SCEMO-CHI-CI-DISCUTE

Berlusconi accusa gli avversari adoperando un semplice rovesciamento della realtà. Colpo di stato non è lui che incita alla rivolta contro la legge, ma chi vorrebbe la pura applicazione della legge.
Rilevare l’incongruità del ragionamento è stata l’unica risorsa dei suoi oppositori.
I migliori retori della Sinistra si sono cimentati nella denuncia dell’equivoco, ma il risultato è stato uno di quegli incubi in cui si cerca di gridare e la voce non esce, e più si cerca di gridare più la voce non esce.
Da qui il filo di depressione con cui si è avvolta la Sinistra, e che deriva dal non tenere conto di una vecchia regola: mai discutere con uno stupido, perché dall’esterno non ci si accorge della differenza.
La stupidità esiste perché esiste qualcuno capace di additarla da un secondo punto di vista. Ma se c’è un terzo punto di vista, in questo caso quello dell’elettore, la scena di uno stupido che discute con una persona normale appare semplicemente come quella di due stupidi che discutono fra loro.
L’osservatore-elettore preferirà sempre, dei due, lo stupido che riesce a capire meglio.
E alla fine a sembrare stupidi risultano sempre gli interlocutori della stupidità.



Roberto Alajmo | 26/11/2013 | Letto [4227] volte

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