"La poesia, per favore, a consuntivo."
(Anonimo)
(L'articolo di oggi sull'Unità) Mi sento un po confuso. Spiazzato, frastornato. È successo che Aldo Grasso, una delle mie firme preferite, mi ha preso un bonariamente in giro sulla prima pagina del Corriere della Sera. Ci ha preso in giro: me e i redattori dellUnità. Il capo daccusa è facilmente riassumibile: questo giornale avrebbe sdoganato il genere reality show dopo che un rom buono ha vinto il Grande Fratello. Alla faccia di Antonio Gramsci. Un tipico caso di revisionismo di sinistra, insomma. Dopo aver letto larticolo di Grasso io mi sono messo una mano sulla coscienza, sicuro di aver detto qualche cazzata. Come avevo potuto sdoganare una trasmissione come Il Grande Fratello? Poi però sono andato a rileggere il mio pezzo del giorno prima, e in tutta coscienza: non mi pare di aver sdoganato niente. Né gli altri commenti su queste pagine mi sono sembrati particolarmente revisionisti. Oltretutto si discuteva più dellipocrisia italiana che del fenomeno televisivo. Nel mio piccolo, mi ero limitato a parlare di un tentativo di sdoganare a sinistra il grande fratello, da parte degli autori della trasmissione. Tentativo maldestro, da quel che capisco rileggendo le mie stesse parole. Per maggior chiarezza: io credo che il tentativo sia quello di far passare gli italiani per la brava gente che non sono. I sondaggi dicono che la maggioranza ritiene gli zingari delinquenti naturali? E invece il Grande Fratello (anche in senso orwelliano, stavolta) si premura di farci sapere che non è vero: gli italiani amano tanto gli zingari che ne premiano uno, grazie al televoto. Non ho nemmeno la pretesa di credere che si tratti di unanalisi particolarmente originale. Per cui innanzi tutto voglio ringraziare Aldo Grasso per lattenzione. Tuttavia, allo stesso tempo, vorrei tossicchiando fargli notare che qui sera detta unaltra cosa. Diametralmente opposta a quella su cui tanto bene il critico del Corriere ha imbastito il suo sarcasmo.