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BREVE DIZIONARIO DELLE PAROLE DA RICOVERO SECONDA PARTE

(Esce venerdì, allegato all'Espresso, un audiolibro. Il ricavato della vendita andrà in beneficenza a Libera e alla Federazione antiracket italiana. Quella che segue è la seconda parte del mio contributo).
Succede certe volte che un determinato modello di automobile, scoperto un difetto di fabbricazione, venga richiamato dalla casa madre per essere messo a punto. Magari sparisce dalla circolazione per un po’, ma alla fine torna e allora sì, risulta perfetto. Non c’è niente di male.
Accade anche alle parole più nobili di attraversare un periodo di appannamento. Succede anzi soprattutto alle parole più nobili, che proprio per la loro nobiltà hanno bisogno di essere lucidate più spesso di altre.
Memoria. Il concetto in sé non comporta controindicazioni, anzi. L’abuso retorico, tuttavia, ha nociuto, anno dopo anno, fino a rendere innocuo il termine relativo. In particolare, si tende a fare esercizio di memoria storica fine a se stesso. Nel tentativo di rendere ecumeniche le cerimonie commemorative dell’antimafia, per esempio, si tralascia di declinare i dati della memoria al tempo presente. Dimenticando che non tutti hanno titolo di presenziare, teorizzare, e peggio ancora: dare agli altri patenti di antimafia.
Morale/Moralismo. Almeno dagli anni Ottanta in poi, è passata nell’opinione pubblica nazionale l’idea che la morale coincida col moralismo. Che cioè il rispetto di determinate regole sia sintomo di pedanteria. La dirittura morale è diventata il marchio delle anime belle che non sanno stare al mondo. Si prescrive un periodo di ripascimento concettuale, che ripristini il discernimento delle differenze.
Onore. Vedi alla voce Patria.
Patria. Mondiali di calcio a parte, se ne sente parlare solo quando qualcuno cita Samuel Johnson: Il patriottismo è l’ultimo rifugio delle canaglie. Usurata dagli anni del fascismo e dai fascismi light succedutisi nel tempo, la parola necessita di un restauro integrale e di una destinazione d’uso finalmente affidabile.
Poteri forti. Esistono i poteri forti? E quali sono, dove si trovano, in cosa consistono, cosa fanno precisamente? L’unica cosa certa è che appoggiano e riguardano sempre qualcun altro.
Radical chic. Vedi alle voci: Salotti e Intellettuale.
Rispetto. Specialmente in ambito meridionale, l’espressione è stata ribaltata, riferendosi esattamente alle persone che meno hanno diritto a pretendere rispetto. Se ne consiglia prudenzialmente un ricovero per accertamenti.
Salotti. Per definizione: della sinistra. La sinistra frequenta i salotti per decidere le sorti culturali del paese. Coi risultati che si vedono: imporre Antonella Clerici in testa alle classifiche di vendita dei libri.
Vergogna. In questo caso l’equipe medica dovrà lavorare molto sulla forbice spalancata fra significante e significato. Praticamente scomparsa la cosa, perennemente invocata la parola. Posto che nessuno si vergogna più di niente – di non leggere libri, di non andare a teatro, di ballare senza saper ballare, più un sacco di altre evenienze – tutti proclamano il dovere di vergognarsi, riservandolo però sempre ad altri. La parola vergogna è di quelle normalmente seguite da tre o più punti esclamativi, sfumati i quali non resta nulla.
Si consiglia una moratoria decennale del significante, in attesa di ritrovare il senso del significato.

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Roberto Alajmo | 11/07/2012

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