APPELLIAMOCI ALLA CLEMENZA DELLA CORTE, CHE E' MEGLIO
Con le dovute proporzioni, l’incidente indiano somiglia a quello del Cermis dove nel ’98 un pilota militare statunitense, per fare lo spiritoso, accoppò venti persone.
In quel caso gli americani furono rapidi a rimpatriare il colpevole, che riuscì a farla franca. E a noi restò solo l’impotenza dell’indignazione.
Sul piano della giurisprudenza internazionale, l’India ha gli stessi diritti che avremmo avuto noi per il Cermis, e dobbiamo pure ringraziare per il trattamento carcerario di favore che stanno ricevendo i nostri due soldati.
Quel che in Italia abbiamo fatto presto a dimenticare è che ci sono due persone morte, due innocenti pescatori, i cui familiari hanno diritto a ricevere giustizia, anche se sono nati in un paese che noi siamo abituati a considerare del Terzo Mondo (e forse nel frattempo ci ha surclassati).

Roberto Alajmo | 14/03/2012
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