LO-SPRECO-ASSURDO

Di recente ogni volta che ci vedevamo facevamo lo stesso discorso: ancora al lavoro? Quando ci vai in pensione? Quanto ti manca?
Ecco: a prescindere dal valore della persona, su cui tutti per una volta sono concordi senza ipocrisie, il destino di Marco Sacchi mi pare doloroso soprattutto per la tempistica. Morire alla vigilia della pensione, se pure ha avuto il tempo di rendersene conto, deve essergli sembrata veramente una presa per il culo.
Aveva fatto fare tutti i calcoli, gli mancavano pochi mesi. Né era di quelli che una volta lasciato il lavoro non trovano qualcosa per tenersi occupati. Se non altro si sarebbe impadronito del tempo dopo anni di corse e tribolazioni. Si sarebbe divertito eccome. Per la persona che era arrivo a dire che da pensionati ci saremmo potuti persino frequentare: ciò che è sconsigliabile fra colleghi di lavoro.
Ma a quanto pare così funziona la vita. Quando ne hai capito finalmente qualcosa, è già troppo tardi.



Roberto Alajmo | 26/05/2016 | Letto [3330] volte

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