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REMIX: CURRICULUM IN BOTTIGLIA

Non esistono statistiche affidabili quasi su niente. Su questo punto si basano le mie certezze di ex liceale classico. Certe statistiche empiriche però sono significative.
Per dire: una mia amica in cerca di lavoro ha mandato una cinquantina di curriculum in giro. In Italia e all’estero. Un lavoro poi l’ha trovato: all’estero, ma non è questo che conta.
Conta che a rispondere alle sue domande è stata la metà delle aziende cui si era rivolta. La metà che sta all’estero, se non altro per dire: no, grazie.
Nessuna azienda italiana ha ritenuto di sprecare un click di risposta.
I motivi vanno oltre la semplice insipienza. È che quando in Italia spedisci un curriculum ti qualifichi subito per quel che sei: uno che non sa stare al mondo. Uno che non ha capito niente di come vanno le cose. Uno sfigato. Uno a cui non vale la pena di rispondere, per non mettersi sul suo stesso piano.

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Roberto Alajmo | 30/01/2017

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