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LE REMORE DEL CHISSENEFREGA

...La storia in questione è una riserva di carburante che non vorrei bruciare, ma so di dover adoperare, prima o poi. Anche perché mi rendo conto che scriverla sarebbe una liberazione. Se anche poi morissi, da un punto di vista letterario, conviene sempre barattare il tormento con un minimo di serenità. Mi aspetterebbe una vecchiaia sterile e pacificata. Non sarebbe magnifico?
Nel mio foro interno mi sono sempre detto che prima o poi l’avrei scritta, questa storia. Però aggiungendo sempre: ma non adesso. Ogni scusa è stata buona, non è mai stato il momento.
Le cose cambiano, però. Se non altro, il tempo si accorcia.
Non so se tutta la premessa precedente, questa specie di auto-prefazione, troverà posto nella versione definitiva del libro. Forse è stato solo un ombrello aperto senza che piova, un’agnostica invocazione alla musa che tanto vale saltare. Bisogna entrare subito nel vivo, insegnano i manuali di scrittura creativa. Catturare immediatamente l’attenzione del lettore e vincolarlo a proseguire. Convincerlo a lasciare le remore del chissenefrega per affrontare il mare aperto di un romanzo che non lo riguarda, che riguarda anzi qualcun altro...

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Roberto Alajmo | 04/04/2018

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