ELOGIO-DELL'INGENUITA'

Nell'antica Roma era ingenuo l'uomo libero, il cittadino che godeva dei pieni diritti che gli derivavano dal fatto stesso di essere nato civis romanus. All'opposto c'erano gli schiavi, che non erano affatto in-genui. Il contrario di ingenuo non era affatto astuto, ma schiavo.
Alla luce dello smottamento semantico che ha completamente stravolto la percezione comune del termine e dei suoi derivati, bisognerebbe prescriversi una forma di candore che confina con la scemenza programmatica. Un approccio ingenuo da esercitare a prescindere dal contesto. Uno sguardo innocente da posare sulle cose per vederle con occhi nuovi e coglierne l'essenza senza lasciarsi condizionare dal che c'č sotto, dal chi ci mangia.
Non fare i fessi, e nemmeno passare per. Ma contrapporre alla furbizia altrui una propria dirittura che possibilmente non si ammanti di fanatismo moralistico. Lasciare che siano gli altri a essere schiavi del loro stesso cinismo, mantenendo la placida fermezza di Bartleby lo Scrivano o Chance il Giardiniere.



Roberto Alajmo | 04/12/2018 | Letto [4033] volte

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