IO-E-LE-DONNE:-CERCHIAMO-DI-CAPIRCI

Nel suo ultimo e molto interessante libro “Il Silenzio degli Uomini” (Feltrinelli), Iaia Caputo se la prende con questo articolo [LINK] apparso a suo tempo sull’Unità.
Riporto integralmente il testo: "E poi c’è il leader maximo, il Presidente del Consiglio, il Maschio Alfa che incarna il Male, la turpitudine e qualsivoglia vizio, ed è troppo comodo rimandare a lui, ai suoi uomini, tutt’al più a quel sistema culturale compatto e granitico che è il berlusconismo, ogni addebito. Come se si trattasse di un cancro privo di metastasi: una volta estirpato, il corpo è salvo, e gli uomini pure. La pensa così lo scrittore siciliano Roberto Alajmo, il quale, in un articolo pubblicato sull’Unità nell’ottobre 2009, e intitolato Noi maschi ci scusiamo ma voi donne ribellatevi, dopo aver invitato le elettrici a mandare a casa Ğquesta forma di priapismo elevata a sistema di governoğ, individua la soluzione nello spostamento di migliaia di voti femminili da destra a sinistra. Non è il solo, Alajmo, decine di commentatori lo seguono sulla stessa linea di pensiero, a spostare sulle donne la responsabilità della situazione stagnante di degrado morale del Paese, affermando così, contemporaneamente, che gli uomini hanno meno ragioni per indignarsi, o meno capacità di riuscirci, e attribuendo al genere femminile una sorta di superiorità morale in virtù della quale mettersi alla guida di una rivolta. I maschi al più si scusano cavallerescamente, poi, eventualmente, ci seguiranno".
Ora: a me non pare assolutamente di aver detto questo. Leggere per credere. Non volevo seguire nessuno, semmai volevo essere seguito dall'altra parte della barricata, e esortavo le donne a raggiungere una consapevolezza che vada oltre il priapismo berlusconiano, un modello a cui troppi e troppe ancora trovano comodo adeguarsi.
A parte la lettura testuale, posso solo rivendicare di essere una persona, prima che un maschio: con la mia storia personale e la mia firma a testimoniare per me. In quanto antirazzista vorrei essere giudicato per la persona che sono, e non per le categoria a cui di volta in volta mi capita di appartenere: "bruno", "grasso", "giornalista", "interista" o "maschio".
Sia detto pro-veritate e perché le radicalizzazioni certe volte tendono a sgominare le stesse fila che dovrebbero semmai compattarsi.



Roberto Alajmo | 14/02/2012 | Letto [2333] volte

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