"Un maestro č come un segnale stradale. Ti indica la retta via, ma non ti ci accompagna. Nč ci va."
(Anonimo)
Il mestiere di scrivere si nutre di rospi in gola. Ogni colpo di tosse č il sollievo di una creazione. Ma il carburante č pur sempre quello: linfelicitą.
Patricia Highsmith, che a quanto pare oggi nessuno legge pił, parlava di ferita emotiva per indicare lingrediente misterioso che distingue una persona che scrive da un grande scrittore.
Anche quando la ferita si č trasformata in cicatrice continua a fare il suo lavoro di alimentazione delle storie. Tanto che chi si ritrova la cicatrice esita a sbarazzarsene.
Ecco il bivio: scriverne ed esorcizzare il dolore o tenerselo dentro e spremerlo ben bene, a costo di continuare a soffrire?
Il dilemma riecheggia la famosa storiella con cui Woody Allen chiude Io e Annie:
- Aiuto, mio fratello crede di essere una gallina!
- Lo faccio subito ricoverare!
- Bravo, e poi a me le uova chi me le fa?
Ecco: se sputassi il rospo, poi a me le uova chi me le farebbe?