"Che io possa avere la forza di cambiare le cose che posso cambiare,
che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare,
che io possa avere soprattutto lintelligenza di saperle distinguere.
"
(Tommaso Moro)
Nella zona partenze dell'aeroporto di Palermo hanno piazzato da qualche mese un pianoforte. Chi vuole può sedersi e suonare liberamente, sperando che abbia cognizione di sé e misericordia di chi ascolta.
L'indomani dell'attentato di Bruxelles c'era tensione, a Punta Raisi. C'era la consapevolezza che la guerra in modalità random poteva colpire in qualsiasi momento, tramite qualsiasi incognito passeggero al nostro fianco.
In mezzo a quest'ansia latente, un giovane uomo ha deposto il suo bagaglio a mano su un piede del pianoforte, si è seduto e ha attaccato a suonare una mazurca di Chopin.
Un pezzo famoso, che in una sala da concerto sarebbe stato classificato come facile concessione al gusto del pubblico. In quell'ambiente incongruo, invece, uno Chopin suonato all'improvviso sembrava una specie di miracolo. Il pianista era particolarmente bravo, a occhio e croce. Ma a sembrare miracoloso era il contesto, che la musica, a sorpresa, finiva per pacificare.
Forse è solo una suggestione, ma quell'improvviso pianista fuori luogo per qualche minuto è sembrata la migliore risposta - la più civile, la più composta - alla paura di tutti.