"Dopo aver fatto l'amore, il primo che apre bocca dice una cazzata"
(Anonimo)
Ok.
Poi l'intervista di Bruno Vespa era uno spot pubblicitario per il libro del figlio di Riina.
"Naturalmente" - osserverà qualcuno di quelli che preliminarmente non volevano andasse in onda.
Ma decidere a priori chi debba parlare e chi no è un'idea che ha poco a che fare con il giornalismo. Un universo paradossale dove, che ci piaccia o no, le notizie brutte sono belle notizie .
Con lo stesso metro pregiudiziale Biagi allora non avrebbe dovuto intervistare Badalamenti. Oriana Fallaci doveva essere censurata per Gheddafi o Khomeini. E quale giornalista non ha sognato di intervistare i grandi malvagi della storia? Personalmente avrei un sacco di domande da fare a Hitler.
Io non difendo Vespa, e tanto meno il figlio di Riina. Difendo l'idea che si debba conoscere anche l'opinione del Male. Certo, bisogna metterla fra robuste parentesi, smontarne i presupposti perversi. L'intervistatore deve essere capace di mettere l'intervistato con le spalle al muro e smascherarlo. Non è stato questo il caso. Né la puntata riparatoria, prevista per una grottesca forma di Par Condicio, servirà a riparare niente. Anzi, risulterà insopportabilmente retorica, al confronto con quella di ieri.
Se guarderai l'abisso troppo a lungo, l'abisso vorrà guardare dentro di te, diceva Nietzsche.
Ma io ho il diritto di guardare dentro l'abisso e conoscerlo, e imparare a resistere, prendere le distanze. Se non altro per capire la psicologia di chi abita dentro l'abisso e magari, un domani, riuscire anche sconfiggerlo.