IL-PARADOSSO-DEL-FOTOGRAFO-INDIGNATO

Mi sembra che ci sia un cappio di logica nell’indignazione di chi pubblica sul proprio profilo facebook fotografie di strade affollate stigmatizzando il clima da tana liberi tutti che si respira da qualche giorno.
Il cappio è presto detto: per scattare la foto della strada, il fotografo dev’essere in strada pure lui.
Nel Paradosso del Fotografo Indignato mi pare si riassuma tutta la mancanza di empatia che caratterizza questo periodo della nostra vita, al di là delle canzoni che possiamo cantare in coro sul balcone.
È la doppia morale che un paese cattolico come il nostro tende a concedersi come indulgenza: sono gli altri che frequentano i cinema porno, io ci vado solo per smascherare i peccatori. A noi stessi riconosciamo diritti che agli altri invece no.
Tanto più in un frangente del genere dovremmo piuttosto sforzarci di essere tutti un po’ più kantiano-calvinisti: il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me e chiunque a un metro di distanza, sempre da me.



Roberto Alajmo | 04/05/2020 | Letto [1711] volte

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