"Sono morto molte volte, ma come questa mai"
(Epitaffio di un attore, Asia Minore)
Conoscevo un politico locale che in ogni intervento pubblico adoperava lespressione piuttosto che in funzione disgiuntiva anziché avversativa, come sarebbe corretto (Diceva per esempio, facendo un elenco: Berlino piuttosto che Palermo piuttosto che New York). E nessuno, in quarantanni, ha mai avuto il coraggio di avvertirlo di questo reiterato errore.
In questo consiste la solitudine del potere.
Sono passate settimane da quando ha perso le elezioni, e Donald Trump somiglia sempre di più a Yosemite Sam, quel personaggio dei cartoni animati che sparacchiava in preda alla frenesia mentre il mondo continuava a girare per i fatti suoi.
Non è difficile immaginare le riunioni del suo staff, in questo periodo. Come Hitler nellestremo bunker, il Boss mette sul tavolo progetti di rivalsa che nessuno è in grado di realizzare. E mentre lui parla, anche i suoi accoliti più fidati si guardano di sottecchi, cercando ciascuno il conforto dellaltro, senza che nessuno abbia il coraggio di avvertirlo che ormai è tutto finito.
Qualcuno, forse la figlia, prima o poi dovrà portargli il soprabito e convincerlo a imboccare luscita. Ma anche per la povera Ivanka sarà difficile entrare in argomento.
Così funziona il potere: moltissimo si guadagna, ma alla fine qualcosa si perde anche. Il contatto con la realtà, per esempio.