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AMICA SCHOLA SED MAGIS AMICA VERITAS

Ancora a proposito della lettera dei ragazzi del Garibaldi (Vedi Penultim’Ora di ieri).
Vorrei precisare che io di solito nutro pregiudizi inversi. Cioè: mi preoccupo prevalentemente dello scarso credito di cui godono gli insegnanti e dei danni causati dall’iperprotezionismo dei genitori, sempre pronti a ingerire nella sfera scolastica. Ne ho anche scritto: [LINK] .
Però in questo caso i genitori degli altri alunni si erano tirati indietro quando si era trattato di sollevare il problema nelle sedi ufficiali. Si erano “quartiati”.
Stavolta veramente a fare notizia è la solidarietà unanime di un’intera classe nei confronti di una compagna in difficoltà. Una compagna riconosciuta da tutti come valorosa.
Già questo non mi pare poco, se si considerano le naturali invidie e gli antagonismi che sempre si creano in ambito scolastico.
Ma c’è dell’altro.
Nei secoli, la strategia del potere in Sicilia è sempre stata quella di allettare le masse e decapitarle. Allettarle coi favoritismi e decapitarle dei leader. A ogni ondata di emigrazione è sempre stato chi si era esposto a non trovare più lavoro, a essere mobbizzato e a dover partire per primo. Gli altri si accontentavano e si adeguavano. Si scremava il meglio per narcotizzare la maggioranza. Difatti poi si creava quell’illusione ottica per cui sembrava che i siciliani portati all’estero diventavassero geniali. No: erano geniali molti di quelli che erano stati costretti a emigrare.
Ora, nel loro piccolo, questi ragazzi dicono di non volere essere separati dal loro leader. Lo hanno fatto in maniera scomposta, come è naturale che sia per dei quindicenni. E per questo sono disposti a pagare. Pagheranno. Gliela faranno pagare.
Ma forse stavolta vale la pena di tralasciare ogni difesa pregiudiziale del corpo insegnante, perché siamo di fronte a qualcosa che somiglia a una mutazione genetica.
E se anche fosse molto meno, varrebbe comunque la pena di sperarci.

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Roberto Alajmo | 28/03/2011

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