LA-RIVOLTA-DEI-SOUVENIR

Una volta comprai in Algarve una maglietta ricordo che mi parve originale. La parola Portugal era stilizzata sul petto e formava una lisca di pesce.
Un anno dopo rividi la maglietta in un negozio di souvenir a Helsinki, e la parola a forma di lisca di pesce era Finland.
Mi convinsi dunque che esisteva una Centrale Mondiale dei Souvenir, dove si fabbricavano tutte le palle con le città del mondo sotto la neve, tutte le cornici intarsiate di conchiglie, tutte le tazze souvenir. E tutte le magliette con i nomi di tutti i paesi a forma di lisca di pesce.
Effetto della globalizzazione.
Dopodiché, in una vetrina, per caso, scopro l'oggetto che vedete nell'illustrazione qui sotto.
Non so se si vede bene. Sono una coppia di siciliani - coppola e gilet nero lui, abito tradizionale lei, e due lupare a scanso di dubbi - che vanno in barca. E sulla barca c'è scritto "Maldives". In effetti è alle Maldive che l'oggetto è stato fotografato.
Allora mi sono chiesto quale può essere stato il cortocircuito che ha portato la barca coi due mafiosi alla deriva fino all'Oceano Indiano. E l'unica risposta che sono riuscito a darmi è che alla Centrale Mondiale dei Souvenir lavora sotto copertura un operaio ribelle, che ha escogitato questo povero espediente per esprimere la sua rivolta: sabotare la globalizzazione mescolando i souvenir del mondo.
Ovunque tu sia, operaio in rivolta, a te arrivi la nostra riconoscenza.



Roberto Alajmo | 22/12/2017 | Letto [3547] volte

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