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CHISSA' COM'E' CONTENTO IL RE DI PRUSSIA

Troppo facile immaginare una tv di pura fantasia mettendo assieme gli ingredienti più ricchi e fastosi. Come sanno le casalinghe di Voghera, il difficile è riuscire a far quadrare i conti con quel che passa il marito. Sviluppare cioè quella che potremmo definire l’Arte del Polpettone, ossia il dono di saper organizzare un piatto dignitoso adoperando gli avanzi di cucina.
Fuor di metafora, sarebbe già gran cosa riuscire ad adoperare il materiale esistente in maniera meno schizofrenica.
Parliamo di servizio pubblico, aggrappandoci a quel sottilissimo crinale che ancora lo separa dalla concorrenza privata. Non è che le trasmissioni intelligenti non ci siano, anzi: sono anche molte. Il problema è che vengono nascoste. Sistematicamente nascoste. Spostate a tavolino in fasce orarie impossibili. Non solo a tarda ora: troppo facile insabbiare una trasmissione “culturale” alle quattro di notte. La strategia messa in atto si configura come un caso molto più complesso di sdoppiamento della personalità, che consiste nel realizzare le cose migliori e poi sprecarle buttandole via.
Qualche esempio. “Le storie”, il Diario Italiano di Corrado Augias è una trasmissione che parla di libri. L’unica, per la precisione. Ha quindi un suo pubblico ideale composto da studenti e insegnanti. Ebbene: quand'è che viene messa in onda? Al mattino, quando studenti e insegnanti per definizione non possono essere davanti alla televisione.
Oppure: L'Albero Azzurro. Questa trasmissione amatissima dai bambini, fatta secondo tutti i crismi della più moderna pedagogia, andava in onda una volta alla settimana. Quando? La domenica. Alle sette di mattina. I bambini dovevano piazzarsi apposta la sveglia ogni domenica mattina, se avevano voglia di seguirla. Adesso è stata del tutto cancellata, comunque, per evitare qualsiasi discussione.
Ancora un esempio: qualche anno fa la Seconda Rete del servizio pubblico si ritrovò da un giorno all’altro con un buco nel palinsesto. Una trasmissione di culi e tette in prima serata era andata talmente male che era stata cancellata dopo le prime due puntate.
Insomma, i dirigenti si trovarono in emergenza nella condizione di tappare il buco, e sul momento non si trovò di meglio che sfruttare “La storia siamo noi”, il format di Giovanni Minoli e Rai Educational. Per due settimane andarono in onda documentari sulla Seconda Guerra Mondiale con materiale di repertorio. Che, a costo zero, ottennero il doppio della audience media della rete in quella fascia oraria.
Trascorse le due settimane di buco, in quell’orario venne piazzato un altro varietà di tette e culi, che dimezzò nuovamente gli ascolti. Credete che qualcuno dei dirigenti si sia posto qualche domanda?
Vi sbagliate.

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Roberto Alajmo | 26/12/2010

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