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IL CAPITOLO MANCANTE

(Capita, il giorno stesso in cui si va in stampa, di segare via un intero capitolo, il primo. La premessa. Pubblico qui le pagine amputate perché possiate farvi un'idea del libro nuovo)

Basta con questa maniera di arrivare fin sotto l'ostacolo e aggirarlo. Perché questo hai sempre fatto: arrivare fin sotto, annusare, capire di cosa si tratta e girare alla larga con un sorriso:
- (No, grazie).
Quando poi eri dall'altra parte pretendevi pure l'applauso, perché in fondo l'importante era trovarsi oltre l'ostacolo, no? No. Troppo facile. Aggirare l'ostacolo, sia pure col massimo di grazia e ironia, non è la stessa cosa che affrontarlo saltando. L'hai sempre saputo, e le persone che ti conoscono non te l'hanno mai nascosto. A ogni libro ti facevano i complimenti, ma poi ti chiamavano da parte e aggiungevano:
- Ma quella storia, quand'è che la scrivi?
Tu sorridevi, incassavi i complimenti e glissavi sul resto. Al massimo rispondevi che quella non era una storia da scrivere, che ci stavi pensando, che prima o poi l'avresti scritta, o che la stavi scrivendo. Una risposta valeva l'altra, l'importante era prendere tempo e liquidare l'argomento. Ma mentre dicevi la prima cosa che ti passava per la testa sapevi di mentire, perché quella storia non avevi nessuna voglia di scriverla. Una volta ti ci sei messo, ci sei anche andato vicino, ma al momento del quaglio l'hai buttata in caciara, il libro è uscito e non se n'è accorto nessuno: né del mascheramento né del libro stesso.
Adesso però è il momento di far cadere la maschera. Cominciamo da questa seconda persona che stai usando: perché? È solo un modo di prendere le distanze e fingere distacco. Come se fosse successo a un'altra persona, cui si deve umana compassione ma non troppo coinvolgimento emotivo perché non sta bene lasciarsi coinvolgere dalle storie che si scrivono.
Non funziona così. Per niente. Se veramente bisogna mettere le mani nella merda, nella carne e nel sangue, lo devi fare sul serio e, tanto per cominciare, in prima persona singolare, senza infingimenti. Poche scuse. Fai quello che devi fare.

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Roberto Alajmo | 18/03/2018

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