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Cuore di madre


SPAZIO VINTAGE: RIDATECI LA VISTA

Per lo spazio Vintage, oggi vorrei farvi leggere un articolo uscito sulle pagine di Repubblica nel gennaio del 2002, e ripescato da Luigi Riotta. Da quanto ne so, si tratta forse dell'unico caso in cui da un mio articolo poi sia scaturito qualche risultato pratico: "C' è un modo di dire siciliano: A chi piglia un turco è suo. Un modo di dire di grande attualità in questa nostra sfortunata terra. Chi trova libero il parcheggio destinato a un disabile può impadronirsene. Chi riesce a individuare un terreno demaniale incustodito può impunemente porvi il proprio insediamento. Eccetera, eccetera. L'indignazione dell' opinione pubblica, ammesso che ci sia, è minoritaria e a quanto pare persino calante. Fermare la deriva estetica e culturale cui pare destinata la nostra città è un'impresa probabilmente superiore alle nostre forze. Restano solo da combattere battaglie di minimo obiettivo, non troppo difficili da vincere o anche da perdere con onore, che tuttavia ci aiutino a guardare i nostri figli senza vergogna e dire loro, un giorno: noi quello che potevamo fare l'abbiamo fatto. Fra i molti espropri privati di beni pubblici ce n'è uno particolarmente efferato proprio perché sulla carta del tutto immotivato: la fittissima cancellata che anche in pieno inverno chiude la vista del mare di Mondello. Un autentico sequestro paesaggistico perpetrato davanti agli occhi assuefatti della popolazione. Talmente assuefatti sono i nostri occhi che quasi non ce ne accorgiamo, ma quella cancellata è un vero e proprio sopruso, tanto più grave perché irrisorio sarebbe lo sforzo per evitarlo. È come se fossimo carcerati da talmente tanto tempo da esserci convinti che il mare, in realtà, veramente sia azzurro a scacchi verdi. Proviamo, proviamo a superare l'inferriata e guardare il mare senza la griglia. Ce lo ricordavamo com'è veramente il mare? Talmente non lo ricordavamo che forse nemmeno lo sapevamo: gli scacchi verdi in natura non esistono. Il mare è azzurro e basta. Alla società concessionaria della spiaggia costerebbe poco rimuovere la cancellata alla fine della stagione balneare. Non regge nemmeno la scusa dei vandali che la sera si divertono a bere birra e rompere le bottiglie spargendo i cocci in mezzo alla sabbia: i varchi ci sono comunque, e la spiaggia più devastata di com'è difficilmente potrebbe essere. A meno che quella cancellata non sia una specie di memento, un modo di segnare il territorio, l' equivalente della pipì dei cani o dei gatti. Forse, nella sua apparente sciatteria, la cancellata ha un significato ben preciso: questa spiaggia e questo mare non ti appartengono, perché sei solo un suddito e come tale possiamo tenerti dietro le sbarre in eterno senza dover nemmeno spiegare il motivo. Anzi, per un motivo molto semplice: perché "chi piglia una spiaggia è sua". C'è ancora qualcuno a Palermo disposto a considerare una battaglia del genere degna di essere combattuta?" (Illustrazione di Gianni Allegra)

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Roberto Alajmo | 02/03/2009

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