ALTRI-MATTI-TRIESTINI

(Ecco un altro piccolo assaggio dei matti di Trieste. Da "Repertorio dei Matti d'Italia", edizioni "il Saggiatore")

Uno circolava in zona Sant'Antonio Nuovo. Indossava una divisa blu da poliziotto. Non aveva le mostrine, ma il berretto era quello. Stava immobile, spesso in piedi, qualche volta seduto in maniera precaria.
Solo i primi tempi qualcuno ci cascava e lo prendeva per un agente. Poi la divisa diventò troppo sudicia.


Uno era un anziano che indossava sempre - estate e inverno, sempre - mutandoni e maglia di lana.
La sua passione era quella di pulire le strade, soprattutto nella zona di piazzetta Belvedere. In nome di questa passione si portava dietro un suo baracchino a rotelle che conteneva scopa, secchio e tutto.
Lo fece gratis per molti anni, fino a quando gli abitanti del quartiere, vedendo tanta disinteressata abnegazione, trovarono giusto pagarlo per questo servizio. Mandarono quindi una delegazione a dirglielo, che volevano pagarlo in qualche modo, ma lui si offese moltissimo, tanto che da allora in poi cambiò zona e andò a pulire da un’altra parte.

Uno era sempre vestito di rosso, entrava nei negozi e chiedeva se per favore gli regalavano qualcosa di rosso. Fumava sempre e non si soffiava mai il naso, anche quando ne aveva estremo bisogno.
Eccezionalmente chiedeva cento lire. Sempre cento lire. Fin quando qualcuno gli fece notare che cento lire erano poche:
- Chiedine mille, almeno.
Da allora in poi, alzò la tariffa.

Una era una signora oltre la sessantina. Indossava abiti che sembravano dell’Ottocento, con la veletta e tutto. Faceva il giro dei caffè e si vedeva la sera all’albergo Continentale. Non pagava mai: poi passava un fantomatico marito a saldare i conti. Aveva educato pure sua figlia allo stesso tipo di abbigliamento, e certe volte la portava con sé.



Roberto Alajmo | 13/08/2012 | Letto [2077] volte

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