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REPERTORIO DEI PAZZI DELLA CITTA' DI PALERMO


SPORT ESTREMI: L’AUTOBUS A PALERMO (SECONDA PARTE)

(Da Repubblica)
...

21.10: Sono passati quaranta minuti da che sei lì, e ancora niente. Strano. Secondo la tabella sono saltate due corse consecutive. Forse gli orari sono quelli estivi. Controlli: no. Nessuna distinzione stagionale. Sulla carta la prossima corsa è per le 21.30, ma escludi che ci sia ancora da aspettare tanto. Sarebbe assurdo immaginare un’ora di attesa. Però una parte di te ha cominciato a lasciarsi prendere dall’inquietudine. Fai una cosa che non facevi da quando avevi vent’anni. Alzi il pollice e fai autostop. Il ragionamento è: a Palermo i servizi pubblici magari non funzionano, ma il cuore delle persone è grande, e qualcuno, vedendoti lì che aspetti, ti raccoglierà.
21.40: è trascorsa mezz’ora, non si è fermato nessuno. Nemmeno l’806 si è ancora visto. E tu sei lì da un’ora e dieci. Saranno passate duecento macchine, e nessuna ha nemmeno rallentato. C’è un attimo in cui, quando ti passano davanti, riesci a scorgere chi c’è dentro. Ti guardano come se fossi un pazzo, come l’apparizione di un pazzo. Spesso sono coppie, qualche volta famiglie. Ma anche singoli guidatori che magari potrebbero avere piacere a raccogliere un autostoppista e fare due chiacchiere. In fondo sei vestito decentemente. Si capisce che sei una persona perbene, magari puoi sembrare uno straniero che ha deciso di prendere i mezzi pubblici senza sapere che in questa città possono saltare tre corse consecutive come niente fosse. A un certo punto pensi pure di chiamare un taxi, l’esperimento è durato abbastanza. Ma è subentrata una specie di curiosità masochistica. Vuoi vedere fino a che punto un autobus a Palermo può decidere di non passare. Se vai via adesso, ti rimarrà per sempre il dubbio che l’806 era dietro la curva, e sarebbe passato proprio dopo un minuto. Ti metti a fare un giochino mentale: ancora cinque minuti e poi te ne vai. Ancora dieci macchine e poi te ne vai. Comincia a piovere. Adesso sì che qualcuno si fermerà, vedendoti fradicio e piatuso che fai l’autostop in mezzo alla notte.
22.00: Sei ancora qui. Non è passato l’806 e non si è fermato nessuno. Stai aspettando da un’ora e mezza e ti vengono dei pensieri. Uno è che forse il servizio pubblico di autotrasporto a Palermo è stato sospeso per qualche motivo e tu non se sapevi niente. L’altro, anche più sgradevole, è che siccome in un’ora nessuno ha avuto la misericordia di raccattarti, viene a saltare uno dei più frequenti alibi morali che i siciliani si danno cercando di giustificare il fatto di non essere scappati da quest’Isola fetente: i servizi non funzionano, ma in compenso le persone sono generose e si aiutano fra di loro. Brutte notizie per l’ottimismo della volontà: le persone sono altrettanto stronze, a Palermo come a Milano.
L’806 alla fine è passato: alle 22,10. Certo, una singola sera non può essere considerata campione significativo, ma può bastare a stabilire che ogni volta che a Palermo si prende un autobus bisogna mettere nel conto un’ora e quaranta prima che passi, più il tragitto in mezzo al traffico. Per quanto ti riguarda, hai già dato. La prossima volta che dovrai andare in centro proverai col parapendio.
(Fine)

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Roberto Alajmo | 16/03/2012

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