollettino prevedeva cattivo tempo, ha fatto un po’ di freddo e basta. Ha nevicato un po' solo in serata, ma la neve si è squagliata subito E l'indomani: sole.
Il sindaco però, per farsi furbo, aveva subito ordinato la chiusura delle scuole e di tutti gli uffici, più l'obbligo di catene a bordo per tutti gli automobilisti. Ah-ha: ormai non lo fregano più.
Fu così che gli studenti romani hanno fatto vacanza gratis, e Alemanno è riuscito ad accucchiare una figura di merda uguale e contraria a quella di una settimana prima.
Quando l’Italia sarà tornata a essere un paese normale, bisognerà conservare almeno un esemplare di amministratori così: per ricordarci come siamo, come eravamo, come rischiamo di essere sempre.

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Roberto Alajmo | 11/02/2012

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