"Scrivere è sempre nascondere qualche cosa in modo che poi venga scoperto"
(Italo Calvino)
La voluttà è cominciata con Vecchioni e la polemica dal titolo "Sicilia, isola di merda".
Poi la questione del concerto in piazza la notte di capodanno.
Ora le barricate contrapposte sulla ZTL di Palermo.
Tutte violentissime tempeste internettiane nelle quali ognuno sembra avere un'opinione precisa e ultimativa, ferocemente impermeabile a quella degli avversari.
La voluttà consiste non tanto nel non avere opinioni in proposito, ma nel tenersele.
All'inizio era uno scrupolo istituzionale: visto che ricopro un ruolo di vertice in un ente pubblicamente partecipato, mi sono dato la regola di non intervenire sui temi caldi della politica regionale e cittadina. Questo per non rischiare di coinvolgere l'ente che dirigo in opinioni che sono e devono restare soltanto mie.
Ma poi mordersi la lingua è diventato un piacere sottile che si è impadronito di me.
Come la corsa dopo aver rotto il fiato.
Come la felice fatica dello scrivere.
Come la mortificazione della carne che certi asceti medievali praticavano ricavandone un'estasi così difficile da comprendere, per noi figli della modernità.
Ma davvero: non immischiarsi in un'epoca in cui tutti pensano di doversi immischiare su tutto, è un privilegio sottile e impagabile.
