LO SGUARDO BAMBINO
Il ragazzo ha sedici anni, si trova in Italia da tre mesi, sta imparando la lingua. E in un esercizio infila il seguente pensiero:
"Per scrivere ci vogliono carta e pena".
Io non so se questo ragazzo è particolarmente spiritoso, oppure è arrivato per pura serendipity a sintetizzare in un felice refuso il pensiero di Patricia Highsmith, quando parlava di cicatrice emotiva come movente fondamentale della scrittura.
Di sicuro bisogna accettare che una persona proveniente da luoghi lontani e culture diverse può avere sulla nostra lingua e sulla nostra cultura un impatto illuminante, come chi arriva in casa due giorni dopo che hai cucinato cavolfiori, avendo poi cura di far prendere aria alla cucina. E l'ospite a primo fiuto ti dice: "Hai cucinato broccoli?", quando tu ormai immaginavi di aver rimosso qualsiasi odore.
A questo ci serve accogliere le persone che vengono da lontano: ad avere sguardo più nuovo, e brillante, e spiritoso. Uno sguardo bambino, sulle cose che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni, e nemmeno le vediamo più.
(La foto è di Arturo Alajmo [LINK] )

Roberto Alajmo | 07/11/2017
Letto [2852] volte | permaLINK | PENULTIM'ORA
