"Scrivere è sempre nascondere qualche cosa in modo che poi venga scoperto"
(Italo Calvino)
Definirsi Poeta vuol dire fare un discorso sottinteso: se non ti piace la mia poesia non ti piace la poesia in genere, sei quindi un soggetto impoetico. Adesso decidi liberamente: cosa pensi di quello che ho scritto?
Allora vorresti citare un passaggio di Witold Gombrowicz:
Perché non mi piace la poesia pura? Per le stesse ragioni per le quali non mi piace lo zucchero puro. Lo zucchero è fenomenale quando lo sciogliamo nel caffè ma nessuno mangerebbe un piatto di zucchero: sarebbe troppo. È leccesso ciò che stanca nella poesia: eccesso di poesia, eccesso di parole poetiche, eccesso di metafore, eccesso di nobiltà, eccesso di depurazione e di condensazione che fanno somigliare la poesia a un composto chimico.
Gombrovicz pronunciò queste parole in una conferenza che tenne a Buenos Aires il 28 agosto del 1947, pubblicata poi in volume col titolo Contro i Poeti. Questa sì, quasi uninvettiva:
"I versi non piacciono quasi a nessuno e il mondo della poesia versificata è un mondo fittizio e falsificato
Ungaretti la liquidò come una pura e semplice cretinaggine. Ma Gombrowicz non ce laveva coi i poeti. Si scagliava contro l'astrazione poetica, contro lelitarismo artefatto della poesia autodefinita, contro
"
quell'estratto farmaceutico e depurato di poesia, denominato Poesia Pura".