IN MEMORIA DI VINCENZO CANNATA
Poi un giorno scopri che è morto il tuo professore del liceo. Non un professore, ma IL professore. Quello che per primo ti aveva additato Garcia Marquez e Manuel Scorza. Quello amato-odiato per il suo carattere sornione e sarcastico. Quello che forse più di ogni altro si era avvicinato al ruolo di Maestro, per quanto riguarda te.
Il mio si chiamava Vincenzo Cannata. Al Meli, in sezione A insegnava Italiano, ed era un soggetto abbastanza eccentrico. Alla fine sembrava che si fosse instaurato fra noi un rapporto di stima, rapporto che avevo considerato tradito quando, al momento delle valutazioni in vista degli esami di maturità, scrisse di me: "Alunno intelligente, ma studia solo quel che vuole lui".
Non che in assoluto fosse falso, ma insomma: non mi sembrava il caso di informare di ogni dettaglio la commissione esaminatrice.
Insomma: non gliela perdonai, e negli ultimi quarant'anni non c'era stata più occasione di rivedersi. Classicamente, ora che è morto mi dispiace non averlo cercato e ringraziato.
Per questo oggi devo riconoscere innanzi tutto di fronte a me stesso che Vincenzo Cannata è stato, nella sua maniera sardonica, un maestro di anticonformismo.
Come dimostra anche l'episodio che ho raccontato: di solito è l'Allievo che per emanciparsi uccide il Maestro. In questo caso fu il Maestro a uccidere l'Allievo.