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CUORE DI MADRE


LEGALITA' RANDOM

(Un estratto dall'articolo di Repubblica sulla morte di Noureddine)
(...)
Le norme, sulla carta ci sono e sono severissime; poi però - per fortuna al momento giusto - a stemperarne gli effetti interviene quasi sempre la bonarietà tipica delle popolazioni meridionali. Quasi sempre, ma non sempre. Le parole d’ordine sono: per questa volta, vada pure. In sostanza, l’unica regola sempre certa è quella del Cu pigghio pigghio.
(...)
Esiste un racconto scritto da Shirley Jackson nel 1949, “La Lotteria”. È ambientato in un villaggio in cui la popolazione si prepara a celebrare una specie di fiera. Il clima spensierato scivola un po’ alla volta nel nervosismo, fin quando si scopre che l’estrazione a sorte, tipica delle fiere, qui possiede caratteristiche particolari: il vincitore è destinato a essere lapidato seduta stante. Ecco: a Palermo funziona un po’ come una lotteria a perdere, e viene il sospetto che l’estrazione sia oltretutto truccata, che a essere estratti siano sempre i poveri cristi. Un torneo di schiaffo del soldato in cui a stare sotto e prendere i ceffoni sono sempre le stesse persone, nei cui confronti le regole sono un po’ meno intermittenti e meno casualmente applicate.
Stavolta si è registrato un generale moto di indignazione da parte della società civile, ma solo perché il muro vascio di turno, il povero Noureddine, è approdato per disperazione al gesto estremo più “politico” che ci sia: darsi fuoco in piazza. Il gesto di Jan Palach. Il gesto di Mohammed Bouazizi, il ragazzo tunisino che ha fatto in prima persona da scintilla all’incendio che poi è divampato in tutto il Nord-Africa. Ma nel caso di Palermo, senza lo stimolo di questo pubblico “ricatto” politico e sentimentale, quanti si sarebbero accorti dell’accanimento con cui era stato puntato il ragazzo marocchino?
Un paio di volte, non troppo tempo fa, contro la famigerata categoria dei lavavetri che operavano all’incrocio di via Perpignano, le forze dell’ordine si erano schierate ed erano intervenute in formazione da combattimento, con l’appoggio addirittura degli elicotteri. C’era stata qualche segnalazione di aggressività da parte dei lavavetri, e pochissimi in quei frangenti furono coloro che ebbero da ridire sulle modalità di un intervento che aveva portato al fermo, sempre in modalità random, di un paio di soggetti poi regolarmente rilasciati.
In quelle occasioni, anche fra gli esponenti dell’opinione pubblica più illuminata la tesi prevalente fu: la legalità è legalità e va fatta rispettare a tutti i livelli. Ci mancherebbe. Né è valso far notare che gli elicotteri si possono più proficuamente sfruttare per la caccia ai latitanti, e che tutte le operazioni avevano l’aspetto più della parata che dell’operazione di polizia. Ma cosa sarebbe successo se al secondo blitz consecutivo uno dei lavavetri avesse deciso di darsi fuoco? Il coccodrillo dell’opinione pubblica sarebbe scoppiato in lacrime. Pure la commozione, a quanto pare, funziona in modalità random.

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Roberto Alajmo | 23/02/2011

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