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TECOPPISMO III, FINE

Terza e ultima puntata di un articolo uscito su una rivista, 14 anni fa. E sembra oggi: (...)Per capire il meccanismo del contagio della stupidità, aiuta ricordare la scena del film Il ritorno della Pantera rosa in cui Clouseau e Dreyfus, suo superiore diretto, discutono nell’ufficio di quest’ultimo. Clouseau crea una tale confusione che alla fine sarà lo stesso Dreyfus a spararsi sul naso, confondendo la pistola vera con un accendisigari a forma di pistola. È il primo gradino di una escalation che porterà Dreyfus in manicomio e Clouseau ad essere promosso ispettor capo. Dove, secondo la classificazione di Musil, Clouseau è lo stupido solare e Dreyfus è lo stupido intelligente che si mette incautamente in relazione con lui sulla base di una presunzione di superiorità. Da una conversazione del genere la stupidità esce smagliante, l’intelligenza a pezzi. Attraverso un processo del genere riesce a trovare riscatto pure Giufà, la maschera siculo-araba dello stupido proverbiale. Da puro idiota che è in origine, si trasforma in stupido solare, ovvero pazzo semplice, nel momento in cui qualcuno gli consente di interpretare la letteralità del linguaggio comune. In questo modo Giufà lo sciocco diventa Giufà il furbo e il saggio. Nel fronteggiare il berlusconismo, lo schieramento di sinistra non ha tenuto conto della quinta legge enunciata da Carlo M. Cipolla: lo stupido è il tipo di persona più pericoloso che esista. Più pericoloso del bandito, più pericoloso del pazzo, che pure superficialmente spaventa di più perché rappresenta un ordine logico diverso dal nostro, ma in realtà è meno insidioso perché immediatamente riconoscibile. Superato l’imbarazzo iniziale, far fronte ad un pazzo è relativamente semplice. Far fronte ad uno stupido invece diventa difficile perché crediamo di poterlo combattere sul terreno di una logica comune, e quando ci accorgiamo (quando ci siamo accorti) che è impossibile, il contagio è già intercorso. Bisogna poi considerare che la spirale del contagio genera stupidi ulteriori che vanno in giro a discutere creando altri stupidi e così via, in una sorta di catena di Sant’Antonio, fino alle elezioni. Negli ultimi mesi, con l’eclisse naturale della stella berlusconiana, capita sempre più spesso di incontrare persone disponibili a parlare genericamente di Forza Italia e a riprodurre tutta la fenomenologia del berlusconismo. In questi casi la reazione è quella di annuire, ma allo stesso tempo si prova una specie di sorda irritazione. È la spia che si accende ogni volta che ci troviamo davanti a una stupidaggine. Prendiamo atto senza paura di apparire snob: esistono a sinistra i portatori sani del virus berlusconiano, indotti senza accorgersene a riprodurre il rumore di fondo, il basso continuo da cui la melodia del berlusconismo trae sostentamento. In fondo, il mago Othelma si era presentato alle elezioni precedenti, quelle del ’92, con un programma non molto difforme da quello di Berlusconi. Othelma non era stato preso in considerazione dall’elettorato per tre ordini di motivi: 1. Indossava un caffettano durante le tribune politiche. Era quindi immediatamente riconoscibile come pazzo. 2. Non controllava la massima parte del sistema radiotelevisivo. 3. “L’Espresso” non accolse la sua candidatura con la stessa enfasi denigratoria. Non necessariamente in ordine di importanza. La stampa antigovernativa ha colpe non indifferenti, quando si fa carico di chiosare ogni sospiro di Emilio Fede, ogni battuta di Ferrara. Commette lo stesso errore di Dreyfus con Clouseau: crede di poter confutare l’avversario su basi logiche, e invece si lascia trascinare in vere e proprie imboscate di stupidità. Diceva Musil che la stupidità possiede tutti gli abiti della verità, mentre la verità possiede un solo abito. Quando a “L’Espresso” credono di essere popolari mettendo le tette in copertina, sbagliano, ed è un calcolo miope quello di chi si adagia sul successo delle centinaia di copie in più che si riescono a vendere. Perché “L’Espresso” ha dalla sua solamente la verità e un paio di tette per volta, i berlusconi invece hanno a disposizione tutto il guardaroba della verità. Oltre naturalmente all’intero sistema radiotelevisivo, vale a dire un numero di tette pressoché illimitato. È impossibile costringere i berlusconi a seguirci sul terreno della logica. Allora bisognerebbe lasciarli dove sono e inventarci un livello su cui loro non possano seguirci, ma allo stesso tempo possa seguirci chi osserva e vota. Si tratta di riconvertire l’intero arsenale della sinistra. Cosa – ammettiamolo – non facile. (III, fine) (Gianni Allegra: "Beddu Figghiu", acrilico)

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Roberto Alajmo | 18/08/2008

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