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IN ATTESA DEL PANINO McMILZA

(Oggi sull'Unità)
La trattativa con mio figlio è durata quasi ventiquattr’ore, perché Arturo pregiudizialmente non va da McDonalds. Ne contesta i principi alimentari da destra, per così dire. Sostiene che non gli piace perché in tutti i panini mettono la lattuga o addirittura i cetrioli. Questo ovviamente taglia la testa al toro: per un motivo o per un altro, in convergenza fra destra e sinistra, niente McDonalds nella nostra famiglia.
Ma stavolta si tratta di lavoro: dobbiamo recensire il nuovo panino McItaly. Per cercare di convincere mio figlio, gli spiego che deve essere buono: persino un paio di esponenti di governo si sono prestati a fare da testimonial della nuova polpetta all’italiana, indossando pure l’apposito grembiulino pubblicitario. Arturo mi guarda con quell’intenzione che sanno rendere così bene i quattordicenni ormai scafati, che significa “Non provare a fregarmi”.
Chi comanda in famiglia sono però ancora io, e quindi Arturo, volente o nolente, è costretto a venire con me nella veste di consulente giovanile. Un’appendice di dibattito c’è davanti all’insegna che campeggia all’esterno del McDonalds. In un angolo, nemmeno tanto piccolo, c’è il simbolo della repubblica italiana: “col patrocinio del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali”. E poi gli ingredienti: carne 100 % italiana, pane all’olio extravergine d’oliva dei Monti Iblei DOP, Asiago pure quello DOP e crema di carciofi italiani.
Leggendo, Arturo ha un soprassalto antivegetariano: crema di carciofi! E nell’illustrazione, subdolamente non indicata fra gli ingredienti, è lampante una foglia di lattuga. Vorrebbe andare via, ma riesco a trattenerlo. Nella locandina si trova pure, in piccolo, l’invito ad assaggiare l’insalata di Bresaola della Valtellina IGP con scaglie di Parmigiano Reggiano DOP, purtroppo anche questa piena di verdure. Non è il caso di aprire un’altra vertenza generazionale.
L’ultimo dettaglio è quella che verrebbe da classificare come una furbata dell’ufficio marketing: una bandella che recita “Edizione limitata”. Quel che dovrebbe invogliare mio figlio ad aggiudicarsi un rarissimo McItaly. Tz.
Entriamo, e prima sorpresa: Mcdonalds è cambiato. Per tutti sarà una cosa risaputa, ma noi due non ci veniamo da prima di vedere “Super size me”, quando era ancora tutto plastica e giallo. Ora invece, ogni cosa è legno e verdino, molto ecologically correct. Sulla tovaglietta c’è persino un prontuario con le regole d’oro per uno stile di vita sano e attivo. Pare la mensa di una scuola Waldorf.
L’altra sorpresa è che il nostro sacrificio, venire fin qui, è stato inutile. Il panino McItaly dev’essere davvero in edizione limitata, difatti risulta esaurito. Niente panino, niente recensione.
In compenso Arturo si accorge che sul menu retroilluminato c’è un’altra novità. Un panino che l’ultima volta non c’era: il Crispy McBacon. Pancetta, polpetta e nemmeno l’ombra di vegetali.
Ne prende due, mentre io mi accontento mestamente di una polpetta globalizzata qualsiasi.
All’uscita Arturo è raggiante: “Finalmente ho trovato un panino che mi piace. Quando ci torniamo?”. Dal punto di vista del genitore salutista: bel risultato, non c’è che dire.

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Roberto Alajmo | 12/02/2010

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