L'ESORCISTA
Solo a uno sguardo sconsideratamente progressista certe notizie possono sembrare retaggio medievale. Che i vescovi siciliani organizzino un corso di esorcismo è invece notizia di abbagliante modernità. Tanto per cominciare, la forma prescelta. Non un percorso iniziatico ambientato nelle segrete di un monastero dell'anno mille. Niente torce alle pareti, niente tenaglie per fare pratica di estirpazione del demonio dal corpo dei posseduti. Niente di tutto questo. Piuttosto: uno stage, un master, una full immersion di due giorni in un'amena località collinare, con tutti i crismi della managerialità. E poi, oggi si tratta di fronteggiare la concorrenza dei maghi, delle fattucchiere televisive, che rastrellano clientela proprio nello stesso target che un tempo era riserva di caccia esclusiva della Chiesa. Bisogna recuperare fette di mercato, sottrarre le anime semplici alle truffe dei maghi da quattro soldi grazie alla forza "scientifica" di un esorcismo. Niente talismani, ma la certezza scaramantica di preghiera e digiuno. Questione di marketing: c'è una domanda, e bisogna garantire un'offerta che riesca a reggersi in equilibrio sul sottilissimo crinale che separa religione da superstizione.
Roberto Alajmo | 03/06/2005
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