"Che io possa avere la forza di cambiare le cose che posso cambiare,
che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare,
che io possa avere soprattutto lintelligenza di saperle distinguere.
"
(Tommaso Moro)
A gestire lemergenza più grave dal dopoguerra è lavvocato Giuseppe Conte, asceso al ruolo di capo del governo per circostanze che devono essere state una sorpresa innanzi tutto per lui.
Un carneade, fino a pochi anni fa, che oggi si trova a fronteggiare questo frangente avendo qualche responsabilità propria e gestendo molte responsabilità altrui, accumulate da almeno mezzo secolo a questa parte. Mezzo secolo in cui la selezione della specie in Italia si è svolta sulla base dellincompetenza, fino a creare un vero e proprio ceto politico-burocratico di asini e servi.
Poteva andarci meglio, rispetto a Conte, con tutte le sue inadeguatezze? Poteva, certamente: se avessimo fatto qualcosa per meritarcelo.
Ma poteva anche andarci peggio.
In fondo la risposta non è lottimismo acritico di chi vede il bicchiere sempre mezzo pieno. Ma piuttosto il pessimismo costruttivo di chi vede il bicchiere mezzo vuoto, si procura un bicchiere più piccolo e travasa tutto lì.