REMIX: NON FOTOGRAFO, QUINDI SONO
Di ritorno dalla zona dellAlcantara, dove il fiume è una bellezza demoniaca, mi sorprendo a dispiacermi di non aver scattato qualche fotografia.
Ci casco sempre, ma so bene come funziona almeno la mia testa. Se faccio foto non riesco a vedere veramente quel che mi trovo davanti. È come se mi sentissi esonerato dal pensiero attivo. Come se delegassi alla fotografia il compito di riflettere e preservare.
Per paura di questa perdita di memoria, alla fine dellesistenza ciascuno possiede un giacimento di fotografie schiacciante, anche in un epoca in cui le immagini di una vita possono occupare solo lo spazio di una memoria elettronica.
Senza lalibi delle fotografie, viceversa, mi sento responsabilizzato. Ho il dovere di ricordare. Mi pare persino di capirne un po di più.
Se poi veramente verrà il momento in cui servirà vedere una fotografia per essere sicuro di essere stato in un determinato posto, a quel punto sarà un sollievo dimenticare davvero tutto e di colpo, senza ricorrere nelle fasi intermedie a questa forma di surrogata memoria.

Roberto Alajmo | 07/02/2018
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