"Quelli che la pensano come noi, appunto, sono quelli che non la pensano come noi"
(Leonardo Sciascia)
Una volta, grazie allospitalità della figlia Annamaria, sono stato nello studio che fu di Leonardo Sciascia. A Racalmuto, dove scriveva tutti i suoi libri.
Ho toccato il dorso dei volumi della biblioteca, ho osservato le stampe che aveva voluto tenere più vicine a sé.
Sul tavolo cera ancora la sua Olivetti, col nastro ormai secco di inchiostro.
Grande emozione.
A un certo punto Annamaria doveva allontanarsi e io ho chiesto il permesso di sedermi alla sua scrivania. Lei ha sorriso.
Allora mi sono seduto, ho acceso il mio portatile e, sfiorando il sacrilegio, mi sono messo a scrivere queste inutili righe.