REMIX: COME RIDEVAMO
Il genere comico deperisce in fretta. Di sicuro più rapidamente del tragico. Sofocle sembra ancora moderno, Aristofane troppo legato ai riferimenti del tempo. Persino rivedere i film di Totò assieme al proprio figlio provoca una strizzata di cuore: ci si sente anacronistici.
Lamico L. mi segnala unulteriore aggravante di questa tendenza, che riguarda i film di Fantozzi. Fa male doverlo ammettere, dopo le tante risate del tempo che fu, ma oggi sembrano ancora più datati degli altri.
Al deperimento ordinario del genere comico si aggiunge il fatto che a una generazione perennemente alle prese col precariato sfugge lumorismo basato sulle frustrazioni di un impiegato.
Fantozzi, che trentanni fa sembrava un omuncolo buffo e infelice, oggi appare come uno dei fortunati vincitori alla lotteria del posto fisso.
Per quanto bastonato da colleghi e superiori, il personaggio creato da Paolo Villaggio almeno poteva contare su stipendio fisso e pensione sicura.
Come diceva Shakespeare: un destino da desiderare con devozione. E parlava della morte.

Roberto Alajmo | 03/07/2017
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