PROVARE,-SBAGLIARE,-SBAGLIARE-ANCORA,-SBAGLIARE-MEGLIO

(Una parte del brano che ho letto alla basilica di Massenzio)
...Qualcuno ha descritto la commozione che può suscitare un Mozart stentato, che arriva da una finestra alle orecchie di chi passa per strada, malamente suonato da uno studente alle prime armi. E che però colpisce più del migliore dei Mozart ascoltati in sala da concerto.
C’è da abbandonarsi a questa commozione, perché la Grazia risiede nel contesto. È basata sugli sforzi che quello studente sta mettendo in atto per arrivare a suonare almeno in maniera decente.
Non se la tira, questo sconosciuto studente. Non si atteggia a concertista. Non coltiva il mito del genio e sregolatezza. Nemmeno vorrebbe essere ascoltato, mentre ancora prova e sbaglia. Si esercita, piuttosto. Fa scale su scale, fino allo sfinimento suo e dei vicini di casa. Fin quando, un giorno, gli esce dalla tastiera quel Mozart incerto che va a infilarsi nelle orecchie di un passante.
Ecco allora come e dove si trova la poesia, ecco anche come nasce un classico: quando stavi cercando, hai dimenticato quel che stavi cercando, e addirittura ti sembrava di fare altro.
Ma ancora stavi cercando.



Roberto Alajmo | 18/06/2019 | Letto [2074] volte

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