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LO SO CHE E' DURA, MA CUCIAMOCI LE LABBRA, PER FAVORE.

(L'articolo di oggi sull'Unità) È stato abile il presidente del consiglio a scegliere Onna per la sua apparizione del venticinque aprile. La combinazione di luogo remoto, strage nazista e terremoto recente lo mette probabilmente al riparo dalla scarica di fischi che si sarebbe preparata in suo onore in ogni altro angolo del Paese. Buon per lui, che ha deciso di apparire alla popolazione anche in questo giorno solitamente da lui dedicato alla famiglia o altro svago. A Onna tutto acquista un sapore diverso, e la contestazione sul luogo del sisma sembrerebbe inopportuna. O semplicemente prematura. L’occasione rimane buona per fare un ragionamento, però. Da almeno una quindicina d’anni a questa parte è invalso l’uso di aspettare al guado gli uomini delle istituzioni e orchestrare una contestazione pregiudiziale in occasione di ogni loro uscita pubblica. Quando al governo c’è stata la sinistra fischiava la destra e viceversa. Né sarebbe utile stabilire adesso chi ha incominciato. Eppure fischiarlo sarebbe un errore, tanto più in un’occasione del genere. Il motivo è semplice: il signor B. presenzierà alla cerimonia non come sultano del Popolo della Libertà, proprietario dell’intero sistema televisivo, presidente del Milan, pompiere, capostazione, o altra incarnazione delle sue. Parteciperà come Presidente del Consiglio, cioè come istituzione. Sarebbe assurdo regalargli il ruolo della vittima quando finalmente si è convinto a condividere il valore della Resistenza. Che ci piaccia o no, gli italiani lo hanno democraticamente eletto in quel ruolo. Coraggio, speriamo che passi presto. Ma nel frattempo, per favore: niente fischi per gli uomini quando rappresentano le istituzioni. Forse a fischiare non abbiamo cominciato noi, ma se davvero siamo persone migliori abbiamo il dovere di dimostrarlo. A cominciare da occasioni come questa. (L'illustrazione è di Gianni Allegra)

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Roberto Alajmo | 23/04/2009

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