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DECIDERSI: O DI LOTTA O DI GOVERNO

(In quanto ormai ex collaboratore di “Agrodolce”, in quanto fieramente incompatibile con la pretesa di Giovanni Minoli di avere sempre ragione) il sottoscritto ritiene di poter dire senza conflitto di interessi che Mario Centorrino è sprecato come Assessore regionale alla Formazione.
Già Assessore alla Cultura sarebbe un ruolo più adeguato. Si vede che il posto era già preso, e quindi s'è dovuto accontentare. Ma è chiaro che la sua vocazione era quella. Lo stanno a dimostrare le sortite successive contro Sciascia, Camilleri e “Agrodolce”.
A parte il fatto che qualcuno dei suoi obiettivi potrebbe offendersi per la comunanza, e qualche altro invece ringalluzzirsi, caratteristica delle critiche di Centorrino è la loro essenza apodittica. Sciascia porta sfiga. “Agrodolce” fornisce un'immagine negativa della Sicilia. Basta la parola. Le uscite assessoriali a mezzo stampa sono sempre fugaci ed eccentriche: qualsiasi dimostrazione porterebbe via un sacco di tempo. Nel contesto, una spiegazione suonerebbe persino volgare, tanto è lampante l'enunziato.
Nel suo ruolo di arbiter elegantiarum della cultura siciliana, Centorrino lancia il suo anatema e passa oltre, già chiamato a più nobili faccende. Tanto peggio per chi rimane sempre indietro, a spaccare il capello in quattro, incapace di cogliere l'esprit du moment. Lui non si cura di lor, ma guarda e passa.
Sulla base dei suoi gusti e per amor di paradosso sarebbe capace di chiudere l'intera Fiat solo perché non gli piace la Nuova Cinquecento. E che gli operai mangino delle brioches.
Certo: Sciascia e Camilleri possono non piacere. Ma quando si fanno certe affermazioni così definitive sarebbe giusto contestualizzarle e motivarle. Altrimenti si scade nel vecchio luogo comune del “qui si infanga il buon nome della Sicilia”, ciò che alle orecchie dei siciliani perbene suona da tempo come un sicuro sintomo di mascalzonaggine.
Nel caso di “Agrodolce” sarebbe risultato forse triviale se qualcuno avesse chiesto a Centorrino, modestamente: perché? Lei ha visto qualche puntata in cui la Sicilia veniva calpestata e derisa? Quale? In che maniera? E già che ci siamo: quante puntate ha visto? Conosce le convenzioni del genere? Le apprezza? Liquidati Sciascia, Camilleri e “Agrodolce”, può dirci quali sono i suoi autori preferiti, le sue trasmissioni preferite, quelle in cui la Sicilia viene giustamente valorizzata?
Messe così, invece, certe uscite somigliano solo a uno sfregio perpetrato in assenza di motivazioni e contraddittorio. A un graffio di chiave sulla fiancata di una macchina sconosciuta. A uno sputo nel piatto altrui.

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Roberto Alajmo | 06/02/2011

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