"Che io possa avere la forza di cambiare le cose che posso cambiare,
che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare,
che io possa avere soprattutto lintelligenza di saperle distinguere.
"
(Tommaso Moro)
È da ieri che rifletto sul concetto di snobismo popolare coniato da Michele Serra. Il suo riferimento era alla coda di prenotazioni per adorare il corpo in decomposizione di padre Pio, simbolo dellottusità pre-moderna di un intero popolo che si rifiuta di uscire dalla superstizione. A pensarci bene, il paradosso italiano di questi anni è tutto qui, nellarroccamento dellinfima borghesia, nelle sue credenze irremovibili: religiose ed elettorali. Che poi snobismo popolare non è nemmeno lossimoro che sembrerebbe: snob è la sintesi di sine nobilitate. La plebe, quando sceglie di essere plebe, è snob per definizione.