"Sono morto molte volte, ma come questa mai"
(Epitaffio di un attore, Asia Minore)
Non si può dire che Lintrepido sia un film riuscito. Ma certo è sorprendente laccoglienza ululante che ha ricevuto al festival di Venezia.
È un film dignitoso, con un attore bravissimo come Antonio Albanese, capace di passare da un registro allaltro, comico e tragico, come nessun altro in Italia. A subire i fischi impietosi della critica è stato Gianni Amelio, che una volta sarebbe stato considerato un Maestro.
Ammettiamo pure che Amelio abbia perso il suo tocco, come succede a molti artisti, soprattutto nel cinema. Ma un trattamento del genere è sorprendente.
Fino a qualche tempo fa cera un cordone di ipocrisia che circondava il declino di ogni Maestro. Il pubblico man mano imparava a tenersi alla larga, ma almeno la critica riservava lonore delle armi ai vari Scola, Fellini, Monicelli, quando sembravano aver esaurito la vena migliore.
Certo lipocrisia è una brutta cosa, ma non pessima come questo gusto dello sfregio gratuito che sembra avere invasato lintero Paese. Un paese dove non si rispetta nessun travaglio creativo, nessuna storia personale, nessuno sforzo positivo.
Questo siamo diventati: un paese popolato da milioni di Monsieur Opale, che godono a fare del male senza nemmeno bisogno di una motivazione.