"Che io possa avere la forza di cambiare le cose che posso cambiare,
che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare,
che io possa avere soprattutto lintelligenza di saperle distinguere.
"
(Tommaso Moro)
Per lo spazio Vintage, oggi vorrei farvi leggere un articolo uscito sulle pagine di Repubblica nel gennaio del 2002, e ripescato da Luigi Riotta. Da quanto ne so, si tratta forse dell'unico caso in cui da un mio articolo poi sia scaturito qualche risultato pratico: "C' è un modo di dire siciliano: A chi piglia un turco è suo. Un modo di dire di grande attualità in questa nostra sfortunata terra. Chi trova libero il parcheggio destinato a un disabile può impadronirsene. Chi riesce a individuare un terreno demaniale incustodito può impunemente porvi il proprio insediamento. Eccetera, eccetera. L'indignazione dell' opinione pubblica, ammesso che ci sia, è minoritaria e a quanto pare persino calante. Fermare la deriva estetica e culturale cui pare destinata la nostra città è un'impresa probabilmente superiore alle nostre forze. Restano solo da combattere battaglie di minimo obiettivo, non troppo difficili da vincere o anche da perdere con onore, che tuttavia ci aiutino a guardare i nostri figli senza vergogna e dire loro, un giorno: noi quello che potevamo fare l'abbiamo fatto. Fra i molti espropri privati di beni pubblici ce n'è uno particolarmente efferato proprio perché sulla carta del tutto immotivato: la fittissima cancellata che anche in pieno inverno chiude la vista del mare di Mondello. Un autentico sequestro paesaggistico perpetrato davanti agli occhi assuefatti della popolazione. Talmente assuefatti sono i nostri occhi che quasi non ce ne accorgiamo, ma quella cancellata è un vero e proprio sopruso, tanto più grave perché irrisorio sarebbe lo sforzo per evitarlo. È come se fossimo carcerati da talmente tanto tempo da esserci convinti che il mare, in realtà, veramente sia azzurro a scacchi verdi. Proviamo, proviamo a superare l'inferriata e guardare il mare senza la griglia. Ce lo ricordavamo com'è veramente il mare? Talmente non lo ricordavamo che forse nemmeno lo sapevamo: gli scacchi verdi in natura non esistono. Il mare è azzurro e basta. Alla società concessionaria della spiaggia costerebbe poco rimuovere la cancellata alla fine della stagione balneare. Non regge nemmeno la scusa dei vandali che la sera si divertono a bere birra e rompere le bottiglie spargendo i cocci in mezzo alla sabbia: i varchi ci sono comunque, e la spiaggia più devastata di com'è difficilmente potrebbe essere. A meno che quella cancellata non sia una specie di memento, un modo di segnare il territorio, l' equivalente della pipì dei cani o dei gatti. Forse, nella sua apparente sciatteria, la cancellata ha un significato ben preciso: questa spiaggia e questo mare non ti appartengono, perché sei solo un suddito e come tale possiamo tenerti dietro le sbarre in eterno senza dover nemmeno spiegare il motivo. Anzi, per un motivo molto semplice: perché "chi piglia una spiaggia è sua". C'è ancora qualcuno a Palermo disposto a considerare una battaglia del genere degna di essere combattuta?" (Illustrazione di Gianni Allegra)
