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COPERTINA MATTO AFFOGATO


REMIX: PURTROPPO LA RIVOLUZIONE E' FISSATA PROPRIO DURANTE LA MIA SETTIMANA BIANCA

Ma insomma, chi dovrebbe farla questa famosa rivoluzione? Calendario alla mano, se sono vere le cose che si dicono anche da queste parti, dovrebbe essere già scoppiata da un pezzo. E allora? Non guardate me: ho cinquanta anni, e a questa età si ha il diritto di restare alla finestra su posizioni attendiste, se non proprio reazionarie.
I giovani, allora. Del resto le rivoluzioni le hanno sempre fatte i giovani, in nome del loro futuro. E sarebbe strano che dopo aver fottuto la speranza dei figli, la generazione dei padri debba surrogare anche nella costruzione delle barricate.
Eppure: niente. Anzi: proprio le nuove generazioni sembrano quelle più propense ad adeguarsi a modelli culturali di conservazione.
Manca qualcuno che lanci la prima pietra. E manca proprio per l’evangelico motivo che nessuno può dirsi senza colpa. Ora come ora, sollevarsi non conviene. La rivoluzione si fa a pancia vuota, e le pance dei giovani sono tuttora gonfie grazie all’erosione dello status conseguito dai genitori.
C’è ancora del grasso da grattare dal fondo del barile. Fin tanto che qualcuno è disposto a pagare la ricarica del telefonino, si può rinviare l'insurrezione. E le scuole dei nipoti, e la settimana bianca, e il mutuo della casa.
C’è tuttavia una notizia di cui tenere conto: i padri prima o poi sono destinati a morire. È allora che le pance dei ventenni si ritroveranno vuote, e per forza di cose dovrebbe scoppiare la rivoluzione. Solo che, arrivati a quel punto, i ventenni potenziali rivoluzionari saranno invecchiati pure loro. Avranno conseguito anch’essi i cinquant’anni, con relativo diritto di astenersi dagli scontri di piazza.
Resta quindi da sperare solo nei figli dei figli, che lottino per un futuro che, a quel punto, potrebbe essersi già estinto del tutto.

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Roberto Alajmo | 03/08/2014

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