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CUORE DI MADRE


LA STRATEGIA DEL MISKIN

(Da Il Mattino)
Chiunque sia mai stato per turismo in Egitto o in Tunisia in questi giorni può solo domandarsi: ma che stanno facendo? Due paesi la cui economia è basata in buona parte sul turismo gettano le basi per la fine del turismo, segando il ramo su cui essi stessi sono seduti. Le cifre dicono che la percentuale di Pil ascrivibile al turismo in entrambi i paesi si aggira attorno al dieci per cento, più una notevole fetta di sommerso difficilmente quantificabile.
Ma quale occidentale in futuro vorrà visitare un paese dove rischia la vita? Dopo i mesi della rivolta, che almeno rappresentava la speranza di un futuro migliore, questa fiammata di integralismo rischia di essere il colpo di grazia per la fiorente industria turistica di quei paesi. Tunisini ed egiziani di buona volontà in questi giorni si disperano, perché vedono il disastro arrivare molto rapidamente. Pare una forma di masochismo collettivo, ma dietro c’è un disegno preciso, che gli italiani del Sud sono nelle condizioni di comprendere meglio di chiunque altro. Un disegno mirato a mettere in ginocchio i settori più ricchi dell’economia, che in Egitto e Tunisia sono quelli più avanzati, culturalmente poco manovrabili, si potrebbe dire “moderni” se nel contesto non risultasse un aggettivo a doppio taglio.
Le rivolte di questi giorni sabotano innanzi tutto il turismo, creando i presupposti per nuova disoccupazione. Per quanto possa sembrare cinico, ecco il disegno: più si allarga il bacino dei diseredati, più si alimenta il sottosviluppo, più gli integralismi religiosi – Salafiti, Fratelli Musulmani - avranno modo di esercitare il loro peloso potere d’influenza. L’obiettivo è creare una solida base di poveracci, miskin si dice in arabo. Allo stesso modo mischino in siciliano sta a indicare il diseredato, colui che non ha più niente da perdere. L’impoverimento a tappeto è il fondamento di ogni egemonia parassitaria. Gli integralisti hanno bisogno di grandi masse sottosviluppate per riuscire a prosperare, distribuendo alle pletore di sempre nuovi miskin, col contagocce, le risorse che provengono da altre fonti. Nel caso dei paesi islamici, da Arabia Saudita e Qatar.
È un meccanismo che in Italia conosciamo bene, identico a quello esercitato nel meridione da tutte le mafie, che intercettano le risorse dello Stato fino allo stremo della società che vogliono controllare, dopodiché intervengono a dispensare una sorta di falso assistenzialismo. Il discorso sottinteso è: Mischino, lo Stato ti ha tradito, gli stranieri ti hanno tradito, solo io posso aiutarti.
In Egitto, sotto Mubarak, i Fratelli Musulmani hanno avuto la capacità di creare una rete di assistenza semiclandestina che è servita a fidelizzare vasti strati della popolazione. Adesso siamo in una fase diversa, che punta ad ampliare il brodo di coltura dell’integralismo e prendere definitivamente il controllo dello Stato. Anche in questo caso: come quando in Sicilia - durante il fascismo, col prefetto Mori - la mafia venne costretta a cadere in letargo, salvo poi tornare in forze dopo la liberazione. Prepariamoci ad ammettere che la Democrazia ha fra le sue controindicazioni quella di dare nutrimento ai peggiori istinti: fondamentalismo o criminalità organizzata, dipende dal contesto.

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Roberto Alajmo | 16/09/2012

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